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Ore 22.30 – (Unione Triestina) Giuseppe Ferazzoli ha guidato oggi pomeriggio il penultimo allenamento prima della sfida ai Biancoscudati. Il tecnico romano, dopo un torello di riscaldamento, ha curato la rapidità e ha effettuato prove tattiche per la fase difensiva e offensiva. Per conclude il neomister si è soffermato sulle situazioni di palla inattiva. Arvia ha ripreso a lavorare in gruppo, mentre Fiore e Giorgino hanno effettuato una seduta personalizzata. Domani la rifinitura è prevista su manto erboso dello stadio “Rocco” alle ore 9.30.
Ore 22.00 – (Unione Triestina) Mister Ferazzoli è pronto a gettarsi nella nuova avventura non lascerà nulla di intentato per raggiungere l’obiettivo salvezza: “Sono consapevole che la situazione di classifica è complicata e che il mio compito qui sarà difficile – spiega il neotecnico alabardato nella conferenza stampa di presentazione -, ma quando è arrivata la chiamata del presidente non ho pensato un attimo a dire di sì. Questa per me rappresenta un’esperienza affascinate”. Purtroppo le condizioni fisiche precarie di alcuni giocatori non favoriranno il suo compito… “Mi viene subito in mente Giorgino, un ragazzo su cui la società crede molto e che purtroppo adesso è fermo ai box. Comunque ritengo che sia possibile uscire da questa situazione con interventi mirati limitati ad alcuni ruoli. Antonelli rappresenta un tassello importante nel mosaico. Speriamo di vedere all’opera Milicevic e Clara il prima possibile. Dovranno essere fatte attente valutazioni sul mercato degli svincolati. Questa squadra sta pagando l’inizio di preparazione ritardato”. Dove urgono maggiori rinforzi? “Nel reparto offensivo. Il solo Bez è un attaccante puro”. Ha già avuto modo di guardare la squadra in campo? “Ho visto una squadra impaurita che però merita più di due punti in classifica. I ragazzi devono meritarsi e guadagnarsi l’aiuto dei tifosi”. Come si inquadra in questo contesto la sfida con la capolista Padova? “Non perdere sarebbe già un risultato importante. Sarà una gara avvincente e sarà un bel banco di prova. Guardando i numeri non dovrebbe esserci partita, ma il calcio non è una scienza e si parte sempre dallo 0-0. Cercheremo le motivazioni per essere all’altezza della situazione”. Ci saranno cambiamenti dal punto di vista tattico? “A me piace il 4-3-3, ma nella mia carriera ho utilizzato con soddisfazione anche il 3-5-2 e probabilmente quest’ultimo sarà il nostro sistema di partenza”.
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’Union Ripa La Fenadora ha il passo giusto. Con la settima posizione in classifica e 12 punti la formazione neroverde è sulla via giusta per centrare gli obiettivi prefissati: migliorare il sesto posto della serie D 2013-2014, cui si presentò da matricola. «Siamo in linea con i nostri progetti – spiega il presidente dell’Union, Nicola Giusti – ma possiamo migliorare e lavoreremo per la crescita». Un tranquillo presidente del Ripa La Fenadora racconta l’avvio di una stagione che nei suoi primi momenti sembrava essere difficile come quella passata, poi raddrizzata dalla grinta che ha portato l’Union a ridosso della zone alte. «Credo che fino a questo punto – continua Giusti – non ci si possa proprio lamentare, sia per i risultati sia per il complesso societario di prima squadra e Juniores». Non potete più sfruttare l’effetto sorpresa, in questo campionato ci dovranno essere conferme. «Noi giochiamo la nostra stagione. È ovvio che ormai i nostri avversari ci conoscono e l’effetto novità della scorsa stagione non sarà mai più utilizzabile. Anche noi però conosciamo di più la categoria e sappiamo come approcciarci, certo stiamo facendo ancora esperienza». La nuova Lega Pro ha influito sulla qualità delle squadre anche in D? «È un po’ presto per dirlo. C’è stato un innalzamento della qualità che interessa le squadre normali, lascio fuori Altovicentino e Biancoscudati che sono nettamente migliori. Bisogna comunque aspettare la chiusura del mercato di dicembre per avere un quadro completo». Anche l’Union andrà sul mercato? «Faremo anche noi delle operazioni: tre o quattro come la scorsa stagione. Per conoscere i reparti interessati dovremo aspettare l’andamento del mese di novembre». In attacco Brotto continua ad avere un rendimento più che positivo mentre Moresco fatica a decollare. «Moresco sta dando le risposte volute, siamo contenti di quello che sta facendo. Da un attaccante come lui non ci si aspetta esclusivamente il gol, ma anche il gioco di squadra. Ci sono dei giocatori che vanno subito a pieno ritmo, altri dopo. Da buon juventino mi viene in mente un certo Zidane…».
Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) I play off nel mirino. Il Ripa Fenadora ha cominciato a macinare risultati e con dodici punti ormai vede davanti a se le quattro posizioni che contano, quelle che garantiscono gli spareggi di maggio. L’avversario di domenica è il Tamai, con i friulani che si trovano due posizioni sopra i neroverdi con un paio di punti in più, in mezzo la Clodiense. Battere i biancorossi vorrebbe dire superarli e conquistare sicuramente la sesta posizione e magari, con un po’ di fortuna, anche la quinta. La missione non è impossibile, anzi. I ragazzi di Parteli vogliono dimostrare continuità di risultati e per farlo dovranno anche migliorare dal punto di vista del gioco. La trasferta di Trieste ha portato nelle tasche della squadra di Pedavena un successo importantissimo, che però non è andato di pari passo con la prestazione. «Siamo cambiati molto rispetto all’anno scorso – spiega il presidente Nicola Giusti – siamo più efficaci perché prendiamo meno gol e siamo la terza difesa meno battuta del girone, paghiamo però qualcosa lì davanti creando meno occasioni. Contro la Triestina non abbiamo giocato una bella partita, ma non era semplice giocare in quel contesto, con uno stadio che ti fa perdere le misure. Se c’è una squadra però che ha cercato di vincere quella è il Ripa Fenadora e i tre punti alla fine sono meritati. Il loro portiere ha fatto più di un intervento, mentre il nostro ha fatto da spettatore». In linea con le aspettative societarie. La squadra neroverde sta viaggiando con i ritmi e i punti previsti dalla società e novembre sarà un mese decisivo per capire come muoversi nel mercato di dicembre. «Il nostro obiettivo sono i play off e le cose stanno andando come volevamo – continua Giusti – fino ad ora abbiamo perso due partite, una con l’Altovicentino, e ci può anche stare, e l’altra contro la Clodiense in un match che se rigiochiamo altre dieci volte vinciamo sempre noi. Il prossimo mese sarà cruciale per decidere cosa fare sul fronte del mercato. Qualche operazione la faremo sicuramente e stiamo cercando di capire come muoverci».
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro dopo la sconfitta casalinga col Kras Repen si lecca le ferite dovendo fare i conti con una classifica che la relega in zona playout con 8 punti in 8 partite. Nelle ultime 4 partite i trevigiani hanno raccolto un solo punto (contro il Legnago) senza mai riuscire a trovare la via del gol. Il tecnico Checco Feltrin non nasconde un po’ di preoccupazione: «Attualmente questa è la nostra pecca visto che è da 4 partite che non facciamo gol. Se non fai gol non vinci e bene che ti vada pareggi, mentre quando prendi un gol come successo domenica la perdi. Ho poco da rimproverare ai miei giocatori, hanno fatto quello che potevano anche se forse serviva un po’ più di cattiveria. Non abbiamo reagito sul piano del temperamento a mio avviso, non siamo più in Promozione o in Eccellenza e se ti capitano 3 occasioni almeno una devi metterla dentro» Per il derby col Montebelluna tra l’altro rischiate di avere nuovamente l’attacco decimato. «Visinoni è squalificato mentre per Basso aspettiamo l’ecografia per valutare il recupero. Speravo di non dover utilizzare sia Nobile che Comin ma alla fine ho dovuto rischiarli per provare a recuperare il risultato». Visinoni non sembra essersi giocato bene la carta da titolare. «È un giocatore estroso che sa anche mettersi al servizio della squadra ma domenica non è mai entrato in partita. A fine 1° tempo avevo anche pensato di sostituirlo anche perché non ha ancora tanti minuti nelle gambe ma l’infortunio di Serena mi ha costretto a rivedere i piani. Deve giocare diversamente da come ha fatto contro il Kras e soprattutto non deve cadere nelle provocazioni come nell’occasione dell’espulsione».
