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Ore 23.00 – (UnioneTriestina) Un pomeriggio intenso e molto allenante per le due formazioni alabardate che nel weekend affronteranno la doppia sfida contro i Biancoscudati Padova. Prima Squadra e Juniores, infatti, si sono affrontate sul campo sportivo “Rouna” per una partitella amichevole di due tempi della durata di 35 minuti ciascuno. La gara è terminata 4-2 per i “grandi” di Ferazzoli, a segno con Giannetti, Bez, Manzo e Lionetti, mentre la Juniores ha centrato il bersaglio grazie a Milicevic (momentaneamente “imprestato” alla compagine di mister Marassi) e Sattin. Arvia continua nel programma di lavoro individuale finalizzato al pieno recupero dell’attività fisica. Domani è prevista una singola seduta di allenamento a Prosecco alle ore 14.30.
Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Nella netta sconfitta del Montebelluna contro la corazzata Altovicentino una delle poche note liete, oltre ad un secondo tempo giocato con coraggio dai biancocelesti, è stata senza dubbio l’ottima prestazione di Matteo Giglio. Dimostrandosi una volta di più il vero valore aggiunto della squadra di Daniele Pasa, il ventitreenne fantasista di Cordenons ha provato a raddrizzare da solo la baracca, realizzando una doppietta di pregevole fattura che ha avuto l’effetto di mettere un pò in apprensione gli avversari. Due gol che, sommati ai precedenti, lo hanno fatto arrivare a quota sei. «Sapevamo che loro erano forti, in più nel primo tempo hanno trovato due gol molto belli che hanno spianato loro la strada – dice l’ex giocatore della Sanvitese – noi però siamo stati bravi a non buttarci giù e a provarci comunque, soprattutto nella ripresa e nonostante fossimo sotto di quattro reti. Sono naturalmente contento della prestazione, anche se mi dispiace che la mia doppietta non sia stata sufficiente per ottenere un risultato positivo». Sei gol all’attivo su otto giornate sono tanti come bottino personale per un centrocampista. «Non mi sono posto dei limiti, di sicuro cercherò di farne il più possibile per aiutare la squadra a conquistare la salvezza. A Montebelluna mi trovo molto bene, l’ambiente è tranquillo, lo staff è fantastico e sono contento perché proviamo sempre a giocare a calcio, indipendentemente dall’avversario che abbiamo di fronte». Il ruolo nel quale sei utilizzato attualmente è quello in cui ti esprimi meglio? «Sì, muovermi tra le linee mi riesce bene. Pasa mi lascia la libertà di prendere la palla e di provare la conclusione, sono contento di questa collocazione in campo». Archiviata questa sconfitta adesso arriva il primo derby stagionale con l’Union Pro. «Sono queste le partite in cui dobbiamo assolutamente raccogliere punti. Dovremo essere concentrati perché non sarà un match agevole».
Ore 22.00 – (Messaggero Veneto) Un attacco-baby per il Fontanafredda domenica a Monrupino. Più che una scelta, un’autentica necessità, dopo che ieri il giudice sportivo ha fermato per un turno Lauro Florean. Quasi una beffa per la punta rossonera: segna la sua prima doppietta con la nuova maglia, regala un preziosissimo successo sul Dro dopo 4 ko di fila, ma non può festeggiare appieno a causa dell’ammonizione che fa scattare la squalifica per recidiva. E così Maurizio De Pieri, che già si trova a dover fronteggiare l’inaspettata partenza di Massimo De Martin, domenica nel derby regionale col Kras dovrebbe schierare come punta centrale il giovane (classe ’94) Nicola Salvador, affiancato da Alcantara (’96) e Grotto (’94). Può almeno consolarsi il tecnico rossonero con il rientro, dopo due giornate di riposo forzato, del centrocampista Martini. Il giudice sportivo ha squalificato sino al 5 novembre anche il massaggiatore del Fontanafredda, Narciso Vendrame, per proteste nei confronti di un giocatore avversario. Mentre il Kras, come detto prossimo avversario dei rossoneri, dovrà fare a meno dell’attaccante Miroslav Cvijanovic, la scorsa stagione nella serie A slovena con la maglia del Krka. Gli altri provvedimenti: ammenda di mille euro all’Arzichiampo per intemperanze dei tifosi e di una persona riconducibile alla società nei confronti dell’arbitro. Due giornate di stop a Nicolò Visinoni (Union Pro), un turno a Leonardo Mattioli (Giorgione), stessa sanzione per Andrea Cicuttini, Omar Ruaben e Michele Ciurletti, tutti del Dro, cui dunque è costata davvero cara la recente sconfitta allo stadio Tognon.
Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La coppa non è di casa. Dopo i sedicesimi, giocati un paio di settimane fa a Tamai, l’Union Ripa di Max Parteli giocherà in trasferta anche il prossimo turno di coppa Italia. Manca solo l’ufficialità ma sfida contro l’Arzignano Chiampo, in programma mercoledì 19 novembre, si disputerà in casa degli avversari. Agli ottavi di finale il Ripa è arrivato battendo il Tamai mentre l’Arzignano ha eliminato la Clodiense. Prima però il campionato, in cui i neroverdi domenica incontreranno proprio il Tamai di Simone Brustolon, ex capitano del Belluno. Questa volta in casa. In occasione dell’ultimo confronto diretto, i friulani preferirono schierare un numero più alto del necessario di fuoriquota (sette), facilitando il compito all’Union.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Archiviata la vittoria speciale con la Triestina, il Ripa Fenadora va a caccia della continuità. Quella che serve per fare il definitivo salto di qualità. Il banco di prova per misurare le ambizioni dei neroverdi è il Tamai, nella partita spartiacque di domenica al Boscherai. Le due squadre hanno ambizioni simili e si guardano in classifica a cavallo della zona play off. Ora il Tamai ci è dentro con 14 punti e il quinto posto, l’Union poco fuori a quota 12. C’è attesa per lo scontro diretto. A suonare la carica è il centrocampista Matteo Mastellotto: «Bisogna cercare di trovare quella continuità di risultati che aiuterebbe a crescere mentalmente», dice. «Ora ci aspettano delle partite toste, però siamo forti e possiamo far bene». Vincere pur non giocando al meglio. È quello che fanno le grandi squadre e il Ripa Fenadora sta imparando. «Bisogna essere onesti, quella di Trieste non è stata una bella partita e non una delle migliori nostre prestazioni, però essere riusciti a vincere fa morale e porta entusiasmo», dice Mastellotto. «Anche non giocando la miglior partita siamo riusciti a portare a casa i tre punti al Nereo Rocco, che è una bella soddisfazione, soprattutto per la storia dell’Union. Siamo stati caparbi». Margini di miglioramento. «C’è da lavorare per trovare la continuità che ci manca», rimarca il centrocampista neroverde. «Eravamo riusciti a fare due vittorie tra campionato e coppa, poi abbiamo pareggiato col Montebelluna e rivinto a Trieste. Comunque siamo in striscia positiva da quattro gare e non è certo un brutto momento, anzi. Fisicamente cominciamo a stare bene, la crescita maggiore deve essere a livello mentale, in termini di concentrazione da mantenere alta dall’inizio alla fine di una partita, stando sul pezzo per tutti i 90′ e non a sprazzi», rimarca Mastellotto. «Bisogna cercare di essere costanti anche lì». IL 4-3-1-2. Da qualche settimana il Ripa Fenadora ha sta provando un modulo nuovo, che sta dando buoni frutti: «Abbiamo fatto tre vittorie col 4-3-1-2, ma c’è da lavorare anche su questo», dice Matteo Mastellotto. «È poco più di un mese che lo stiamo facendo e ci vuole tempo per affinare i meccanismi. Abbiamo sempre giocato con il 4-4-2 e chiaramente è una cosa nuova, ma ci troviamo bene». Sotto con il Tamai. «Se riusciamo a vincere, li superiamo in classifica avvicinandoci alle zone alte. Sappiamo che il Tamai è una squadra forte, però anche noi siamo forti e ce la giochiamo a viso aperto», sottolinea il centrocampista dell’Union. «È una gara che può dare un indirizzo importante alla nostra avventura in questo campionato, ma non è decisiva visto che sarà solo la nona giornata. Serve attenzione fin dall’inizio, cercando di non andare sotto nel risultato per non dover rimontare».
