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Ore 22.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Nelle prime nove giornate, a prescindere dai risultati, non avevamo mai dato l’impressione di aver trovato la quadratura del cerchio. Ora invece, nel ko con la Cremonese e nelle vittorie con Giana e Arezzo, si è vista in campo una squadra con idee precise». A sottolineare la differenza tra il prima (gestione-Dal Canto) e il dopo (gestione-Serena) è il ds Ivone De Franceschi, convinto anche nel momento buio delle potenzialità del Venezia da lui costruito. «Premesso che non abbiamo ancora fatto niente, dico che i meriti per questo inizio di ripresa vanno equamente divisi tra tecnico e giocatori. I ragazzi per la loro disponibilità e ricettività, il mister invece per aver fatto scattare qualcosa, nella loro testa e in campo». Sul piano agonistico De Franceschi considera decisive alcune indicazioni di Serena. «Ora il Venezia è una squadra che verticalizza, cerca la profondità e gioca con maggiore rapidità, il tutto a beneficio dei singoli interpreti. Ad Arezzo sono arrivati tre punti strameritati, considerato che ci è stato anche annullato un terzo gol regolare e che non abbiamo gestito al meglio 5-6 ripartenze. Per questo dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa, per crescere anche nella gestione delle varie fasi delle partite. La strada però è quella giusta e i risultati, figli dell’atteggiamento di questo gruppo, finalmente confortano e danno impulso».
Ore 22.20 – (La Nuova Venezia) La cura-Serena funziona, ne ha tratto vantaggio la squadra, ma anche Andrea Raimondi, sempre più nel vivo dell’azione, meno defilato sulla fascia rispetto al 4-3-3 di Dal Canto, tanto da presentarsi con maggior frequenza in zona-gol. Novara, Cremonese, Giana Erminio: tre centri in rapida successione da aggiungere alla rete infilata alla Feralpisalò e tanti rimpianti per quella annullata ad Arezzo. «Un gol valido, validissimo» racconta l’attaccante padovano arrivato dal Trapani, «io ero in posizione regolare, l’arbitro l’ha annullato su segnalazione del suo assistente. Quando sono andato a chiedergli spiegazioni, mi ha risposto che c’era Magnaghi in fuorigioco e che aveva preso parte attiva all’azione». Più si rivedono le immagini dell’azione e più risalta come il centravanti, pur essendo davanti rispetto ai difensori dell’Arezzo, non ha precluso la visuale a Benassi. «Peccato davvero, sarebbe stato il quarto gol di fila» osserva Raimondi, rivitalizzato dal suo arrivo in arancioneroverde dopo un paio di stagioni alla ricerca della propria identità, «sono felice, iperfelice per la vittoria di Arezzo anche perché è arrivata al termine di una partita durissima, su un campo che ci ha messo a dura prova, soprattutto uno con le mie caratteristiche portato a scattare cento volte. Stiamo dando continuità anche ai risultati adesso, e non solo alla prestazioni». Venezia che risale posizioni in classifica superando anche l’handicap di dover cambiare formazione e posizione dei giocatori in ogni partita a causa di infortuni o squalifiche. Un problema prima di Dal Canto e adesso di Serena. «Per quanto mi riguarda con Greco e Magnaghi mi trovo a occhi chiusi, a seconda di chi fa giocare Serena o di come ci sistema in campo. Simone ad Arezzo ha disputato una partita straordinaria, a prescindere dal gol pazzesco che ha realizzato: precisione, coordinazione e potenza». Rete che è nata da una fulminea ripartenza del Venezia e dal tocco perfetto di Raimondi che ha innescato la cavalcata del centravanti aracioneroverde. «Magnaghi è stato fondamentale con la sua presenza in attacco, ha permesso alla squadra di risalire, ha gestito tanti palloni, ha messo in apprensione la difesa avversaria. Sono molto contento per lui». Parole che testimoniano la coesione che esiste all’interno dello spogliatoio arancioneroverde. L’unico appunto rimangono le ammonizioni. «Vero, verissimo» ammette Andrea Raimondi che domani sarà squalificato dal giudice sportivo, «prendiamo troppi cartellini gialli e il 70% gratuiti. Ha ragione il mister a sottolineare questo particolare, anche perché siamo solo alla dodicesima giornata di campionato e ne mancano ancora ventisei».
Ore 22.00 – (Giornale di Vicenza) Che bel regalo. A poche ore dal compleanno. Salvatore Bruno ha fatto tutto da sé. Se l´è impacchettato, l´ha scartato. Sabato a Bergamo contro l´AlbinoLeffe l´attaccante ha reso più frizzanti i suoi 35 anni, compiuti ieri. Auguri. L´implacabile Sasà ha realizzato la settima rete in campionato, una in più di Momentè che pure è riuscito a segnare a Tomei su rigore a pochi minuti dalla fine quando oramai si era ampiamente capito quale squadra dovesse portare a casa i tre punti. Un gol inutile quindi quello dell´attaccante orobico, perché la partita l´ha fatta e vinta con merito il Real, che stavolta non ha dovuto rincorrere gli avversari. Ha imposto il ritmo, ha creato occasioni, ha mostrato perché si trovi lassù in classifica.Tutti contenti. Bruno e i suoi compagni in primis. L´amico Dario Polverini, il difensore biancorosso di Anzio, su facebook gli ha fatto gli auguri così: «Auguri Sasà sboccia la boccia». Sempre più bomber del Real Vicenza, sempre più trascinatore di una squadra che veniva da tre pareggi e ha ritrovato la vittoria ad una settimana dalla sfida con il Novara, per tutti la squadra favorita per il ritorno in B. Vedremo come andrà, perché con un Bruno così e con un Real bello e cinico sarà dura per tutte, non solo per il Novara. La classifica ora comincia a dare alla testa. E senza voler fare battute forzate, i gol contro l´AlbinoLeffe il Real li ha trovati entrambi di testa. Prima con Bruno, appunto, poi con Piccinni, un muro in difesa, un attaccante aggiunto quando la squadra di Marcolini dispone di punizioni e calci d´angolo. Per Piccinni, che allo stadio Atleti Azzurri d´Italia tornava da ex, è stata una grande giornata quella di sabato. Alla vigilia della gara aveva detto senza peli sulla lingua che sarebbe tornato con spirito di rivalsa per come erano andate le cose un anno fa. E aveva affermato pure che se avesse segnato, non si sarebbe fatto problemi ad esultare. Così è stato. Esultanza più che giustificabile anche perché il gol realizzato all´AlbinoLeffe è il terzo dall´inizio del campionato con la maglia biancorossa. E le reti di Bruno e Piccinni sono costate la panchina al tecnico dei lombardi Alessio Pala. Al suo posto l´AlbinoLeffe, penultimo con 10 punti conquistati in 12 giornate di campionato, ha chiamato Roberto Bonazzi. Il Real targato Marcolini continua la propria favola. Una sconfitta in dodici gare, mai uno 0-0 e quindi capacità di andare sempre a segno, con attaccanti (soprattutto), ma anche centrocampisti e difensori. Il successo di sabato è uno schiaffo ai pareggi colti con Alto Adige e Giana – questi ultimi assai stretti – e infine Cremonese, il più giusto. Il bello probabilmente arriva adesso, con 4 sfide bollenti che arrivano tutte una vicina all´altra. Il Novara in casa, l´Arezzo fuori, la Torres al Menti, l´atteso derby col Bassano al Mercante, prima di una discesa (ma non si sa mai) caratterizzata dagli incontri con Mantova e Pordenone per chiudere il 2014 e sognare un 2015 ancora migliore. Marcolini avrà bisogno di tutti i suoi uomini, anche Odogwu e Ungaro che sono ai box per infortunio e purtroppo salteranno anche le prossime due gare almeno.
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Il Real Vicenza guarisce dal virus della pareggite e torna a splendere lontano dalle mura amiche. La vittoria con l’AlbinoLeffe è una significativa prova di maturità per gli uomini di Marcolini. Contro un avversario inferiore ma, a detta del mister, da prendere con le molle perché «rognoso», c’erano molte probabilità di incartarsi, di giocare un match sbattendo contro un muro e rischiando di subire un’infilzata. Dopo tre pareggi di fila, una sconfitta avrebbe avuto chissà quali ripercussioni sul morale. Invece, niente di tutto questo. Il match è filato via liscio con un solo padrone in campo e con una manovra fluida e veloce fin dalle prime battute: «Niente rincorse, stavolta – conferma l’allenatore che a Bergamo, ma sulla sponda atalantina, è stato un vero leader da giocatore – non abbiamo avuto bisogno di una delle nostre rimonte. Siamo stati saggi a costruire gioco senza rischiare più di tanto. Abbiamo imposto il nostro gioco con pazienza e alla lunga siamo stati premiati». Merito, ancora una volta di un immenso Bruno, issatosi, con il suo settimo gol, al vertice della classifica dei cannonieri. Un giocatore di categoria superiore, con una percentuale di realizzazione incredibile. Quando gli capita l’occasione, lui non la spreca mai, e anzi a volte tira fuori dei gol dal cilindro della sua furbizia ed esperienza, come l’incredibile pallonetto da fuori area con la Giana Erminio o l’astuta incornata in mezzo a tre difensori l’altro ieri con l’AlbinoLeffe. Alla vigilia del match, un uomo su cui puntare era senz’altro anche Matteo Piccinni. Tre anni splendidi all’AlbinoLeffe, la parentesi di Padova e poi l’amaro ritorno a Bergamo, con il difensore in scadenza di contratto messo praticamente fuori rosa, fino all’inevitabile separazione consensuale. Troppo grande la sua voglia di far vedere ai seriani che razza di giocatore si sono persi : «Ero fuori ruolo, mi facevano giocare troppo centrale quando io preferisco muovermi più sulla fascia. Comunque nessuna rivalsa, ma solo la mia personale voglia di rilanciarmi». La sua è la terza incornata vincente in questo campionato finora praticamente perfetto; unica eccezione, il match d’esordio a Salò, ciccato in pieno anche nella sua personale prestazione. Da allora, però, sia Piccinni che il Real hanno marciato a passo di carica. Ora toccherà alla corazzata del girone, il Novara.
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Si può fare. Anche senza Ragusa, Maritato, Bremec, Gentili e Tutino, con Cocco a mezzo servizio e con Di Gennaro perso strada facendo. Questo Vicenza falcidiato dagli infortuni contro la Pro Vercelli ha dimostrato che provare a vincere, in attesa di tempi migliori, è comunque un´impresa possibile. Per riuscirci, però, è necessario buttare il cuore oltre l´ostacolo e sopperire alle tante assenze con il massimo della concentrazione, della generosità e della grinta: le armi utilizzate sabato da Nicolò Brighenti per chiudere quasi ogni varco in difesa. Brighenti, è stata una vittoria importantissima considerando il momento vissuto dalla squadra. «Ci voleva, ci voleva proprio – conferma il difensore biancorosso -. Contro la Pro Vercelli i tre punti erano fondamentali, a prescindere. Hai voglia a dire che la classifica non si guarda e bisogna continuare a lavorare: tutto vero, per carità, ma se i risultati non arrivano nonostante il massimo dell´impegno, è inevitabile cominciare a cadere un po´ in depressione. Tra l´altro secondo me abbiamo pure meritato il successo per il gioco espresso, quindi tanto meglio». Non avete temuto il peggio quando siete passati immeritatamente in svantaggio e Di Gennaro è uscito per infortunio? «Per fortuna la reazione è stata immediata, perché il rischio di buttarsi giù ci poteva stare. Poi vai a guardare com´è andata, e pensi che magari quella punizione l´avrebbe calciata proprio Davide, e chissà se avrebbe segnato come ha fatto Moretti Insomma, speriamo che possa essere stato un momento simbolico di svolta nella nostra stagione. Adesso sta a noi fare in modo che questa speranza si trasformi in realtà». Lei ha giocato da difensore centrale, come non capitava da un po´. Contento della sua prova? «Direi di sì. Ormai mi conoscete, di fatto sono un po´ un jolly ed è in un certo senso la mia fortuna, perché così posso mettermi a disposizione del tecnico in ogni posizione della difesa e con ogni modulo. Con la Pro Vercelli ci ho messo tutta la grinta e l´attenzione che avevo, anche perché se non ci metto almeno quelle non posso certo pensare di rendermi utile per i piedi buoni ».
Ore 21.00 – (Gazzettino) Dopo la requisitoria di Andrea Pierobon pubblicata sul proprio profilo ufficiale di Facebook, arriva la sfuriata del direttore generale Stefano Marchetti: Cittadella, così proprio non va. Il portiere granata, interpretando il pensiero collettivo, ieri ha scritto che «…desta più di qualche preoccupazione la “mollezza” della squadra e ne è esempio la partita con il Latina ultimo in classifica. E, come ripetono sempre mister e diggì, se il Cittadella non gioca con grinta, cuore e cattiveria su ogni pallone, è assai difficile portare a casa l’intera posta in palio. Dopo 13 giornate e con appena 12 punti, adesso, manco a dirlo, serve uno scatto d’orgoglio, una reazione vigorosa». Stefano Marchetti magari non avrà letto il post di Pierobon, ma tocca gli stessi argomenti: «Sono molto arrabbiato, perché certe occasioni la squadra deve coglierle. Ripetiamo di continuo che ci occorre una vittoria per cambiare il trend negativo. Abbiamo sprecato una ghiotta opportunità». Il dirigente spiega: «Mi è piaciuto il primo tempo, dove al gol nostro il Latina ha risposto senza un tiro in porta. Rientrati in campo dall’intervallo, ho invece assistito a un’altra partita, subendo senza reagire, e questo non lo accetto. Voglio un Cittadella grintoso, determinato, attento e propositivo per tutti i novanta minuti». E aggiunge: «Nella prima parte ho visto la squadra che piace a me, compatta ed equilibrata, abbiamo aggredito gli avversari molto alti. Vedevo il Latina in difficoltà, incapace di arrivare al tiro, ed ero convinto di portare a casa tre punti importanti. Poi ci siamo abbassati troppo, e l’abbiamo fatto senza più uscire dalla nostra metacampo. Lo ripeto chiaramente: si corre, si lotta e gioca a calcio per tutta la gara». Adesso si devono capire le cause di questa trasformazione. «Personalità, fisicità: mi vengono in mente questi due aspetti ma possono essere tanti i motivi. Analizzeremo la partita con la squadra, ci parleremo. Credo che i primi ad essere delusi siano gli stessi calciatori». E alla fine si poteva anche perdere. «Per come si era messa, abbiamo guadagnato un punto», l’amara constatazione del direttore generale. Abbiamo visto qualche giocatore in difficoltà, stanco. Spesso e volentieri, a causa di infortuni e squalifiche hanno tirato la carretta sempre gli stessi. «Ma non giochiamo le Coppe, i tempi di recupero ci sono. I calciatori non lavorano in miniera, si allenano durante la settimana per arrivare in condizione ideale per la gara. Non accetto e non voglio trovare scusanti di questo tipo». Foscarini sabato ha scelto il 3-5-2 che ha restituito protezione e compattezza. «Con i giocatori attualmente a disposizione credo sia la soluzione migliore, frutto di un’attenta analisi. Barreca più alto è chiamato a meno compiti in fase difensiva, la mediana garantisce il filtro giusto e Sgrigna può stare più vicino all’area. A patto, però, di dare tutti il cento per cento». E sabato si va sul campo della capolista Carpi. «Partita difficile, ma il Cittadella dei primi 45 minuti con il Latina è una squadra che può fare bene», conclude Marchetti.
