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Ore 21.30 – Lega Pro: sconfitta per il Venezia, battuto 2-1 sul campo del Pavia.
Ore 21.00 – (Il Piccolo) Sono pochi i giocatori di calcio in grado di realizzare 200 gol tutti nella stessa squadra. Radenko Knezevic, capitano del Kras Repen, è uno di questi. Il centravanti di Postumia, nel match contro il Giorgione, ha messo a segno il suo 200esimo sigillo in maglia biancorossa: probabilmente un record. Arrivato a Repen nel gennaio del 2004 dall’Aluminij, squadra della serie B slovena, Knezevic ha di fatto trascinato il Kras della famiglia Kocman dalla Seconda categoria sino alla serie D. L’ha trascinata a suon di gol con medie mostruose. Nel primo mezzo anno 6 gol in 14 partite, preludio al titolo di capocannoniere conquistato in Seconda categoria l’anno dopo con 30 gol in 30 incontri disputati. Nel 2005-2006 arriva la seconda promozione consecutiva, sempre a suon di reti. Nel 2008-2009 il Kras vince il campionato di Promozione. In Eccellenza Knezevic contribuisce al secondo posto con 28 gol in 34 incontri ergendosi a protagonista assoluto nei play-off promozione come racconta lo stesso bomber: «A Jesi, nella finale di ritorno, ho siglato il gol più importante della mia carriera con il Kras, una sensazione indimenticabile». Un colpo di testa su corner quando il Kras, in svantaggio per 2-0, stava rischiando il tracollo nella bolgia dello stadio “Carotti”. Quella rete spianerà la strada verso la prima promozione in serie D dei carsolini. Negli ultimi anni tra Eccellenza e D Knezevic ha sempre messo lo zampino nelle gioie biancorosse. Nella scorsa stagione un brutto infortunio giunto in un momento in cui Radenko era il capocannoniere del torneo ha rischiato seriamente di rovinare al Kras la terza promozione in D. Oggi invece con quattro gol all’attivo Knezevic è il bomber della squadra. «Quando non riesci ha segnare da tanto tempo ti accorgi che ogni gol facile da segnare diventa difficile – racconta Radenko – ogni anno vorrei fare andare in doppia cifra, ma non è sempre semplice». E pensare che Knezevic avrebbe potuto puntare anche ad una carriera da professionista. A 18 anni l’attaccante sloveno indossa la maglia del Tabor di Sesana, squadra della sua città, facendosi notare anche con la casacca dell’Under 21 slovena. In occasione di un derby fra la sua squadra e il Koper la carriera del talento subisce un colpo: uno scontro di gioco lo costringe al ricovero in ospedale, dove gli viene asportata la milza. Segue poi una lunga riabilitazione e il ritorno in campo nel 2003 con la compagine dell’Aluminij in serie B. Il resto è storia, con Radenko che non volendosi allontanare da Sesana, luogo in cui lavorava e aveva la fidanzata, si informa con l’amico Arandelovic, all’epoca in forza al Vesna, cercando una squadra interessata ad un suo ingaggio. Da lì la proposta di Goran Kocman di approdare nelle vicina Repen e l’inizio di una storia di amore lunga dieci anni, arricchita da 200 gol. Un bottino di reti che Knezevic ha voluto dedicare «a tutte le persone che mi hanno sostenuto in questi anni e che tifano per me». Perché in un calcio dove si guarda sempre al profitto, in fondo esistono ancora le bandiere.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Mercato chiuso ancora prima di essere aperto, anche se non è detta l’ultima parola. Questa è la situazione di partenze e arrivi in casa Union Ripa La Fenadora, quarta a 25 punti, che in piena apertura del mercato di riparazione fa sapere che la sua rosa è completa per il progetto di questo campionato. «Non ci saranno né dei “ben arrivato” né degli “arrivederci” – commenta il direttore sportivo neroverde, Alberto Faoro – perché riteniamo che i giocatori che compongono la rosa siano adeguati ai nostri obiettivi stagionali. Ora l’importante è concentrarci per finire bene questo anno solare e poi riprendere il 2015 con lo stesso passo giusto». Viene così fugato ogni dubbio su possibili arrivi, e conseguenti partenze dallo spogliatoio diretto da mister Max Parteli. L’idea più diffusa era quella di una partenza di Giacomo Moresco, attaccante, alla prima stagione all’Union: «Il nostro obiettivo – continua Faoro – era quello poter continuare il rapporto con Moresco e lo abbiamo centrato. Se fosse stato lui a chiedere di andarsene, non lo avremmo fermato come è stato per tutti gli altri giocatori che lo hanno chiesto in questi anni». Il ds conclude: «Adesso la concentrazione sarà tutta nelle prossime tre gare (domani a Mezzocorona, mercoledì 10 con la Correggese in Coppa Italia e sabato 13 con il Belluno), il mercato è l’ultimo dei nostri pensieri». Le operazioni di questa finestra saranno possibili fino a martedì 16 dicembre, scadenza che non vieta comunque di pescare tra gli svincolati o tra i professionisti, ambiti nei quali si potrebbe nascondere qualche obiettivo dei neroverdi. Ma solo dopo il 20 dicembre, dopo lo storico incontro in diretta Rai da Padova.
Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Andreolla scalpita. Il numero dieci del Ripa Fenadora è pronto al rientro dopo la squalifica. Intanto la squadra mette nel mirino il Mezzocorona con l’obiettivo di centrare la quinta vittoria consecutiva e arrivare tranquilla al trittico diabolico con la coppa Italia, il derby con il Belluno e la partita col Padova all’Euganeo prima di Natale. Comincia sabato, nell’anticipo contro il fanalino, un mese di fuoco. Sandro Andreolla ha voglia di giocare. «Non vedevo l’ora che arrivasse questa settimana», racconta il numero dieci dell’Union, che nella prima giornata di squalifica è andato a dare una mano alla Juniores per mantenere la condizione (a proposito, doppietta) e nell’ultimo week-end ha riposato. «Dopo due settimane in naftalina ho voglia di giocare, ma non so quali saranno le scelte del mister. Questo periodo è stato pianificato bene: ho fatto allenamenti specifici e sono ovviamente a disposizione». Una alla volta. È la parola d’ordine in casa neroverde. «Vogliamo arrivare al trittico con un’altra vittoria. Fino a tre settimane fa parlavamo che dovevamo ancora fare la seconda di fila, ora senza accorgerci tentiamo di fare la quinta. Ma non è facile, anche perché quasi tutti i punti conquistati dal Mezzocorona li ha fatti in casa. Loro giocano su un campo sintetico che non è come il nostro, ma sicuramente non accampiamo scuse e andiamo lì per conquistare i tre punti». La forza del gruppo. «Ci sarà bisogno di tutti in queste quattro partite. Chi scenderà in campo sabato lo farà col coltello tra i denti». Occhio al Mezzocorona. «I valori sulla carta dicono che siamo favoriti, ma si rischiano brutte figure se non si va in campo senza le dovute motivazioni e soprattutto il dovuto rispetto per questa squadra che ha fatto sì pochi punti, ma ha perso di misura tutte le partite e in casa ha vinto 3-0 col Legnago», ammonisce Sandro Andreolla. «Sono una squadra giovanissima e l’entusiasmo qualora le cose dovessero mettersi bene per loro potrebbe essere un’arma a loro favore». Chiave tattica. «Abbiamo studiato gli avversari e visto che hanno cambiato parecchi moduli. Non giocheranno all’arrembaggio. Dovremo essere noi a fare la partita, cercando di sbloccarla presto». Attenzione ai calci piazzati. È l’aspetto sul quale mette l’accento il numero dieci neroverde: «I calci piazzati sia a favore che contro vanno curati ancora di più», commenta. «Domenica abbiamo subito due gol da calcio d’angolo e l’unico modo per trovare gli aggiustamenti e migliorare è lavorarci sopra, anche sui calci piazzati in fase offensiva».
Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) «Sto bene a Belluno, se dovesse arrivare un offerta ufficiale alla società ne parlerò insieme alla dirigenza». Simone Corbanese, dopo l’interesse manifestato dal presidente dell’Altovicentino Dalle Rive, ribadisce che lui, con la maglia gialloblù ci sta proprio bene, e la sua testa è già alla sfida contro il Kras Repen, nonostante sia squalificato. «A parte la battuta tra il presidente vicentino e la nostra dirigenza dopo il match di domenica non so nulla – spiega l’attaccante gialloblù – sono felice di essere qui a Belluno, nella squadra della città in cui sono nato e cresciuto. In più quest’anno in rosa siamo in tanti bellunesi, cosa che non succedeva da tanto e questo è motivo di orgoglio per tutti noi». Il Totti bellunese. Il direttore sportivo Fardin ha paragonato l’importanza di Simone Corbanese al Belluno, a quella di Francesco Totti a Roma. Paragone pesante, ma pensandoci bene ci può stare. Lui è il capitano (in attesa del rientro di Radrezza), il bomber della squadra con dieci reti in campionato, e l’uomo simbolo della squadra gialloblù. «Io il Totti di Belluno? Le parole di Fardin fanno piacere non posso nasconderlo, ma in questo momento però penso solamente al nostro prossimo avversario che è il Kras Repen. Vista la squalifica darò una mano come posso, cercando di dare consigli ai miei compagni per arrivare nel migliore dei modi a domenica». Un gol alla tripla cifra. A Simone Corbanese manca una sola rete per arrivare a cento gol in prima squadra. Il “Cobra” ne ha messi a segno 79 in serie D tra Belluno e Montebelluna, 10 in Lega Pro con la Sacilese, 8 in Coppa Italia di Serie D e 2 in Coppa Italia di Lega Pro.
Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Mister Vecchiato non è preoccupato. Nonostante alcune voci di mercato che potrebbero disturbare l’ambiente gialloblù, l’allenatore del Belluno è tranquillo e non crede che Simone Corbanese possa muoversi da Belluno. «Non penso proprio che possano venderlo – lasciandosi anche scappare una piccola risata – sinceramente non mi sono neanche posto il problema. Se lo vendono non rido più? Se per assurdo dovesse andare via di certo arriverebbe qualcun altro. Possiamo concludere dicendo che si, c’è stato qualcosa, ma ora è tutto passato e penso e spero che Simone possa rimanere qui». Sadio Samba si scalda per il posto del “Cobra”. L’attaccante senegalese è il sostituto naturale del bomber bellunese e il tecnico conferma che partirà lui dal primo minuto contro il Kras Repen, ma non svela il modulo con cui schiererà la squadra. «Giocherà lui al centro dell’attacco. Quando è subentrato ha fatto sempre bene e l’unica volta che è partito titolare è stato a Sacile in una partita difficile, ma reputo la sua prestazione positiva. Per il modulo, il Belluno può scendere in campo con entrambi, ma non svelo quale. È giusto che gli avversari in settimana lavorino sodo (ride, ndr) e si preparino ad affrontarci in entrambe le maniere. Il Belluno dovrà fare una partita di qualità e rabbia, quella che abbiamo dopo l’ultima sconfitta. Non dimentichiamoci, però, che aver giocato bene contro l’Altovicentino non vuol dire automaticamente vincere contro il Kras». Una rosa che si restringe. Dopo i prestiti di Julian Pruenster al Mori e Lorenzo Moretti al San Giorgio Sedico, la compagnia bellunese si è privata di due fuoriquota importanti, ma il tecnico è sereno. «Abbiamo altri giovani importanti, uno di questi è Canova, classe 1998. Magari più avanti potrebbero arrivare altri giovani, come detto nei giorni scorsi dal direttore sportivo Augusto Fardin». Un rinforzo arrivato per la juniores è Emanule Pauletti dalla Feltrese ma non è escluso che il ragazzo possa anche salire in prima squadra e dare una mano. Il professionismo prima o poi lo chiamerà. Vecchiato sta facendo grandi cose a Belluno e sicuramente le sue gesta non stanno passando inosservate nell’ambiente calcistico. Tra quanto penserai di fare il patentino per allenare una squadra professionista? «È un discorso matematico. Per accedere al corso bisogna avere almeno trenta punti. Per ora penso solo a lavorare, a Belluno sto proprio bene». Musica per le orecchie dei tifosi gialloblù che sperano che il tecnico possa rimanere a Belluno per lungo tempo, anche se sono consapevoli che prima o poi sarà chiamato per altre sfide.