Ore 20.40 – (Messaggero Veneto) La Sacilese torna a monitorare il mercato: si valuta l’ingaggio di un difensore. Questo è il pensiero emerso nelle ultime ore in società, e il fatto di aver incassato a Tamai il primo ko in campionato non c’entra niente, neppure l’osservazione che Biasi Manaloche ha sofferto molto Federico Furlan. Il ragionamento è più complesso: se si vuole rimanere in alto, la squadra ha bisogno di un altro pezzo nel reparto arretrato, attualmente limitato a 4 giocatori (ne scendono in campo 3). L’infortunio del fedelissimo Grazzolo, capitato a inizio stagione, ha lasciato Zironelli con solo un poker di difensori, cioè Manucci, Baggio, Peressini più Biasi, peraltro adattato a centrale sinistro della difesa a tre. Sinora si è tamponato, ma la bandiera liventina non sarà recuperabile in tempi brevi: si parla di un rientro a marzo, mese molto lontano adesso. Per questo, per rimanere lassù, la società sta valutando il mercato per intervenire. Il target non è alto, nessuno vuole ingaggiare un top player. Piuttosto si pensa a un elemento fidato, duttile, di categoria: il profilo di Grazzolo, insomma, che nei progetti iniziali era il primo cambio e un potenziale titolare. Nel frattempo, il tecnico Mauro Zironelli si trova a fronteggiare l’infortunio di Marco Beccaro. L’attaccante padovano dovrà stare fermo dieci giorni: microfrattura al tendine d’Achille, questo il responso dell’esame. Salterà dunque il match in programma al XXV aprile col Mezzocorona, se ne valuterà poi il recupero per il derby col Fontanafredda. Domenica quindi toccherà a Cima, che avrà la possibilità di mettere ancora minuti sulle gambe, crescere e magari conquistare una maglia da titolare, magari nella gara con i “cugini” rossoneri e nel match in casa col Belluno, di sabato 14 novembre che – qui sta la news – si giocherà alle 14 e sdarà trasmesso in diretta da Rai Sport.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Radrezza sotto l’albero. Preparando la sfida di domenica in casa del Dro, in cui il Belluno proverà a tornare al successo dopo la sconfitta di Padova e il pareggio con il Giorgione, Roberto Vecchiato osserva Andrea allenarsi e spera: «In questi giorni sta lavorando bene, proseguendo il suo percorso – afferma il tecnico gialloblù – e credo che tra due o tre settimane potrà iniziare a correre. La mia speranza è che si possa aggregare al gruppo a metà dicembre, settimana più o settimana meno; mi piacerebbe poterlo considerare il mio regalo di Natale. Così da averlo a disposizione per il girone di ritorno». Buone notizie intanto dal resto del gruppo che si è allenato al completo, archiviando completamente gli acciacchi di domenica scorsa.
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Dro, che fare? Vincere, che diamine: il Belluno non ha scelta, se ha intenzione di mettere le radici nella fascia play off. È bastato lo sgambetto del Padova, per cadere dal primo al terzo posto e il pareggio di domenica con il Giorgione è servito solo a guadagnare un punto sulla Sacilese. Poco sapore, però: «Ci siamo trovati di fronte una squadra rossostellata, che ha pensato solo a difendersi e a ripartire», sottolinea Stefano Mosca, «l’ho vista anche con undici uomini dietro la linea della palla e questo ci ha provocato delle difficoltà. Ci sarebbe voluto un episodio e l’abbiamo anche avuto, purtroppo quel pallone è saltato male davanti a Ruben D’Incà e ci siamo mangiati un gol incredibile. Nove volte su dieci, questo ragazzo fa gol». «Dro? Non è semplice». Il precedente in Trentino è confortante (2-1 con doppietta di Duravia), ma il Belluno rimane prudente: «Il Dro è una squadra forte, al di là della classifica: ci risulta che domenica scorsa abbia dominato a Fontanafredda, ma non sia stato per niente fortunato. Rimaniamo dell’idea che si debba tornare a vincere, anche se forse nelle prime sei partite avevamo abituato troppo bene i nostri tifosi, ma allo stesso tempo non diamo niente per scontato. Giochiamocela con la stessa mentalità di sempre». Dipende dal Belluno. La certezza di Mosca e dei suoi compagni è quella di essere arbitri del proprio destino: «Un vantaggio, ma anche una bella responsabilità. Si tratterà di dare il massimo, come al solito. L’abbiamo dato anche contro il Giorgione e il mister Roberto Vecchiato ce ne ha dato atto, aggiungendo però che bisognerà riprendere a essere più cattivi negli ultimi venti metri. Ci è mancato solo il gol». Tutti presenti. È di nuovo a disposizione Sebastiano Sommacal, che ha purgato la giornata di squalifica e dovrebbe riprendersi il posto al centro della difesa, a meno che Vecchiato non confermi Julian Pruenster, uno che avrebbe bisogno di giocare, per raggiungere la condizione e non c’è più la Coppa Italia. L’unico indisponibile è sempre Andrea Radrezza, che ha già annunciato di puntare all’inizio del girone di ritorno: «Non vediamo l’ora di riaverlo nel gruppo», incrocia le dita Mosca, «ha ricominciato a correre, ma potrà essere un rinforzo di qualità solo tra qualche settimana. Per il resto, di problemi non ce ne sono, a differenza dei trentini, mi pare di capire». Tre squalificati. I gialloverdi sono davvero inguaiati: fuori Andrea Cicuttini, espulso a Fontanafredda per doppia ammonizione e Michele Ciurletti e Omar Ruaben, entrambi giunti al quarto cartellino giallo, in otto giornate. Emergenza per il tecnico Manfioletti, dopo la spedizione in Friuli.
Ore 19.30 – Cambio di programma per i Biancoscudati, che domani si alleneranno al mattino alle ore 10.30 e non al pomeriggio.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Una volta si diceva preparare la partita a tavolino. Adesso si usa una piattaforma web. Almeno in casa dell’Altovicentino grazie al lavoro sinergico con SportAnalisi, gruppo di lavoro che utilizza la tecnologia per migliorare le prestazioni sportive degli atleti ed offrire soluzioni all’allenatore offrendo dati, immagini e numeri di facile lettura tramite l’analisi video, sia in fase di gara che in allenamento. Scendendo nel dettaglio pratico della collaborazione, la squadra di SportAnalisi si occupa delle analisi video delle partite. Ogni settimana durante gli allenamenti dell’Altovicentino il lavoro tattico di gruppo, nonché quello individuale specifico per ciascun giocatore, muove proprio dai dati derivanti dall’ultima partita giocata, messi a confronto con quelli del prossimo avversario, analizzati in maniera del tutto identitca e parallela. Il lavoro di SportAnalisi viene caricato e condiviso con l’allenatore Cunico utilizzando una piattaforma web fornita da Sics anche a molti club professionistici in Italia e all’estero. In particolare l’Altovicentino sta utilizzando nelle proprie sedute la strumentazione gps utilizzata anche dalla Nazionale italiana, puntando tutto su una metodologia di lavoro da professionisti.
Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Attento Real Vicenza, la Cremonese avrà il professor Jadid in cattedra. Il regista marocchino farà ritorno al Menti, sabato, con la maglia grigiorossa. Se la Cremonese può fare affidamento sulle geometrie dell´ex centrocampista del Vicenza Jadid, il Real risponde con Dalla Bona. Jadid, a pochi mesi dal suo addio al Vicenza ritorna al Menti, ma da avversario. «A Vicenza sono stato bene grazie al pubblico, meraviglioso, e alle persone che vi lavorano. Non a caso seguo con costanza i risultati dei miei vecchi compagni». Ora è alla Cremonese, che crede molto in lei. «Non è la Cremonese del passato, meglio chiarirlo subito. C´è un progetto nuovo e al centro ci sono i giovani. La società ha fatto investimenti diversi e come sempre, quando si riparte con un nuovo programma, il processo va lentamente. I risultati non possono arrivare nell´immediatezza». Lei si trova a proprio agio in questo nuovo progetto? «Mi trovo bene, mi sono ambientato, ho segnato tre gol. Personalmente vivo un buon momento. Siamo partiti benino, ultimamente si è verificato un calo». A che cosa sono dovuti i risultati un po´ altalenanti? «Ci vuole pazienza. Siamo consapevoli di aver perso alcuni punti per strada, non tutte le gare sono andate come volevamo. Con più determinazione si poteva avere cinque punti in più. Possiamo migliorare molto». La tifoseria è tranquilla? «Sa che la società sta lavorando ad un nuovo progetto. Abbiamo chiesto pazienza e la loro risposta al momento è positiva. Poi è chiaro che i tifosi devono fare i tifosi ed è normale che quando fatichi a fare risultato un po´ si arrabbino». Veniamo al Real Vicenza, una squadra che non perde da nove giornate. «Il punto di forza dei nostri prossimi avversari è senza dubbio la continuità». Che gara si aspetta? «Dura, come tutte. È un campionato equilibrato». Se dovesse descrivere in un pensiero la Cremonese? «È una formazione equilibrata che fa tanto possesso palla. E ha ottime individualità, come anche il Real Vicenza che nel complesso conosco poco. Da una parte, e anche dall´altra, ci saranno reciproche accortezze proprio perché sia la Cremonese che il Real Vicenza possono contare su giocatori bravi e di esperienza».
Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Coppa Italia in edizione speciale visto che in tribuna si palesa eccezionalmente Renzo Rosso che in Coppa non presenziava una partita dalla finalissima del 2008 (vinta 5-0) col Benevento. Il segno tangibile di un affetto ritrovato del Grande Capo verso i colori giallorossi. «Sono contento della vittoria, ma ancora di più del fatto che ho visto tanti nostri giovani in campo – detta il suo pensiero R.R. – eppoi vincere aiuta a vincere». Lì a fianco il presidente Stefano sembra uscito da uno stage col cittì Conte per come è un martello pneumatico. «Quando c´è la possibilità di vincere bisogna farlo sempre, in campionato e in Coppa – sottolinea il pres – adesso pensiamo già a sabato alla Pro Patria». Tonino Asta subito dopo il match torna in campo per dirigere l´allenamento di gran parte dei titolari in vista di Busto Arsizio, ma non gli basta per sbollire l´ira. «Non ci siamo per niente – sbotta – ho visto un atteggiamento per lunghi tratti troppo superficiale, avevo chiesto di essere aggressivi e invece per un tempo siamo stati troppo lenti e compassati. Alcuni dovevano mettermi in difficoltà nelle scelte e non l´hanno fatto. Bene Bortot e Ingegneri. Nell´intervallo non ho detto nulla, me ne sono andato in infermeria, era meglio…».
Ore 18.10 – (Corriere del veneto, edizione di Vicenza) Quando una stagione è d’oro, lo vedi da tanti piccoli particolari. Ad esempio, dal vincere una partita di Coppa Italia nonostante in campo scendano tante seconde linee, nonostante un gioco non proprio scintillante e un atteggiamento tattico a tratti non impeccabile. Sta di fatto che il Bassano batte il Mantova 1-0 e vola anche in Coppa Italia. Senza fare troppi complimenti, senza concedere nulla all’estetica, le «riserve» giallorosse la spuntano su rigore. Quanto basta per staccare il pass per il prossimo turno e per pensare subito al campionato. «Il risultato mi sta bene — ammette Antonino Asta nel dopogara — abbiamo vinto una partita non semplice e mi fa piacere per chi ha potuto mettersi in evidenza. Adesso pensiamo a Busto Arsizio e alla partita contro la Pro Patria di domenica prossima». Asta, sul campo, schiera in apertura la seguente formazione: Grandi; Bortot, Ingegneri, Zanella, Stevanin; Cortesi, Tonon, Trento, Iocolano; Munarini, Maistrello. Dei cosiddetti titolari c’è poco o nulla, ma sul terreno di gioco la voglia di fare bene domina su tutto il resto. Il Mantova sfiora il vantaggio al 6’ con Zammarini, poi al 29’ è Tomicic a tirare fra le braccia di Grandi. Il Bassano nicchia, supera indenne la punizione a due di Fortunato all’interno dell’area di rigore — respinta dalla barriera — e si fa vivo nel finale di frazione con Iocolano. In apertura di ripresa girandola di cambi e al 16’ c’è l’episodio che cambia la gara. Munarini salta Paleari e viene steso dal portiere mantovano. Sul dischetto si presenta lo stesso Munarini, che non sbaglia e mette alle spalle di Paleari. L’1-0 anestetizza tutta la voglia di reazione del Mantova che, anzi, rischia di subire per due volte il raddoppio in pieno recupero. La prima volta è Pietribiasi a tirare di un soffio a lato, la seconda volta Proietti prende la mira e fallisce il bersaglio di pochi centimetri. Cala il sipario, è 1-0: il Bassano continua a volare, gli orizzonti stagionali sono sempre più rosei.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A Cremona, dove aveva giocato bene per quattro anni, è stato fischiato per 90’dai suoi ex ultrà memori di un gesto vecchio di un anno e mezzo durante una vittoria sul Sudtirol. Un carattere «sanguigno» che Simone Sales, terzino destro alla prima stagione nel Venezia, ha già confermato anche in arancioneroverde visto che l’11 ottobre scorso, nel ko con il Monza, si era beccato con alcuni tifosi dei distinti. «La diplomazia non è il mio forte – allarga le braccia e sorride il 26enne leccese – a volte mi faccio prendere la mano e, sbagliando, rispondo d’istinto. Poi a mente fredda mi pento, il tifoso paga il biglietto e un professionista deve riuscire ad accettare anche le critiche e i rimproveri». Sia Sales sia Esposito (nell’occasione il ds De Franceschi riferì delle loro pronte scuse) erano stati persino multati dopo il match con i brianzoli. «Il nervosismo a volte fa brutti scherzi, soprattutto quando vorrei dare di più e per qualche motivo non ci riesco, io come la squadra. Sicuramente voglio evitare spiacevoli ricadute con i nostri tifosi, mentre per quanto riguarda Cremona devo dire che i fischi mi hanno esaltato e dentro di me dicevo «massacratemi pure» tanto io vado per la mia strada». Peccato che il Venezia non sia riuscito ad evitare un altro ko nella «prima» di Michele Serena. «Un ko immeritato quello dello Zini, scontato dire che domenica dobbiamo riscattarci contro la Giana al Penzo. Sarà strano giocare alle 11 come ai tempi degli Allievi, ma importerà solo scendere in campo con grande intensità. Mister Serena batte molto su questo tasto, le sue squadre l’hanno sempre rispecchiato e anche il Venezia è sulla strada giusta. Dovremo essere meno belli e più concreti, ma soprattutto correre più della Giana».
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Due prime volte, quasi tre. L’appuntamento di domenica al Penzo segna per il Venezia una serie di «prime»: la prima volta che si gioca nell’orario inconsueto delle 11 del mattino, dettata dalle esigenze televisive che hanno spezzettato il campionato di LegaPro. La prima volta contro la Giana Erminio Gorgonzola, squadra approdata quest’anno in Lega Pro dopo aver vinto il proprio girone in serie D, ottenendo così la promozione diretta. E sarà la prima volta di mister Michele Serena al Penzo, almeno per quanto riguarda questo suo ritorno in arancioneroverde. Del campionato spezzatino il tecnico preferisce non dire nulla, anche se fa capire bene di non condividere la scelta: «Cosa possiamo fare se non adeguarci? Certo non vengono a chiedere a noi cosa ne pensiamo… Il nostro pensiero non conta». Ai giocatori non resta quindi che prepararsi alla levataccia, con tanto di colazione misto a pranzo che dovrà precedere, di un bel po’ di ore, il match. L’auspicio della società è che, nonostante l’orario piuttosto scomodo soprattutto per i tifosi della terraferma, non manchi il supporto alla squadra dagli spalti. L’obiettivo è interrompere subito il filotto negativo delle quattro sconfitte consecutive, con un risultato che faccia tornare il sorriso, anche per quanto riguarda la classifica. Con 10 punti, infatti, il Venezia è sotto rispetto alla matricola lombarda che, da neopromossa, ha finora totalizzato 13 punti, grazie alle tre vittorie e ai quattro pareggi fin qui ottenuti.
Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Ottimismo e fiducia, sono le due parole d’ordine di Michele Serena. Oltre a coinvolgere sempre di più i tifosi accanto alla squadra. Venezia che punta la matricola Giana, squadra volata in Lega Pro dall’Eccellenza in tre stagioni e messa nell’obiettivo dal tecnico arancioneroverde per interrompere la strascia negativa che ha zavorrato Esposito i compagni al limitar dei playout. Quattro sconfitte di fila in campionato (Real Vicenza, Monza, Novara e Cremonese), inframmezzate dallo stop in Coppa Italia a Ferrara per la “manita” negativa, tanto che la goleada alla Feralpisalò rimane un ricordo sbiadito. Serie nere. Per ritrovare quattro sconfitte di fila in campionato bisogna risalire alla stagione 2008-2009, in Prima Divisione, una serie aperta a Novara (1-2), proseguita a Legnano (1-2), al Penzo con la Spal (1-2, 9 novembre), che costò la panchina proprio a Michele Serena, fino a Crema (0-1) nel match d’esordio di Stefano Cuoghi, poi Serena ritornò il primo marzo nel derby contro il Padova e guidò la squadra alla salvezza attraverso i playout. […] Michele Serena ostenta grande ottimismo, soprattutto dopo la prestazione offerta a Cremona, ma deve fronteggiare una situazione di emergenza in campo con gli infortuni di Zima, Carcuro, Espinal e Hottor che hanno dimezzato il centrocampo arancioneroverde, ma sono soprattutto i cartellini gialli a creare un’apprensione supplementare visto il Venezia presenta una lista di sei elementi diffidati: due difensori (Marino e Sales), tre centrocampisti (Esposito, Zaccagni e l’infortunato Carcuro) e un attaccante (Franchini).
Ore 17.00 – Queste le dichiarazioni rilasciate al termine dell’amichevole da Carmine Parlato: “L’amichevole ci permette di iniziare il nostro percorso di conoscenza del territorio padovano, andiamo a fortificare l’unione coi tifosi. Poi ho scoperto che Sant’Antonio è morto proprio all’Arcella. Più di 300 tifosi presenti? Fa molto piacere, ma non è una novità. È stato fatto un ottimo allenamento, e come sempre l’importante è che nessuno si sia fatto male. Dionisi, Ferretti e Dené hanno messo minuti importanti nelle gambe, soprattutto Dionisi. Petkovic è stato tenuto a riposo per permettere di dare continuità al lavoro degli altri due portieri, mentre Sentinelli e Niccolini li abbiamo tenuti precauzionalmente fermi per permetter loro di recuperare dai rispettivi acciacchi. Recupereranno Sentinelli e Niccolini? Me lo auguro, non saprei dirlo con precisione”.
Ore 16.45 – Fischio finale: Padova-Arcella 5-1.
Ore 16.22 – Qui Guizza: Montinaro, Formigoni e Bruzzi subentrano a Segato, Thomassen e Dené.
Ore 16.21 – Gol della bandiera per l’Arcella, a segno Ferron su calcio di rigore. 5-1.
Ore 16.12 – 5-0 del Padova, rete di Bragagnolo da posizione defilata.
Ore 16.10 – Poker dei Biancoscudati, a segno Aperi con una bella conclusione dalla distanza. 4-0.
Ore 15.57 – Inizia la ripresa. Questa la formazione del Padova: Vanzato; Bragagnolo, Thomassen, Dionisi, Russo; Bedin, Segato; Dené, Aperi, Petrilli; Ferretti.
Ore 15.45 – Fine primo tempo (durato 40 minuti): Padova-Arcella 3-0.
Ore 15.31 – Tris del Padova e doppietta personale per Mazzocco. 3-0.
Ore 15.27 – Raddoppio del Padova, gran gol di Mazzocco al volo dal limite dell’area. 2-0.
Ore 15.15 – Vantaggio dei Biancoscudati, a segno Segato su punizione dai 20 metri. 1-0.
Ore 15.05 – Inizia l’amichevole.
Ore 15.00 – Qui Arcella: squadre in campo per l’amichevole.
Ore 14.40 – La formazione del Padova: Cicioni; Busetto, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Mazzocco, Segato, Nichele; Cunico; Tiboni, Ilari.
Ore 14.20 – Qui Arcella: squadra in campo per il riscaldamento. Non saranno della partita Petkovic, Sentinelli, Niccolini, Pittarello e Mattin.
Ore 13.50 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Marco Cunico: “Lello Scagnellato ha fatto 364 partite, è il Capitano con la C maiuscola ed è un onore per me rendergli omaggio. Lui era una bandiera, e adesso di bandiere ce ne sono sempre meno… La Triestina? È una partita bella da leggere nei manifesti, è giusto vederla all’Euganeo. Sarà una partita più difficile di quel che sembra visto che hanno anche cambiato allenatore. L’ArziChiampo? Forse è stata la partita che abbiamo meritato meno di vincere, ma abbiamo portato a casa i tre punti”.
Ore 13.40 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Bergamin: “Ho avuto la fortuna di conoscere Lello Scagnellato ai tempi in cui era accompagnatore del Padova, è giusto e doveroso ricordare e rendere omaggio a persone così attaccate ai colori biancoscudati per farli continuare a vivere nella mente dei tifosi”.
Ore 13.30 – Qui Arcella: una delegazione biancoscudata depone un mazzo di fiori sulla tomba di Lello Scagnellato, sepolto nel cimitero del quartiere padovano.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) È un fiume in piena l´ex presidente Pieraldo Dalle Carbonare. «Ho saputo – ci dice senza giri di parole – dell´esonero di Gianni Lopez e l´ho trovato scandaloso e lo affermo, sia chiaro, non certo per l´amicizia e la stima che mi legano a lui, il mio è un giudizio che tiene conto solo della reale situazione nella quale si è trovato a dover allenare Lopez, una situazione che definire complicata è ancora poco». È chiaro che lei boccia in pieno questa scelta! «È l´ultima perla di questa “ banda “ di incapaci e incompetenti, questi sono dieci anni che fanno danni viste le tre retrocessioni e il fardello di debiti che hanno creato, l´unico esonero vero che avrebbero dovuto fare sarebbe stato quello di esonerare se stessi». Di certo vista la situazione è difficile dare colpe a Lopez. «Io credo questa sia l´unica società al mondo che dopo tre retrocessioni ancora fa gestire l´area tecnica dalla stessa persona, guardi lo dico convito: nemmeno Guardiola avrebbe potuto fare meglio vista la situazione in cui si è trovato a lavorare Lopez».
Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Se ne va a testa alta il Capitano e con grande dignità. Da ieri alle 18.58 Gianni Lopez non è più l´allenatore del Vicenza . Lo abbiamo rintracciato subito dopo la sua uscita dagli uffici di via Schio ed abbiamo dovuto insistere un po´ per convincerlo a rilasciare delle dichiarazioni perchè lui in un primo momento non voleva proprio. «La squadra deve restarne fuori», le sue prime parole». Poi Lopez ha continuato: «Vivo serenamente questo esonero perchè so di aver dato tutto e anche di più, se la società ritiene che mandando via me si possano risolvere tutti i problemi del Vicenza ne prendo atto, una cosa è certa se fossi stato convinto di questo per il bene che voglio a questi colori mi sarei fatto da parte da solo». Lo avvertiva comunque che non c´era più fiducia in lei ? «Beh se è per questo è da luglio che lo avvertivo, troppe chiacchiere, troppe voci, nel calcio queste cose si fiutano, diciamo che non è stato piacevole». I tifosi sono sempre stati al suo fianco, soprattutto la curva, cosa si sente di dire loro? «A loro dico grazie ma con la G maiuscola, perchè anche stavolta ho ricevuto tantissimo sotto tutti i punti. Ecco, ci tengo che sappiano che ho fatto il mio lavoro con la massima serietà e il massimo impegno , loro sanno bene quanto amo questi colori e anzi proprio questo grande amore, in questi mesi, mi ha spinto a passare sopra a tante cose, con il mio carattere non è stato facile , ma su tutto veniva, e viene, il bene del Vicenza e dei colori biancorossi». E ai suoi giocatori cosa si sente di dire? «Intanto ho allenato ragazzi eccezionali, sono sicuro di non averli mai traditi e loro lo sanno, mi auguro che riescano a raggiungere l´obiettivo salvezza, è nelle loro capacità riuscirci perchè come ho sempre detto anche a loro possono fare di più». Lei si sfila di nuovo la maglia biancorossa. «È stata un´esperienza che mi ha davvero toccato nel profondo perchè non allenavo una squadra, ma la mia squadra e questa cosa l´ho vissuta nell´intimo soffrendo anche molto a volte, ad esempio quando vedevo che la squadra non riusciva a raccogliere quanto meritava».
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Era nell´aria e ieri pomeriggio quella che pareva una chiacchiera è diventata realtà: i dirigenti erano riuniti in via Schio per decidere l´esonero di Gianni Lopez. Un po´ prima delle 19 l´ufficializzazione. Poco dopo il presidente Tiziano Cunico ci ha dichiarato: «È stata una scelta dolorosa ma l´abbiamo presa perchè si deve tentare di migliorare una situazione che oggi pare un po´ compromessa. Certo la serie B è lunga, ma rimandare oltre non era il caso». Ma cosa vi aspettavate di più nella partita col Modena viste le tante assenze? Che colpe ha avuto Lopez? «La responsabilità degli amministratori non si ferma di certo alla sconfitta subita dal Modena. Ovviamente tutti sapevamo che si era in piena emergenza e ripeto non è questa sconfitta che ci ha fatto decidere, è stata una somma di cose». Allora ci stavate pensando già da tempo? «Diciamo che dalla partita col Lanciano in poi ci si sarebbe aspettati un salto di qualità che però non è avvenuto, ogni volta c´era un problema diverso, noi si è valutato quanto si è visto in campo e comunque questa decisione è stata presa solo ed esclusivamente per il bene del Vicenza». Siete stati d´accordo all´unanimità? «Sì, tutto il consiglio di amministrazione è stato d´accordo». Si fa già il nome di chi verrà: Marino. «Piace molto , ma deve risolvere la sua posizione col Pescara , ovvio che visto che si gioca tra due giorni si spera di poterlo presentare già domani ( oggi per chi legge ndr)»
Ore 12.20 – Disponibile a questo link l’articolo relativo a Dro-Padova.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Tutti con il fiato sospeso per Filippo Lora. Il centrocampista granata, uscito martedì sera nel corso della gara con il Livorno per problemi al ginocchio sinistro, oggi si sottoporrà alla risonanza magnetica che farà luce sull’esatta entità della distorsione. Nella sua breve carriera, Lora è già incappato in un grave infortunio: a settembre di un anno fa durante la partita con il Latina il giocatore si è rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Sei mesi lontano dai campi da calcio, stavolta però il guaio non dovrebbe essere così grave, si spera in una “semplice” distorsione: «È difficile dirlo prima dell’esame strumentale, io spero proprio sia così», le parole di Lora, che aspetta con trepidazione la risonanza: «Purtroppo non mi resta altro da fare, è vero che le sensazioni non sono così brutte come quelle vissute un anno fa, incrocio le dita e attendo, fiducioso». Con il Livorno l’abbiamo vista accasciarsi a terra, cos’ha pensato in questi momenti? «Mi sono detto: non è possibile, un’altra volta? Ho subito pensato all’infortunio di un anno fa, all’altro ginocchio». Ovviamente non ci sarà sabato a Terni, in una partita molto delicata, e non sarà l’unico assente: «Ho la massima fiducia nel gruppo, a Cittadella non giocano sempre i soliti undici, perché Foscarini è un allenatore che concede l’opportunità a tutti, e chi andrà in campo saprà farsi valere». Come ha fatto il Cittadella l’altra sera, con il Livorno: «Abbiamo meritato il punto per l’impegno profuso – conclude Lora -. Siamo stati sfortunati in certi episodi, in qualche decisione arbitrale, ma si tratta di comunque di un pareggio importante, che restituisce grande morale, maturato contro una delle protagoniste del campionato». GIUDICE SPORTIVO – Come previsto, ieri sono arrivate le squalifiche per tre giocatori granata, fermati tutti per un turno: Pellizzer per l’espulsione rimediata in partita, Gerardi e Busellato per aver raggiunto la quarta ammonizione. In diffida ora ci sono Coralli e Sgrigna. Nessuna sanzione invece per il dg Marchetti, evidentemente nei confronti del dirigente non era stato adottato alcun provvedimento durante la partita con il Livorno. RIPRESA ALLENAMENTI – Lavoro differenziato per Signorini per un problema al polpaccio. Per il difensore terapie e qualche esercizio in campo, è difficile il suo recupero per sabato, con Foscarini che dovrà già fare a meno di Pellizzer e Donazzan in difesa, Lora, Paolucci, Schenetti e Busellato a centrocampo, Gerardi in attacco. A far coppia con Scaglia quasi certamente ci sarà De Leidi, a centrocampo rientra Benedetti dalla squalifica.