Ore 20.40 – (Mattino di Padova) Il “Cobra” torna a mordere, ma non basta. Il pareggio fra Cittadella e Latina, il quarto consecutivo per i granata, il quinto nelle ultime sei partite, si può riassumere anche così. Claudio Coralli è tornato al gol, da opportunista, interrompendo un digiuno personale che durava dal momentaneo 1-0 della gara poi persa 2-3 con il Lanciano lo scorso 4 ottobre. Come allora, però, centrare il bersaglio non è stato sufficiente per i tre punti. «Peccato, perché con il Latina eravamo partiti bene, e sembrava che la partita si fosse indirizzata sul binario giusto. Poi, però, nel secondo tempo siamo calati e loro ne hanno approfittato, venendo fuori palla a terra» commenta l’attaccante di Borgo San Lorenzo. Per Claudio Foscarini dietro al crollo della ripresa ci sono soprattutto ragioni psicologiche: sono emerse le insicurezze di una squadra a cui la vittoria manca da troppo tempo. «Il nostro calo? Difficile spiegarlo» continua Coralli. «Non so se abbia influito il campo pesante, a cui non eravamo abituati e che c’era anche per il Latina. Tra l’altro ultimamente proprio nei secondi tempi avevamo fatto vedere le cose migliori. È vero che sono quattro partite che non perdiamo, ma è anche vero che la vittoria manca da tanto e ci servirebbe per dare una svolta. Col Latina, le occasioni per chiudere la gara le abbiamo avute e dovevamo sfruttarle. Invece, alla fine, viste quelle che hanno avuto loro nel secondo tempo, possiamo parlare di punto conquistato. Il modulo, col passaggio al 3-5-2? Cambia poco per noi attaccanti. E in generale, comunque, la differenza la fa l’atteggiamento». Da domani pomeriggio si comincerà a lavorare in vista della trasferta in casa del Carpi, squadra che guida la classifica assieme al Frosinone. «Possiamo andar lì a fare risultato, prima o poi la vittoria tornerà» conclude il “Cobra”. «È un campionato strano, questo. Il Frosinone continua a vincere; il Latina, che ha una rosa da alta classifica, è in coda. Può succedere di tutto».
Ore 20.20 – (Gazzettino) Nei derby sembra avere quasi un conto in sospeso con le avversarie. Fatto sta che per Alberto Rubbo, che di mestiere fa il centrocampista, il gol-vittoria nell’anticipo con l’Abano fa il paio con il sigillo che ha aperto il successo giallorosso per 3-1 alla quarta giornata con il Thermal. E il San Paolo, tra l’altro sua ex squadra, è avvisato (30 novembre). «Nessun conto in sospeso – sorride l’interessato – ma i derby mi portano bene. Ripetermi con il San Paolo? Speriamo. Sabato è andata bene, sono contento. È stata una bella azione: bravo Rondon a metterla dentro e Bernardelle a spizzarla. Ci abbiamo creduto fino alla fine, siamo stati bravi a sfruttare l’occasione. Sono tre punti importanti per il nostro cammino». Un successo che ha riproiettato la truppa di Zattarin al vertice della classifica in solitaria, dato che ieri il Piacenza ha perso 1-0 nello scontro diretto casalingo con il Rimini, e proprio i romagnoli sono ora i più diretti inseguitori dei giallorossi con una lunghezza di ritardo. «Fa piacere, ma ragioniamo partita dopo partita. Il derby è già passato, pensiamo alla gara importante che ci aspetta mercoledì con il Fidenza. In classifica loro sono in ritardo, ma dobbiamo dimostrare che ci siamo mentalmente e dobbiamo vincere anche con le piccole con le quali abbiamo incontrato qualche difficoltà dato che si chiudono di più. Con Imolese e Formigine abbiamo infatti perso, e bisogna cambiare rotta». Tornando al suo gol, ha sfruttato al meglio un suo inserimento in area, giocata che ha nelle corde. «Sì, mi piace andare dentro. Poi quando hai in squadra giocatori come Rondon che mettono la palla dove vogliono, diventa tutto più facile». Il derby con i neroverdi sembrava ormai incanalato sullo 0-0 prima del suo exploit quasi al fotofinish. «L’Abano è partito meglio e nei primi venti minuti ci ha messo un po’ in difficoltà, ma siamo stati bravi a tenere e a restare compatti. Nel secondo tempo siamo usciti noi, abbiamo fatto bene. L’importante è sempre non prendere gol, e questa volta ci siamo riusciti. Dobbiamo continuare su questa strada». Corto e ben registrato tra i reparti, l’Este ha dato l’impressione di essere molto solido. «Il nostro segreto è proprio la compattezza, anche se dobbiamo migliorare ancora molto. Dobbiamo continuare in questo modo perché ultimamente prendevamo troppi gol. Poi davanti abbiamo giocatori importanti come Rondon, Coraini e Bonazzoli, che attualmente ci manca, che possono risolvere la partita in qualsiasi momento. Senza dimenticare quelli che entrano a match in corso come Bernardelle, che ha fatto subito l’assist in occasione del mio gol».
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Renzo Rosso scende i gradini della tribuna, stringe mani, firma autografi, inclusa una maglia giallorossa che una bimba gli porge radiosa, fa le presentazioni coi genitori di Nolè che gli si fanno incontro e analizza il match col volto estasiato. «Beh, è una squadra che non molla mai questo Bassano, mi piace lo spirito, sa soffrire. Il primo posto? Non è cambiato niente, ce lo godiamo e basta. Volete sapere chi ho apprezzato di più? Tutti per l´impegno e l´applicazione ma se proprio devo fare un nome devo ammettere che Cattaneo mi emoziona sempre». Lì a fianco il presidente Stefano offre la sua di disamina. «Vincenti e con altri tre punti in tasca, conta quello – fa esercizio di prosaicità il pres – la partita l´ha girata Asta con un paio di cambi nella ripresa. Quanto al primato continuiamo a godercelo senza pressioni, ma a me interessa intanto muovere sempre la classifica». Tonino Asta invece non si capacita dell´espulsione. «Non c´era nè la mia nè quella del mio collega Juric – taglia corto l´ex cuore Toro – lui ha accelerato la rimessa del pallone e io ho esultato al terzo gol oltrepassando i limiti dell´area tecnica. Ecco, spero che ne tengano conto in sede di giudizio e non mi ritrovi fuori sabato con l´Alessandria, sarebbe quantomeno curioso». Poi va sul match. «Forse siamo stati meno spettacolari di altre volte, ma guardate che io avevo messo tutti in guardia della forza del Mantova, una squadra in grande ascesa che avevo visionato di recente e stava lievitando tantissimo. Loro aprono il campo, cercavano gli scarichi sugli esterni e anche l´imbucata centrale. Allora ho scelto di mettere Cenetti togliendo Pietribiasi perchè mi serviva qualcuno che mi facesse da schermo là in mezzo. Dopo un´ora ci siamo messi col 4-1-4-1 con Nolè centravanti di manovra per ridurre i rischi». Qui nel dopopartita svela un aneddoto . «A dirla tutta io volevo inserire un´altra punta al posto di Stefano per mettere al sicuro il risultato e devo ringraziare il mio vice, Frank Farina che mi ha fermato suggerendomi di schierare un centrocampista a copertura». Davanti alla vetta nuovamente raggiunta da padroni non si scompone. «Ma no, andiamo avanti tranquilli, ci fa piacere, dà entusiasmo ma non ci modifica niente. Piuttosto guardate le altre: il Novara sta salendo come un treno, è inevitabile e il Monza nonostante i guai societari sta giocando paradossalmente senza più pressioni e vince sempre. Perciò procediamo sereni». Nella classifica dei cannonieri Nolè e Pietribiasi avanzano a braccetto e si portano a quota sei, con un centro in meno rispetto al bomber del Real Vicenza Salvatore Bruno. Dietro di loro Iocolano e Maistrello sono per il momento fermi a tre reti in campionato.
Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) Non accosta mai a bordo strada Bassano che anzi non smette di sgommare e sgasare per sottrarsi all´inseguimento delle fuoriserie che gli corrono alle spalle. Però la Virtus sarà anche un´utilitarietta da città ma per il momento si sta divertendo un mondo a dare la polvere ai macchinoni che provano a riacchiapparla. Ecco perchè il primo posto ancora in solitaria fa più sugo, senza stare ad alambiccarsi per quanto durerà. Intanto c´è. Per un quarto d´ora si balla la samba, la partenza ha ritmi indiavolati e sembra di stare sulle montagne russe al luna park. Pronti via e Novothny schizza via, incrocia il diagonale mancino che accarezza il palo. Quindi Nolè ha palla dentro l´area e un metro abbondante di spazio. Da uno col suo piede di velluto ci si aspetterebbe che affrescasse qualche pennellata nel sacco e invece sceglie di partire in slalom alla Tomba, inforca il primo paletto e adiòs. Poi il Mantova passa al minuto 11: punizione nel mucchio di Siniscalchi, Rossi esce smanacciando ma nel frattempo Semenzato ha placcato Caridi come un estremo del rugby. Rigore ineccepibile che lo specialista Zanetti stampa nel lato opposto battezzato da Rossi per il tuffo. Zero a uno e Bassano ride verde. Eppure la reazione è vibrante e veemente: tre giri di lancetta soltanto e Proietti opera un poderoso break sulla trequarti virgiliana serve l´ex Pietribiasi appena fuori dall´area. Ora Pietribiasi per decreto legge non calcia al di là del dischetto, figurarsi se può puntare dal limite. E stavolta, alè: il Condor spara una sassata chirurgica sulla soglia dei sedici metri indovinando il pertugio laddove Festa mai potrà arrivare. L´1-1 immediato elettrizza lo stadio meglio di un multiplo generatore di corrente e sull´ondalunga dell´euforia Nolè già sull´assalto seguente irrompe in area, lo affronta (male e scompostamente) Scrosta che lo ostacola. Fiorini, arbitro dal fischietto e dal cartellino facile, indica una seconda volta il penalty e l´esecuzione del solito Nolè è da manuale: bolide al tritolo da una parte e portiere a librarsi dall´altra. Sorpassone in tromba completato in appena 5´ e Mantova fatalmente stordito e confuso. Infatti quando scocca il 36´ i lombardi rischiano di tracollare del tutto: punizione dai venti metri di Furlan che cesella una deliziosa palombella nell´angolo sulla quale Festa plana ginnico a togliere dalla rete scongiurando il collasso anticipato. Prima della pausa l´irrefrenabile e inarrestabile Zanetti porta una minaccia con una conclusione dalla lunga che nessuno corregge adeguatamente e dopo il thè caldo il match muta copione. Il Mantova si sforza di fare tanto possesso, ma è un giro palla elegante che tuttavia non angoscia nè innesca reali apprensioni anche perchè nel frattempo intelligentemente Asta ha adottato un opportuno cambio di sistema: avanti col 4-1-4-1, il mastino della mediana Cenetti ad alzare la diga al posto di Pietribiasi la cui missione del gol buono a santificare la domenica l´aveva già compiuta. I virgiliani avanzano il baricentro, lanciano in avanti pure Filippo Boniperti (nipotino impalpabile del leggendario Giampiero), ma la circolazione non produce un fico secco, escluso qualche mischione più o meno selvaggio. Così Iocolano sorvola la traversa due volte di capoccia e nel primo minuto di extratime, Scalise s´incarta su un´apertura di alleggerimento, il velocista Cattaneo fugge per praterie, mette a sedere con una finta e un dribbling il portiere incorniciando il 3-1 della staffa. Dipingendo una notte di coccole e dolcezze. Ancora da padroni.
Ore 19.30 – (L’Arena) Il Legnago, senza gli squalificati Fonjock e Tobanelli, ha deluso e il direttore generale Mario Preto non ha risparmiato critiche. «Si è visto chi aveva le motivazioni giuste. Devo fare i complimenti all’allenatore Lomi che impostato bene il Mezzocorona, mentre il Legnago è stato sorpreso dagli esterni. Male nel primo tempo, buona la reazione nella ripresa, ma troppi sprechi in attacco. Come in avvio di stagione». Così mister Rossi: «Sbagliato l’approccio del Legnago con un pessimo primo tempo e un risveglio tardivo nella ripresa con troppi errori in zona gol. Non ci sono giustificazioni per la nostra gara a Mezzocorona».
Ore 19.20 – (Trentino) Alla vigilia del match l’allenatore gialloverde Luca Lomi era stato chiaro: non gli interessava il come e il perché, lui voleva i tre punti. E i suoi giocatori l’hanno accontentato. «E’ andato tutto benissimo – spiega un raggiante Lomi a fine partita – perché il risultato positivo è arrivato al termine di una partita che abbiamo interpretato nel migliore dei modi. Tre punti e prestazione, meglio di così non poteva finire. Visti gli altri risultati oggi (ieri, ndr) vincere è stato doppiamente importante, perché ci ha permesso di recuperare tre punti su tante dirette rivali nella corsa salvezza e il “gruppone” è rimasto compatto. Siamo stati bravi, concentrati, determinati e, finalmente, raccogliamo quanto seminiamo in settimana. E’ dall’inizio dell’anno che questo gruppo lavora sodo e con un’incredibile professionalità, ma quando non arrivano i risultati tutto diventa ovviamente molto più difficile perché, inconsciamente, si perde fiducia e ci si lascia andare. Noi non abbiamo mai mollato e, adesso, mi auguro che inizi un altro percorso. Domenica prossima affronteremo l’Altovicentino: sulla carta si tratta di un match quasi impossibile per il Mezzocorona, ma nel calcio mai dire mai».