Ore 19.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia torna in campo questa sera a Pavia per la sfida contro la vicecapolista. E una volta di più si ritrova in emergenza. Mister Michele Serena deve infatti fare i conti con le assenze «storiche» cui si sommano le squalifiche, più i forfait dell’ultimo momento. È il caso di Alessandro Scialpi, rimasto a casa solo ieri pomeriggio a causa dell’influenza: se già prima il Venezia, privo dei soliti Hottor, Carcuro, Zima, Espinal, più gli squalificati Greco e Sales, aveva a disposizione 18 giocatori contati, pur avendo recuperato Alba, ora ne ha appena 17, contando pure i due «baby» Siega e Scanferlato. E così nei convocati figura anche il giovanissimo Chin, del ‘96.
Un accumularsi di difficoltà che però mister Serena non intende trasformare in alibi. «Mai piangersi addosso. Non è questo il nostro spirito, le squadre forti non cercano giustificazioni», dice il tecnico spingendo una volta di più il pedale dell’acceleratore sulla mentalità del suo gruppo. Un convinzione crescente nei propri mezzi che ha portato il Venezia a giocare alla pari, domenica scorsa, contro la corazzata Bassano, pur uscendone a mani vuote. «Siamo consapevoli di aver lasciato sul campo un risultato che avremmo meritato – ricorda – ma questo si deve trasformare in rabbia, in voglia di rivalsa, non certo in autocommiserazione». E allora, dopo appena sei giorni dal big match del Penzo ecco riproporsi un’altra sfida ad alto coefficiente di difficoltà, contro un Pavia che sta appena un gradino più giù rispetto al Bassano. «Non è una sorpresa la posizione in classifica di questa squadra. Basta sfogliare i nomi della rosa e si trovano tutti giocatori di categoria, anche qualcuno di categoria superiore».
Avversaria non temibile lo scorso anno, nello stesso girone degli arancioneroverdi, la squadra lombarda ha fatto il salto di qualità con l’arrivo della proprietà cinese quest’estate che ha portato capitali e un progetto ambizioso. La sfida contro il Venezia potrebbe quasi considerarsi un «derby» tra proprietà straniere, se non fosse che il russo Yuri Korablin risulta parecchio assente, negli ultimi tempi, dalla gestione arancioneroverde e dai risultati della squadra, al contrario dei cinesi del Pavia. In campo tutto questo non conterà e a fare la differenza saranno le squadre. «Intendiamo fare una buona prestazione, proprio come quella contro il Bassano. Affrontiamo un’avversaria molto forte – chiude mister Serena – ma abbiamo le qualità e le capacità per fare la nostra gara».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pochi dubbi sul fatto che il Pavia sia la squadra che più di ogni altra sta tenendo il passo della capolista Bassano. Rispetto ai vicentini i lombardi hanno un punto di ritardo (27 contro 28) ma anche una gara disputata in più, motivo per cui stasera col Venezia cercheranno di ottenere la settima vittoria in 8 uscite. Il team allenato da Riccardo Maspero, coetaneo ed ex compagno di squadra di Michele Serena alla Sampdoria (serie A 1994/95), davanti ai tifosi del Fortunati non cade dall’1-3 con la Pro Patria del 27 aprile. Ma dalla scorsa stagione, chiusa all’ultimo posto con appena 23 punti in 30 giornate (i 27 di oggi sono arrivati in 15 gare), è cambiato davvero tutto in primis nel club con l’arrivo alla presidenza del cinese Xiandong Zhu. Reduce dalla vittoria in casa del Renate, il Pavia tra le mura amiche ha battuto Pro Patria, Feralpi Salò, AlbinoLeffe, Arezzo, Giana e Cremonese, subendo soli 7 gol e segnandone 20 (miglior attacco casalingo del campionato).
Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Duello sull’asse Mosca-Pechino: da una parte l’Unione Venezia di Yuri Korablin, dall’altra il Pavia di Xiaodong Zhu, presidente del Pavia. Due squadre nel segno della nuova frontiera, Russia contro Cina in Lega Pro. Serena deve stringere i denti, al cospetto di infortuni e squalifiche, Maspero può godersi un roster lungo e di esperienza. Dopo tre vittorie consecutive sono arrivate due sconfitte a rallentare la risalita del Venezia, fare punti a Pavia diventa un incrocio obbligatorio per non ritrovarsi in orbita playout. I lombardi non nascondono le ambizioni di promozione, dopo una stagione, quella passata, vissuta sul fondo della classifica. Assenze. Scelte obbligate, o quasi, per Michele Serena che in extremis ha perso anche Scialpi, a letto con la febbre come prima della trasferta ad Arezzo e convocazione repentina di Chin, titolare in Coppa Italia a Ferrara. Otto gli assenti tra infortunati (Zima, Giuliatto, Carcuro, Espinal, Hottor), squalificati (Sales e Greco) e ammalati (Scialpi), quasi una squadra intera. Rientra Marino in difesa, dove esce Sales, a destra potrebbe collocarsi Cernuto con Panzeri in alternativa. Varano a centrocampo con Bellazzini dietro alle punte, i bomber Magnaghi e Raimondi. A meno che il tecnico mestrino non estragga dal cilindro qualche soluzione tattica. Panchina composta interamente da ragazzi, fatta eccezione per Franchini. Pavia. Unica squadra ad aver battuto il Bassano (1-0 all’esordio), il Pavia arriva da tre vittorie consecutive, l’ultima a Meda contro il Renate (1-0) e nelle ultime due gare casalinghe ha travolto Giana (3-0) e Cremonese (4-1). Rispetto alla passata stagione il Pavia ha radicalmente cambiato “pelle”, dalla società, passata in mano ai cinesi, alla squadra che è stata affidata a Riccardo Maspero. Precedenti. Lo scorso anno il Venezia espugnò Pavia (1-0) con gol di Sasha Cori dopo appena 4’ di gioco. Otto fa la squadra di Di Costanzo venne invece trafitta (1-0) da Marco Veronese, che a fine stagione sarebbe approdato al Venezia. Pavia decisiva per il Venezia di Zaccheroni (2-1), alla penultima giornata nel 1991.