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “C’è un serio problema, si chiama arbitri”) Affibiateci pure l’appellativo di “mangiaarbitri”, ma qualcuno dell’Aia ci dovrebbe spiegare molte cose, e invece continua a nascondersi dietro un dito o a minimizzare. Giusto, anzi sacrosanto indignarsi dopo che un ragazzino di 17 anni in Puglia, per aver concesso un rigore, viene spedito in ospedale a calci e pugni da gentaglia senza ritegno, da bandire per sempre da qualsiasi stadio, e giusto pensare di fermare anche i direttori di gara di serie A se non si interverrà per bloccare questa pericolosissima deriva, ma qui ci interessa affrontare un’altra questione, che riguarda la preparazione, e le scelte conseguenti che vengono fatte da chi sta sopra di loro, dei nostri fischietti. Partiamo da una considerazione ovvia, ma che al gran capo dell’Aia, Marcello Nicchi, e ai suoi collaboratori (i designatori di Can A e Can B, ma potremmo pure allargare il discorso alla Lega Pro e ai Dilettanti), sembra sfuggire spesso: quello dell’arbitro è un servizio reso al calcio, perché senza la sua presenza non si giocherebbe alcuna partita, ed è un servizio remunerato (secondo alcuni bene, secondo altri meno). «All’arbitro è conferita tutta l’autorità necessaria per far osservare le regole del gioco nell’ambito della gara che è chiamato a dirigere e controllare»: così recita la regola numero 5 del regolamento. E così è, in effetti. Il problema, dopo due mesi di partite, dunque non a metà e neppure al termine di questa stagione sportiva, quando i punti peseranno di più per il raggiungimento dei propri obiettivi, è proprio la parola “autorità”. Purtroppo, ce n’è sempre di meno, semplicemente perché è la “credibilità” della classe arbitrale che stenta ad affermarsi, e di conseguenza ad essere riconosciuta da tutti. Prendete il caso di martedì sera, nel torneo cadetto: la Gazzetta dello Sport ai fischietti impegnati sui 10 campi dove si giocava (lunedì Baracani in Bologna-Trapani aveva rimediato 5.5) ha attribuito in 5 casi voti sotto la sufficienza, dal 4.5 per Ghersini, in Cittadella-Livorno, al 5.5 per altri tre e al 5 per Aureliano di Bologna (in Brescia-Crotone). Gli altri quotidiani sportivi sono stati sullo stesso metro di giudizio, se non peggio. Domanda: i giornalisti sono diventati tutti degli “affossatori” o, forse, hanno qualche ragione nello stroncare alcune prestazioni indecenti, se non peggio? Noi crediamo ancora, sino a prova contraria, alla buonafede degli arbitri, ma parecchi di loro sembrano dimenticarsi di essere, ribadiamo, al servizio del calcio. Non vorremmo che, per la smania di far carriera o di dimostrare di essere degni del ruolo loro assegnato, si sentissero investiti di un potere… divino. Inutile organizzare raduni, incontri e dibattiti se poi ci si comporta come il Ghersini di Cittadella o di Pescara (con il Padova) l’anno scorso, rovinando le partite. Un esempio palese in cui la parola “autorità” fa rima con “incapacità”.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Si fa prima ad indicare chi è abile e arruolabile che a dire chi non potrà esserci. Sembra una battuta, invece è l’amara situazione del Cittadella, costretto a fare la “conta” in vista della trasferta di Terni di sabato 1 novembre. La partita con il Livorno di martedì sera ha lasciato strascichi pesanti, tra nuovi infortunati e squalificati. Tra i primi ci sono Filippo Lora, uscito anzitempo per un problema al ginocchio, e Andrea Signorini, fermatosi prima della gara per un fastidio al polpaccio, tanto da non essere nemmeno convocato contro i toscani. Al momentoc’è qualche remota speranza di recuperare il difensore, mentre per il centrocampista occorrerà attendere la risonanza di oggi per capire i tempi di recupero, che rischiano di essere lunghi. I due si aggiungono ad una lista che comprende già i lungodegenti Paolucci, Schenetti e Donazzan. Ma fuori causa ci sono pure i giocatori sanzionati dal giudice sportivo, tutti per un turno: Michele Pellizzer, espulso con il Livorno, e gli ammoniti Massimiliano Busellato e Filippo Gerardi, che erano diffidati e salteranno il match in Umbria. Le stampelle di Lora. «Ho sentito il ginocchio sinistro fare crac». Felpa e pantaloni della tuta, aveva l’aria sconsolata Filippo Lora, ieri a bordo campo, mentre guardava i compagni allenarsi. Il centrocampista cammina con le stampelle e attende di effettuare gli accertamenti, che permetteranno di valutare la sua situazione. «C’è stato un contrasto con Moscati, ma l’infortunio non è dipeso da quello. Mi sono fatto male da solo: ho piantato il piede e sentito il ginocchio torcersi. Ora non è gonfio: spero vivamente che si tratti di una semplice distorsione, e che non ci sia nulla di rotto». Il ricordo va all’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, “saltato” in occasione della gara con il Latina del 14 settembre 2013, con la speranza che, stavolta, il problema si riveli meno serio. Il giallo del “rosso”. In tribuna, martedì, più di qualcuno ha visto l’espulsione di Stefano Marchetti, subito dopo il momentaneo 1-0 di Ceccherini. Non è andata così: «Ho protestato con l’arbitro, ma poi mi sono allontanato da solo, per quello qualcuno può essere stato tratto in inganno. Mi sono lamentato, ma non ho mancato di rispetto al direttore di gara, anche se ci sono stati episodi pesanti che ci hanno danneggiato», il chiarimento del d.g. granata. Il riferimento è al rigore, abbastanza solare, non assegnato per fallo di Mazzoni (che andava espulso) su Mancuso. Ma pure il secondo “giallo” sventolato in faccia a capitan Pellizzer ha fatto discutere. A caldo, Marchetti aveva detto di voler rivedere le immagini. Il giorno dopo resta sulle sue posizioni: «Pellizzer ha contrastato l’avversario con il braccio alto, ma non c’era assolutamente cattiveria nell’intervento. È chiaro che la sua espulsione non ci voleva: proveremo a recuperare Signorini, ma è molto difficile. Con la Ternana saremo in piena emergenza».
Ore 11.20 – (Il Piccolo) Dopo la sconfitta di domenica contro l’Union Ripa, la drammatica situazione di classifica e l’approdo sulla panchina alabardata del nuovo tecnico Ferazzoli, qualche nuovo arrivo era nell’aria. E infatti da martedì c’è un nuovo centrale difensivo in prova con la Triestina: è Anselmo Antonelli, 29 anni e dieci anni consecutivi di campionati giocati in serie D, praticamente sempre in Abruzzo, a parte l’ultimo scampolo di stagione in Molise, con l’Olympia Agnonese. In precedenza una stagione con il Celano, cinque con il Luco Canistro e quattro con la Nuova Avezzano, sempre con un cospicuo numero di presenze che evidenziano come il difensore sia stato in pratica un titolare fisso. Per ora Antonelli è in prova, ma è evidente il tentativo di inserire un puntello di esperienza al centro della difesa alabardata, spesso in difficoltà nelle ultime partite e adesso orfana a lungo anche di Fiore. Per quanto riguarda gli altri infortunati, qualche piccolissima speranza di recupero Arvia, che però ieri ha continuato a svolgere ancora un lavoro differenziato, per cui è probabile che nella trasferta di domenica in casa della capolista Biancoscudati Padova (Euganeo, alle 14.30), gli effettivi a disposizione di Ferazzoli siano più o meno quelli della scorsa settimana. Difficilissimo un recupero anche per Giorgino, mentre per Fiore e Ventura lo stop sarà ancora più lungo. Inoltre bisognerà cominciare a fare molta attenzione anche ai cartellini gialli: ben tre alabardati infatti sono entrati in diffida. Si tratta di Bez, Proia e Piscopo, e considerata l’attuale emergenza in rosa una pioggia di squalificati sarebbe un’altra sciagura da evitare. Soprattutto per le partite successive, quando la Triestina non potrà più fallire e dovrà obbligatoriamente cominciare a vincere, a partire dalla partita casalinga con il Montebelluna.