Ore 19.10 – (Trentino) Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Un ottimo Mezzocorona centra la prima vittoria stagionale e abbandona l’ultimo posto solitario in classifica. La formazione allenata da Luca Lomi gioca una ottima gara contro i veronesi del Legnago e grazie alle reti di Bentivoglio, Magnanelli e Alouani porta a casa tre meritatissimi punti. Avvio di gara con ritmi elevati, ma con poche occasioni da rete. Al 23′ Fioretti si fa vedere dalle parti di Zomer, si libera bene in area di rigore ma viene bloccato da Fochesato che chiude bene. Al 27′ ancora Fioretti scarta Zentil, ma Zomer chiude con sicurezza sulla punta ospite. La gara è piacevole e al 34′, dopo un calcio d’angolo battuto dai veneti, veloce contropiede orchestrato da Bentivoglio e Zentil, ma Talin in scivolata chiude su Bentivoglio salvando i suoi. Al 40′ i gialloverdi passano in vantaggio. Lorenzi finta la conclusione e serve Bentivoglio che, da buona posizione, batte splendidamente il portiere avversario. La reazione del Legnago, squadra capace di centrare tre vittoria di fila prima di questa gara, non arriva e il Mezzocorona addirittura raddoppia. Al 46′ Misimi supera in bello stile Falchetto e serve sul secondo palo Magnanelli che deve solo spingere il pallone in rete per il due a zero. Secondo tempo con il Legnago che spinge alla ricerca del gol che possa riaprire il match, ma al 52′ Farinazzo conclude a lato di poco. Passano due minuti e la formazione veronese crea l’occasione più importante della sua partita: Rivi si libera in area di rigore, calcia su Zomer in uscita, la palla arriva al limite dell’area rigore sui piedi di Farinazzo che conclude, ma il portiere di casa è insuperabile e mette in angolo. Al 59′ Valente trova lo spazio giusto per crossare, con la sfera che attraversa tutta l’area di rigore con nessuno che riesce ad impattare con il pallone. Al 66′ si vede anche il ‘Mezzo’ con Misimi che ci prova dalla distanza, ma il suo tiro finisce alto sopra la traversa. Poco dopo ospiti avanti con Rivi che supera il proprio marcatore, ma calcia abbondantemente alto. Al 75′ gialloverdi rotaliani vicini al terzo gol con Caridi che serve il neoentrato Gironimi che supera il portiere e rimette il pallone in mezzo, ma Holler, pressato, mette sopra la traversa. Due minuti dopo Valente dalla sinistra crossa per Rivi che di testa conclude centralmente tra le braccia dell’attento Zomer. Sul capovolgimento di fronte bella combinazione tra Minati, Caridi e Bentivoglio, con conclusione di questi, ma l’estremo difensore para. All’81’ il Mezzocorona serve il tris e chiude la gara. Caridi da calcio di punizione centra il palo, ma Alouani è il più lesto di tutti nel mettere in rete per il tre a zero su cui si chiuderà poi il match. Nel finale la squadra di Lomi va addirittura vicina al quarto gol con Bentivoglio e Caridi, ma Miletic è attento.
Ore 19.00 – Disponibile a questo link l’articolo relativo all’ufficialità dello spostamento di Dro-Padova allo stadio “Briamasco” di Trento.
Ore 18.50 – (Il Piccolo) «La mia non vuole certo essere una scusante ma dalla nostra posso dire che non abbiamo certo la fortuna”. Il dirigente della Prima squadra Tullio Simeoni si riferisce agli episodi che hanno contraddistinto l’incontro col Mori Santo Stefano. Episodi chiaramente negativi per i carsolini. «Il gioco nostro è stato a sprazzi, ma abbiamo collezionato 4-5 occasioni nitide da gol. Purtroppo è mancata la freddezza sotto porta. Gli avversari invece hanno usufruito di un calcio di rigore davvero dubbio», racconta Simeoni. Il penalty viene raccontato così dal dirigente biancorosso: «Il fallo di mani è avvenuto probabilmente fuori dall’area, e comunque il tiro è arrivato sul braccio di Cvijanovic quando questo era a mezzo metro dal suo avversario. Non lo so, a me è parsa una forzatura assegnare questo penalty». Sul cambio di modulo in corsa Simeoni spiega: «Gli avversari si sono presentati con tre punte. Per cercare di renderci più pericolosi, ovviamente rischiando qualcosa in più, ci siamo messi a tre anche noi, aumentando il numero di giocatori a centrocampo. Alla fine però nemmeno questo è servito». A parlare del momento no del Kras è il capitano Radenko Knezevic. «Non lo so, sarà anche una questione di testa visto che quando abbiamo delle occasioni da rete non riusciamo a finalizzarle, ma credo che la componente “sfiga” stia davvero contando molto». Ieri la bandiera del Kras ha avuto almeno tre occasioni d’oro: «Lo so, purtroppo non è entrata. Se avessimo segnato sicuramente l’incontro sarebbe andato diversamente. Ad ogni modo il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Alla fine invece è arrivato questo calcio di rigore che ci condanna ingiustamente».
Ore 18.40 – (Trentino) Zoller, nonostante la meritata prima vittoria in casa, decide di non rilasciare alcuna dichiarazione e si affida alle parole del suo direttore sportivo, Pietro Addeo, che si complimenta con tutti i suoi uomini: «Un ringraziamento sentito allo staff, ai giocatori e alla società, a cui dedico questa vittoria. Fino a qui abbiamo dimostrato di esserci, adesso, da qui in avanti, dobbiamo dimostrarlo ancora di più». Per il ds moriano, questa vittoria in casa non può che giovare all’animo della squadra che arrivava da un periodo non certo positivo: «Grazie a questi 3 punti possiamo tornare a guardare le cose a testa alta». Addeo si dice anche contento della prestazione fornita dai suoi uomini sul terreno di gioco. «Ho visto davvero un buon Mori – spiega – con tanta voglia di fare, tanta grinta e soprattutto tanto cuore. Questa è la nostra forza». Per quanto riguarda le condizioni di Calliari, Addeo si dice ottimista per quanto riguarda l’impegno futuro: «Calliari è in crescita, oggi ha dato una grossa mano. E per quanto concerne la campagna acquisti di dicembre, in settimana parleremo con il mister e poi faremo le nostre valutazioni».
Ore 18.30 – (Trentino) Giornata storica per il Mori che ieri pomeriggio, allo stadio comunale moriano, ha conquistato la prima vittoria in assoluto sul terreno di casa sconfiggendo il Kras Repen per una rete a zero. I padroni di casa, decisamente superiori rispetto agli ospiti, hanno faticato ad insaccare la sfera riuscendo a chiudere l’incontro a pochi minuti dalla fine grazie a una rete di Tisi su rigore. Nel primo tempo, così come nel secondo, il Kras non è riuscito a essere incisivo soffrendo non poco il gioco degli avversari. La cronaca. Al 2’ è subito Mori con Tisi che dal fondo crossa nel mezzo per Deimichei che l’aggancia di testa senza pericolosità. Ancora Mori al 4’ con l’uno due tra Tranquillini e Deimichei che si fa fermare in area avversaria. Al 9’ c’è spazio per gli ospiti che minacciosi salgono con Grujic che allunga per Zlogar fino al cross sul piede fulmineo di Spetic, ma Rossatti prontamente respinge. Al quarto d’ora Mori aggressivo con una cannonata dalla distanza di Tisi che la spara non molto sopra la traversa. Al 20’ un timido Kras si affida a Grujic che ruba palla di prepotenza e scaglia una fucilata decisamente troppo alta. Al 27’ un magico Tisi tocca fulmineo per Tranquillini che controlla e cannoneggia Budicin il quale salva miracolosamente mettendo in angolo. Ancora Mori al 35’ con Deimichei a servire Calliari ma l’esperto giocatore di casa tocca male e spreca un’occasione d’oro. Le ultime azioni prima della pausa sono per gli ospiti: al 42’ con Slavec che crossa nel mezzo dove trova Rossatti che la fa sua, e poi con Spetic al 44’ che crossa lungo per Petracci, ma controlla male e la spara altissima. Nella ripresa non ci sono grossi sconvolgimenti. Zoller cerca un nuovo schema per provare a portare a casa un risultato utile, mentre il Kras Repen sembra affidarsi alle sole forze di chi è già in campo. Al 2’ Deimichei lancia Tranquillini che prova il tiro senza eccessiva precisione. Si rivede il Kras al 10’ quando Fross lancia in contropiede Knezevic che viene prontamente fermato dal reattivo Pozza. Traversone dalla tre quarti per Cristelotti all’11’ che spiazza tutti, ma sfiora la traversa. Pericolo per il Mori al 22’ con Knezevic che fucila Rossatti, respinta, ancora Knezevic, cross nel mezzo, sfiora Bordon di testa lasciato libero. Entra Eisenstecken che in pochi minuti conquista l’ammonizione e sfiora di un pelo il gol al 38’. Al 43’ un fallo di mano in area di Cvijanovic permette a Tisi di insaccare e al Mori la vittoria.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Quando il pareggio sembrava ormai scritto ci ha pensato l’attaccante Gianmarco Brotto a riscrivere il copione della partita con un gol che nel basket si chiamerebbe a fil di sirena. Vincere al 95’ vale doppio Gianmarco? «Sono ovviamente soddisfatto di aver segnato il gol partita. Siamo stati bravi a crederci tutti fino in fondo anche quando siamo andati sotto grazie al gol capolavoro di Comin. Il campo era difficile ed era da un po’ che non riuscivamo a fare gol, finalmente ci siamo sbloccati. Siamo stati anche fortunati a segnare nell’ultimo minuto di recupero». Ci spieghi l’esultanza alla Luca Toni con la mano ruotata vicino all’orecchio? «È un’esultanza in polemica con mio papà che mi dice sempre che sono scarso. Sarà stato contento – dice sorridendo – visto che non ho giocato dall’inizio». Ti aspettavi di partire in panchina o sei rimasto sorpreso dalla scelta del mister? «È ovvio che un giocatore vuole sempre giocare ma vanno rispettati anche i miei compagni che stanno facendo benissimo. Stiamo tutti bene e alla luce del risultato credo che starò in panchina anche domenica prossima». L’altro protagonista di giornata è stato Sandro Andreolla, autore del rigore del momentaneo pareggio 4’ dopo il vantaggio di Comin. «Vincere con un gol all’ultimo secondo è sempre una gioia particolare – commenta l’attaccante – a mio parere con il secondo tempo che abbiamo fatto abbiamo legittimato questa vittoria». L’allenatore avversario Feltrin ti ha accusato di aver accentuato la caduta in occasione del rigore: come replichi? «Accentuato proprio no, a me piace dire che l’esperienza serve a qualcosa. Io ho spostato la palla e Palmieri mi è venuto addosso commettendo un errore di inesperienza che è il dazio che devono pagare i giovani. È stato un rigore cercato ma che ci stava». Con 16 punti avete agganciato la zona playoff: questi 3 punti cambiano le vostre prospettive adesso? «Fin qui siamo in linea con i nostri obiettivi essendo quinti in classifica. Adesso abbiamo 2-3 partite sulla carta alla nostra portata contro squadre che lottano per salvarsi, l’obiettivo è di fare un filotto di risultati positivi e poi a dicembre vedere dove saremo in classifica».
Ore 18.00 – (Corriere delle Alpi) Giustizia. Sarà capitato di aver perso una partita, senza meritarlo. Ieri, invece, è andata anche un po’ bene al Ripa Fenadora, non per questo deve farsene una colpa. Il presidente Nicola Giusti lascia la tribuna con la faccia di chi quasi non ci crede. Come quello che ha appena rubato le offerte in chiesa: «Dobbiamo fare meglio», sentenzia, «siamo contenti di aver vinto, ma sono il primo a dire che questa squadra è in grado di esprimere un calcio migliore di quello che ho visto nella ripresa. Dopo il cambio di campo, c’è stato un momento in cui non ci abbiamo capito molto. Meno male che abbiamo questo vizio di crederci sempre, pertanto ci abbiamo provato fino in fondo». Il tecnico Massimiliano Parteli è schizzato fuori dalla panchinca, per andare a festeggiare con i suoi ragazzi il gol di Brotto: «Siamo contenti di questo successo rimediato solo a una trentina di secondi dalla fine. È la riprova del fatto che il calcio è caratterizzato dagli episodi: la conclusione di Gianmarco fa parte di questo catalogo. Gliel’avevo detto che avrebbe segnato e sono felice che mi abbia ascoltato». Il collega Francesco Feltrin ha sottolineato la circostanza del rigore. Secondo lui, non c’era assolutamente: «È vero, sono d’accordo con lui. Mi sarei arrabbiato anch’io se l’arbitro mi avesse fischiato contro una massima punizione del genere, premesso che Andreolla è stato molto furbo. Ad ogni modo, l’ha dato e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione». Molte novità nella formazione iniziale. Motivo? «Giocano quelli che stanno meglio, i ragazzi che durante la settimana vedo più in palla. Molto semplice. Adesso vedremo per domenica prossima, può darsi che ci siano degli altri cambiamenti, perché no?». […] Fiero diesse. Tecnicamente Alberto Faoro non ha visto quello che avrebbe voluto. Ma sul piano del carattere, il direttore sportivo del Ripa Fenadora è un uomo felice: «Non sono tre punti completamente meritati, questo devo dirlo, però non c’è dubbio che, ancora una volta, i ragazzi abbiano dimostrato di avere attributi. Ci hanno provato fino all’ultimo secondo e sono contento che sia arrivato il giusto premio alla loro caparbietà. Detto questo, nella ripresa, non abbiamo giocato per niente un buon calcio, dopo essere andati al riposo con una certa fiducia». Il primo episodio da analizzare è il calcio di rigore del pareggio: «È stato generoso. Non so se l’avrei dato, anche se Andreolla è stato parecchio smaliziato, nel contatto con il difensore. Meglio che l’abbia dato, ci mancherebbe, ma rimane una circostanza da moviola».
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’eurogol di Gabriele “Lele” Comin (primo in casa) ha interrotto l’astinenza offensiva dell’Union che durava da 518′ ma non ha portato nessun punto in classifica. Lele come si commenta questa sconfitta beffa? «Da una parte siamo soddisfatti della prova fatta visto che eravamo in formazione largamente rimaneggiata e chi fin qui aveva giocato poco ha fatto bene, ma dall’altra brucia perdere in questo modo. Per noi il punto cambiava poco a livello di classifica ma era molto importante per il morale visto che veniamo da un periodo negativo. Abbiamo impostato la partita come potevamo fare stando tutti stretti e ripartendo quando era possibile, ma quando giochi così devi raccogliere qualcosa. Poi è un periodo che non ci gira niente perché ogni decisione dubbia ci viene data contro». Per te la delusione è doppia visto che il ritorno al gol non ha portato punti? «Personalmente sono contento per aver ritrovato il gol che mancava da tanto sia a me che alla squadra anche se non è servito. Avrei tante dediche da fare ma questo gol voglio dedicarlo alla mia compagna Marta e a mia mamma Laura che erano allo stadio a vedermi».