Ore 20.40 – (Tribuna di Treviso) L’opportunità di svezzare un giovanissimo Francesco Toldo. Trovando poi in prima squadra Luca Bressan e Toni Tessariol, giocatori che in via Biagi hanno lasciato il segno. Checco Feltrin viaggia con la memoria. Sebbene sia passato parecchio tempo, sei stagioni al Montebelluna non si dimenticano. Domenica incrocerà per la terza volta i biancocelesti da avversario, la prima da tecnico dell’Union Pro. Un derby che mette in palio punti pesanti. Con la salvezza come obiettivo comune. «Un periodo meraviglioso, venivo dal Casale e Montebelluna coincise con la mia prima esperienza importante», ricorda Feltrin, alla terza annata con i moglianesi, «Mi permise di prendere contatto con il mondo professionistico, all’epoca frequentava infatti i campi della C2. Ricordo che mi cercò il talent scout Motta. Il Monte era un punto di riferimento a livello nazionale, anche più di oggi. Nacque un bel rapporto di amicizia con il presidente Matteo Cecchele e lo stesso allenatore Gianni Rossi, che fu un vero maestro. Non voglio dimenticare i tecnici del vivaio come Rinaldo Cavasin, un autentico totem». Feltrin s’insediò ai piedi del Montello a cavallo fra Anni Ottanta e Novanta. Prima la Berretti, poi tre campionati con gli Allievi, incrociando il futuro interista Toldo e quel Ferronato, che molti anni dopo avrebbe ritrovato all’Este. Proprio con l’ex Treviso vinse il titolo italiano nel 1989, battendo 1-0 a Viterbo l’Almas Roma. Quindi una doppia avventura con la prima squadra nell’Interregionale: un ottimo quinto posto al debutto, potendo contare su gente come Bressan e Gheller; l’anno successivo tutto fu più complicato e Feltrin venne sostituito a metà stagione da Osellame. «Sono passati oltre 20 anni e soltanto altre due volte venni avvicinato dal Monte», rivela, «Nel primo caso, per una semplice chiacchierata. La seconda volta, invece, feci una scelta, optando per il professionismo: mi voleva il Treviso. Tornai da avversario con l’Este, centrando il 3-3 al 92’, e il Concordia, vincendo 2-0». Insomma, una bestia nera. E nell’imminente derby, vorrebbe allungare il ruolino favorevole: «Il passato va messo alle spalle, adesso penso solo alla Pro. Veniamo da un momento particolare, facciamo fatica, soprattutto a segnare. Eppure nelle sfide precedenti, anche con squadre di prima fascia, ci eravamo espressi bene. Ci serve la vittoria. Il Monte vuol salvarsi come noi, è giovane, ma ha più esperienza nella categoria: prevedo una gara tosta». Non sarà una partita come le altre nemmeno per Andrea Nobile, esterno dei moglianesi, ma cresciuto in via Biagi.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Tutti pronti per ritrovare il ritmo. Il Belluno di Roberto Vecchiato continua la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica in casa dei trentini del Dro. Durante tutta la settimana il gruppo si è allenato sul sintetico del polisportivo – la Goal Arena – al gran completo, senza accusare defezioni o acciacchi di sorta. L’obiettivo dunque, avendo a disposizione tutte le armi (a parte l’infortunato «storico» Radrezza che potrebbe tornare nel gruppo a Natale e debuttare nel girone di ritorno), è quello di tornare al successo contro una formazione che a oggi ha vinto una sola volta, contro il Mori, pareggiato tre partite e perso quattro incontri, compreso l’ultimo ko di domenica scorsa con il Fontanafredda. Dei 6 punti totali il Dro ne ha realizzati cinque tra le mura che domenica ospiteranno il Belluno e uno soltanto in trasferta, in casa del Tamai.
Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Addio, non c’è posto. Mentre il Belluno sta facendo un campionatone da terzo posto e si avvicina con grande fiducia alla partita di Dro, il direttore sportivo Augusto Fardin si sta guardando intorno per qualche ragazzo, che sta giocando poco. Anzi, niente. E questo malgrado il turn over applicato dal tecnico Roberto Vecchiato. Uno dei casi più urgenti è quello del centrocampista Lorenzo Moretti, che è il più chiuso di tutti dalla concorrenza. Un 1997, che ha maturato un’esperienza anche a Bologna, prima con gli Allievi nazionali e poi con la Primavera: «Ci stiamo pensando», conferma il direttore, «ma non siamo interessati a sistemazioni di fortuna. Non ci interessa piazzarlo a tutti i costi: bisogna che l’occasione preveda la possibilità non solo di giocare, ma anche di crescere, esattamente come è successo in passato prima per Sebastiano Sommacal e poi per Giovanni Pescosta». Nessuno al San Giorgio. C’era anche un’indiscrezione, che vorrebbe il terzino destro Danny Paganin al San Giorgio Sedico. Possibile che scenda in Eccellenza, dopo aver provato anche in serie B con la Virtus Lanciano? «Mi sento di escluderlo, a meno che non sia lui a chiedermelo. Ma credo che, alla lunga, avrà spazio. Il campionato è appena all’inizio e sono convinto che questo ragazzo si ritaglierà un posto in squadra. Naturale che adesso è molto difficile fare rivoluzioni, dal momento che stiamo andando benissimo. Talmente bene che due giornate senza vittorie sembrano quasi un’eternità». La prossima diretta. È sicura quella su Rai Sport dell’incontro di Sacile, ma in piazzale della Resistenza puntano al Padova in casa per il ritorno: «La speranza è anche quella di essere ancora vicini ai biancoscudati, in maniera da fare il pienone. Noi avremmo detto di sì anche alla gara dell’Euganeo, ma sono stati loro a mettere il veto, perché in settimana giocavano con il Fano, in Coppa Italia. Peccato per la cornice di pubblico e anche per… il risultato. A marzo, vedremo dove saremo, a parte il fatto che l’affluenza di pubblico sarà garantita non solo dai nostri tifosi, ma anche da quelli patavini».
Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Galuppini è in vantaggio su Bigoni. A poche ore da Real Vicenza-Cremonese, che domani alle 19.30 sarà affidata a Boggi di Salerno (Cassarà di Cuneo e Locatelli di Novara gli assistenti), si fa luce sulla coppia d´attacco. É proprio nel reparto offensivo, infatti, che il tecnico Marcolini conta le assenze. Odogwu e Ungaro sono ai box per infortunio, Bardelloni è stato squalificato per una giornata. Saranno molto probabilmente Bruno e Galuppini a formare il tandem della prima linea, con Bigoni che si accomoderà in panchina in attesa di mostrare le sue qualità – per il momento ancora nascoste – a staff e pubblico. Ieri il Real Vicenza ha svolto regolarmente la seduta pomeridiana e tutti, a parte Odogwu, Ungaro, Calcagnotto (in ripresa dalla mononucleosi) si sono allenati. Clima disteso, tanta voglia di tornare al successo dopo i due sfortunati pareggi contro Alto Adige e Giana. Complimenti speciali a Marcolini sono stati portati ieri personalmente da un grande ex biancorosso, Giancarlo Salvi, centrocampista offensivo, tra l´altro conterraneo di Marcolini, che vestì la maglia del Lanerossi tra il 1976 e il 1979. Salvi, che è amico del presidente Diquigiovanni, ha visto all´opera il Real Vicenza in allenamento e ha affermato: «La squadra ha ottimi tiratori. Ho fatto fatica anch´io a digerire il pareggio con l´Alto Adige, al termine di una gara dominata». Nella Cremonese infarcita di giovani i due elementi più esperti e anche pericolosi sono l´ex regista del Vicenza Jadid e l´attaccante Brighenti. Nelle file dei grigiorossi non ci sarà l´attaccante albanese Manaj squalificato per due giornate. Il Real ha pensato di dimezzare i prezzi dei biglietti nella speranza di coinvolgere più tifosi possibili. I genitori dei ragazzi del settore giovanile, esibendo l´apposito tagliando riduzione, potranno acquistare i biglietti a 5 euro; i ragazzi del settore giovanile entreranno a 1 euro; in tribuna e nel settore ospiti biglietti a 10 euro.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Cambio della guardia tra i pali, sarà Stefano Fortunato l’ultimo baluardo del Venezia sino alla fine del girone di andata e del 2014. Una staffetta forzata, peraltro già iniziata a Cremona, quella tra il 24enne torinese che da domenica – ore 11 al Penzo contro la Giana Gorgonzola – sarà titolare per l’infortunio alla mano sinistra che terrà il ceco Zima ai box per circa due mesi. «Sinceramente sono molto dispiaciuto per Lukas, la frattura lo costringerà a finire sotto i ferri e quindi ne avrà per un po’. Io però mi sento pronto come lo sono sempre stato, lo scorso anno e a maggior ragione adesso che stiamo lavorando sodo per risalire in un campionato molto equilibrato». Fortunato, che come spalla avrà il 21enne Marco D’Arsiè (allenato da mister Serena ai tempi degli Allievi), proverà a ripartire dalle buone prestazioni fornite nelle ultime nove gare del campionato scorso, quando Dal Canto (che già in corsa l’aveva promosso a «vice» al posto di Dossena) lo preferì a Vigorito. «Purtroppo oggi come ieri entro in un momento difficile. Le analogie però finiscono qui: col senno di poi lo scorso anno ci è costato caro aver sempre creduto di entrare in quei playoff che poi abbiamo finito per perdere. Stavolta, invece, a mancare sono sì i risultati ma il Venezia pian piano sta diventando una squadra e ne uscirà presto. La voglia e l’atteggiamento sono quelli giusti». Dopo due anni e mezzo Stefano Fortunato si trova ad allenarsi con un nuovo tecnico e preparatore. «Dal Canto e Sterchele nei rispettivi ruoli sono ottimi professionisti, con Massimo Lotti si sta già instaurando un ottimo feeling e trovo positivo, ad esempio, che prima della partita lui voglia riscaldare entrambi i portieri. A Cremona come si è visto è servito subito. Mister Serena invece ha una grande carica e ce la trasmette, fermo restando che noi per primi vogliamo uscirne con le nostre forze. Cosa so della Giana? Nulla, guardo solo al Venezia».