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Protagonista sempre, fino ad oggi. Non potrà non esserlo domenica, al Mercante, nel derby che vale tre punti ma qualcosa in più a tutti gli altri livelli. Luca Lavagnoli, esterno destro del Real Vicenza, è pronto alla grande sfida. «La paura non è nel nostro dna per fortuna – dice – andremo in campo per vincere». Ricorda lo splendido gol realizzato nella passata stagione all´andata? Eh sì, certi palloni arrivano perfetti e senza pensare li si trasforma in rete. Peccato che poi non sia servito per vincere. Il derby con il Bassano vi ha riservato più dolori che gioie Abbiamo fatto un pareggio al Menti e una sconfitta al Mercante, ma questa è un´altra stagione. Certamente i precedenti bruciano un po´ per come sono maturati. Come si sta preparando al big match? Non è una partita come le altre, è chiaro. C´è della sana rivalità e poi giocare contro la prima della classe offre sempre qualche stimolo in più. È il momento di riportare in parità la situazione? Vincere sarebbe importante e noi abbiamo un vantaggio rispetto ad altre squadre che magari hanno una classifica precaria. Abbiamo dimostrato la nostra forza e abbiamo la testa sufficientemente sgombra provare a vincere. Nel Bassano ci saranno assenze pesanti, come Pietribiasi. La sua è un´assenza importante ma il Bassano ha una rosa completa, molto attrezzata, un altro vero attaccante è Maistrello e ci ha già fatto male, quindi avremo un occhio di riguardo per lui. Poi c´è Nolè, grande giocatore per la categoria. Inoltre la forza dei nostri avversari è il fatto di giocare assieme da tempo. Arezzo e Torres hanno un po´ fermato la vostra corsa. Che è successo? Ad Arezzo abbiamo fatto una buona gara sotto il profilo del gioco e del palleggio, ma è arrivato un risultato immeritato. Diversa la storia con la Torres. Avrebbe meritato più di voi? L´errore è stato andare troppo dietro al loro gioco, snaturandoci. Il Real può vincere se ? Se non si adatta al gioco del Bassano. Chiaro, dovremo prendere le giuste contromisure contro un avversario così forte, ma dobbiamo esprimere il nostro calcio e rendere il derby divertente. E poi magari, vista l´ora, sarete molto affamati Giocare alle 12.30 ci impone di mangiare la pasta alle 9.30. Per quanto mi riguarda l´orario non è un grosso problema, l´abbiamo già provato. Più che altro modifica il modo in cui ci si prepara alla sfida.
Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il pranzo domenicale può attendere. Più di qualcuno ci ha pensato, dopotutto non capiterà più tanto spesso di assistere a un derby di alta classifica fra le due parenti «povere» di Vicenza e provincia. Appuntamento, dunque, alle 12.30 al Mercante, dove il Bassano affronterà il Real Vicenza. Un derby che pochi avrebbero immaginato giusto un paio d’anni fa. E pazienza se il Real Vicenza si gode il quarto posto in classifica e si prepara a sfidare la capolista praticamente senza tifosi. Nel panorama italiano è un vero e proprio caso, appena cento spettatori di media quando si gioca al Menti e un futuro indefinito nonostante un presidente come Lino Diquigiovanni che ha ambizioni sconfinate e che ha centrato una scalata dall’Eccellenza alla Lega Pro in quattro anni da lasciare senza parole. Contro il Novara c’è stato il record stagionale (300 spettatori), ma i tifosi non si possono certo comprare al mercato: «Ci vuole pazienza e tranquillità – spiega Diquigiovanni – bisogna lavorare al meglio e aspettare. Poi si può anche fare calcio senza tanti tifosi: in campo non è la stessa cosa ma si ha maggior tranquillità e meno pressioni. Recentemente ho visto allo stadio alcuni tifosi del Vicenza, pian piano ci stiamo facendo conoscere, poi si vedrà». Il Bassano aveva fatto capire in estate, all’esordio in Coppa Italia, che non si sarebbe fermato dopo l’eccellente campionato dello scorso anno. Blitz al Menti con annessa contestazione per il Vicenza (poi ripescato in B) e vittoria da urlo. La capolista continua il momento magico e ha staccato pure il pass per i quarti di finale di Coppa Italia, eliminando il Feralpisalò: «Siamo felici di quello che stiamo facendo – sottolinea Antonino Asta – ed è bello che siano gratificati anche quei giocatori che hanno avuto pochi minuti in campionato. Stiamo attraversando un gran bel momento, adesso c’è il derby col Real Vicenza, partita a cui i nostri tifosi tengono particolarmente. Faremo di tutto per difendere il nostro primato». Designato l’arbitro, Valerio Marini di Roma 1, commercialista di 32 anni alla quinta stagione in Lega Pro. Con lui lo scorso anno 7 successi «corsari», 6 pareggi e 6 segni «uno». A Bassano già incrociano le dita.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Domenica ci sarà il derby tra Bassano e Real Vicenza in Lega Pro: sorpreso di trovarle ai vertici? «Per quanto riguarda il Bassano – ha dichiarato l’ex amministratore delegato e direttore generale Sergio Gasparin – che ha una storia più lunga, no, perché è un progetto nato molti anni orsono, affinandosi strada facendo con una proprietà molto forte, che ha garantito un cammino tranquillo al club, e due tecnici come Petrone e Asta, il quale ha continuato l’opera del suo predecessore migliorandola. E poi c’è un professionista come Seeber, che conosce la Lega Pro a menadito. Il Real invece è una realtà più giovane che nasce in una città dove ritengo sia impossibile scalfire il ruolo di leader del Vicenza o rappresentare un’alternativa».