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Finì in parità; penso pure a una nostra vittoria a Padova nel 2012 grazie a un gol di Marchi, ma fu un furto, con i biancoscudati guidati da Calori che sprecarono tante occasioni. Nella vostra città sono stato invitato per festeggiare la promozione in serie A e il centenario». Non manca un’analisi tecnica che riporta al presente: «Personalmente, volendo bene a entrambe, spererei in un pareggio che per la Triestina (penultima in classifica a quota 2, ndr) sarebbe una boccata di ossigeno importante per risollevarsi. La retrocessione sarebbe un dramma». E la testa cosa dice? «Penso che il Padova sia tante spanne sopra. Occhio però che qui c’è appena stato un cambio in panchina che potrebbe dare una solida scossa, anche se il precedente tecnico (Lotti, ndr) era una brava persona che si è trovato in una realtà non sua». A dimostrare il suo forte legame con le due piazze, a fine intervista Tito Rocco, dà quasi per certa quella che all’inizio sembrava solo una semplice possibilità: «Ci sto pensando, domenica potrei venire allo stadio Euganeo, sarebbe davvero una bella gita».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Si gioca in serie D, ad esempio, eppure sono solo uno o due, i giocatori nati qui. Lo stesso vale per gli imprenditori locali che non hanno passione per il calcio e così siamo terra di conquista». Umore diverso, almeno in chiave futura, quando rivolge la sua attenzione al Padova: «Per le due compagini il fatto di calcare questa categoria è un segno di decadenza e mi dispiace pure per i biancoscudati che seguo con simpatia. La città merita molto di più, conoscevo il vecchio presidente Cestaro, ma da fuori non so cosa sia successo. Ci sono dei cicli e tante squadre, non solo la Fiorentina, hanno vissuto identiche situazioni per poi rimettersi in carreggiata in pochi anni». E a Padova la gente sembra crederci: «È stata creata una bella squadra, c’è una nuova gestione e i risultati portano entusiasmo e passione. Credo che questa categoria sarà solo una breve parentesi». Uno sguardo al passato. Di quale dei tanti derby a cui ha assistito le è rimasto il ricordo più vivo? «Una volta, con allenatore Somma, ho potuto stare in panchina all’Euganeo e mi sentivo a casa mia».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Vedendo le due squadre che si affrontano in serie D il papà non avrebbe detto niente, avrebbe semplicemente chiuso gli occhi. Immagino che la scorsa estate, pensando alla situazione della Triestina e alla mancata iscrizione al campionato del Padova, si sarà girato e rigirato nel luogo in cui ora si trova». A parlare con grande amarezza è Tito Rocco, figlio di Nereo, il “Paron”, leggendario allenatore delle due squadre, accomunate nella storia dal suo nome e pronte ad affrontarsi domenica all’Euganeo in una sfida in passato mai disputata in un campionato dilettantistico. Eppure le due piazze vivono il momento con uno spirito completamente diverso. Questo il derby dalla sponda alabardata. «Da due anni – racconta Rocco – non faccio parte della società e recentemente sono stato contattato dall’attuale proprietà, ma non c’erano i presupposti. In tempi recenti sono andato allo stadio un paio di volte, questo non è il nostro calcio e non si vive l’atmosfera della vecchia Triestina, nonostante i mille abbonati».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Tornando al prossimo impegno, in caso di forfait di Niccolini, dovrebbe trovare spazio Dan Thomassen, unico calciatore ad avere già indossato in passato le maglie di entrambe le contendenti. «Sono qui, pronto a giocare se c’è bisogno – esordisce – e continuo a sottolineare il fatto che in questa rosa pronti e preparati lo sono tutti perché c’è una buona cultura dell’allenamento». Il difensore danese ha militato nella Triestina nel campionato di C1 2011-12 con allenatore Discepoli a cui subentrò Galderisi: «Ero contento perché tornavo a giocare in Italia e lo facevo in una piazza importante, ma fu un anno a dir poco travagliato. A gennaio s’insediò il curatore fallimentare, società inesistente e non c’erano soldi per cui si pensava a tante cose e non a giocare a calcio e alla fine fummo retrocessi». Ha già disputato questo derby, ma con la maglia del Padova: «Il più importante risale a dicembre 2001 e grazie a un gol di Marcuz ottenemmo l’ottava vittoria di quella striscia con Varrella che è stata appena eguagliata». E proprio elementi che esulano dall’aspetto tecnico, potrebbero restringere quella differenza tra le due contendenti che la classifica evidenzia: «Penso alla rivalità tra le tifoserie, al fatto che le squadre non s’incontrino da un po’ e che abbiano entrambe alle spalle situazioni difficili».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Dalla doppia seduta di ieri arrivano notizie positive per i giocatori in fase di recupero, ma si tiene il fiato in sospeso per Niccolini che, già alle prese con un affaticamento all’adduttore, ha interrotto anzitempo l’allenamento pomeridiano. Resta al momento un punto interrogativo, dunque, la sua presenza contro la Triestina. Hanno invece regolarmente lavorato con i compagni Dionisi e Ferretti che ha saltato solo l’ultima partitella a campo ridotto. Per entrambi possibile semaforo verde. A ritmi ridotti Bruzzi, assenti Pittarello e Mattin, colpiti da un attacco febbrile. Nessuna sanzione dal giudice sportivo, ma Segato va in diffida e si aggiunge nella lista a Dionisi e Niccolini. Oggi alle 15 amichevole sul campo dell’Arcella (il terreno è quello attiguo alla parrocchia di Sant’Antonino) contro la locale squadra di Seconda categoria, con ingresso a offerta libera; non mancherà l’occasione per portare un saluto allo storico difensore del Padova Aurelio Scagnellato, il giocatore con il maggiore numero di presenze in biancoscudato, che riposa nell’adiacente cimitero.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Giovedì 6 novembre il Padova sarà a Sant’Angelo di Piove di Sacco per sfidare la Santangiolese (Seconda Categoria), mentre il 13 sarà la volta del San Giorgio in Bosco (Prima Categoria). Almeno altre sei o sette società, tra cui Ponte San Nicolò e Montagnana, sono in attesa di una risposta: nei limiti delle proprie possibilità, e compatibilmente con le distanze, i biancoscudati cercheranno, nel corso della stagione, di accontentare più squadre possibili. Primo test. Arcella e Biancoscudati Padova saranno di fronte al campo sportivo di via Bressan, all’interno del centro parrocchiale di Sant’Antonino. L’ingresso per i tifosi che vorranno assistere all’amichevole dalle tribune sarà ad offerta libera, mentre i posti auto a disposizione (non molti) sono in via Bressan, lato chiesa, e in via Enselmini o nel parcheggio interno del patronato. Multato l’Arzignano. Una bottiglietta d’acqua gettata in campo durante Arzignanochiampo-Padova è costata una multa di 1.000 euro ai vicentini, come si legge nel comunicato del giudice sportivo. Si legge pure di una “persona non identificata ma chiaramente riconducibile alla società” introdottasi nello spogliatoio arbitrale per rivolgere “espressioni offensive ed irridenti al direttore di gara”. Sanzione decisamente morbida, strano questo modo di giudicare da parte della giustizia sportiva.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ed è per questo che l’amichevole odierna va ben oltre il calore dei tifosi che si presenteranno sulle tribune, spostandosi dal cuore della città al cuore della memoria storica del Calcio Padova: prima del match, poco dopo le 13, una delegazione biancoscudata guidata dal presidente Giuseppe Bergamin, da mister Parlato e da capitan Cunico renderà proprio omaggio a Lello, sepolto nel cimitero che dista poche decine di metri dal campo dell’Arcella, deponendo un mazzo di fiori sulla tomba dove riposa dal giorno della sua morte, avvenuta il 10 luglio di sei anni fa. Il calore. «È stato mister Parlato a chiederci di riprendere questa usanza un po’ dimenticata, di andare cioè nei campi di provincia a disputare le amichevoli infrasettimanali», spiega il direttore sportivo Fabrizio De Poli. «Sono delle belle occasioni per allenarci in un contesto diverso da quello di ogni giorno, per continuare a vivere il territorio e a percepire il calore della gente». E non è da tutti i giorni, per le società ospitanti, potersi confrontare con una squadra così blasonata. Ad appena una settimana dal lancio dell’iniziativa, sono già diversi i club fattisi avanti nei confronti del Padova, offrendo la propria disponibilità.