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) C’è sempre una prima volta e nel corso della sua storia il Venezia ha vissuto tante “prime” con avversari inediti, a seconda anche delle categorie. Domenica il Venezia allungherà questo elenco con l’arrivo al Penzo del Giana Erminio Gorgonzola, formazione che non più tardi di tre anni fa stava giocando nell’Eccellenza della Lombardia e che in tre stagioni ha compiuto tre balzi in avanti presentandosi al via in Lega Pro. Una favola d’altri tempi. Poco più di ventimila abitanti nel territorio della Martesana, a nord-est di Milano, Gorgonzola da quest’anno non è più solo un formaggio, ma anche una squadra di calcio che fa parlare di sé tra i professionisti. Chi era innanzitutto Erminio Giana visto che il club porta il suo nome? Un sottotenente del 4° Reggimento Alpini del battaglione “Aosta”, nato a Gorgonzola, caduto nel 1916 sul monte Zugna, in Trentino, al confine con il Vicentino, a 19 anni durante la Prima Guerra Mondiale e medaglia d’argento al valor militare. […] Una bella storia, un presidente-proprietario dal 1983, Oreste Bamonte, un allenatore da vent’anni, Cesare Albè, che lo scorso luglio a 64 anni ha ottenuto a Coverciano il patentino per sedersi in panchina anche in Lega Pro. Tre promozioni di fila a suon di record dalla Promozione alla Lega Pro con 235 punti conquistati e 257 reti realizzate in tre anni. Riconfermata quasi in blocco la squadra che ha dominato in serie D, sono stati inseriti il portiere Ghislanzoni, i difensori Montesano, Augello e Perico, il centrocampista Di Lauri, i trequartisti Crotti e Pinto e l’attaccante Sarao. Domenica al Penzo si presentano con tre punti in più del Venezia.
Ore 18.40 – (La Nuova Venezia) Giuliatto a pieno regime, Espinal verso il completo recupero: Michele Serena fa i conti e anche con la Giana Erminio dovrà fare di necessità virtù. Il terzino figurava tra i convocati già a Cremona, dove è andato in panchina, a distanza di quasi due mesi dall’infortunio occorsogli contro il Renate (31 agosto), il centrocampista ha avuto il via libera definitivo dopo l’ultima risonanza magnetica, ma è assente da un mese esatto (27 settembre), avendo giocato l’ultima partita contro la Feralpisalò prima di infortunarsi in allenamento. Complicato che possa tornare a disposizione di Serena già per la trasferta di venerdì sera ad Arezzo, obiettivo il rientro con l’Albinoleffe sabato 15 novembre, il giorno dopo il suo trentaduesimo compleanno. La squadra anti-Giana (inizio ore 11) sarà disegnata a centrocampo dalle assenze (Carcuro, Espinal, Hottor) con un occhio particolare ai diffidati (Esposito, Zaccagni), mentre la terza maglia se la giocano Scialpi e Varano. Prima panchina per Marco D’Arsiè, portiere di Michele Serena nelle giovanili arancioneroverdi con la conferma di Fortunato tra i pali.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Ogni allenatore ha la sua visione del gruppo, della gestione, di come far passare un messaggio ai propri giocatori. Mister Tonino Asta è dal primo giorno a Bassano molto trasparente con la stampa, che utilizza anche per far capire quando è o non è contento di un giocatore in particolare o della prestazione della squadra. Alzi la mano quale tifoso, dirigente o proprietà non vorrebbe un mister che, pur passando il turno e vincendo la partita contro il Mantova, arrivi in sala stampa non soddisfatto; Asta è un allenatore che cerca sempre il massimo da se stesso e dai suoi. «Ormai mi conoscete – ha spiegato – posso anche essere soddisfatto per il passaggio del turno ma non per il gioco, per il ritmo troppo basso: non mi importa se campionato o Coppa, se sono i titolari o chi ha giocato meno, io pretendo dal Bassano sempre lo stesso approccio e la stessa mentalità». Anche perché c’era chi si giocava una chance importante. «Pretendo di più: nel primo tempo abbiamo fatto male, io da chi scende in campo pretendo voglia, determinazione, chiedo a chi gioca meno di mettermi in difficoltà al momento di fare certe scelte di formazione. Nel primo tempo hanno fatto meglio loro, meritavano, tante volte siamo andati con leggerezza». Questo è forse un avvertimento alla squadra. «Sono sicuro che se cominciamo a non giocare come sappiamo, con certi ritmi, allentando diciamo la pressione, rischiamo di trovare molte difficoltà anche in campionato». Nonostante tutto, ci sono anche le note positive. «Certo che esamino anche quello di buono fatto dai miei, come il risultato, il passaggio del turno e il non rischiare praticamente nulla in fase di non possesso. Sono contento di due giovani come Bortot e Trento, che sono riusciti a disputare una buona gara nonostante fosse l’esordio, in più Ingegneri ha disputato tutti i 90′ anche se ha finito con qualche problemino».
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Alle spalle il liscio e busso di Asta all´undici di Coppa, troppo svagato e stordito, lo skipper giallorosso il giorno dopo la sfuriata scarta anche qualche cioccolatino per qualcuno dei suoi. «I giovani sono stati okay – dice – i nostri diciassettenni della Berretti, Bortot e Trento, titolari dall´inizio alla fine contro il Mantova mi sono proprio piaciuti». Anche a noi se è per questo e allora microfono e taccuini per il difensore Bortot, adolescente che però in campo dimostra di saperla lunga. «Ammetto che i primi minuti ero un filo emozionato – rivela – poi è passata. Non so se la velocità sia il mio punto di forza, di sicuro devo imparare a essere meno irruento e a temporeggiare di più all´occorrenza. Ora tocca a me guadagnarmi progressivamente spazio. I compagni poi sono stati straordinari in campo per come mi hanno supportato con consigli e suggerimenti preziosi». Ribadito che agli ottavi di finale di Coppa Italia il Bassano affronterà la Feralpi Salò che ha domato nel derby bresciano 1-0 il Lumezzane (un ko che è costato il benservito al trainer valgobbino Nicolato), la data del match in gara secca e la società ospitante sono ancora da designare. Dunque, meglio ascoltare colui che ha spinto Bassano alla qualificazione, il match winner Luca Munarini al primo pesante sigillo stagionale, un rigore conquistato e calciato da manuale. «Sono felice e spero di essermi sbloccato – auspica – eppoi lasciatemi ringraziare capitan Iocolano che mi ha lasciato strada libera per il dischetto permettendomi di rompere il ghiaccio. È vero, nel primo tempo non siamo stati brillanti come altre volte, però a mente fredda bisogna riconoscere che nella ripresa è andata molto meglio. Noi tra l´altro alla Coppa Italia ci teniamo un bel po´ e vogliamo andare avanti il più possibile, questo è chiaro».
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Commenti al veleno e striscioni di protesta. Nel giorno della presentazione del nuovo allenatore del Vicenza calcio, Pasquale Marino, non si parla d’altro che di Lopez. Cioè dell’ex tecnico del club biancorosso e di quell’esonero che, fra i tifosi, genera più che sconforto. Perché si dicono «arrabbiati, delusi, amareggiati», pure «indignati» e qualcuno si definisce «sorpreso». Ma – pare – non per la decisione in sé, visto che le voci, almeno in curva sud, giravano già da qualche tempo. No. I tifosi sono arrabbiati perché a fare le valigie è «l’unico ad averci messo la faccia e il cuore in questo momento difficile», tanto che qualcuno, ora, comincia pure a tenere il conto dei cambiamenti sulla panchina e sul campo del Menti: «Siamo già a 12 tecnici e oltre duecento giocatori cambiati in nove anni» afferma uno dei responsabili di «Vicenza ultras», Paolo «Paul» Frigo. All’indomani dell’esonero di Giovanni Lopez sono in molti, dalla curva sud, a manifestare la propria contrarietà. La valvola di sfogo, come spesso accade, è la Rete. E in modo particolare le pagine di Facebook dedicate ai tifosi del club. Un breve messaggio, pubblicato sulla pagina «Ultras lane rossi Vicenza», sintetizza il sentimento degli ultrà e ne capta il gradimento (con oltre 85 «mi piace» nell’arco di poche ore): «Lopez uno di noi, dirigenza infame, grazie capitano di tutto». Tre concetti che si ripetono come un mantra nei commenti online. Perché quella è la linea dei tifosi, espressa anche nello striscione appeso nottetempo fuori dallo stadio Menti: «Avete cacciato di chi Vicenza è la storia, a quando il vostro addio, figli di …?». Nelle pagine de «Il muro biancorosso», altro spazio online dedicato ai tifosi, campeggia un ringraziamento amaro all’ex allenatore (quasi 300 «mi piace»): «Grazie per aver accettato di fare da paravento per questa società indegna». E ancora: «Esonerarti dopo una partita giocata con metà squadra fuori è una vigliaccata». La dirigenza, insomma, è nel mirino. «Hanno distrutto il Lane negli ultimi dieci anni – commenta Enrico – stanno riuscendo anche a distruggerne la storia». «Lopez uno di noi, da cacciare è Cassingena (Dario Cassingena, amministratore delegato, ndr)» ribadisce il concetto Lorenzo. C’è chi, più diplomatico, parla di «ennesima scelta inspiegabile della società» (Nicola), oppure chi divide le colpe fra dirigenza e l’allenatore, mentre un altro tifoso scrive di esonero provocato da «due dirigenti che hanno anche quote societarie del Vicenza» afferma Mattia. Alla fine, il pensiero che va per la maggiore è sempre lo stesso: «Le colpe sono della dirigenza incompetente» sentenzia Riccardo. Dopo lo striscione appeso al Menti, i tifosi si sono dati appuntamento a lunedì, fuori dagli studi del programma televisivo «Rigorosamente calcio», desiderosi di far sentire la loro voce. «Non faremo manifestazioni eclatanti ma vogliamo ribadire la nostra posizione contraria a questa gestione – afferma Frigo – e chiedere chiarimenti alla società». Il futuro? Qualcuno ha pure delle ricette: «Serve migliorare la situazione finanziaria del club – continua Frigo – e lo si fa riducendo i debiti. Quindi servono soldi. Magari può essere utile promuovere la città e ristrutturare il Menti, per richiamare investitori». Intanto, mentre il presidente del Consiglio, Federico Formisano, si dice «perplesso» dall’esonero di Lopez, tanto da chiedersi se l’ex allenatore è «ostaggio di guerre di potere», un altro tifoso eccellente come il capogruppo di Idea Vicenza, Francesco Rucco, dichiara: «È un errore. Ma lascia perplesso anche il silenzio del sindaco che non si preoccupa della sopravvivenza della società».