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Bassano cannibale. La truppa di Asta esce vittorioso ai rigori dalla sfida di Coppa Italia Lega Pro in casa del Feralpi Salò grazie alla parata di Grandi sul cucchiaio di Pinardi, una sfida durata 120′ ma che ha premiato i giallorossi. Il tecnico giallorosso lo aveva lasciato intendere, il Soccer team gioca ogni partita per vincere, una dimostrazione di forza importante per Nolè e compagni in vista del derby di domenica contro il Real Vicenza. «È una soddisfazione per tutti aver raggiunto i quarti di finale dopo una bella partita – ha spiegato Asta – abbiamo giocato contro una buona squadra, iniziando bene e trovando subito il vantaggio». Poi però non si è riusciti a chiudere la partita e si è arrivati ai rigori. «Il campo era pesante ed è uscita la stanchezza, i rigori ci hanno premiato, ma sappiamo che sono una lotteria». Una dimostrazione anche da parte di quei giocatori che in campionato hanno avuto meno minuti. «Sono contento dei miei ragazzi, soprattutto chi ha esordito come Bonetto o per quelli che in campionato hanno visto meno il campo come Munarini o Tonon, entrambi in gol». Soddisfazione anche per Matteo Grandi, il portiere di riserva protagonista con la parata decisiva sul rigore di Pinardi. «Pur avendo avuto poca fortuna con i rigori in campionato, Gian Maria Rossi mi ha consigliato bene – scherza il secondo portiere giallorosso – è stato lui ad avvertirmi del probabile cucchiaio di Pinardi, l’ho ascoltato e non mi sono mosso. La partita? Un match difficile, di fronte due squadre importanti, credo che, pur essendo arrivati i gol da calci piazzati, abbiamo gestito bene il ritmo di gioco». Per un portiere non giocare è difficile. «Effettivamente nel primo tempo ho fatto un po’ fatica, poi ho ripeso il ritmo gara e sono felice di aver dato il contributo alla squadra». Nel frattempo, il giudice sportivo ha fermato Cenetti per squalifica, avendo preso un giallo in diffida contro il Venezia.
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Romagnolissimi entrambi, Gianmaria Rossi e Matteo Grandi sono i guardiani del faro giallorosso e sono lì a smentire il luogo comune secondo cui i portieri di una stessa squadra siano come cane e gatto e si facciano i dispetti a vicenda per strapparsi la maglia da titolare. «Figurarsi, la dritta di come avrebbe calciato Pinardi dal dischetto me l´ha data proprio Rossi», rivela Grandi, che al mercoledì e in Coppa riacquista il proscenio. «Mi ha detto: “probabilmente ti farà il cucchiaio”. Ha avuto ragione. Gianmaria sarà stato sfortunato sinora in campionato perchè non ha ancora parato un penalty, ma l´imbeccata era giusta: non mi sono mosso e ho bloccato il pallone». Quindi va sul match il portiere di notte virtussino. «È stato un duello bello tirato e, per quanto mi riguarda, ho impiegato quasi un tempo a riprendere le misure e il colpo d´occhio. Succede quando vieni impiegato di rado. Poi però è stato più semplice e il successo dà soddisfazione, non vogliamo fermarci neppure in Coppa». A Tonino Asta invece ieri la qualificazione è andata un po´ di traverso dopo la sentenza del giudice sportivo che l´ha stoppato per due turni da scontare unicamente nella manifestazione tricolore. Ergo il tecnico salterà il quarto di finale secco con la Spal ed eventualmente garauno di semifinale qualora Bassano accedesse tra le magnifiche quattro, visto che dalla semifinale in poi si procede con partite di andata e ritorno. Asta era stato espulso nell´intervallo di Salò “per atteggiamento irriguardoso nei confronti di un assistente arbitrale e per condotta scorretta nei confronti di un calciatore avversario”, come da dispositivo del giudice. Evidentemente qualcosa avvenuto nel tragitto lungo il tunnel che conduce agli spogliatoi, perchè in campo non era accaduto nulla. Poco male, il derby imminente pesa di più e al Soccer Team la serata di Salò è costata un´altra crocetta alla lista degli indisponibili: oltre agli squalificati Pietribiasi e Cenetti, si è aggiunto pure Zanella bloccato da un riacutizzarsi del malanno muscolare agli adduttori. In compenso sarà riattivabile Davì dopo la botta in testa col Venezia. Al momento sarà lui il centrocampista designato a rilevare Cenetti in mediana nel tandem con Proietti, mentre toccherà a Maistrello surrogare Pietribiasi sottoporta. Quanto alla retrovia, con Zanella out saranno Bizzotto e Priola la coppia di difensori deputati con Ingegneri primo cambio. L´impressione è che indicativamente spetterà a Bizzo occuparsi di Bruno, mentre Priola potrebbe seguire le piste di Bardelloni. Arginando quei due non sei comunque al sicuro lo stesso: Lavagnoli è un ´iradiddìo sull´out e gli inserimenti di Malagò dal centro sanno essere fatali.