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’allenatore Francesco Feltrin mastica amaro dopo una sconfitta beffa arrivata all’ultimo minuto di recupero: «Brucia perdere così – commenta il mister – perché secondo abbiamo fatto una buona prestazione dal punto di vista caratteriale con i pochi giocatori rimasti a disposizione. Avevamo fatto bene quello preparato in settimana ma anche stavolta siamo stati puniti da un rigore che non c’era. Palmieri mi ha giurato che non ha nemmeno sfiorato il loro attaccante. Sappiamo che Andreolla è bravo in queste situazioni e l’arbitro ci è cascato rimettendoli in partita». Come si riparte dopo un ko del genere? «Per noi un punto era importante per il morale. Il gol al 95′ è stato una mazzata. Dobbiamo recuperare fiducia partendo dalla determinazione che non è mancata. Domenica abbiamo una brutta bestia come il Tamai bravo nel gioco di rimessa e tecnicamente esperto. Il morale è sotto i tacchi ma sto già pensando al Tamai. Da martedì ci penseranno anche ai ragazzi. Dobbiamo voltar pagina e guardare avanti». È necessario tornare sul mercato visto che le 5 assenze hanno messo in risalto la rosa troppo corta? «Abbiamo preso un’espulsione stupida due domeniche fa e tante ammonizioni evitabili. Domenica avremmo fuori Zanette e Trevisiol in difesa che sono due giocatori di fisicità, vedremo di correre ai ripari. Almeno recuperiamo i 3 squalificati e tornerà Cattelan in attacco. Poi arriverà anche qualcun altro».
Ore 17.30 – (Tribuna di Treviso) Forse 5’ di recupero erano troppi, sta di fatto che l’Union Ripa Fenadora ne approfitta e si porta a casa 3 punti salendo al quinto posto mettendo in crisi i padroni di casa che ora arrancano nella parte bassa della classifica. Brotto, a pochi secondi dal triplice fischio, controlla bene spalle alla porta e fa partire un destro perfetto che si insacca rasoterra a fil di palo con Noè immobile. Per l’Union Pro nemmeno un minuto per replicare; eppure le cose per i ragazzi di mister Feltrin si erano messe bene dopo con Comin che aveva aperto le marcature con un grandissimo gol. Forse un Union Pro, largamente rimaneggiata per la mancanza di 5 titolari si era illusa di passare un secondo tempo tranquillo ma l’immediato pareggio su rigore trovato con un pizzico di mestiere da Andreolla ha fatto crollare i sogni dei padroni di casa e rimesso subito i bellunesi in partita. Sono comunque i bellunesi a partire forte e già al 3’ Dassiè prova dalla distanza ma Noè alza in corner. Sugli sviluppi dell’angolo lo stesso attaccante rimette in area di sinistro ma il portiere di casa alza ancora sopra la traversa. Al 9’ Fuxa spreca un’azione limpida in contropiede cercando Comin ignorando invece Nobile libero sulla sinistra. Al 34’ l’Union sfiora il vantaggio; Fuxa apre a destra per l’accorrente Palmieri che calcia sul primo palo ma De Carli gli nega il gol deviando in angolo d’istinto con il piede. Inizia la seconda frazione e Comin ci prova subito con un gran tiro dai 30 metri ma De Carli compie un miracolo levando dal sette un gol che sembrava fatto. Al 18’ Comin si vendica; parte da solo palla al piede dalla trequarti sinistra e conclude con un destro a girare sotto l’incrocio più lontano; palo interno e pallone in rete. La gioia dei locali dura solo 4’. Punizione per il Ripa; Tomasi tira e Noè respinge come può il pallone che aveva toccato terra. Andreolla si avventa sulla palla per primo, aspetta l’arrivo di Palmieri che lo tocca. Il bellunese cade e per l’arbitro è rigore. Dagli 11 metri lo stesso attaccante manda palla da una parte e Noè dall’altra. Al 30’ Comin ha la palla del raddoppio ma calcia fuori da ottima posizione. Al 32’ Brotto impegna l’estremo difensore trevigiano dal limite con un tiro indirizzato all’incrocio deviato da Noè in angolo. Tutto fa pensare che la partita si chiuda in pareggio. L’arbitro chiama 5’ di recupero tra le proteste trevigiane. Brotto pesca il jolly e porta a casa l’intera posta.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’allenatore Daniele Pasa era un ex, avendo giocato con la Triestina dal 1999 al 2001, che ha seguito anche come vice allenatore nel 2009. Nessuna rivinciata, ma solo felicità. La prova dei suoi nonché del momento positivo lo soddisfano: «Abbiamo giocato bene, abbiamo fatto un’ottima partita, avendola interpretata bene in uno stadio bello e contro una squadra che veniva da un buon risultato a Padova. C’era per questo un pò di preoccpuazione alla vigilia, ma poi le cose sono andate bene. Come lo scorso anno abbiamo inserito tre/quattro giovani che stanno sbocciando. Cecchel ad esempio ha fatto un assist e un gol». Il tecnico del Montebelluna dispensa modestia: «La squadra sta acquisendo maturità ed è sulla strada giusta anche se è ancora lunga. In questo momento particolare i risultati portano entusiasmo e in settimana si può lavorare in tranquillità. Ne siamo contenti. Le tre davanti sono ottime compagini, mentre noi siamo attesi dal Mori Santo Stefano. Se saremo bravi, ce la giocheremo fino alla fine e proveremo a fare punti salvezza essendo attesi da un avversario sulla carta non superiore a noi. Le partite vanno però giocate e gli avversari non vanno sottovalutati». Ancora una considerazione di Daniele Pasa dalla sala stampa: «Sono contento del risultato e del rendimento complessivo, che finora è positivo. Dovremo lottare fino alla fine per la salvezza, avendo una squadra giovane. Non c’è niente di scontato».
Ore 17.00 – (Il Piccolo) Dopo la sconfitta contro il Montebelluna, senza nascondersi dietro a giri di parole, Giuseppe Ferazzoli mostra grande schiettezza e sincerità ad ammettere che la situazione in casa alabardata è davvero pesante. E che ovviamente, se si vuole sperare di risalire, ci sarà tanto da lavorare e da soffrire. Il tecnico alabardato sottolinea innanzitutto che anche la partita di ieri ha evidenziato la maggior lacuna attuale della Triestina: «Anche nel primo tempo – afferma Ferazzoli – nel quale ci siamo mossi abbastanza bene, non siamo mai riusciti a creare situazioni davvero pericolose. Ed è un problema che poi si amplifica quando si prende gol e servirebbe una reazione di un certo tipo. Purtroppo abbiamo avuto un inizio di ripresa complicato ed è arrivata la loro rete, ma appunto in quel momento serviva una reazione e invece la squadra è andata in difficoltà. Poi in dieci naturalmente tutto si è fatto ancora più difficile». Ferazzoli batte soprattutto sul tema della sterilità offensiva: «Non riusciamo mai a mettere sotto pressione la difesa avversaria, non le facciamo davvero male come gli altri invece riescono a fare a noi. Del resto si sapeva che questa è la lacuna principale della squadra, e sono conscio che ci sarà davvero tanto da lavorare, come sappiamo che il tempo stringe e la situazione diventa sempre più pesante. Stavolta inoltre non avevamo nemmeno una prima punta e in realtà abbiamo dovuto giocare con due seconde punte». Anche la situazione di classifica è sempre più drammatica, proprio per questo il tecnico fa presente che anche un punto sarebbe stato ben accetto: «Quando si vede che non si riesce a vincere, ho detto ai ragazzi che almeno non si doveva perdere. Rispetto a Padova era una gara completamente differente, ma sono proprio queste le partite da cui passa la nostra salvezza e bisogna cercare di non sbagliarle». Quanto al clima del Rocco, Ferazzoli afferma che non è certo quello il problema della Triestina: «Io non ho assolutamente percepito astio verso la squadra, anzi i tifosi l’hanno sostenuta. Poi sullo 0-2 è ovvio che tutti si scoraggiano, ma un paio di cori di scherno non sono niente di particolare, non è certo quello il problema della squadra. E poi non possiamo pretendere aiuti da nessuno, dobbiamo tirarci fuori da questa situazione con le nostre mani».
Ore 16.50 – (Il Piccolo) Il pari, ma soprattutto la discreta prova, dell’Euganeo aveva risollevato un po’ il morale a terra dei tifosi. Il Montebelluna al Rocco ha riportato tutti alla triste realtà. Questa Triestina non è all’altezza della serie D. Non lo era nel primo match a Mezzocorona e la manca ancora parecchio per esserlo. Non è responsabilità (ovvio) di Ferazzoli) e solo in parte dei giocatori. È la società e lo staff a doversi fare un esame di coscienza. Pontrelli dice che porterà altri giocatori di categoria superiore. Ma nell’attesa è bene che il tecnico lavori su quello che ha. Il campo, specie in questa categoria, è spietato. L’Unione più coperta voluta da Ferazzoli ha in parte funzionato nei primi 30’. Nessuna occasione, incapacità di aggredire e incidere, ma un baricentro un po’ più alto e avversari innocui. Ma quando il Montebelluna nella ripresa ha voluto accelerare è calato il buio. Un buio che si è fatto più pesto (e non solo perché i riflettori del Rocco sono rimasti spenti) quando è stato espulso (anche anzitempo da parte dell’arbitro) l’inesperto Loperfido. Un buio che è diventato totale poi alla fine del match con due gol sul groppone, con il pubblico giustamente inferocito dopo sette sconfitte, con l’ultimo posto in classifica. Ma soprattutto al momento non si intravede un lumicino all’orizzonte. Così è e con questa situazione Trieste (almeno per il momento) sembra destinata a convivere. Ferazzoli per necessità e scelta al Rocco propone tanti nuovi attori e il 3-5-2 visto a Padova. L’Unione tiene meglio gli spazi rispetto a precedenti esibizioni. Giorgino e Proia impostano, i baby Loperfido e Crosato coprono (quest’ultimo sgroppa sulla destra) e Kabangu si muove molto ma con troppa frenesia sul fronte offensivo. La mancanza di Bez non induce la squadra alle inutili verticalizzazioni e la manovra è più avvolgente. I veneti dell’ex Pasa controllano anche perché gli alabardati non sono feroci come invece dovrebbe succedere almeno in casa. Il più sveglio davanti è il ’96 Cecchel. La Triestina ci prova con un paio di botte da lontano di Loperfido e Proia respinte dal muro azzurro. Gli ospiti creano la miglior occasione con un rasoterra velenoso di Nicoletti di poco fuori. Nella ripresa il Montebelluna decide di accelerare. E la velocità mette in ambasce il compassato gioco alabardato. Al 4’ su botta di Perosin Di Piero (sempre il migliore) fa il miracolo ma nulla può sul tap-in di Masiero su una respinta proprio del numero uno alabardato. Nel minuto successivo Loperfido, già ammonito, fa un fallo da dietro a centrocampo. L’arbitro potrebbe anche chiudere un occhio ma non lo fa e per l’Unione sono guai. Di Piero salva il raddoppio prima su una botta di Frassetto e poi con un’uscita prodigiosa su Cecchel. Entra Lionetti e si fa apprezzare con una pronta girata a lato. Ma l’Unione non ha reazione e Cecchel al 26’ (probabile fuorigioco) mette la croce sul match. È la settima caduta (quattro al Rocco) per l’Unione che mai è finita così in basso nella sua pur martoriata storia. Ogni altro commento è superfluo.
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) «Cosa può fare di più un allenatore?». Domanda retorica, quella di Paolo Beggio, al termine di una partita rocambolesca in fatto di occasioni create e subite. E ancora: «Come si può annullare un gol così? – si chiede -. Quando le cose che provi ti riescono anche ma le vedi sfumare». Sulla carta, però, resta scritto che l´Arzichiampo non riesce più vincere. «È un momento così, ma con la giusta tranquillità le cose possono tornare come prima. Ho visto di peggio. Ma, ripeto, è difficile da raccontare cosa sia accaduto oggi». Spegne i fuochi, il tecnico. E lo fa anche il presidente Chilese che assicura con un “no” l´apertura a nuovi scenari in panchina. «È stata una partita chiusa – commenta poi Beggio -, le nostre occasioni sono state abbastanza chiare. C´è rammarico».
Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Pensavamo di averle viste tutte. La sfortuna, invece, ci vede benissimo. Così tanto da regalare tre punti insperati al Dro, sceso nella valle senza intenzioni belliche. Eloquenti, a fine gara, le parole del presidente Lino Chilese: «Abbiamo fatto tutto da soli, adesso ci facciamo perfino gol». Il destino dell´Arzignanochiampo si decide in una manciata di secondi, tanto a inizio gara quanto nella ripresa. La capocciata del baby Urbani al pronti-via (dopo appena 15 secondi) su cross di Fracaro sembra limpidissima. Ma l´arbitro ci vede un fallo (forse una trattenuta di Trinchieri, pure lui in agguato sul pallone?), e quindi gol annullato. Ma la beffa vera e propria arriva dopo neanche 30 secondi della ripresa: palla in avanti per il Dro, Cicuttini la spizza e poi il patatrac. Dall´Amico e Beghin non s´intendono e, anzi, si scontrano: in quel coriandolo di campo si trova pure Donati che devia la palla in gol. In mezzo ci sono 89 minuti abbondanti, certo, e lì c´era il tempo per fare tutto e di più. Ma si sa, quando anche i singoli episodi cominciano a marciare contro diventa tutto più difficile. Soprattutto se in scia ci si mettono pure i legni, per par condicio uno a tempo. E la classifica, che delle occasioni alla fine se ne frega, dice che la Banda Beggio è bloccata con le quattro frecce a 9 punti. Domenica, poi, ci sarà un altro match salvezza con il Kras Repen che di punti ne ha 7: lo stesso canovaccio in cartello ieri. Si diceva dei legni. Il primo arriva al 14´, quando la punizione di Roverato viene intercettata sul secondo palo dalla testa di Vanzo: è l´incrocio a dire “no”. Rispondono i trentini con una semi-rovesciata di Proch, ma Dall´Amico accompagna la palla sopra la traversa. Poi Trinchieri ci crede troppo tardi nel flipper di Simonato: il centrocampista rigira dal fondo una palla quasi persa ma l´argentino arriva in ritardo sul secondo palo, mancando il più semplice dei gol (21´). Il 4-1-4-1 disegnato da Beggio vede quindi l´inversione dei due interni di centrocampo (Carlotto e Simonato): da qui nascono due contropiedi (con Carlotto prima e Fracaro poi) che meriterebbero più fortuna. La partita si decide come raccontato sopra, con la tazza del tè ancora in mano. Ma al gol di Donati l ´Arzichiampo tenta di rispondere: tre occasioni capitano a Simonato, la migliore è la traversa di collo pieno fatta suonare al 15´. Nel mezzo c´è però anche un salvataggio a porta vuota di Beghin, dopo che Cicuttini aveva approfittato di uno scivolone di Roverato. L´Arzichiampo chiude con un 4-1-3-2: l´ingresso di Marchetti che spazia come un tergicristallo nella tre quarti campo accresce il numero di rifornimenti in area, ma il risultato non cambia. Anche perché Bonomi riesce a smanacciare in due tempi la gran botta da fuori di Tecchio al 41´
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’uomo della vittoria, Dario Sottovia, mastica dolce al rientro negli spogliatoi. «Due tiri e due gol, la mia partita resta a sè, perché in altre con dieci conclusioni non ho segnato. Penso sia una vittoria meritata», afferma l’attaccante, ex del Marano Vicentino. Cosa ritiene ci sia stato di differente? «Nel primo gol il rimbalzo ha avuto un po’ di fortuna. Nel secondo ho colpito la palla perfettamente, ogni tanto ci provo e mi riesce. Però, era un pezzo che non mi riusciva una marcatura così. Sono comunque contento per la vittoria della squadra – prosegue Sottovia – ora l’importante, per me e per tutti, è trovare continuità e fare sempre gol». Quanto alla vittoria di squadra, Mauro Zironelli non scende di livello di apprezzamento. «I ragazzi hanno dimostrato di saper soffrire, a me interessavano i tre punti, sapendo che chi ci sta davanti in classifica ha un grande ritmo. Dopo una partita così, su un campo molle, dobbiamo cercare di recuperare le forze e rinnovo i complimenti ai miei». La gara persa a Tamai ha fatto scuola? «Pure col Fontanafredda abbiamo preso qualche ripartenza – risponde Zironelli – ma siamo stati bravi a chiuderci meglio. Abbiamo costruito meno occasioni che a Tamai, ma non ho proprio nulla da rimproverare alla squadra. Teniamo anche conto che il Fontanafredda è una buona compagine e sta attraversando un buon momento». Merito particolare? «Molti si sono sacrificati in ruoli non loro: è una prova di maturità, con una vittoria non facile, a denti stretti e due perle di Sottovia». Mastica amaro, invece, Maurizio De Pieri. «Abbiamo disputato una grande partita, contro una Sacilese da alta classifica e con obiettivi ben diversi dai nostri. Abbiamo giocato alla pari, anzi per certi aspetti sopra loro». Una spiegazione alla sconfitta? «Abbiamo creato più occasioni da gol, ma loro portano a casa i tre punti, in maniera bugiarda, dopo tre tiri con cui hanno segnato due reti; bravi loro. Non ci hanno mai messi sotto, né sul piano tecnico né su quello fisico. Nei primi 20′ potevamo sbloccarla, ma non ci siamo riusciti». Tutto bene a parte il risultato? «Ho fatto i complimenti alla mia squadra in spogliatoio. I ragazzi non hanno patito la pressione, lo ritengo un passo avanti, se giocheremo sempre così sono sicuro che raggiungeremo la salvezza».
Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Maurizio De Pieri si muove negli spogliatoi a fine gara sputando nervosismo e mangiando fiele. C’è da capirlo: il suo Fontanafredda domina ma perde. È di una cinica (e matura) Sacilese il derby pordenonese. Con due tiri in porta due, ad opera dell’uomo del giorno Sottovia, la squadra di Zironelli sbanca il Tognon e vendica il ko di due settimane fa di Tamai. Quella volta, fece come i rossoneri di ieri: buon calcio, pioggia di occasioni, ma sconfitta. I liventini imparano la lezione e, sconfessando per 90’ il proprio dna, mettono la tuta da medici e infilano con perizia chirurgica. Primi passa da team adulto. Le cifre poi parlano di seconda vittoria di fila, che lanciano Favret e soci al grande scontro col Belluno (quarta contro terza); il “Fontana” invece si ferma: niente tris di successi consecutivi. Fa male ma ci può stare. Cinismo. I locali scattano veloci fuori dai blocchi, la Sacilese rimane nel pantano. La tiene su Favero, il suo portiere. Dopo un tiro fuori di Tellan e l’altro di Martini (nei primi 10’), l’estremo ex Udinese vola a deviare un gran conclusione di Florean (21’) e poco più tardi (23’) blocca un tiro-cross di Martini. Provvidenziale, decisivo. Per certi versi “iniziatore”: le sue parate danno il là per l’1-0. Palla in area, sponda di Spagnoli di testa, arriva Sottovia che calcia dal limite. Tiro-gol, Vicario battuto: è lo 0-1. Vantaggio beffa, la Sacilese non meritava. Eppure il calcio è così: una rete e salta tutto, anche il 4-3-3 disegnata apposta da De Pieri per contenere le sfuriate dei liventini. Zironelli, dopo il gol, rimane lì col suo 5-2-3 in fase difensiva. Contiene e difende il vantaggio. Bis. In avvio di ripresa rischia: i locali premono, cercano il pari, ma Florean non inquadra di testa la porta. Il tecnico della Sacilese fiuta l’aria negativa. Fuori una punta, Sakajeva, dentro Grion per un passaggio al 5-3-2 col nuovo entrato schermo davanti la difesa. De Pieri ci prova: fuori un attaccante (Salvador), dentro un altro, Grotto, che rispetto al centravanti ha caratteristiche diverse, più velocità che fisicità. Infatti il nuovo entrato fa male. Perché se ne va in fascia, sfugge a Peressini che per fermarlo lo atterra: rosso diretto. Sacilese in 10. L’aria sembra soffiare per i locali, Zorzetto sfiora l’1-1 di testa, ma poi Nastri commette l’ingenuità: fallo su Boscolo, secondo “giallo” ed espulso. Ristabilita la parità numerica. E l’inizio della fine. La chiusura la regala 2’ più tardi Sottovia. Palla ai 23 metri, botta da fuori del bomber e rete: 0-2. La Sacilese blinda la vittoria. Poi il Fontanafredda prova a rientrare in partita, ma trova ancora Favero a dire no: niente 1-2 o 2-2, finisce così. Zironelli per una volta bada al sodo, lascia fare il match agli altri e ha ragione, visto che ottiene i tre punti: è suo un derby che mancava da più di 13 anni. Il “Fontana” cade ma vada orgoglioso: andando avanti così la salvezza sarà realtà.
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Se fosse passata…». Occhi puntati al 2’della ripresa per l’ex di giornata. Elia Pitteri, volto noto al Polisportivo, guarda al filtrante per Mazzetto, neutralizzato con un uscita super di Solagna in avvio di secondo tempo. «Se la palla fosse arrivata sui piedi di Mazzetto, avremmo assistito ad una partita diversa – commenta Pitteri -. E forse anche il risultato sarebbe stato ben diverso». Anche il terzino, al pari dell’allenatore, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. E salvare a pieni voti la prestazione. «I due gol del Belluno sono nati da due errori nostri – prosegue Pitteri -. A parte il primo quarto d’ora di sofferenza, però, abbiamo giocato bene, alla pari dell’avversario. Ad inizio partita il Belluno pressava molto alto e per noi era difficilissimo uscire dal guscio. Poi, il ritmo dell’avversario è calato e noi siamo venuti fuori alla grande. Nel secondo tempo abbiamo concesso solo un tiro in porta, quello del gol di Mosca». «Speravamo di portare a casa almeno un punto – analizza ancora l’ex Belluno -. Ma vista la prestazione, siamo consapevoli di potercela giocare con tutti. Anche perché siamo una squadra giovane. E soprattutto in crescita». Nessun obiettivo. Che è come dire: non poniamoci limiti. «Dobbiamo cercare di fare più punti possibile – conclude Pitteri -. A cinque giornate dal termine, potremo dire qual è il nostro obiettivo».
Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Andrea Pagan non vuol parlare di vicende che riguardano la società e si tuffa esclusivamente sulla analisi della partita. «Nei primi 25 minuti siamo andati in grande difficoltà, poi però abbiamo messo fuori la testa, già verso la fine del primo tempo, ed abbiamo giocato benino. Tuttavia la nostra prestazione, che mi trova soddisfatto, è stata vanificata da due regali clamorosi che ci sono costati la sconfitta. È vero abbiamo sofferto sulle palle alte ma Duravia calcia i corner come nessun altro. Purtroppo, come avevo ricordato prima della partita ai giocatori, gli episodi condizionano il risultato ed oggi li abbiamo pagati a caro prezzo. Prossimo avversario la Triestina, ma non dobbiamo farci tradire dalla loro classifica». Elia Pitteri è uno degli ex della gara. «Abbiamo regalato due gol con errori imperdonabili. All’inizio abbiamo sofferto il loro ritmo ma poi ci siamo ripresi ed il risultato è sicuramente bugiardo». Gli elogi ai granata arrivano anche dal tecnico bellunese Roberto Vecchiato. «Siamo stati impegnati dalla miglior squadra vista fino adesso. Primo tempo ottimo, mentre nella ripresa eravamo un po’ stanchi».
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Asse agordino. O assi agordini. La sostanza non cambia. Sono i due «gnas» gialloblù a dipingere la vittoria contro la Clodiense. La prima pennellata è di Yari Masoch. «Sono contentissimo del gol: è il primo, quest’anno – commenta il centrocampista di Gosaldo -. Mi sono liberato di un peso. Sono andato ad aggredire il difensore avversario, ho rubato palla e ho tirato secco sul secondo palo». Semplice, no? Il Masoch in versione attaccante, però, preferisce concentrarsi sulla partita (e sulla vittoria) della squadra. «Una vittoria importante – prosegue -. Soprattutto perché ci dà morale. Venivamo da due pareggi. E un successo così, maturato con una prestazione eccellente, è davvero un gran risultato». La prestazione, appunto. Eccellente, sontuosa, frizzante e scoppiettante nella prima mezz’ora. Poi, nella ripresa, le cose sono cambiate. «Abbiamo impresso un ritmo altissimo alla gara, perché volevamo chiudere subito il match – spiega Masoch -. Nelle ultime due sfide, invece, eravamo stati dei diesel. Forse siamo arrivati un filino corti e abbiamo dovuto calare nella ripresa. Però, se il primo tempo fosse finito 3-0, credo che nessuno si sarebbe scandalizzato. Anzi». Niente da dire: le occasioni create dai gialloblù nei primi 30 minuti sono state tante e tali che un risultato rotondo sarebbe stato senza dubbio più rispettoso di quanto visto in campo. Eppure, la Clodiense è rimasta in partita. Il Belluno pecca in concretezza? «Forse sì – dice Masoch -. Ma sono i momenti del calcio. L’importante era portare a casa i tre punti. E ci siamo riusciti. Per giunta con un gran bel gioco. Uno sguardo alla classifica? Anche no. Vogliamo tenere il terzo posto, niente di più, niente di meno». Della stessa idea anche Stefano Mosca, l’altro agordino «pittore» del successo. Con la differenza che di terzo posto e di obiettivi non vuol sentir parlare. «Dobbiamo dare sempre il 100 per cento – sottolinea Mosca -. A fine campionato poi faremo i conti». Il laterale di Agordo prova ad analizzare il calo dei gialloblù nella ripresa: «Quando abbiamo trovato spazi sugli esterni, era facile aggredire l’avversario. Il calo? Normale, in campo c’era anche la Clodiense, un’ottima squadra». Sabato c’è la Sacilese: scontro diretto per il terzo posto, in anticipo e in diretta RaiSport. «Sono un’ottima squadra, ma noi scenderemo in campo con in testa i tre punti».
Ore 15.00 – (Corriere delle Alpi) Vecchiato è soddisfatto: dopo tre partite a secco di vittorie, la squadra gialloblù è riuscita finalmente a centrare di nuovo i tre punti. Come al solito è mancata un po’ di concretezza, che non ha permesso nel primo tempo di arrotondare il risultato: ma alla fine dei conti va bene così, con la terza posizione che resta in saccoccia. «Abbiamo giocato veramente un buon primo tempo contro la miglior squadra che si è vista finora al Polisportivo», spiega Vecchiato, sono soddisfatto di come hanno giocato i ragazzi, durante i 90’ abbiamo sofferto solamente nel primo quarto d’ora del secondo tempo; ma è giusto così perché davanti avevamo un buon avversario. Purtroppo nella prima frazione come al solito abbiamo sbagliato qualche gol ma quando crei tanto vuol dire che sviluppi bene il gioco e questo è sicuramente positivo. Errori sotto porta? Non siamo mica il Real Madrid», continua sorridendo il tecnico gialloblù, «abbiamo pregi e difetti come tutte le squadre». Il Belluno con il rombo. Dopo l’entrata di Sadio la squadra si è disposta in modo differente: soluzione che potrebbe far comodo per il futuro? «Quando è uscito Posocco ed è entrato Samba siamo passati a giocare con il rombo facendo delle belle ripartenze mente in altre occasioni potevamo fare meglio. Con la nuova disposizione abbiamo perso qualcosa sugli esterni ma è stata una cosa normale». La vittoria conla Clodiense vi permette di mantenere il terzo gradino del girone tenendo a distanza la Sacilese (prossimo avversario nell’anticipo di sabato, in diretta su Rai Sport), vittoriosa sul campo del Fontanafredda… «Questa posizione è migliore di quello che ci aspettavamo a inizio stagione», conclude Vecchiato, «siamo consapevoli però che ci sono squadre più forti. Sono felice di avere un gruppo con orgoglio e tanta qualità che vuole emergere . Di più del terzo posto quest’anno non si può fare con avversari come Altovicentino e Padova. Su cosa dobbiamo migliorare? Sulla distanza tra i reparti: a volte concediamo troppi contropiede».