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) «È stato un divorzio sicuramente doloroso per quello che Giovanni Lopez rappresenta a Vicenza». Questa la risposta alle domande dei cronisti che gli chiedevano il motivo da parte del presidente Tiziano Cunico, che ha poi sottolineato: «Un cda chiamato a decidere nell’ottica di salvaguardare i risultati e di cercare una svolta non può però fermarsi alle ragioni del cuore. Dobbiamo guardare ad una classifica che oggi comincia a piangere. Per questo motivo si è dovuto fare qualcosa. Scegliere di cambiare non è stata una decisione facile, controcorrente e molto coraggiosa perché ci rendiamo conto che si tratta di un cambio forte. Ritengo Lopez un buon allenatore e aggregatore. A lui il merito di aver creato un gruppo sano, puntando sugli uomini prima che sugli atleti ma dobbiamo guardare razionalmente al momento». L’esonero di Lopez ha provocato la reazione pressoché unanime da parte della piazza: già mercoledì sera un gruppetto di tifosi ha esposto davanti all’ingresso del Menti uno striscione molto duro nei confronti della dirigenza, accusata di aver cacciato «chi di Vicenza è la storia». E ieri a mezzogiorno, per evitare qualsiasi rischio, c’era una volante della polizia a vigilare davanti all’entrata dello stadio assieme ad alcuni body guard.
Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Dal capitano un pensiero e un ringraziamento per il Capitano. Alessandro Camisa dopo l´allenamento di ieri ha spiegato come lo spogliatoio biancorosso stia vivendo questo improvviso cambio di guida tecnica: «Quando si sostituisce un allenatore non fa piacere a noi giocatori, non fa piacere alla società, non fa piacere a nessuno, perché se si è arrivati a questa situazione significa che i risultati non erano quelli attesi -ha osservato -. Umanamente e sportivamente credo che tutti noi dobbiamo ringraziare Lopez per quello che ci ha dato in questi due anni e penso che ottenere un buon risultato a Carpi sarebbe il modo migliore per farlo. Detto questo, adesso il nostro compito è quello di concentrarci sulla prossima partita e metterci a completa disposizione del nuovo allenatore». C´è chi sospetta che l´esonero di Lopez sia stato “caldeggiato” anche da alcuni giocatori. C´è qualcosa di vero? «Questa è una voce messa in giro ad arte da qualcuno che vuole solo destabilizzare l´ambiente, l´ho sentita pure io ma la smentisco categoricamente. Il rapporto con Lopez era corretto e franco, questo era e rimane uno spogliatoio sano, molto unito: tutti noi abbiamo sempre dato il massimo e continueremo a farlo per il bene del Vicenza, che deve venire prima di tutto». Com´è stato il primo imatto con Marino nell ´allenamento iniziale? «È un allenatore esperto e preparato. Non c´è stato tanto tempo per le presentazioni, perché c´è la partita con il Carpi da preparare, quindi ci siamo subito concentrati sull´allenamento in campo, in particolare sulla tattica». Senza Lopez, voi giocatori avete perso anche uno scudo importante nel rapporto con i tifosi. Siete preparati a reggere un clima più teso? «Dobbiamo esserlo, anche questo fa parte dell´essere calciatori. Se arriveranno le critiche, dovremo accettarle e fare il possibile per dimostrare con il massimo dell´impegno sul campo che meritiamo di essere supportati».
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) La prima di Marino a Carpi sarà nel solco dell ´ultima di Lopez, almeno per quanto riguarda l´impianto tattico. Il primo allenamento diretto ieri pomeriggio dal nuovo tecnico biancorosso ad Isola ha fatto capire infatti che, quantomeno nella partita di domani, non ci saranno stravolgimenti rispetto al 3-5-2 impostato dal suo predecessore. Tempi ristretti. La scelta del resto pare quasi obbligata, considerando che l´allenatore siciliano è subentrato in un momento particolare, con tre incontri condensati in una settimana e appena due giornate di lavoro prima del suo debutto. «In effetti c´è pochissimo tempo, si gioca subito – ha confermato lo stesso tecnico alla fine della seduta -. Vedremo anche domani (stamattina per chi legge, ndr). Certo per cambiare qualcosa, se si deciderà di cambiare, bisognerà lavorare per un po´ assieme ai giocatori». Un buon gruppo. Il primo impatto con la squadra è stato comunque positivo. «Ho trovato un buon gruppo, molto attento e concentrato – ha spiegato Marino -. Prima ho tenuto un breve discorso, poi ci siamo subito messi al lavoro sulla tattica». Durante l ´allenamento le raccomandazioni del tecnico ai suoi giocatori sono state prevalentemente rivolte a sollecitare la rapidità nella lettura delle azioni avversarie (le “difese preventive”, come le ha definite Marino) e nel cercare di arrivare sul pallone prima degli avversari: «Due cose fondamentali per ogni squadra quando scende in campo» ha sottolineato il tecnico. Il clima. L ´allenamento di ieri si è svolto in un clima abbastanza sereno. La società, probabilmente temendo una contestazione più infervorata, si era “premunita” con la presenza di una pattuglia di carabinieri e alcuni addetti privati alla sicurezza. In realtà i circa venti tifosi presenti a bordocampo, comunque fortemente critici per la scelta dell´esonero di Lopez nei loro commenti, si sono limitati a salutare il nuovo allenatore con una raccomandazione al suo ingresso in campo: «Benvenuto mister! Ci ascolti, non si fidi di nessuno, che con questi dirigenti gli allenatori fanno una brutta fine». Marino ha abbozzato un sorriso.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) «Sono contento di essere qui perchè Vicenza è una piazza importante – le prime parole del nuovo allenatore Pasquale Marino – e poi ringrazio la società perchè mi ha voluto fortemente, dimostrando grande stima nei miei confronti, così come devo ringraziare il presidente Sebastiani del Pescara che mi è venuto incontro per fare in modo veloce la risoluzione del contratto». Lei sa di sostituire non un allenatore qualsiasi, per i tifosi Lopez era il Capitano. «Capisco cosa è stato Lopez per Vicenza ma io devo pensare a lavorare, faccio il tecnico, so cosa si prova in determinati momenti e mi dispiace, ma sono cose che fanno parte del nostro lavoro, posso dire che io e il mio staff siamo animati da una giusta umiltà». Mancano solo due giorni alla trasferta di Carpi, come pensa di muoversi avendo così poco tempo a disposizione? «Stravolgere tutto in pochi giorni non è il caso, si cercherà di fare qualche cambiamento seguendo le mie idee, di certo però non butterò via il lavoro di chi mi ha preceduto, anzi all´inizio daremo continuità e solo strada facendo cambieremo certe cose». Ma su cosa ritiene sia più giusto intervenire da subito? «Bisogna iniziare a trasmettere le proprie idee perchè è ovvio che cambiano da allenatore ad allenatore, ma senza fare stravolgimenti altrimenti si rischia di fare confusione, visto che appunto mancano solo pochi giorni alla partita. Più avanti, conoscendo meglio le caratteristiche dei singoli giocatori e il loro aspetto caratteriale si cercherà di creare qualcosa di positivo». Conosce già qualche giocatore biancorosso? «Ho allenato Ragusa e Sampirisi, conosco pure Sciacca anche se all´epoca faceva ancora parte della Primavera del Catania». Ha avuto modo di vedere qualche gara del Vicenza? «Sì e l´impressione che ho avuto è stata quella di un gruppo che ha voglia di emergere, di sacrificarsi e di lavorare. È un atteggiamento molto positivo, tanto che se ho accettato la proposta è stato pure per questo motivo». Comunque lei sa che si trova a gestire una situazione problematica visti gli infortuni che hanno colpito alcuni giocatori, a suo avviso c´è bisogno di qualche innesto? «In questo momento bisogna andare avanti così perchè le liste sono chiuse e dunque non si può prendere nemmeno gli svincolati, insomma si deve fare di necessità virtù soprattutto per il reparto offensivo, poi a gennaio da quanto mi è stato detto so che c´è la volontà di intervenire».
Ore 16.20 – (Gazzettino) Nicola Rigoni e Filippo Lora rappresentano le due facce del difficile momento granata. Il primo, autore del gol dell’1-1 con il Livorno, simboleggia la forza di reazione della squadra, capace di acciuffare il pareggio in inferiorità numerica. Il secondo invece è l’emblema della sfortuna per l’infortunio al ginocchio sinistro, dopo che la stagione scorsa si era rotto il legamento crociato del ginocchio destro. «Nonostante le difficoltà oggettive -afferma Rigoni – l’attuale situazione non deve influire nel carattere e nella voglia di fare bene. Anzi, deve darci una carica in più. In ogni partita si parte sempre undici contro undici in campo e chi gioca cerca di dare l massimo. Il Cittadella in questa stagione ha un gruppo molto rinnovato e i nuovi giocatori devono essere aiutati nel loro inserimento da chi ha maggiore esperienza. Credo che non manchino le potenzialità per poter fare bene e nei momenti di difficoltà, come quello che stiamo attraversando, ognuno deve tirare fuori qualcosa in più per uscire da questa situazione». Il gol di destro al Tombolato con il Livorno su assist di Coralli è valso un punto in classifica e tanta autostima. «Ho calciato forte di collo pieno. Per come si era messa la partita, il pareggio contro una candidata alla serie A è un toccasana soprattutto per il morale». Sul Rigoni goleador, aggiunge: «Un paio di gol a campionato li ho sempre fatti. A Vicenza nel 2011-12 ne ho messi a segno quattro, quest’anno spero di fare ancora meglio». E poi c’è una simpatica coicidenza: anche il fratello Luca, che gioca nel Palermo, è andato a segno nel turno infrasettimanale. Centrocampista duttile, l’ex Chievo rende sicuramente di più in mezzo al campo rispetto alla fascia. «In passato ho giocato spesso mezzala, ma quest’anno sto facendo bene davanti la difesa. Sono comunque a disposizione dell’allenatore per qualsiasi ruolo». Sul momento negativo della squadra, spiega: «Sono i risultati che non vengono, mentre le prestazioni sono state positive. Con il Livorno abbiamo dato un buon segnale di ripresa, c’è tanta voglia di ripartire e migliorare la classifica». Le aspettative in precampionato erano lusinghiere, Rigoni conserva la fiducia: «Eravamo partiti con altri propositi, ma bastano pochi risultati per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’importante è svoltare e ottenerli magari fin dalla prossima sfida a Terni, nonostante le numerose assenze. Dobbiamo continuare a muovere la classifica dopo i due ultimi pareggi». Risonanza magnetica anche per Nicola Donazzan, reduce dalla lesione di secondo grado al bicipite femorale destro. Così il medico sociale Ilario Candido: «Sono stati evidenziati netti miglioramenti, però il giocatore non è ancora completamente guarito. Dovrà allenarsi a parte e poi in gruppo per due settimane». Intanto il tecnico Foscarini ha reso noto i diciotto convocati per la trasferta di domani a Terni: nell’elenco figurano anche Signorini, recuperato in extremis, e tre giovani della Primavera (Riccardo Ugo, Lorenzo Battagliarin e Elia Bortoluz).