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Padova e l’Arcella, l’Arcella e il Padova Calcio. Forse è solo un caso, ma il tour di amichevoli dei Biancoscudati, un’usanza molto in voga negli anni che furono e abbandonata nel tempo, riprende oggi con la visita nel quartiere più popoloso della città. La squadra di Carmine Parlato comincia, infatti, il suo viaggio nella cintura urbana e in provincia, affrontando le squadre dilettantistiche locali per far conoscere di più i propri giocatori e per toccare con mano la passione della gente. Si comincia oggi alle 15, quando Cunico & C. affronteranno l’Arcella, formazione del girone L di Seconda Categoria. Una gara inusuale per certi versi, ma che racchiude significati profondi. Il saluto al capitano. A cominciare da ciò che le due società (Arcella e Padova, appunto) hanno rappresentato per Aurelio Scagnellato, per tutti “Lello”. Il recordman di presenze con la maglia biancoscudata (364 partite), lo storico capitano del grande Padova di Nereo Rocco, divenuto poi dirigente negli anni Sessanta e Settanta, proprio all’Arcella aveva legato la sua vita. Alla parrocchia di Sant’Antonino, al patronato dei frati, alla società sportiva bianconera.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Daniel Niccolini è in dubbio per la gara contro la Triestina: il difensore biancoscudato, sofferente di un affaticamento muscolare, negli ultimi due giorni non si è allenato alla Guizza e per questo la sua presenza domenica all’Euganeo non è certa. Per questo motivo, nel “4-2-3-1” testato nella seduta di ieri pomeriggio da Parlato, al centro della retroguardia sono stati schierati Thomassen e Sentinelli. Torneranno invece a disposizione, dopo i rispettivi infortuni, sia Gustavo Ferretti che Matteo Dionisi, ma entrambi potrebbero anche partire dalla panchina, con le conferme di Tiboni e Busetto dal primo minuto. Dopo l’amichevole di questo pomeriggio, il Padova tornerà ad allenarsi domani pomeriggio alla Guizza, e sabato mattina effettuerà la consueta rifinitura all’Appiani.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Lei che sensazioni prova in questo momento? «Leggo “Biancoscudati Padova” e “Unione Triestina” e mi prende lo sconforto. È come se fosse morto qualcosa per sempre, anche se razionalmente so bene che si tratta di una pura questione formale. A Trieste rimpiangiamo ancora Amilcare Berti, uno dei più grandi presidenti della nostra storia, a Padova c’era Cestaro. E dire che mi sembrava una persona così appassionata… Ma come ha fatto a permettere che accadesse tutto questo?». Fortunatamente Bergamin e Bonetto sono ripartiti dalle ceneri… «Ecco, vede… questa è la differenza con Trieste. A Padova imprenditori che vogliono bene alla squadra ci sono, hanno fatto seimila spettatori col Belluno. E dire che in un Triestina-Treviso dopo il fallimento vennero in 12mila al Rocco… E’ la prova provata che Padova e Trieste sono e resteranno sempre due grandi piazze: se vengono adeguatamente stimolate, rispondono e risponderanno sempre presente. Possibile che ci voglia tanto a capirlo?».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A sfogliare gli almanacchi in passato accadde… «Accadde eccome, vinse la Triestina 4-2. Mio padre quel giorno era intrattabile e ricordo che gli chiedemmo se gli era dispiaciuto vincere. Non rispose, ma so che in cuor suo era quasi dispiaciuto di aver battuto il Padova». Si può dire allora un’anima divisa in due? Lui amava il Biancoscudo quasi come l’Alabarda. Erano due amori viscerali, è chiaro che Trieste rappresentava per lui qualcosa di unico, ma quella partita proprio non avrebbe voluto giocarla». Vedendo Padova e Triestina in serie D come la prenderà, da lassù? «Credo che si volterà dall’altra parte e chiuderà gli occhi, per non vedere. Non potrebbe mai sopportare di vedere i suoi due amori ridotti così male e finiti a giocare tra i dilettanti. Il Padova almeno ha ritrovato una società che lavora con entusiasmo e ha ricreato una grande passione, a Trieste invece siamo ancora messi malissimo». Tempo fa durante una storica conferenza, la tifoseria organizzata chiese e ottenne dall’allora proprietario Mehmeti di togliere l’alabarda dalla sala stampa. Il punto più basso della storia della Triestina? «Una scena tristissima, che non dimenticherò mai. Per adesso sì, quello è stato il punto più basso, ma non sono del tutto convinto che si sia ancora toccato il fondo».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Lo si può immaginare con le mani giunte davanti al volto, con il suo inconfondibile cappello, a dare uno sguardo verso il basso e a scuotere la testa mentre borbotta alla sua maniera. Chissà cosa penserà, il Paròn Nereo Rocco, di fronte a un Padova -Triestina che metterà di fronte le sue due squadre del cuore domenica prossima. Uno sguardo meno distratto al calendario e magari ti accorgi che non è neppure un caso che la partita capiti proprio domenica 2 novembre, la festività che celebra coloro che sono passati a miglior vita. Padova e Triestina invece sono ancora vive, hanno cambiato nome, sono cadute, sono sportivamente fallite, hanno subito la peggior umiliazione possibile, sono rinate, si sono rialzate dopo la tempesta perfetta. Un pezzo di storia del calcio italianosarà lì sul prato verde dell’Euganeo e magari in tribuna ci sarà pure Tito Rocco, uno dei figli del mitico Nereo, ex dirigente dell’Alabarda e ora uscito di scena e preoccupato per il futuro delle sue due squadre del cuore. Tito, innanzitutto una domanda. Domenica verrà all’Euganeo? «Sono molto tentato, devo dire la verità. Però non so ancora, non ho deciso, sono combattuto. La Triestina è la mia squadra del cuore, al Padova sono legato da un affetto profondo, è come se fosse ancora casa nostra. Padova-Triestina era la partita che mio padre non avrebbe mai voluto giocare».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Allenamento di metà settimana alla Guizza. Occhi puntati sugli infortunati e sugli acciaccati, tra cui Niccolini. Assente nel pomeriggio di martedì, l’ex difensore del Pordenone si ferma a metà partitella, alza il braccio e rientra negli spogliatoi. Un segnale di resa? Non ancora ma ci siamo molto vicini. A questo punto sarà molto difficile vederlo in campo contro la Triestina, l’impressione è che Parlato opterà per soluzioni più collaudate dal punto di vista dell’integrità fisica. L’input che il tecnico campano vuole trasmettere alla squadra è che tutti sono utili ma nessuno indispensabile. Neppure Gustavo Ferretti, che lavora con il gruppo, gioca pure la partitella e si prepara a un rientro soft. Al massimo andrà in panchina e verrà utilizzato solo in caso di necessità. In sua assenza il Padova ha faticato a segnare, ma ha comunque fatto il pieno di punti. La «lieta novella» è il recupero di Salam Dené, mai impiegato sinora a causa di uno strappo muscolare ma che ora tornerà molto utile. Febbricitante Pittarello, recuperato invece Dionisi. Insomma, il Padova può andare sul sicuro, quando hai una panchina così lunga anche gli infortuni fanno meno paura.
Ore 08.38 – (Biancoscudati Padova) Questo il programma allenamenti della prima squadra fino al 4 Novembre: Martedì 28/10 allenamento alle 14.00 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza). Mercoledì 29/10 allenamento ore 10.00 e alle ore 14.30 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza). Giovedì 30/10 Gara amichevole presso il centro sportivo di via Bressan ARCELLA-BIANCOSCUDATI PADOVA, calcio d’inizio ore 15.00, entrata ad offerta libera, Venerdì 31/10 allenamento alle 14.30 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza). Sabato 1/11 allenamento alle 10.00 allo stadio Appiani di Padova. Domenica 2/11 ore 14.30 gara di campionato 9° Giornata: Biancoscudati Padova – U. Triestina. Lunedì 3/11 riposo, Martedì 4/11 ore allenamento alle 14.30 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza).
Ore 08.36 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Unione Triestina, in programma domenica 2 novembre alle 14.30. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 2 novembre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.00. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084. – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665. – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805. – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171. Per informazioni – Mail – biglietteria@
Ore 08.34 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 2 novembre, ore 14.30): AltoVicentino-Mori Santo Stefano, Clodiense-Giorgione, Dro-Belluno, Kras Repen-Fontanafredda, Legnago-ArziChiampo, Montebelluna-Union Pro, Padova-Triestina, Sacilese-Mezzocorona, Union Ripa La Fenadora-Tamai
Ore 08.32 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 24, Alto Vicentino 22, Belluno 19, Sacilese 15, Tamai 14, Clodiense 13, Union Ripa La Fenadora 12, Montebelluna, Fontanafredda, Giorgion 10, ArziChiampo 9, Union Pro e Legnago 8, Kras Repen 7, Dro 6, Mori Santo Stefano 3, Triestina 2, Mezzocorona 0.
Ore 08.30 – Serie D girone C, i risultati dell’ottava giornata: ArzignanoChiampo-Padova 0-1, Belluno-Giorgione 0-0, Fontanafredda-Dro 3-1, Mezzocorona-Clodiense 1-2, Montebelluna-AltoVicentino 2-4, Mori Santo Stefano-Legnago 0-1, Tamai-Sacilese 2-1, Triestina-Union Ripa La Fenadora 0-1, Union Pro-Kras Repen 0-1
Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 29 ottobre: doppia seduta alla Guizza, Ferretti e Dionisi ormai stabilmente in gruppo ma preoccupa Niccolini.