Ore 14.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno torna al successo contro la Clodiense grazie alle reti di Yari Masoch all’inizio e di Stefano Mosca nel finale. La squadra di Vecchiato ha giocato una gran primo tempo, sfiorando ripetutamente il raddoppio; ma nella ripresa gli avversari sono rientrati più determinati e il match è stato più equilibrato. I padroni di casa hanno rischiato grosso solamente una volta, ad inizio ripresa, ma è stato bravo Solagna a salvare. Nel finale Mosca ha chiuso i conti con un bel gol da fuori area approfittando di una respinta incerta di Okroglic. Il prossimo appuntamento per i gialloblù sarà sabato in casa della Sacilese per difendere la terza posizione. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta su Rai Sport. Vecchiato mescola le carte rispetto alle ultime uscite. Al centro della difesa torna Sebastiano Sommacal, che affianca Merli Sala; sugli esterni sono confermati Pescosta a destra e Mosca sulla corsia opposta. A metà campo si accomoda in panchina Miniati e il tecnico gialloblù conferma Bertagno e Masoch arretrando sulla mediana Duravia. Il tridente davanti è formato da Corbanese supportato dai giovani Posocco e D’Incà. Tra i pali vince ancora una volta il ballottaggio Solagna, che sembra aver conquistato un posto da titolare. Nella Clodiense Pagan schiera dal primo minuto l’ex Pitteri, in gialloblù lo scorso anno, e Mazzetto protagonista al Polisportivo nella stagione 2007-2008. Nel primo tempo il Belluno parte alla grande. Mosca mette in mezzo per Masoch che riesce solo a toccare; la palla finisce tra i piedi di Corbanese che calcia da dentro l’area ma trova la deviazione di un difensore granata. Il più ispirato in avvio però è Ruben D’Incà, che sulla destra fa quello che vuole. All’8’ il giovane gialloblù si invola verso la porta, salta in area tre uomini, ma esagera e si trascina la palla sul fondo. Il vantaggio dei padroni di casa al 12’ grazie alla caparbietà di Masoch e all’errore in disimpegno di Casagrande. Il difensore della Clodiense al limite dell’area tenta il dribbling sul centrocampista agordino che gli ruba palla, entra in area e calcia bene sul secondo palo senza lasciare scampo ad Okroglic. La squadra di Vecchiato però ha voglia di chiudere al più presto la pratica e dopo il vantaggio prova a raddoppiare con una serie di calci d’angolo. Duravia ci prova direttamente dalla bandierina ma il numero uno granata si salva. Al 18’, sempre su corner, Masoch svetta e la palla carambola sui piedi di Posocco che da pochi passi appoggia incredibilmente sul fondo. Nel finale il Belluno cerca il raddoppio con due conclusioni di Duravia, una di poco sul fondo e la seconda respinta. Si va a riposo sull’1-0. Durante l’intervallo la società gialloblù richiama quattro ragazzi delle giovanili e li manda a bordo campo per fare i raccattapalle: bel gesto di correttezza visto anche l’1-0 a favore. Nel secondo tempo la partita è più equilibrata, la Clodiense è messa meglio e il Belluno cala di intensità. Al 47’ Mazzetto entra in area ma è bravo Solagna a respingere in corner con una bella uscita. Poco dopo Casagrande cerca il pareggio su punizione ma è ancora bravo l’estremo difensore gialloblù a dire no al giocatore granata. Vecchiato al 56’ richiama in panchina Posocco e butta nella mischia Sadio per sfruttarne la velocità in ripartenza. Nella ripresa però le occasioni sono poche da entrambe le parti e il raddoppio del Belluno arriva solo all’86’ con il gol di Mosca che raccoglie la respinta di Okroglic e dal limite dell’area di rigore lo punisce sul secondo palo.
Ore 14.30 – Disponibile a questo link l’articolo relativo al possibile cambio di sede per Dro-Padova.
Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) Nonostante il ko, il tecnico del Tamai De Agostini è soddisfatto: «Abbiamo fatto un gran primo tempo, con molte più occasioni di loro. Hanno tenuto il possesso palla, ma noi abbiamo avuto palle gol importanti. Nella ripresa si vede che gli allenamenti in settimana sul campo fangoso hanno inciso, non riuscivamo a cambiare passo, eravamo lenti e prevedibili. Avessi avuto sei cambi li avrei fatti tutti, perché c’era troppa gente stanca. Dobbiamo rivedere la nostra convinzione visto il calo che abbiamo avuto. Problema gol? Il problema vero sarebbe non creare occasioni, noi invece ne creiamo, ma soltanto non riusciamo a buttarla dentro. Oggi ricomincia il nostro campionato, ci siamo tolti le prime quattro della classifica, ora ci aspettano sfide alla nostra portata».
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Molta soddisfazione per mister Cunico al termine della sfida col Tamai e anche i complimenti del presidente Dalle Rive per l´atteggiamento tattico tenuto dalla squadra durante tutto il match. «Sapevo che sarebbe stata una gara difficile – dice il tecnico dell´Altovicentino – anche perché fino ad oggi non avevo mai vinto qui. Sono una squadra molto chiusa e tosta, noi però sapevamo cosa dovevamo fare e siamo stati bravi nell´avere pazienza per sbloccare il risultato. È stata una prestazione importante, ho avuto tante ottime risposte dai ragazzi. Quando si fa la partita qualche rischio è normale prenderlo, l´obiettivo comunque era non farli ripartire velocemente, a volte ci siamo riusciti altre no, soprattutto nel primo tempo, mentre nella ripresa non abbiamo corso alcun pericolo. Il possesso palla era la nostra arma per farli uscire, visto che le linee erano molto strette, una volta sbloccato il risultato poi tutto è stato più facile». E si rinnova il testa a testa con i Biancoscudati Padova in classifica. «Non guardo molto quanto succede dalle altre parti – glissa Cunico – io devo guardare alla mia squadra, che sta crescendo domenica dopo domenica dopo che in estate il gruppo è stato totalmente rifatto. Dobbiamo ancora migliorare, ma siamo in forte crescita». L´occasione propizia è il testa-coda con il Mezzocorona, che può nascondere delle insidie per l´Alto. «Non dovremo rilassarci – si congeda Cunico – lo abbiamo visto anche sul 4-0 con il Montebelluna, ci siamo rilassati con la partita in mano e loro l´hanno riaperta. Abbiamo capito che abbassare la guardia ci porta a fare una prestazione negativa».
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Continua senza sosta la corsa di testa dell´Altovicentino, che batte 2-0 il Tamai e si mantiene in vetta in compagnia dei Biancoscudati Padova. La sfida in Friuli rappresentava un test ostico per gli uomini di Cunico, ma Peluso e compagni sono riusciti ad allungare la striscia positiva lontano dallo Stadio dei Fiori (quinta vittoria in cinque sfide in trasferta) con una prestazione convincente. L´avvio chiarisce subito che non sarà un pomeriggio facile. Il possesso palla è di marca ospite, ma la difesa a tre traballa in contropiede. Come al 10´, quando Furlan se ne va sulla sinistra, il suo mancino in diagonale termina però a lato anche se non di molto. La risposta dell´Alto è nei piedi di Toledo, sul cui destro Peresson è attento e mette in corner. Le occasioni scarseggiano anche perché il Tamai si difende ordinatamente, spesso con un 4-5-1 che chiude qualsiasi spazio, lasciando agli ospiti solo qualche velleitaria conclusione dalla distanza. Per sbloccare la partita bisogna così aspettare un´ingenuità degli avversari: Rigutto si distrae su cross di Kicaj e, ingannato dal rimbalzo, tocca il pallone con il braccio in piena area. Campana non ha dubbi e concede il rigore, dal dischetto Peluso spiazza Peresson e si conferma in testa alla classifica marcatori con l´ottavo gol in campionato. La reazione dei padroni di casa è tutta in una mezza occasione per Zambon, la cui via di mezzo tra assist per Sellan e pallonetto non trova né la testa del centravanti né il fondo della rete, terminando la propria corsa sul fondo. Nella ripresta l´Alto abbassa i ritmi, lasciando il possesso nei piedi del Tamai e provando ad esplorare le vie del contropiede, forte del vantaggio in tasca. Soprattutto perché la difesa tiene bene, visto che l´unico pericolo corso dalla porta di Logofatu è su un tiro-cross di Furlan, con Zambon che non arriva per poco. Al 19´ arriva così il gol che chiude di fatto la sfida: sugli sviluppi di un corner la palla arriva al limite a Di Girolamo, che lascia partire un mancino imprendibile per Peresson, trovando il 2-0. Il doppio svantaggio (e anche il campo reso decisamente pesante dalla pioggia degli ultimi giorni) taglia le gambe agli uomini di De Agostini, volonterosi ma inefficaci nel creare problemi agli avversari. L´Altovicentino controlla e al triplice fischio porta a casa, insieme alla quinta vittoria di fila in trasferta, tre punti importanti che gli permettono di rimanere in testa, seppur in coabitazione con i Biancoscudati Padova, con il Belluno che resta a minima distanza. Tra sette giorni allo Stadio dei Fiori arriva il Mezzocorona nel più classico dei testa-coda assolutamente da non sottovalutare: sta a Cunico in settimana tenere alta la tensione.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Queste le parole di Vinicio Bisioli al termine dello 0-0 con il Romagna Centro, terzo pareggio consecutivo che fa salire comunque a quattro partite di fila la serie utile della squadra. «Eravamo reduci da una brutta prestazione con il San Paolo, in questa occasione abbiamo fatto invece una buona partita. La squadra ha tenuto bene il campo, ha fatto gioco, e l’unico rammarico è quello di non avere segnato. I numeri dicono che subiamo pochi gol (dieci al momento), ma anche che facciamo fatica a segnare (sette sigilli all’attivo) e questa partita ne è stata un’altra dimostrazione». Quindi va avanti nella disamina: «Abbiamo concesso poco al Romagna Centro, purtroppo non siamo riusciti a concretizzare tre-quattro opportunità importanti, in alcuni casi per demerito nostro, e in altri per merito del portiere. Portiamo a casa un punto che comunque ci consente di muovere la classifica che resta molta corta, con il rammarico però che potevamo fare nostra questa partita». Dopo la sfida con il Piacenza in programma mercoledì, il Thermal ha in calendario il doppio scontro diretto con Montemurlo e Ribelle.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Romagna Centro e Thermal Abano risultano pari in tutto e ne esce uno 0-0 che alla fine soddisfa entrambe le compagini. Sia per il punto guadagnato, che male non fa, sia per le buone notizie scaturite dalla prestazione di entrambe: sette giorni dopo gli otto gol subiti sul campo del Delta Porto Tolle, i biancazzurri mantengono infatti la porta inviolata, cosa successa solo contro la Fortis Juventus. La Thermal non trova ancora il gol ma solo grazie a un poderoso Semprini, che neutralizza due limpidissime opportunità capitate ai veneti, mostratisi vivaci ma ancora poco cinici là davanti. Sono i cesenati a inaugurare, dopo 100 secondi, il valzer delle occasioni, con un bello spunto di Tola che culmina con una conclusione di poco alta. La risposta degli ospiti arriva al minuto 12: Arrigoni manca l’anticipo favorendo Celi, che pesca Cacurio in mezzo per un mancino di prima intenzione che sorvola la traversa. Per un’altra occasione degna di tal nome occorre aspettare la mezz’ora: un ottimo schema su punizione porta Rocco alla conclusione a sorpresa che Semprini neutralizza solo in due tempi. Al 35′, invece, Saporetti riceve una rimessa laterale e gira in mezzo per Pieri che si libera per il destro a botta sicura trovando però una chiusura in spaccata di Strussiat. La ripresa comincia con una punizione di Vitagliano ben parata da Semprini. Provvidenziale, al 57′, il recupero di Ahmetovic che impedisce in modo regolare l’avanzata di Rocco verso la porta su azione di contropiede. La migliore chance della partita capita allo stesso Rocco al 67′: il ventiquattrenne punta Scugugia (classe 1970), lo supera ma perde palla, vince il rimpallo successivo, si presenta a tu per tu con Semprini che mette un’altra pezza ed è solo corner. Si vede anche il Romagna Centro con una punizione di Gavoci al 75′ non trattenuta da Merlano, con Strussiat che allontana la minaccia. Al minuto 88 altra occasionissima per la Thermal: Parpajola difende palla e appoggia a Vitagliano che dai 30 metri lascia partire un destro diretto sotto l’incrocio, ma Semprini dice ancora di no e sigilla il pari.
Ore 13.10 – (Gazzettino) È amareggiato Damiano Longhi dopo la cinquina incassata dalla Correggese, soprattutto per come si era messa la gara all’inizio. «Avevamo la partita in pugno – commenta il tecnico – Ce la siamo capovolta da soli, per colpa di nostri errori. Obiettivamente su cinque gol incassati, quattro sono dovuti a nostre disattenzioni». Chiaro il riferimento al secondo tempo, in cui la formazione sanpaolina si è dimostrata troppo remissiva e poco concentrata. «Questa partita dimostra la carenza di personalità che la squadra a volte dimostra – continua Longhi – È calata la tensione e la concentrazione e in questo modo ci siamo creati da soli le difficoltà. Abbiamo preso dei gol che si potevano evitare». In ogni caso il tecnico cerca di guardare con fiducia al futuro richiamando i giocatori ai propri doveri. «È un momento in cui dobbiamo tutti quanti non mollare e prenderci ognuno le proprie responsabilità. Lavoreremo per migliorare la mentalità della squadra».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Inspiegabile. Due gol in un quarto d’ora e poi il nulla più assoluto: l’Atletico San Paolo illude, anzi sorprende, e poi si squaglia di fronte a una Correggese che, per carità, gioca un gran calcio, ma in contropiede si fa infiocchettare come poche altre squadre nel girone. Due a cinque, un risultato che odora di disfatta e di altra crisi, dopo il confortante pareggio “esterno” contro la Thermal Abano. Una partita, quella dei gialloblù, che ruota attorno alla figura di Davide Matteini che, quando sta bene, è un trascinatore. Trascinatore ma non portatore di croci. Perché, alla luce del risultato, i gialloblù sembrano dipendere dal loro attaccante, a livello tecnico e mentale. Basti pensare che l’ex bomber del Parma, dopo neanche un minuto, sorprende Pellitteri da fuori area e dopo un quarto d’ora raccoglie un pallone a rimorchio (anche se deviato) di Marcolin per mandarlo dritto all’angolino. L’Atletico San Paolo gongola un po’ troppo, e sul finire del primo tempo la Correggese prende campo e accorcia le distanze: incursione di Chiurato, cross per Ferrari e zuccata sottomisura. Nella ripresa i padroni di casa giochicchiano e il solito Chiurato ne approfitta, pareggiando i conti con una mezza rovesciata che ha dell’incredibile. Le “Tigri” emiliane creano ancora: sfiora la rete Chiurato (salva sulla linea Sambugaro) e poi Mascolo (66’) si fa cacciare per una presunta simulazione. Da lì, esplode la furia dei ragazzi di Bagatti. La punizione all’incrocio di Selvatico chiude la partita, perché il San Paolo incassa altri due gol: li segna entrambi il neo entrato Grandolfo, prima scartando Rosiglioni in uscita disperata, poi di testa sul cross dalla destra di Lari. Spogliatoi. È sconsolato e provato, il tecnico del San Paolo Damiano Longhi, che commenta la gara con un filo di voce: «Manca personalità e ci deve essere un’inversione di tendenza da parte di tutti. Abbiamo giocato una partita a due facce, mettendo sotto una squadra molto forte, salvo poi perderci per strada. Dispiace molto perché ci siamo fatti male da soli». Il presidente del San Paolo Giuseppe Tramonti, invece, prova a minimizzare: «E’ stata una brutta sconfitta, anche se il risultato non è veritiero. La Correggese è un’ottima squadra, ma noi dobbiamo assolutamente battere Formigine (mercoledì prossimo) e Scandicci prima di fare considerazioni di ogni tipo. La lotta salvezza è ancora aperta».
Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Rocco Donè è uno di quelli che ha cercato con tutti i mezzi di “far male” al Padova, a una squadra che si è dimostrata più forte a tutti gli avversari finora incontrati dai castellani. «Sì, il Padova è una squadra costruita per vincere questo campionato e oggi lo ha dimostrato – attacca il difensore di Noale -. Noi siamo partiti bene, abbiamo cercato di metterli in difficoltà giocando a viso aperto sin dall’inizio e cercando di fare il nostro gioco, poi loro hanno avuto quei dieci minuti che ci hanno spiazzato. Tre gol da recuperare erano troppi anche se eravamo in superiorità numerica». Padova di un altro pianeta. «Forte sicuramente, ma la partita ce l’abbiamo giocata alla pari, nonostante il loro blasone e l’influenza che può avere un pubblico del genere anche nei confronti degli arbitri. Oggi ad esempio non mi è stato fischiato un rigore che era clamoroso, quando sono entrato in area stavo segnando e sono stato atterrato, per l’arbitro diventa difficile fischiare un rigore a nostro favore contro il Padova», Episodi a parte nella ripresa avevate la superiorità numerica? «Il loro gol all’inizio del secondo tempo ci ha tagliato le gambe. Potevamo giocarsela anche in maniera diversa se non segnavano subito, eravamo in undici contro dieci e nonostante il passivo che era pesante si poteva tentare di recuperare il risultato».
Ore 12.20 – (Tribuna di Treviso) A fine gara, negli spogliatoi rossostellati, il più sereno sembra essere il mister di casa, perché tra i suoi ragazzi serpeggia comunque il rammarico di non aver mosso la classifica. «Per me è stato comunque un piacere giocare contro questo Padova, perché è una partita che, sotto tanti aspetti, può tornare utile alla crescita dei nostri ragazzi», ammette Antonio Paganin. Che ribadisce: la Biancoscudati Padova è di un’altra categoria. «Premettiamo subito che loro con la serie D non centrano niente. Ma è stato importante confrontarsi contro giocatori di grandi qualità, con esperienze professionistiche, come, ad esempio, Ferretti, Cunico e Nichele. Adesso voltiamo pagina e riprendiamo a giocare il nostro campionato, già da domenica prossima a Legnago». Sui (tanti) calci e il (poco) calcio che ad un certo punto hanno caratterizzato la sfida dell’Ostani, mister Paganin glissa: «È stata una partita maschia, niente da dire, ma loro puntano a vincere il campionato e in Lega Pro si gioca ancora più fisicamente. Direi che loro sono stati abili a prendersi la partita a metà del primo tempo, indirizzando la partita sul piano a loro più congeniale. Ovviamente, è anche una questione di esperienza». All’allenatore castellano è comunque piaciuta la reazione della sua squadra: «Direi che dobbiamo ripartire proprio dallo spirito con cui abbiamo affrontato il secondo tempo. E’ vero che abbiamo giocato in 11 contro 10, ma è anche vero che siamo riusciti a rientrare in partita e a riprenderla in mano, un po’ come nei primi 20’». Tra i più soddisfatti Leonardo Mattioli, autore del primo gol e … della prima doppietta stagionale. «Giocare e segnare davanti ad un pubblico così, in un’atmosfera così, è stata una bella esperienza. Purtroppo il loro 1-2 a metà del primo tempo ci ha stordito. Adesso pensiamo al Legnano Salus». Antonio Baggio, infine, recita il mea culpa: «Ho giocato un po’ sottotono lo ammetto … vedrò di rifarmi subito. Peccato, perché, per me, ogni partita ha la sua storia e si poteva far punti anche oggi».
Ore 12.00 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Le mosse azzeccate del condottiere Parlato”) Ecco il Padova dirompente che mette paura a tutti. Dopo il pareggio con la Triestina, che probabilmente aveva illuso i diretti rivali alla corsa per la promozione, la squadra è infatti tornata a splendere di luce propria, sfoderando una prestazione di grande solidità tecnica e mentale. Merito anche delle scelte ancora una volta azzeccate di Parlato, più che mai lungimirante condottiero della truppa biancoscudata. L’intuizione vincente è stata quella di rimodellare il Padova nel modulo e negli interpreti, trasmettendo alla squadra quel propellente ideale per ripartire di slancio. Il pieno recupero di Ferretti (protagonista nel bene e nel male: uno splendido gol da metacampo e l’ingenua doppia ammonizione) ha consentito al tecnico di riaffidarsi al 4-2-3-1, soluzione che prima dell’infortunio al bomber argentino aveva funzionato a meraviglia. Parlato ha poi spedito Ilari e Segato per la prima volta in panchina, affidato le chiavi del centrocampo al grande rigore tattico di Nichele e coperto le corsie esterne con la sfavillante energia di Busetto e Aperi, al debutto da titolare. Morale della favola: il Padova ha aggredito da subito l’avversario, lo ha messo alle corde e non appena ne ha avuto la possibilità è andato a segno con chirurgica freddezza. Da elogiare anche il vigoroso approccio del secondo tempo in inferiorità numerica, con il rigore di Cunico che di fatto ha chiuso i conti. Uniche note stonate la sciagurata espulsione di Ferretti e i due gol realizzati nel finale dal Giorgione che potevano essere evitati con una maggiore attenzione. Errori da non commettere più.
Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 7; Dionisi 6, Sentinelli 6.5, Thomassen 6.5, Degrassi 6; Mazzocco 6, Nichele 6.5; Busetto 7 (Pittarello sv), Cunico 8 (Segato sv), Aperi 7.5 (Bedin 6); Ferretti 6.5.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Ancora emozioni prima dell’intervallo, con il Padova vicino al tris (Aperi sfiora di testa su sponda di Thomassen e negli sviluppi dell’azione Passaia evita un autogol) e poi con Ferretti protagonista nel bene e nel male. Da cineteca la sua rete, la settima stagionale, frutto di una conclusione da oltre 40 metri a scavalcare il portiere dopo avere rubato palla sull’out di destra. Ingenuo e inutile, sull’altro piatto della bilancia, il fallo di mano al 45′ che gli costa il secondo giallo dopo una precedente ammonizione (38′) per simulazione. Il Padova gioca dunque la ripresa in inferiorità numerica, ma dopo una parata di Petkovic sul tentativo di Giacomazzi, mette in cassaforte il risultato con un contropiede innestato da Cunico, proseguito da Busetto e fermato fallosamente da Fontana che atterra Aperi. Dal dischetto Cunico sigla la personale doppietta. Il resto del match vede il Giorgione sempre proteso in avanti e premiato nel suo forcing dalle due reti del vivace Mattioli precedute da un paio di ottime occasioni fallite da Mazzocco, spostato in avanti a supporto di Cunico, inedito terminale offensivo.
Ore 11.30 – (Gazzettino) L’azione nasce dai piedi Sentinelli, poi Ferretti serve Busetto il cui tiro viene rimpallato e la palla arriva al centro, dove Cunico, sulla linea dell’area, apre per Aperi che dalla destra supera l’estremo avversario con un preciso e potente diagonale. Dopo una conclusione a lato di Baggio, il Padova fa il bis a chiudere una lunga e ostinata azione: Busetto, servito sulla sinistra, si porta la palla sul destro e impegna Passaia; sulla sua respinta calcia a botta sicura Ferretti, con un difensore che ribatte la conclusione, ma poi Giacomazzi involontariamente serve davanti al proprio portiere Cunico che in girata non perdona. Il pesante uno-due non impedisce al Giorgione di reagire e di rendersi pericoloso in almeno tre occasioni. Al 27′ l’arbitro lascia correre su un contatto dubbio in area tra Degrassi e Donè, con Petkovic superato e Sentinelli a rimediare davanti alla porta; lo stesso difensore al 31′ respinge di corpo in tuffo una conclusione pericolosa di Baggio, mentre due minuti dopo è il portiere biancoscudato a superarsi, mettendo in angolo su un colpo di testa angolato di Giacomazzi.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Un’altra prova di forza per il Padova che, di fronte a un Giorgione tutt’altro che arrendevole, mette subito in archivio il precedente pareggio interno con la Triestina e lancia un messaggio chiaro e forte al campionato, spegnendo sul nascere i timori di chi pensava a un momento di flessione della squadra. Non mancano le sorprese nelle scelte di Parlato visto che il ritorno di Ferretti, 34 giorni dopo l’infortunio muscolare nella sfida con il Mezzocorona, non è l’unica novità tra le fila dei biancoscudati. Riprende il suo posto anche Dionisi e debutta dal primo minuto Aperi, schierato esterno alto sulla corsia di sinistra, con sacrificio di Ilari. Il tecnico biancoscudato torna così al modulo 4-2-3-1 di inizio stagione, con la conferma di Busetto, mentre è Segato il centrocampista costretto a partire dalla panchina. Poche le emozioni nel primo quarto d’ora in cui il Padova prende subito in mano le redini del gioco e agisce soprattutto sulla fascia destra, ma il Giorgione si difende con ordine e punge di rimessa. Come in altre occasioni, però, una mossa tattica di Parlato che inverte le posizioni di Busetto e Aperi, cambia gli equilibri in campo e dopo un’occasione dei locali con Giacomazzi che calcia malamente vanificando la percussione sulla sinistra di Gazzola, arriva al 23′ la rete del vantaggio.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Autore della sua prima doppietta in campionato Marco Cunico non nasconde la soddisfazione per la sua prestazione e per quella della squadra. «Abbiamo iniziato la gara con il piglio deciso di chi doveva comunque riscattarsi dopo il pareggio di domenica scorsa – attacca il capitano – Durante tutta la settimana ci eravamo detti che questa era una partita importante da vincere e così è stato, nonostante un buon avversario e un campo difficile dove giocare il pallone a volte diventava problematico». Nel secondo tempo in dieci potevate, nonostante il vantaggio di tre gol, andare in difficoltà ? «Gustavo è stato espulso per un eccesso di foga dopo il gran gol che aveva fatto e va perdonato, ma effettivamente se non trovavamo subito il gol all’inizio della ripresa poteva anche cambiare l’andamento della partita. Così non è stato, ma se vogliamo essere pignoli non dovevamo prendere quei due gol nel finale. Anche se la partita era chiusa, occorre sempre mantenere la concentrazione fino al novantesimo». Infine il presidente Giuseppe Bergamin: «Ottima vittoria anche se pecchiamo di generosità. Quei due gol concessi al Giorgione si potevano evitare. Quanto a Ferretti, lo perdoniamo perché ha fatto un gol che da solo vale il biglietto e così non prenderà la multa per l’ingenua espulsione».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Gol, anzi “eurogol” e cartellino rosso per Gustavo “El Rulo” Ferretti che a Castelfranco ha ritrovato il gol dopo il rientro dall’infortunio. «Sono contento per il gol fatto e per la vittoria ottenuta -attacca il bomber – ma mi dispiace per l’espulsione. Ho fatto una cavolata, anzi ho fatto due cavolate, ovvero non ci ho pensato ne quando ho calciato per il gol ne quando ho preso la palla con la mano e ho rimediato il secondo giallo». Sulla prima ammonizione l’arbitro ha fischiato la simulazione. «Sono caduto, forse il difensore non mi ha toccato, ma non c’era la volontà di simulare. A volta si cade in area, senza però la volontà di farlo. Ero già deciso e concentrato sulla conclusione da fare e forse ho sbagliato il passo, ma sicuramente non era simulazione. Qualche decisione dell’arbitro non l’ho capita. A parte la mia espulsione, c’era anche un rigore su Mazzocco». Ora niente trasferta con il Dro. «Si e questo mi dispiace molto, so di aver sbagliato e alla fine del primo tempo ho chiesto scusa ai miei compagni, li ho lasciati in dieci e non era facile fare tutta la ripresa in inferiorità numerica».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Carmine Parlato a fine partita non nasconde la soddisfazione per una vittoria arrivata con merito in un campo difficile, sia per le condizioni del terreno sia per un avversario che soprattutto all’inizio ha messo in difficoltà i biancoscudati. «Sono contento perché c’è stata una buona prestazione e sono arrivati i gol – esordisce il tecnico del Padova – La squadra ha giocato un’ottima partita e in fase realizzativa siamo stati concreti, cosa che non era accaduta domenica scorsa con la Triestina. Una bella prestazione che ci dà ancora più carica per il futuro». Un gran gol quello di Ferretti: un colpo di fortuna o bravura? «No, Gustavo ha di questi colpi. Ci ha provato e ha trovato un gol straordinario che ha trovato l’applauso di tutto il pubblico, un gol che da solo vale il biglietto. Comunque a parte le prestazioni dei singoli vorrei sottolineare la prova di tutto il gruppo, un gruppo dove ci sono dei giocatori che sono amici in campo e fuori e questo lo si vede, e lo si è visto anche oggi. Quando festeggiano il gol, c’è una armonia che ci fa essere ancora più forti». Infine Parlato chiude con una dedica. «Vorrei dedicare la vittoria a Giorgia Libero, una ragazza che ci segue da vicino».