Ore 16.00 – (Mattino di Padova) Lora non parteciperà alla trasferta di domani in casa della Ternana, e che la sua assenza va ad aggiungersi a quelle degli squalificati Gerardi, Busellato e Pellizzer, e degli infortunati Donazzan, Paolucci, Schenetti. Signorini, che ancora ieri ha lavorato a parte per via del fastidio al polpaccio accusato prima del match con i toscani, è stato invece convocato. Salgono così a 15 i giocatori della prima squadra che stamattina partiranno per Terni. A loro si aggiungeranno tre elementi della Primavera: il difensore Riccardo Ugo e il centrocampista Lorenzo Battagliarin, già più volte aggregati al gruppo maggiore in questa stagione, e l’attaccante Elia Bortoluz. Per quanto riguarda gli undici che andranno in campo, molte scelte sono per forza di cose obbligate. Difficile che Signorini venga rischiato dal primo minuto se non è al meglio, è perciò ipotizzabile che Foscarini possa dare fiducia a De Leidi accanto a Scaglia, toccando il meno possibile un reparto che sugli esterni avrà gli inamovibili Cappelletti e Barreca. Meno probabile l’ipotesi che vede Cappelletti spostato al centro, con Pecorini inserito sulla fascia. A centrocampo, l’unica nota positiva è data dal rientro di Benedetti dalla squalifica: giocherà assieme a Rigoni e Palma, con uno fra Minesso e Mancuso a fare la spola tra centrocampo e attacco, dove le scelte sono obbligate: Sgrigna accanto a Coralli. Capitolo arbitri. Dopo la nefasta prestazione del genovese Ghersini nella partita col Livorno c’era curiosità attorno alla designazione per il match di Terni: sarà diretto dal trentenne Ivano Pezzuto, della sezione di Lecce. Il neopromosso fischietto pugliese ha fischiato sinora in sei gare di serie B, con quattro vittorie delle squadre di casa e due pareggi. Non ha mai arbitrato la Ternana mentre ha già seguito il Cittadella in questa stagione, nella trasferta di Trapani, gara persa dagli uomini di Foscarini per 2-1. Una direzione che però era stata immune da critiche granata, anzi: ci sono state proteste dei siciliani per una sospetta posizione di fuorigioco di Coralli, nel gol del momentaneo vantaggio degli ospiti.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto) Emergenza assoluta per Claudio Foscarini alla vigilia della partenza per Terni, che avverrà stamattina con pranzo in viaggio e allenamento di rifinitura previsto per la mattina di domani. Sono 3 gli squalificati (Pellizzer, Busellato e Gerardi) e ben 5 i giocatori alle prese con infortuni e recuperi (fra questi Lora, Schenetti, Donazzan, Paolucci). Rientra dalla squalifica di un turno Alessio Benedetti, mentre Foscarini è stato costretto a convocare dalla Primavera il difensore Ugo, il centrocampista Battagliarin e l’attaccante Bortoluz. Una situazione di assoluta emergenza mai vissuta prima da Foscarini, alle prese con scelte praticamente obbligate soprattutto a centrocampo, dove i giocatori disponibili sono appena quattro fra cui un Primavera. Possibile che venga avanzato Pecorini.
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Il turno infrasettimanale ha consegnato lo scettro del comando alla coppia emiliana Bologna-Carpi. Le due formazioni in questa 12a giornata sono attese da impegni sulla carta molto differenti: mentre il Carpi ospiterà il Vicenza, la squadra rossoblu sarà a Livorno per la supersfida tra due squadre retrocesse che puntano al ritorno in serie A. Intanto ha iniziato la sua risalita il Catania: dopo le due vittorie in serie su Vicenza ed Entella, gli etnei sono chiamati alla definitiva prova di maturità nella difficile trasferta di Avellino. Sarà una partita speciale dal punto di vista emotivo per gli irpini, che in questi giorni hanno pianto la morte dello storico presidente Sibilia. Se a Vicenza ha già pagato Lopez, a Pescara rimane sulla graticola Baroni: dopo avere puntellato la panchina pareggiando a Bari, il tecnico degli abruzzesi spera di consolidarla ulteriormente battendo lo Spezia all´Adriatico. Anche a Terni si affronteranno due formazioni che continuano a vivere una stagione tribolata: chi perde tra Ternana e Cittadella rischia di sprofondare nel morale più ancora che in classifica. È questo il tunnel che stanno attraversando Crotone e Latina, le ultime della classe. I calabresi, fanalino di coda, non hanno raccolto successi da 7 partite, perdendone 4 delle ultime 5: l´allenatore Drago spera di trovare il colpo della svolta ricevendo un Perugia in flessione dopo l´avvio lanciatissimo. Per Breda e il suo Latina la riscossa passa invece dal sentitissimo derby ciociaro che si giocherà domenica alle 12.30: ospite allo stadio Francioni sarà il sorprendente Frosinone, attuale terza forza del campionato. Continua a veleggiare oltre le aspettative anche il Lanciano, che dopo avere liquidato la Pro Vercelli (2-0) domani cercherà di prolungare la sua serie positiva a Chiavari contro l´Entella; nel frattempo il Trapani chiederà strada davanti al proprio pubblico ad un Brescia in risalita. Chi vincerà tra Pro Vercelli e Bari potrà avvicinarsi sensibilmente alla zona playoff, mentre domenica alle 18 il turno si completerà con Varese-Modena, sulla carta una sfida piuttosto equilibrata.
Ore 15.00 – (Gazzettino) Un’esperienza piacevole che ricorderanno a lungo sia i giocatori del San Paolo e sia la squadra dei detenuti. L’amichevole è andata in scena ieri al Due Palazzi e al di là del risultato (6-2 per i sanpaolini) hanno vinto tutti. Nell’occasione il club di via Canestrini ha donato a Pallaalpiede un gagliardetto, alcuni palloni e materiale tecnico. Senza dimenticare che prima del fischio d’inizio il preparatore dei portieri gialloblù Federico Bee ha consegnato un paio di guanti a Valer Sefa, numero uno dei carcerati. «È un’esperienza sempre bella per le squadre che hanno modo di toccare un ambiente che a volte spaventa – afferma Andrea Zangirolami, dirigente di Pallaalpiede – ma che nell’economia di una partita di calcio diventa normale. Si è creata subito amicizia tra i ragazzi delle due squadre, tanto che hanno fatto anche riscaldamento insieme. Un clima molto piacevole che ha riguardato anche gli staff. Per la nostra squadra è stata l’occasione di misurarsi con giocatori che hanno fatto la serie A e la serie B (Matteini e Sedivec, ndr), senza dimenticare Longhi che è stato il capitano del Padova in serie A. Mi auguro che l’esperienza si possa ripetere, il nostro sogno è realizzare un’amichevole fuori dal carcere». Queste le parole di Longhi. «È stata davvero una giornata piacevole, ci siamo trovati bene. I ragazzi del carcere sono stati contenti per la nostra vicinanza nei loro confronti. Il calcio, e lo sport in generale, aiuta a unire tutte le persone». Da questa stagione Pallaalpiede disputa il campionato di Terza categoria e domani giocherà con il Giarre. Anche se è fuori classifica, la squadra ha conquistato finora dodici punti in sei partite. Non manca un appello di Lara Mottarlini (Nairi onlus). «Siamo alla ricerca di un sostegno economico per riuscire a finire il campionato».