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’infortunio patito contro la Ternana alla terza giornata di campionato l’ha tenuto lontano dai campi per quasi due mesi, ma adesso sta bene e la prova di Varese ne è la dimostrazione. Salvatore D’Elia ha ricambiato la fiducia di Pasquale Marino con una prova più che positiva sulla sinistra, dove con Giacomelli ha messo spesso in difficoltà gli avversari. «La cosa più importante di sabato scorso è stata la vittoria del Vicenza – dice D’Elia – Poi mi ha fatto piacere la conferma che dopo l’operazione al menisco sono tornato a stare bene. Ho corso fino alla fine della gara senza avvertire problemi, e quindi posso dire che infortunio ormai è un brutto ricordo». Il ritorno di D’Elia è coinciso con la terza vittoria del Vicenza nelle ultime quattro gare, un bottino di 10 punti che in pochi avrebbero anche solo sperare di centrare. «Senza dubbio abbiamo fatto molto bene anche su campi difficili in cui sulla carta eravamo sfavoriti – spiega il terzino – ma credo che li abbiamo conquistati con merito, lottando su tutti i palloni e dimostrando che il gruppo è unito e rema compatto verso la salvezza del Vicenza». Squadra che non ha perso l’unione che aveva anche a inizio campionato quando sulla panchina c’era Giovanni Lopez. «Purtroppo nel calcio quando le cose non vanno bene a pagare è sempre l’allenatore – sospira D’Elia –. L’esonero ci è dispiaciuto molto, ma siamo professionisti e da subito abbiamo dato tutto anche per mister Marino, che ci sta aiutando molto e che sta dimostrando di essere un grande allenatore». Lunedì contro il Brescia c’è un altro scontro diretto. «Ci stiamo preparando per provare a vincerlo, sarebbe molto importante per la nostra classifica».
Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Adesso non ci sono più dubbi: Camisa non potrà prendere parte alla gara di lunedì con il Brescia. Al capitano, infatti, è stata diagnosticata una piccola lesione al polpaccio sinistro. Ieri, nel corso della doppia seduta che si è svolta a Isola, il difensore ha svolto lavoro differenziato, al pari di Garcia Tena. Neanche il giovane spagnolo potrà scendere in campo contro le rondinelle. La lista degli indisponibili si completa poi con Ragusa, Tutino e Maritato, ai box da tempo a causa dei noti infortuni. Per la giornata odierna è in programma un allenamento pomeridiano a Isola.
Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) C´è un bresciano che nel passato recente a Vicenza ha vissuto un´esperienza particolarmente intensa, dal finale amarissimo: è Gigi Cagni, l´allenatore che nel tribolato campionato 2011/2012 subentrò a Baldini in ottobre, per poi essere esonerato a marzo (sostituito dalla coppia Beghetto-Zanini) e richiamato a cinque partite dal termine del campionato, acciuffando per i capelli i playout poi persi sciaguratamente ad Empoli. Ecco perché il posticipo in programma lunedì al Menti (fischio d´inizio alle 17.30) sarà per lui una partita speciale. Cagni, Vicenza contro Brescia: due squadre alle quali sono legati ricordi importanti per lei «Sono bresciano e nel Brescia ho giocato una vita, iniziando anche ad allenare nelle giovanili. A Vicenza invece ho vissuto un´esperienza che, al di là del dispiacere per come si è conclusa, reputo una delle più positive: data la situazione in cui ho lavorato, la scelta societaria di allontanarmi e poi richiamarmi, credo di avere ottenuto il massimo da quella squadra». Quante volte ha ripensato allo spareggio di Empoli, perso dilapidando due gol di vantaggio a venti minuti dalla fine? «Se lo rigiocassimo dieci volte, nove volte vinceremmo Purtroppo è andata diversamente, ma questo è il calcio. Semmai sono un po´ stupito che i dirigenti che furono i massimi responsabili per quella situazione del Vicenza, e in altre stagioni con allenatori differenti hanno ottenuto gli stessi risultati deludenti, siano ancora al loro posto, ma nel calcio italiano si vede che va bene così. È anche per questo che vorrei provare un´esperienza all´estero, magari in America, dove sono appena stato per due mesi e ho apprezzato un progetto di calcio destinato al successo, basato su meritocrazia e solidità economica». Veniamo all´attualità: come valuta la situazione di Vicenza e Brescia in questa serie B? «Stanno vivendo due momenti opposti. Il Vicenza con il ripescaggio ha guadagnato un po´ di ossigeno a livello societario e dopo un primo assestamento ha iniziato a ottenere anche risultati importanti. Il Brescia, al contrario, sta vivendo un momento critico: qui c´è paura che la squadra fallisca, il campo viene quasi in secondo piano, e la squadra non può non risentirne». E per quanto riguarda i valori tecnici? «Da quel punto di vista secondo me il Brescia sarebbe superiore, ma quando si è nel baratro del fallimento anche un giocatore come Caracciolo difficilmente può farsi carico di tutto e trascinare la squadra come se nulla fosse». Nel Vicenza l´elemento di maggior qualità è Di Gennaro, che lei conosce bene. «Sì, con me lo scorso anno a La Spezia giocava esterno alto a destra nel 4-3-3, sfruttando il suo bel tiro di sinistro. Adesso Marino lo sta schierando da regista: magari gli manca un po´ la fase difensiva, ma può essere una scommessa vincente. Guardate Pirlo: quando Ancelotti lo provò davanti alla difesa, in tanti gli chiedemmo se fosse impazzito. Ci ha messo due anni ad imparare la fase difensiva, ma adesso è da tempo il migliore nel mondo, quindi perché non può provarci Di Gennaro che è ancora giovane?». Altri giocatori biancorossi che apprezza? «Cocco finora non è mai esploso, ma non sarebbe il primo giocatore che trova i suoi migliori risultati in un´età più matura. E poi c´era Ragusa, uno dei pochi a poter fare la differenza in questa serie B abbastanza modesta: quando perdi uno così, diventa difficile sostituirlo». Marino ha puntato sul 4-3-3, come fece lei subentrando a Baldini. È la soluzione migliore? «È il modulo che paga di più, che dà maggiori certezze ed equilibri, assieme al 3-5-2. Poi Marino è un allenatore capace e una persona squisita, ha sempre impostato un gioco molto piacevole ed offensivo: penso che la società stavolta abbia fatto la scelta giusta». Dove potranno arrivare Vicenza e Brescia in questo campionato? «È una serie B livellata più che mai, manca del tutto la squadra che emerga, quindi possono giocarsela con chiunque. A Brescia, però, prima si devono risolvere le questioni societarie: prevedo che lunedì al Menti le rondinelle saranno tese, mentre il Vicenza avrà la serenità e la spinta di un pubblico che sa sempre riconoscere e apprezzare l´impegno dei giocatori».