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un braccio di ferro lungo e logorante, ma questo gruppo c’è e può farlo suo”) Il Giorgione si è comportato, nè più nè meno, come ci si sarebbe aspettato: aggressivo, determinato, feroce nel suo pressing in avvio di gara. Proprio per questo, reduce dal pareggio-beffa subìto dalla Triestina, la capolista avrebbe potuto innervosirsi e disunirsi di conseguenza, invece ha preso le misure ai castellani dopo poco più di un quarto d’ora e al primo errore li ha trafitti. Piazzando l’uno-due in rapida successione e ponendo il sigillo della sua maggiore qualità sul risultato della sfida. La straordinaria giocata di Ferretti – che ha ricordato quella, altrettanto strepitosa, di Coppola in serie A all’Euganeo contro il Brescia, il 6 novembre 1994, sempre da metà campo e con Ballotta fuori dai pali – è diventata così il simbolo della forza di questo gruppo e del suo allenatore. Un eurogol che, fosse stato realizzato in serie A, farebbe parlare per una settimana intera, talmente bella e coraggiosa è stata l’intuizione del bomber argentino da far scattare in piedi il pubblico compatto, estasiato di fronte a tanta precisione e a tanto osare. Perdoniamogli pure la schiocchezza di cui poi si è macchiato. Con un attaccante simile si va lontano ed è ancora più significativo scoprire che, intorno a lui, stanno lievitando anche gli altri: una volta Ilari, un’altra Aperi, una volta Petrilli e un’altra Pittarello. Adesso tocca a Tiboni: chissà che la sua voglia di spaccare il mondo sia la molla per volare ancora più su. Perché il Padova c’è e non mollerà, pronti a scommettere, sino alla 34ª e ultima giornata.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un braccio di ferro lungo e logorante, ma questo gruppo c’è e può farlo suo”) È braccio di ferro con l’Altovicentino, ma lo sapevamo. E poi, meglio così: se alla fine il risultato sarà quello che auspichiamo, avremo ancora maggiore soddisfazione. Ma è bene essere preparati a questa lunga, e logorante, “guerra di nervi” con la squadra di patron Rino Dalle Rive, passata senza danni anche sul temuto campo di Tamai. Forse non è un caso che chi ha compilato il calendario abbia posizionato lo scontro diretto fra le due big del campionato proprio nella giornata conclusiva, il 4 gennaio 2015 a Valdagno l’andata, il 10 maggio all’Euganeo il ritorno. Come se presagisse – e sinora ci ha azzeccato -che il testa a testa sarebbe andato avanti sino all’epilogo della stagione, con un’intensità di emozioni che non sarebbe andata scemando, anzi. Ma a noi, per ora, interessa solo il Padova e come si sta comportando in questa corsa al vertice. E la risposta giunta ieri da Castelfranco Veneto ci conforta, anche se a dire il vero non avevamo mai messo in dubbio la bontà del suo organico e soprattutto la mentalità e i numeri da protagonista superlativo del torneo esibiti sin qui. Ogni domenica tutti aspettano al varco capitan Cunico e compagni, alla ricerca del classico momento di gloria, che li possa gratificare di copertine sui giornali e attenzioni superiori da parte della critica. Logico pertanto attendersi avversari motivati al massimo, tantopiù se i biancoscudati riescono a muovere quasi sempre un migliaio di tifosi al seguito: il colpo d’occhio, considerando che in molti stadi di serie D si arriva a a malapena a 300 spettatori sugli spalti, è di quelli che difficilmente si scordano e stimolano energie e appetiti superiori alla media.
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6.5; Dionisi 6, Sentinelli 6.5, Thomassen 6.5, Degrassi 6; Mazzocco 6.5, Nichele 6.5; Busetto 7.5 (Pittarello 6), Cunico 8 (Segato sv), Aperi 7 (Bedin 6.5); Ferretti 7.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Una magia da spellarsi le mani, con Ferretti che dedica il gol a tutti i tifosi, senza sapere che la sua gioia verrà frustrata appena 4 minuti dopo: l’argentino, infatti, controlla con la mano un pallone sulla destra, l’arbitro fischia il fallo e lo ammonisce per la seconda volta, spedendolo sotto la doccia. Cunico, altro penalty ok. In dieci per tutta la ripresa, ma in vantaggio 3-0, al Padova basterebbe controllare il gioco. E invece la formazione di Parlato non si accontenta e alla prima occasione utile cala il poker. Busetto, servito da Cunico in una perfetta ripartenza, mette il turbo e viene contratto in area al momento del tiro da Fontana, la sfera arriva ad Aperi che viene steso dallo stesso Fontana. È il 2’: rigore netto che il capitano trasforma sotto la traversa. Il resto è una passerella biancoscudata, con Mazzocco che prova in tutti i modi a partecipare al festival del gol, ma spreca due buone occasioni sotto porta. Doppio Mattioli. Il Giorgione, nonostante la mazzata, mostra tutto l’orgoglio e spinge alla ricerca del punto della bandiera, che riesce a trovare al 23’ grazie ad un destro in diagonale di Mattioli, che s’infila sotto l’incrocio. Il finale è tutto dei padroni di casa, i quali allo scadere arrivano al raddoppio ancora grazie a Mattioli, che si guadagna (fallo di Nichele) un rigore e lo trasforma. Ma la festa, ancora una volta, è tutta per il Padova e per i suoi quasi mille scatenati tifosi al seguito.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Passano meno di 120 secondi e arriva il raddoppio, costruito ancora sull’asse Cunico-Busetto. Quest’ultimo trova lo spazio per la conclusione, respinta dal portiere, la sfera arriva a Ferretti, che tira di prima intenzione, trovando il corpo di un difensore che, deviando il pallone, spalanca lo spazio per arrivare in porta. Cunico è lì, davanti a Pazzaia, e da terra con freddezza sigla il raddoppio di destro. La gara sembra chiusa, ma si accende improvvisamente per merito del Giorgione, che non ci sta e sfiora il gol al 27’. Donè riesce a liberarsi di Degrassi e supera Petkovic con un pallonetto, ma a salvare la porta biancoscudata ci pensa Thomassen, spazzando sulla linea. Nell’occasione i trevigiani protestano chiedendo il rigore per un fallo di Degrassi sullo stesso Donè. E non hanno tutti i torti. Dopo un colpo di testa di Giacomazzi respinto da Petkovic, chiede il rigore anche Ferretti per un fallo di Vio, ma l’arbitro lo ammonisce per simulazione. Magia e sciocchezza. Poco male, visto che al 41’ “El Rulo” s’inventa il gol dell’anno, mandando in visibilio i tifosi biancoscudati. Ricevuta palla poco dopo metà campo, Ferretti si defila sulla destra, vede il portiere fuori dai pali e calcia direttamente a rete da una cinquantina di metri, facendo partire una traiettoria perfetta che finisce sotto la traversa.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Padova riparte, più travolgente che mai. Dopo il primo pareggio in campionato contro la Triestina, i Biancoscudati spazzano via il Giorgione, espugnando Castelfranco per 4-2 nella gara più spettacolare dell’anno e restando in vetta alla classifica del girone C della serie D, alla pari con l’Altovicentino. Sugli scudi un sontuoso Cunico, a segno due volte, e un irresistibile Ferretti, che fa e disfa, regalando un gol da cineteca da quasi 50 metri ma venendo espulso a fine primo tempo. Il Giorgione si arrende, mostrando grande orgoglio anche sotto di 4 reti e riducendo il passivo nel finale. Si cambia. Parlato regala un paio di sorprese nella formazione titolare, lasciando a riposo sia Ilari che, ed è una sorpresa, Segato. Si torna al “4-2-3-1”, con Busetto avanzato all’ala, Aperi a sinistra e il ritorno dal primo minuto di Dionisi e Ferretti. Il Giorgione se la vuole giocare e prova a sfruttare la velocità delle proprie punte. Il Padova risponde colpo su colpo e dopo un quarto d’ora Parlato ha l’intuizione, decisiva, di invertire gli esterni d’attacco, con i biancoscudati che piazzano nel giro di due minuti i colpi del k.o. Al 23’ Ferretti guida un contropiede veloce, serve Busetto sulla destra. Il tiro dell’esterno è rimpallato, la sfera arriva a Cunico che è bravo ad allargare per Aperi: il siciliano non ci pensa su due volte e piazza una bordata con il destro che si insacca sul primo palo. Secondo gol consecutivo per lui.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Aperi titolare un po’ a sorpresa ha pagato, eccome! Come mai questa scelta? «Devo dare le giuste occasioni a chi le merita, e credo che Sebastiano con il passare del tempo e nelle ultime settimane si sia meritato la maglia da titolare. Volevamo sfruttare molto la sua verve, nel primo tempo è stato molto bravo, al di là del gol, anche in situazioni nelle quali ha avuto pochissimo spazio». Come giudica, invece, le due reti prese? «Un aspetto in cui bisogna ancora migliorare, ma ritengo che nel contesto della gara, dove i tre punti erano la cosa più importante, non abbiano un gran peso. Perché per 70 minuti abbiamo avuto la fame giusta, nonostante l’inferiorità numerica, quindi un calo fisiologico ci può anche stare». L’eurogol di Ferretti è roba da spellarsi le mani. Un gol da fenomeno o un gol da pazzi, secondo lei? «Sinceramente non ho pensato nulla in quel momento, sono riuscito solo a fermarmi per 30 secondi ad applaudirlo. Lui ce li ha questi colpi, e sa che il suo allenatore lo stima molto. Durante l’intervallo l’ho visto rammaricato, è un leone e non vorrebbe mai lasciare la squadra da sola, ma sono cose che possono succedere». A Dro mancheranno sia “El Rulo” che Dionisi, ma le ultime gare hanno dimostrato che questa squadra ha ottime alternative. «Sono i giocatori a darmi la certezza che posso contare su di loro. Io credo che non dobbiamo fermarci ad un gruppo di undici titolari, tutti devono fare in modo di guadagnarsi il posto e chi merita è giusto che stia in campo». A chi dedica questa vittoria? «A Giorgia Libero, una nostra tifosa che ci segue e alla quale facciamo l’in bocca al lupo».
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Aveva chiesto i tre punti e una reazione d’orgoglio e di carattere dopo l’1-1 con la Triestina. Carmine Parlato ha avuto tutto: 4 gol, la vittoria, una squadra che per 70 minuti ha dominato in lungo e in largo il Giorgione, un attaccante fondamentale ritrovato dopo l’infortunio. «È quello che volevo», ammette il tecnico del Padova. «In settimana avevo chiesto di fare qualcosa in più e i ragazzi hanno dimostrato la voglia di portare a casa il risultato pieno. Forse nel primo tempo abbiamo avuto qualcosa da sfogare, peccato solo per l’espulsione di Ferretti, perché ha condizionato un po’ la ripresa, anche se i due gol loro li abbiamo presi per una stanchezza che ci poteva stare. Nei primi 45’ in campo c’era solo una squadra, metterei la firma per avere un primo tempo così tutte le settimane». Se dopo l’intervallo il Giorgione poteva sperare nell’impresa con l’uomo in più, con il 4-0 gli avete tagliato le gambe. «Significa che la squadra, anche in dieci, non si è abbassata, ha continuato il trend del primo tempo e alla fine ha raccolto ciò che voleva: questa è la mentalità giusta. Ci eravamo detti di non indietreggiare, di proporre gioco, e sul 4-0 Mazzocco avrebbe avuto alcune opportunità per arrotondare ancora di più il punteggio. Complimenti ai ragazzi, hanno sciorinato un’ottima prestazione: volevamo tornare alla vittoria, e siamo stati bravi ad ottenerla».
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Una rete così non la si vedeva dai tempi del celeberrimo pallonetto da centrocampo di Coppola al Brescia. Peccato che l’autore in questione, “El Rulo” Ferretti, si stia ancora mangiando le mani per l’ingenua espulsione che ha macchiato il suo ritorno al gol. «Ho fatto una cagada», sorride l’argentino. «Ingenuità come il mio fallo di mano possono costar caro, ho lasciato la squadra in 10 per tutta la ripresa, a trent’anni non si possono fare queste cose… Mi dispiace per l’espulsione, ho chiesto a scusa a compagni e mister. E ora dovrò anche stare fermo quasi tre settimane, visto che la partita successiva a quella di Dro si gioca il martedì. Che rabbia, anche perché la prima ammonizione non c’era, non avevo affatto simulato». A parte questo, il gol è da cineteca. Come l’è venuto in mente di calciare da lì? «Avevo già visto all’inizio che il portiere stava spesso fuori dai pali. Ho recuperato palla e non ci ho pensato su, ho calciato ed è andata bene. Penso sia uno dei più belli in carriera, anche se a Chioggia avevo già segnato da metà campo contro l’Eurotezze. Questo, però, credo sia migliore, perché ero più defilato». L’uomo del match, tuttavia, è il capitano Marco Cunico, autore di una doppietta e di una prova di classe e sostanza. «Ultimamente facevamo un po’ più fatica a segnare, stavolta ne abbiamo fatti quattro ma ne abbiamo presi anche due», il suo pensiero. «C’è sempre qualcosa da limare, una squadra come la nostra deve portare a casa il 4 a 0, anche se in inferiorità numerica. Con questo campo era difficile controllare e tenere il pallone. Non è stata una partita facile, abbiamo avuto il grande merito di averla resa più facile di quanto possa sembrare». Senza i due rigori sbagliati, ora tallonerebbe Ferretti in testa alla classifica cannonieri. «Allora meglio così, è giusto che ci stia lui e non è un caso che il suo ritorno sia conciso con questi 4 gol. Ha sempre segnato a valanga e quest’anno, se non si fosse infortunato, forse sarebbe già in doppia cifra».
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Un po’ di rammarico per qualche “giallo” di troppo, ma la grande gioia per i tre punti e l’estasi per il gol di Ferretti: questo, in sostanza, il pomeriggio di Giuseppe Bergamin. «Abbiamo visto un grandissimo gol, che mi ha ripagato di tutte le disavventure poi capitate», confessa il patron dei Biancoscudati. «Ferretti e Dionisi non ci saranno a Dro, forse c’è stata un po’ troppa foga ma sono comunque contento, mi sono davvero divertito. Sapevo che il pari con la Triestina sarebbe stato solo un passo falso, non siamo mai stati in crisi e con il Giorgione infatti non c’è stata partita». Poi abbraccia Ferretti e la butta sul ridere: «Mi spiace per lui, perché con quel gol aveva vinto un premio dalla società di 10 mila euro. Peccato che il rosso gliene sia costati altrettanti».
Ore 08.40 – Per la trasferta di Dro mister Parlato dovrà fare a meno degli squalificati Ferretti – espulso per doppia ammonizione – e Dionisi (quarto “giallo” stagionale a Castelfranco).
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (undicesima giornata, domenica 16 novembre, ore 14.30): AltoVicentino-Mezzocorona, Clodiense-Triestina, Dro-Padova, Kras Repen-ArziChiampo, Legnago-Giorgione, Montebelluna-Mori Santo Stefano, Sacilese-Belluno, Union Pro-Tamai, Union Ripa La Fenadora-Fontanafredda.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino e Padova 28, Belluno 23, Sacilese 21, Clodiense, Unione Ripa La Fenadora e Montebelluna 16, Tamai 15, Fontanafredda 13, Union Pro 11, Giorgione e Dro 10, ArziChiampo 9, Kras Repen 8, Mori Santo Stefano 6, Triestina e Mezzocorona 3.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della decima giornata: ArziChiampo-Dro 0-1, Belluno-Clodiense 2-0, Fontanafredda-Sacilese 0-2C Giorgione-Padova 2-4, Mezzocorona-Legnago 3-0, Mori Santo Stefano-Kras Repen 1-0, Tamai-AltoVicentino 0-2, Triestina-Montebelluna 0-2, Union Pro-Union Ripa La Fenadora 1-2.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 9 novembre: i Biancoscudati espugnano Castelfranco battendo 4-2 il Giorgione.