Ore 14.40 – (Mattino di Padova) L’ex acrobata Valer devia in tutto una punizione di Mascolo, poi smanaccia un tiro di Matteini. «Quel numero 10 ha fatto la serie B!», dice orgoglioso il fantasista Samir al compagno Noureddine, che risponde stizzito: «Ma quale serie B, anche la A!». Nel frattempo capitan Temple, nigeriano con la passione per il teatro, comanda la difesa e non si risparmia su Sedivec. Al campo sportivo del carcere Due Palazzi si gioca un’amichevole particolare: c’è il San Paolo Padova di mister Damiano Longhi contro la Pallalpiede, formazione interamente composta da detenuti. «C’è anche la curva», scherzano i ragazzi indicando le finestre delle celle. E che curva, verrebbe da dire, perché quando entra il terzo portiere Sula, un idolo (per il fisico non troppo asciutto), in lontananza si sente pure qualche coro. In campo i ragazzi del Due Palazzi si danno un gran daffare: Eni, centrocampista 36enne, dispensa palloni a destra e a manca. Otman, trequartista tunisino, pressa troppo alto e il granitico tecnico Valter Bedin lo richiama. «Ma se no ghe va nissuni!», sbotta Otman in perfetto dialetto veneto. Si divertono tutti, da Longhi a Benucci, passando per Idrissi e Plaku. Peter, portierone che sfiora i 2 metri, ha qualche problema nel chiamare la barriera, ma rimedia un paio di guanti nuovi, regalati dalla società gialloblù, oltre ad una sacca di palloni donata prima del fischio d’inizio. Nel secondo tempo c’è spazio per Alessandro, che s’incavola quando non gli riesce il dribbling, per Meliti, ala vecchio stile, autore del secondo gol, e per il bomber ricciolino Edwin, dieci reti in sei partite e già uomo-mercato. In Terza Categoria la Pallalpiede sta facendo benone: 12 punti, a quattro lunghezze dalla vetta, occupata dal Giarre, prossima avversaria in campionato. La Pallalpiede è fuori classifica e gioca tutte le partite in casa (di sabato), ma chissà che le prestazioni di Arrieta, Marsel e Aatuof non convincano gli addetti ai lavori a riconoscere a questi ragazzi la possibilità di giocarsi un posto in Seconda Categoria. Il progetto Pallalpiede, promosso da Lara Mottarlini di Nairi Onlus e dal presidente della San Precario Roberto Mastellaro, sta dando i suoi frutti, soprattutto in chiave formativa e rieducativa. D’altra parte, spiegano i ragazzi mentre scambiano palleggi e battute con i giocatori del San Paolo, «abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti». Dopo la gara Davide Matteini, proprio «quello della serie A», è il più richiesto per le foto di rito. «Dài che la mando in Albania», sorride il mediano. «Numero 9 vieni qua, fammi un autografo» chiede un altro. Finisce 6-2 per il San Paolo, ma tra abbracci, strette di mano e racconti passa tutto in secondo piano. Il calcio ha unito, ancora una volta.
Ore 14.20 – (Unione Triestina) Unione Triestina 2012 comunica di essersi assicurata le prestazioni sportive del giocatore abruzzese Anselmo Antonelli, nato il 20 agosto 1985 a Celano. Il difensore classe 85 è l’ultimo rinforzo del reparto arretrato alabardato. Giocatore di grande esperienza, con una carriera sviluppatasi interamente nelle compagini del Girone F della Serie D tra Abruzzo e Molise, si distingue per la corporatura massiccia, un mancino educato, l’abilità nel gioco aereo e un grande senso della posizione. Dopo quattro stagioni ad Avezzano (2003-2007), cinque campionati nel Luco Canistro (2007-2012) e una breve parentesi all’Isernia, il pilastro centrale ritorna a casa per vestire la maglia del Celano nel 2012-13 e indossarne la fascia di capitano. Vive l’ultima stagione sportiva all’Olympia Agnonese prima della firma col club alabardato.
Ore 14.10 – (Il Piccolo) Il nuovo tecnico Giuseppe Ferazzoli accelera la cura per cercare di guarire la Triestina e in quest’ottica va vista l’amichevole disputata ieri pomeriggio a Prosecco (due tempi da 35 minuti) tra la prima squadra e la formazione Juniores. Per la cronaca la partita è terminata con la vittoria della prima squadra per 4-2, con reti di Giannetti, Bez, Manzo e Lionetti da una parte, e Sattin e Milicevic dall’altra: il croato infatti è stato momentaneamente prestato ai più giovani, dimostrando comunque già una buona condizione. Per lui però il transfer definitivo non è ancora arrivato, e se la situazione non si sbloccherà nelle prossime ore, Milicevic non potrà essere schierato nemmeno a Padova. Ma l’aspetto più interessante dell’amichevole di ieri è che Ferazzoli sta provando cose nuove, su tutti il modulo 3-5-2 con il quale del resto ha già giocato in passato con alcune delle squadre che ha allenato. Considerando le caratteristiche della rosa attuale, il tecnico alabardato evidentemente vuole percorrere strade nuove per cercare di cavare il meglio dal materiale a disposizione. Oltre al modulo, potrebbe esserci l’inserimento anche di giovani nuovi prelevati dalla formazione baby, visto che ieri Crosato si è mosso molto bene. Una svolta tattica potrebbe dunque essere imminente. A meno di miracolosi recuperi dell’ultima ora, purtroppo il nuovo tecnico non potrà riavere a disposizione nessuno degli infortunati (Arvia, Giorgino, Ventura e Fiore), cosa che complica ulteriormente la terribile trasferta di Padova sul campo della capolista, che viaggia dopo otto giornate a punteggio pieno. Anche la squadra Juniores alabardata giocherà contro il Biancoscudati Padova, ma domani (inizio ore 14.30) sarà impegnata in casa sul campo di Prosecco. Inoltre va segnalato che gli Allievi alabardati Farosich, Ferluga e Germani sono stati convocati dal selezionatore regionale per una seduta di allenamento della Rappresentativa regionale, in preparazione al Torneo delle Regioni.
Ore 14.00 – (Il Piccolo) Quasi cent’anni di vita che si intrecciano. Poi il dissolvimento decretato in un’aula di Tribunale. È il destino di Padova e Triestina. All’Unione lo stop è toccato nell’estate di due anni fa, ai veneti quattro mesi or sono. Vite e morti parallele ma rinascite diverse. E non solo per quello che è evidente sul campo e si manifesterà nel derby di domenica all’Euganeo. «Quando abbiamo preso in mano la situazione non eravamo certi nemmeno di giocare la serie D – dice il presidente Giuseppe Bergamin, imprenditore padovano con un passato sui campi di Prima categoria – ma con Bonetto (l’ad e socio) ci siamo detti: se facciamo rivivere il Padova abbiamo la responsabilità di portare avanti una società che rappresenta una città con una storia, che ha vissuto il mito di Rocco e nella quale hanno giocato tanti altri grandi campioni. Quindi dobbiamo essere competitivi senza creare false illusioni. L’obiettivo è quello di tornare tra i pro in tre anni e soprattutto di ricreare entusiasmo». Bergamin è reduce da un’amichevole dei Biancoscudati (ce ne saranno altre) con la squadra del quartiere padovano di Arcella. Un’abitudine antica che il new deal intende riabbracciare. Idee chiare, professionalità e rapporto con il territorio. Queste le linee guida del progetto. Ma ci vogliono anche i soldi. «Mi creda, abbiamo un budget importante ma non abbiamo fatto il passo più lungo della gamba. Siamo partiti avendo le idee chiare. Pensavamo a duemila abbonati e ne abbiamo 3.500 ai quali si aggiungono almeno altri duemila tifosi a partita. Le realtà economiche della città hanno capito il nostro progetto e lungo il percorso abbiamo incontrato degli sponsor che ci sostengono». Sembra che Padova sia in un altro emisfero rispetto a Trieste. Pontrelli e soci non sono del territorio e magari hanno altre idee ma non sono certo responsabili della mancata resurrezione dell’Unione. Difficoltà e opportunità di una ripartenza da zero (seppur dall’Eccellenza) non sono state capitalizzate dalle gestioni presiedute prima da Zotti-Puglia e poi da Puglia-Cergol. Tutti triestini (come i loro soci) ma incapaci di legare le vicende societarie al territorio. Emblematico il mancato sviluppo del settore giovanile con la frizione e lo scontro con le altre realtà cittadine (che ci hanno anche messo del loro). «In pochi mesi siamo riusciti a mettere assieme 3-4 squadre competitive e un gruppo di 450 ragazzini compresi i “primi calci”. Quando il Padova è fallito i procuratori hanno portato via tutti i giovani dei campionati nazionali ormai svincolati. Ci siamo rimboccati le maniche e adesso abbiamo già un buon settore giovanile. E guardi che qui intorno ci sono tante società che militano in campionati superiori. Quindi la concorrenza non manca». Domenica il pullman dell’Unione arriverà all’Euganeo percorrendo viale Nereo Rocco. Lo aspetta una squadra che le sta sopra in classifica di 22 punti. Ma non è questo il punto. A bruciare è tutto quello che a Trieste non si è fatto negli ultimi due anni e passa. «Ma io ho visto le immagini della Triestina e mi sembra una squadra che vuole giocare a calcio – conclude Bergamin -. Credo che domenica sarà una grande festa». È molto cortese il presidente del Padova, pardòn dei Biancoscudati. Alla prossima disgrazia societaria della Triestina, che nessuno si augura, magari nasceranno i Rossoalabardati. Chissà che sotto quelle insegne la Trieste calcistica non possa voltare pagina.