Ore 15.30 – (Gazzettino) Domani a La Spezia il Cittadella affronterà un avversario tosto con un presidente, Gabriele Volpi, alquanto ambizioso. Alex Valentini, ex di turno, lo conosce bene: «L’anno scorso la squadra ligure si è fermata ai play off, ma l’obiettivo era la serie A. Avevo accettato di far parte del progetto aiutando il giovane e molto promettente portiere Leali e una squadra sulla quale il presidente aveva investito molto. Lo Spezia è una realtà diversa dal Cittadella, dove anche il pubblico pretende molto dalla squadra standole vicino e incitandola con un calore che si fa sentire. Quando le cose non vanno bene non è facile lavorare in quell’ambiente. A fine stagione la mia presenza non rientrava nei piani della società e ho accettato molto volentieri di venire a Cittadella». Un campionato in panchina non è il massimo per un portiere. Riprende Valentini: «Negli anni precedenti avevo sempre giocato, per cui non è stato facile per me giocare poco allo Spezia, anche se lo sapevo fin dall’inizio. Ho vissuto comunque le emozioni sia positive che negative di una stagione che mi ha fatto crescere e maturare». Domani sarà per il portiere granata una partita diversa dalle altre, una sorta di rivincita per dimostrare ciò che nello scorso campionato non ha avuto modo di esprimere: «Ci tengo a giocare contro la mia ex squadra, anche se la rosa è stata cambiata parecchio. Mi fa piacere incontrare coloro che sono rimasti e un ambiente che conosco bene». Su come il Cittadella dovrà preparare la partita, conclude Valentini: «Sappiamo di dover affrontare una squadra forte e motivata, ma ogni partita è difficile e va preparata bene. Noi cercheremo di contrastare il loro gioco e di imporre il nostro, nonostante le assenze. Non è la prima partita, nè sarà l’ultima, dove dovremo dare tutto e giocare al meglio per ottenere un risultato positivo».
Ore 15.10 – (Mattino di Padova) Non sparate sul pianista, ma neanche sul preparatore atletico. Troppo comodo, si corre il rischio di fare fuoco nel mucchio. Ad Andrea Redigolo, che svolge questo ruolo per il Cittadella, il titolone della Gazzetta dello Sport di ieri (Preparatori flop, la serie B si è spezzata) proprio non è andato giù. E non solo perché nell’articolo si fa riferimento anche alla lesione di Filippo Lora. «Si parla dei 77 infortunati attualmente presenti in campionato, ma occorrerebbe anche valutare i singoli casi. Fra questi giocatori, 43 sono vittime di traumi di natura articolare, siamo sicuri che centri sempre il nostro lavoro?». Redigolo sta per iniziare la seduta di allenamento al Tombolato, che comincia in realtà con un’analisi video dello Spezia, prossimo avversario dei granata, domani pomeriggio allo stadio Picco. L’obiettivo a breve termine è recuperare Palma fra i convocati (il fastidio al ginocchio sembra superato), vista la sicura assenza a centrocampo dello squalificato Benedetti. «In particolare si cita la situazione del Catania e si accusa Ventrone, che, quando lavorava alla Juve, era incensato come un mago. Possibile che ora lo si faccia passare per cretino? E poi, come al solito, si dice che è sbagliata la preparazione estiva, come se dipendesse tutto da lì. Forse accadeva un tempo, quando ci si basava di più sui metodi dell’atletica leggera, che però segue altri calendari e deve finalizzare gli allenamenti per arrivare al top in un momento preciso della stagione. Nel calcio non è così: nel nostro sport i giocatori devono mantenere la stessa condizione tutto l’anno. Senza contare che dietro agli infortuni ci sono anche componenti psicologiche che spesso si trascurano: un giocatore che non è sereno è più facilmente vittima di problemi fisici». E in casa Citta, qual è la situazione? «Non abbiamo infortuni muscolari. Lora sta facendo terapie a Bologna. Schenetti nei prossimi giorni proverà a riprendere a correre dopo aver fatto a sua volta terapie al ginocchio. Signorini è fermo per una microfrattura e per rivederlo dovremo attendere qualche settimana». E per gli altri, come cambia il lavoro da svolgere, col maltempo che imperversa? «È necessario ridurre la mole di lavoro, perché l’affaticamento muscolare è maggiore in queste condizioni. E poi occorre curare di più l’abbigliamento: non tanto per proteggersi dal freddo ma dall’umidità. Senza contare che, banalmente, non puoi stare a spiegare per un quarto d’ora certi esercizi, come fai d’estate, perché altrimenti i muscoli si raffreddano». In tutto questo, i venti giorni di pausa tra fine dicembre e gennaio sono utili? «Male non fanno: permetteranno di riportare in condizione alcuni giocatori. Se tutte le squadre avessero la possibilità di giocare su campi in buone condizioni potrebbero anche non servire, purtroppo non è così».