Ore 13.40 – L’arbitro di Padova-Triestina sarà il signor Davide Miele di Torino, coadiuvato dagli assistenti di linea Mocanu e Fuoco.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Da registrare anche uno scontro violento, ma assolutamente fortuito, tra Bragagnolo e Oliva, con il difensore biancoscudato che è rimasto a terra un paio di minuti. Così a fine gara Parlato: «È stato un ottimo allenamento, l’importante è che nessuno si sia fatto male. Dionisi e Ferretti? Entrambi hanno messo minuti nelle gambe, per Ferretti la crescita deve essere più graduale, bisogna andare con i piedi di piombo». Sui giocatori non impiegati. «Petkovic è stato a riposo per dare spazio a Cicioni e Vanzato. Sentinelli e Niccolini sono acciaccati e li abbiamo fatti lavorare in maniera diversa. Recuperano per domenica? Me lo auguro, non saprei dirlo con precisione. Mattin e Pittarello hanno avuto la febbre ed erano un po’ debilitati». Poi ancora sull’amichevole: «Queste partite ci permettono di iniziare un percorso di conoscenza del territorio padovano e anche di fortificare la nostra unione con i tifosi. Oltretutto ho scoperto che Sant’Antonio è morto all’Arcella». Alla partita ha assistito anche il presidente Bergamin, che poi si è recato a Palazzo Moroni per la presentazione del libro “Ze solo fut-bol – Padova ai tempi di Rocco”, di Ivo Valentino Cavinato.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Il ritmo non è elevato, ma i biancoscudati ci mettono impegno per onorare il test. E non faticano a trovare la via del gol prima con una punizione di Segato, e qualche minuto più tardi con la doppietta di Mazzocco: primo sigillo con una conclusione sotto la traversa, e secondo gol con un mancino dopo la respinta del portiere. Curiosità: Parlato (vestito in borghese) ha seguito la partita seduto in panchina, una novità assoluta dato che in campionato sta sempre rigorosamente in piedi a ridosso del campo. Mentre Ferretti, a bordo campo, si è “inventato” per qualche istante fotografo. Proprio El Rulo è entrato in scena nella seconda frazione, prima volta per lui in una partita (anche se amichevole) dopo l’infortunio al flessore della gamba sinistra. Con il bomber argentino in campo si è rivisto il Padova con il 4-2-3-1: Vanzato in porta; Bragagnolo e Russo terzini, e tandem centrale formato ancora da Thomassen e Dionisi; Bedin e Segato davanti alla difesa, mentre dietro a Ferretti hanno agito Denè, Aperi e Petrilli. Nel corso della ripresa sono entrati anche Formigoni, Montinaro e Bruzzi. Ad arrotondare il punteggio sono stati Aperi e Bragagnolo, quest’ultimo autore del fallo da rigore che ha consentito a Ferron di realizzare per l’Arcella.
Ore 13.00 – (Gazzettino) L’appeal del Padova si fa sempre sentire. Oltre trecento persone hanno assistito ieri pomeriggio all’Arcella all’amichevole con la squadra locale, che milita in Seconda categoria. È finita 5-1 per i biancoscudati che hanno schierato una formazione per tempo, anche se tutte le attenzioni erano puntate su Ferretti e Dionisi che hanno superato il test confermando di essere arruolabili per la sfida con la Triestina all’Euganeo: El Rulo ha giocato nella ripresa e sia pur senza strafare si è messo in evidenza con qualche giocata, mentre Dionisi ha disputato tutta la gara. A segno Segato, Mazzocco (doppietta), Aperi e Bragagnolo. Niente amichevole per Petkovic, Sentinelli, Niccolini, Pittarello e Mattin. Prima di lasciare l’impianto, Parlato e i giocatori si sono intrattenuti con alcuni tifosi firmando autografi e scattando fotografie. Nel primo tempo Padova con il 4-3-1-2. In campo gli stessi interpreti impiegati con l’Arzignano, con le novità Cicioni tra i pali e il tandem di difensori centrali formato da Thomassen e Dionisi. A completare il pacchetto arretrato Busetto e Degrassi terzini, a centrocampo Nichele davanti alla difesa con interni Segato e Mazzocco, e davanti Cunico alle spalle di Ilari e Tiboni.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Rose rosse e gigli bianchi. Un mazzo di fiori con i colori del Padova è stato posato ieri dal presidente Giuseppe Bergamin davanti alla tomba di Lello Scagnellato nel cimitero dell’Arcella. Un pensiero in ricordo del mitico capitano biancoscudato dell’era Rocco, che detiene il record di presenze (364) con il Padova. «Ho conosciuto Scagnellato, ricordo tutta la sua storia calcistica – afferma Bergamin – Portare nella memoria un personaggio come lui è importante per rivivere il calcio inteso come attaccamento ai colori della squadra. Rivolgergli un omaggio, anche se oggi non c’è più, è un modo per farlo rivivere». Oltre al presidente, la delegazione biancoscudata era composta dal tecnico Parlato, da capitan Cunico, dal responsabile marketing Noventa, dal team manager Pontin e dall’addetto stampa Candotti. Con loro anche Humberto Rosa, compagno di squadra di Scagnellato, e Stefano Fattori, fratello di Gildo. Così Parlato: «Ricordo Scagnellato come una persona molto umile, anche se è stato uno dei giocatori più importanti del calcio padovano. Con la sua onestà e la sua lealtà faceva vedere come bisognava comportarsi da calciatore».
Ore 12.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 12.10 – Qui Guizza: provati i calci di punizione.
Ore 12.00 – Qui Guizza: ancora in corso la partitella, continui cambi di moduli e giocatori.
Ore 11.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto.
Ore 11.20 – Qui Guizza: Sentinelli a bordo campo, a riposo precauzionale.
Ore 11.10 – Qui Guizza: schemi anti-Triestina in corso.
Ore 11.00 – Flash del ds Fabrizio De Poli alla Guizza su Sentinelli e Niccolini: “Nel pomeriggio faremo un’ecografia ad entrambi per valutarne le condizioni”.
Ore 10.50 – Qui Guizza: Niccolini rientra negli spogliatoi, sempre più in dubbio la sua presenza domenica. Momentaneamente in gruppo, invece, Sentinelli.
Ore 10.40 – Qui Guizza: inizia l’allenamento dei Biancoscudati.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) E con gli occhi di tutti puntati sul “Rulo” Ferretti, al rientro e vicino al gol in un paio di occasioni, e sull’oggetto misterioso Salam Denè, in campo per 25’ dopo mesi di calvario fisico, alla fine c’è stata gloria anche per l’Arcella: il gol della bandiera è stato siglato da Ferron su calcio di rigore, guadagnatosi per il fallo dello stesso Bragagnolo, ma Vanzato (portiere nella seconda frazione, con Petkovic a riposo) se l’è vista brutta anche sul colpo di testa di Oliva e soprattutto sulla staffilata da trenta metri di Varotto, che ha colto la traversa cercando il gol della settimana. I dubbi. Al di là di Petkovic, rimasto fuori per permettere ai due portieri di riserva, Cicioni e Vanzato, di mantenere un po’ di confidenza con il campo, al centro della difesa non si sono visti né Sentinelli né Niccolini. Le condizioni del secondo sono quelle che destano i dubbi maggiori per domenica, ma Parlato non si è sbilanciato: «Sono rimasti entrambi precauzionalmente a riposo», ha spiegato il tecnico. «Soffrono di un affaticamento muscolare, ma è presto per parlare di percentuali di presenza contro la Triestina. Saranno importanti gli ultimi due allenamenti». A parte ieri anche Mattin e Pittarello, reduci dall’influenza, che verranno rivalutati oggi. La squadra tornerà alla Guizza questa mattina alle 10.30, anticipando la seduta di allenamento originariamente programmata per il pomeriggio.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Per molti bambini della parrocchia è stata un’ottima occasione per vedere da vicino i calciatori, i ragazzi che indossano la maglia del Padova, per farsi firmare autografi e scattare foto-ricordo. A fine gara le due squadre, insieme, si sono ritrovate nel bar del patronato per il terzo tempo offerto dalla società: un bel pomeriggio di sport. Sul campo. Al di là della cornice e della commovente cerimonia dedicata a Lello Scagnellato (di cui riferiamo qui sotto), c’era curiosità anche per gli aspetti strettamente tecnici dell’amichevole di ieri. Sul campo è finita 5-1 per la squadra di Parlato, che ha schierato due formazioni diverse tra il primo tempo e la ripresa. Nel “4-3-1-2” iniziale biancoscudati in rete con Segato su calcio di punizione e con la doppietta di Mazzocco, prima con un tiro dal limite e poi con un tap-in sulla ribattuta del portiere. Nel “4-2-3-1” della ripresa, invece, sono andati in rete Aperi, dalla distanza, e Bragagnolo, approfittando di un errore in uscita del portiere bianconero Marinello.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A tre giorni dalla partita con la Triestina, con il ritorno all’Euganeo dopo l’ottava vittoria consecutiva ottenuta domenica scorsa ad Arzignano, il Padova ieri pomeriggio ha potuto toccare con mano cosa significhi addentrarsi nel cuore della città. Almeno 300 persone hanno gremito le tribune del campo sportivo dell’Arcella, formazione militante nel campionato di Seconda Categoria, per la prima delle amichevoli del giovedì, che porteranno la squadra di Carmine Parlato in giro per la provincia a confrontarsi con le realtà dilettantistiche locali. Lo scambio. «L’obiettivo è conoscere le varie sfaccettature del nostro territorio, in sostanza è una sorta di scambio tra noi e loro», ha spiegato mister Carmine Parlato. «Noi conosciamo l’Arcella, e loro conoscono noi. E così consolidiamo il nostro rapporto con il territorio». Ed è sufficiente osservare i gesti del pomeriggio per farsi un’idea di cosa significa. Metti il signor Renzo, 78 primavere, dirigente dell’Arcella: prima del fischio d’inizio ha raccontato a Parlato la storia dell’Arcella e del suo santuario, antistante al campo di gioco: «E mi ha rivelato che proprio qui è morto Sant’Antonio», ha aggiunto il mister, «del tragitto che compì, morente, da Camposampiero, di quello che questo luogo rappresenta per i cittadini. È stato molto bello, capite cosa voglio dire quando sostengo che anche per noi è un’esperienza utile?».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Oltre al tecnico, hanno voluto rendere omaggio a Scagnellato il capitano Cunico, che ha deposto un mazzo di fiori sotto la lapide, il presidente Bergamin, l’addetto-stampa Candotti e il responsabile marketing Noventa. A loro si sono aggiunti anche l’ex compagno di Aurelio, Humberto Rosa, e Stefano Fattori, fratello di Gildo. Giuseppe Bergamin è orgoglioso di questa piccola celebrazione: «Ho conosciuto Lello e me lo ricordo caracollare in campo quando faceva l’accompagnatore. Questo momento è stato emozionante, credo che un personaggio come lui meriti di essere ricordato e meriti l’emozione che proviamo nel celebrarlo. La sua storia calcistica si è fusa con la città di Padova e per me rappresenta un simbolo di fedeltà, attaccamento e amore per questi colori, per la città e per la gente. Il calcio deve tornare ad essere inteso e interpretato proprio come lo faceva Scagnellato. Con il suo spirito. Ricordare il passato, per questo, è sempre molto utile». Per Marco Cunico, il capitano della rinascita del calcio a Padova, è un onore senza eguali: «Lello Scagnellato ha disputato 364 partite, è il Capitano con la C maiuscola ed è un onore per me rendergli omaggio. Lui era una bandiera, e adesso di bandiere ce ne sono sempre di meno».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Un lungo, anzi eterno filo di continuità che nemmeno la radiazione della scorsa estate ha potuto interrompere. Il Padova ha voluto inaugurare il tour di amichevoli in giro per città e provincia, onorando la memoria del campione più fedele e longevo del calcio biancoscudato. E non ci poteva essere occasione migliore, visto che il campo dell’Arcella è attiguo proprio al cimitero dove riposa Aurelio Scagnellato, recordman di presenze (364) con la maglia biancoscudata, indossata dal 1951 al 1964. Un percorso che non si è certo esaurito sul campo e che ha portato “Lello”, com’era affettuosamente chiamato, a vestire i panni di dirigente fino al giorno della sua morte, il 10 luglio 2008. La tomba in cui riposa l’ex panzer di Rocco (altra coincidenza, visto che domenica si gioca proprio il derby del Paron, tra Padova e Triestina), rispecchia appieno il carattere dell’uomo, schivo, umile, senza velleità di protagonismo. Un campione del calcio padovano, rimasto nel cuore di chi l’ha conosciuto anche solo per pochi mesi, come Carmine Parlato, che ha vissuto al fianco di Scagnellato la sua esperienza da calciatore del Padova nel 1990/91. «Lo ricordo come una figura semplice, esemplare», le parole dell’allenatore. «Una persona per bene, che mi ha sempre dispensato consigli ogni volta che lo incontravo». Oltre al tecnico, hanno voluto rendere omaggio a Scagnellato il capitano Cunico, che ha deposto un mazzo di fiori sotto la lapide, il presidente Bergamin, l’addetto-stampa Candotti e il responsabile marketing Noventa. A loro si sono aggiunti anche l’ex compagno di Aurelio, Humberto Rosa, e Stefano Fattori, fratello di Gildo. Giuseppe Bergamin è orgoglioso di questa piccola celebrazione: «Ho conosciuto Lello e me lo ricordo caracollare in campo quando faceva l’accompagnatore. Questo momento è stato emozionante, credo che un personaggio come lui meriti di essere ricordato e meriti l’emozione che proviamo nel celebrarlo. La sua storia calcistica si è fusa con la città di Padova e per me rappresenta un simbolo di fedeltà, attaccamento e amore per questi colori, per la città e per la gente. Il calcio deve tornare ad essere inteso e interpretato proprio come lo faceva Scagnellato. Con il suo spirito. Ricordare il passato, per questo, è sempre molto utile». Per Marco Cunico, il capitano della rinascita del calcio a Padova, è un onore senza eguali: «Lello Scagnellato ha disputato 364 partite, è il Capitano con la C maiuscola ed è un onore per me rendergli omaggio. Lui era una bandiera, e adesso di bandiere ce ne sono sempre di meno».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La sfida Dro-Biancoscudati del 16 novembre si giocherà regolarmente allo stadio “Oltra” del paese trentino. I tifosi padovani saranno sistemati sulle due tribune riservate ai locali, che, vista l’occasione, emigreranno a nord del terreno di gioco, sotto il monte che sovrasta l’impianto. Quanto ai problemi che potrebbero derivare dalle numerose auto al seguito, si è già studiata la soluzione: nella strada che dal paese porta al campo sportivo verrà istituito il senso unico, e la carreggiata chiusa al traffico servirà per il parcheggio delle vetture.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È arrivata la sentenza della sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale sul “caso” delle maglie tolte e piegate davanti ai tifosi biancoscudati dopo la partita di Latina del 28 febbraio scorso in serie B, e chiusasi 3-0 per i ciociari. Queste le sanzioni: squalifica per 2 giornate, oltre all’ammenda di 2.000 euro, per Timothy Nocchi; ammenda di 5.000 euro ciascuno per Alberto Almici e Manuel Iori; ammenda di 7.500 euro a carico di Tommaso Rocchi, Federico Melchiorri, Riccardo Improta, Filippo Carini, Giovanni La Camera, Christian Buonaiuto e Luca Di Matteo; ammenda di 22.500 euro a carico del Padova. Trasmessi gli atti alla Procura federale per i provvedimenti di sua competenzanei confronti di Renato Kelic. Il deferimento era scattato al termine della gara disputata allo stadio comunale “D. Francioni” di Latina, dopo che i calciatori in questione “avevano deciso di sfilarsi le maglie di gioco e di abbandonarle a terra, così cedendo ad una illegittima pretesa loro rivolta da propri sedicenti tifosi, di fatto legittimandone il comportamento ingiurioso ed aggressivo”.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Lello Scagnellato ha fatto 364 partite con la maglia biancoscudata – sottolinea il fantasista vicentino – ed è il Capitano con la C maiuscola. È un onore per me rendergli omaggio. Lui era una bandiera e adesso di bandiere ce ne sono sempre meno». Un paio d’ore dopo ecco l’amichevole di metà settimana proprio all’Arcella. Al di là del risultato, che ha visto prevalere il Padova 5-1, si trattava di decriptare la formazione che domenica affronterà la Triestina. Si è capito che per Ferretti non ci sarà posto che in panchina: Carmine Parlato lo ha schierato solo nella ripresa e l’argentino ha mostrato ancora incertezza nei movimenti: «È stato un ottimo allenamento – ha detto Parlato a fine partita – e come sempre l’importante è che nessuno si sia fatto male. Dionisi, Ferretti e Dené hanno messo minuti importanti nelle gambe, mentre Petkovic è stato tenuto a riposo per dare continuità al lavoro degli altri due portieri, mentre Sentinelli e Niccolini li abbiamo tenuti fermi per permettergli di recuperare dai rispettivi acciacchi». Molto difficile il recupero dei due centrali per domenica, mentre la formazione anti-Triestina più probabile dovrebbe essere quella vista ieri nel primo tempo. Ossia, portiere a parte, Busetto, Dionisi, Thomassen e Degrassi in difesa; Mazzocco, Segato e Nichele a centrocampo e Cunico dietro al duo Tiboni-Ilari.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Che il nuovo corso dirigenziale a Padova sia completamente diverso rispetto al precedente lo si vede da tanti piccoli particolari. Ad esempio dalla passione, dal rispetto e dalla commozione sincera che ieri all’ora di pranzo accompagnava la delegazione biancoscudata al cimitero dell’Arcella per deporre una corona di fiori sulla tomba di Lello Scagnellato, uno dei giocatori più amati fra i Panzer di Nereo Rocco. Proprio nella settimana che precede la partita amarcord contro la Triestina (domenica all’Euganeo), il presidente Giuseppe Bergamin, accompagnato dall’allenatore Carmine Parlato, dal capitano Marco Cunico e dall’addetto stampa Massimo Candotti ha reso omaggio a Scagnellato a sei anni dalla scomparsa. «Ho avuto la fortuna di conoscere Lello Scagnellato ai tempi in cui era accompagnatore del Padova – ha raccontato Bergamin – è giusto e doveroso ricordare e rendere omaggio a persone così attaccate ai colori biancoscudati per farli continuare a vivere nella mente dei tifosi». Che non fosse un’occasione formale ma un modo sincero di dimostrare attaccamento alla storia del club lo dimostra anche la partecipazione del capitano Marco Cunico, che ha dedicato a Scagnellato parole di ammirazione.
Ore 08.38 – (Biancoscudati Padova) Questo il programma allenamenti della prima squadra fino al 4 Novembre: Venerdì 31/10 allenamento alle 10.30 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza). Sabato 1/11 allenamento alle 10.00 allo stadio Appiani di Padova. Domenica 2/11 ore 14.30 gara di campionato 9° Giornata: Biancoscudati Padova – U. Triestina. Lunedì 3/11 riposo, Martedì 4/11 ore allenamento alle 14.30 al centro sportivo Memo Geremia (Guizza).
Ore 08.36 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Unione Triestina, in programma domenica 2 novembre alle 14.30. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 2 novembre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.00. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084. – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665. – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805. – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171. Per informazioni – Mail – biglietteria@
Ore 08.34 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 2 novembre, ore 14.30): AltoVicentino-Mori Santo Stefano, Clodiense-Giorgione, Dro-Belluno, Kras Repen-Fontanafredda, Legnago-ArziChiampo, Montebelluna-Union Pro, Padova-Triestina, Sacilese-Mezzocorona, Union Ripa La Fenadora-Tamai
Ore 08.32 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 24, Alto Vicentino 22, Belluno 19, Sacilese 15, Tamai 14, Clodiense 13, Union Ripa La Fenadora 12, Montebelluna, Fontanafredda, Giorgion 10, ArziChiampo 9, Union Pro e Legnago 8, Kras Repen 7, Dro 6, Mori Santo Stefano 3, Triestina 2, Mezzocorona 0.
Ore 08.30 – Serie D girone C, i risultati dell’ottava giornata: ArzignanoChiampo-Padova 0-1, Belluno-Giorgione 0-0, Fontanafredda-Dro 3-1, Mezzocorona-Clodiense 1-2, Montebelluna-AltoVicentino 2-4, Mori Santo Stefano-Legnago 0-1, Tamai-Sacilese 2-1, Triestina-Union Ripa La Fenadora 0-1, Union Pro-Kras Repen 0-1
Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 30 ottobre: termina 5-1 l’amichevole disputata dal Padova contro l’Arcello davanti ad almeno 300 tifosi. A riposo Sentinelli e Niccolini.