Ore 14.50 – (Il Piccolo) La Triestina fa sul serio: mette il turbo sul mercato e accelera, secondo quanto annunciato dal presidente Pontrelli, anche sul fronte dei pagamenti. Ma cominciamo dai rinforzi e dal primo botto di mercato: l’Unione ha trovato l’accordo con l’attaccante Daniele Rocco, che ieri pomeriggio ha già svolto il suo primo allenamento con gli alabardati agli ordini del tecnico Ferazzoli, andando fra l’altro subito in gol. Il tesseramento dovrebbe essere ufficializzato oggi. Rocco, 24 anni, è ben noto ai tifosi alabardati che due anni fa lo ricordano come rivale nelle file dell’Ufm nella corsa al vertice in Eccellenza: faceva coppia con Acampora e in quelle due strepitose stagioni con il Monfalcone mise a segno in totale ben 47 reti. Lo scorso anno l’approdo in serie D con il Thermal Ceccano di Abano Terme, dove ha collezionato 28 presenze e realizzato 18 reti. Quest’anno finora in 13 presenze con i veneti aveva segnato 5 gol. Una decisa iniezione di qualità, quindi, per l’attacco della Triestina. Ma Pontrelli, che tornerà domani a Trieste dopo la nascita della figlia Elvira (primo fiocco rosa dopo tre maschi) avvenuta mercoledì sera a Roma, assicura che i rinforzi sono appena iniziati: ce ne saranno in tutto quattro, forse cinque. Intanto si continua il pressing su un altro attaccante classe 1990, Riccardo Santi, una prima punta attualmente in forza alla Clodiense, con la quale in questi primi mesi di campionato ha realizzato 5 gol in 13 presenze. Nelle ultime stagioni precedenza aveva giocato tra C2 e D con Lavagnese, Spoleto, Casale e Savona. E poi piace moltissimo, anche se qui la strada è più impervia, il giovane centrocampista ventunenne Enrico Crescenzi, uno dei tanti prodotti del vivaio del Frosinone che aveva vinto a suo tempo il il campionato Berretti con Stellone allenatore. Dopo la Primavera, Crescenzi aveva esordito in C1 con i gialloblu, poi fu mandato in prestito all’Aprilia ma venne fermato da un infortunio. Ora è tornato al Frosinone, ma in serie B per lui è impossibile trovare spazio.
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Movimenti in casa Sacilese. Il sodalizio biancorosso sarebbe finalmente sul punto di cedere Biasi Manolache (’96), terzino di proprietà Inter, all’Altovicentino. Non si muoverà invece da Sacile, almeno per il momento, Riccardo Baggio (’87), che ha rifiutato il passaggio al Delta Porto Tolle.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Corbanese sì, Corbanese no. Oppure, Corbanese per tutta la vita gialloblù. «Se fosse per me, resterebbe per sempre al Belluno. Perché i numeri dicono chiaramente quale sia il valore di Simone, ma la persona, e l’attaccamento alla maglia, uniti al fatto di essere bellunese, sono ancora più importanti»: con queste parole il presidente Livio Gallio prova a mettere la parola fine sulla storia calcistica della settimana, ovvero la richiesta dell’Altovicentino, interessato al capitano del Belluno, capocannoniere del girone C di serie D con 10 reti in 13 partite. Dopo che la notizia dell’interessamento, mercoledì sul Gazzettino, è diventata pubblica, un po’ tutti gli addetti ai lavori si sono affrettati a minimizzare. Un atteggiamento comprensibile, anche se sicuramente si è andati al di là di un semplice abboccamento. Circolano voci sulla cifra che sarebbe entrata nelle casse della società (diverse decine di migliaia di euro), sulla punta che sarebbe arrivato in cambio (Paganelli), e soprattutto il giocatore era stato informato. «Certo, è una questione di trasparenza – conferma Gallio -: vogliamo essere corretti con i giocatori, perché nessuno ci possa rinfacciare di non essere stato messo a conoscenza di un’opportunità importante». Ma poi, non ci si è seduti al tavolo per iniziare una trattativa vera e propria. «Questo tipo di richieste non fanno mai male – conclude il presidente del Belluno -. Nessuna decisione sarebbe stata presa da una sola persona, in modo unilaterale. A cominciare da me. Ne avremmo eventualmente parlato in consiglio direttivo. Ma Corbanese resta, e se fosse solo per me resterebbe sempre gialloblù».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Tutto ancora fermo in casa dell’Altovicentino, e non è detto che per vedere qualche movimento bisogni attendere fino a gennaio quando si aprirà il mercato dei giovani professionisti. «Abbiamo una rosa di 24 giocatori – ha dichiarato il direttore sportivo Fabio Graziani – e siamo soddisfatti di tutti. Nessuno sino ad ora è venuto a dirmi che, per qualsiasi motivo, avrebbe piacere di cambiare squadra, quindi non abbiamo in previsione alcuna uscita. Mercato spesso è sinonimo di chiacchiere, e sull’Altovicentino se ne sono fatte, credo, già troppe». Il riferimento ovviamente è rivolto alle voci che davano per possibile un clamoroso ritorno di Ferretti (Padova), oppure l’ingaggio del capocannoniere del girone Corbanese (Belluno) alla corte di Rino Dalle Rive. Voci che il patron del club che quest’anno ha riunito le realtà calcistiche di Marano, Trissino e Valdagno ha già avuto modo di chiarire. «In prospettiva potrebbe esserci spazio per qualche altro giovane? In effetti – conclude il ds Graziani – nelle ultime giornate siano stati un po’ contati. Ne riparliamo a gennaio». Uno che potrebbe partire è il classe ’97 Perosin… «Ce l’ha chiesto l’Arzignanochiampo ma ne riparleremo solo dopo il derby di domenica».
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Sfogliata la margherita Zubin, da Rimini, via Padova, rimbalza un nuovo tormentone. Ha il nome di Giuseppe Gambino, gioca nel Rimini, sempre in serie D, e starebbe per rescindere il contratto con la società biancorossa. Per andare dove? All´Altovicentino che si rifarebbe della perdita di Zubin? O magari al Padova, perplesso sul rapporto qualità fisica-prezzo di Gustavo Ferretti? Sul “Rulo” patron Rino Dalle Rive è categorico: «Non parlo con lui da giugno, non l´ho mai cercato». Tornando in Romagna, questa la “Panini” di Gambino. Nato ad Agrigento nel 1984, 187 centimetri per 81 kg, dal 2001 ad oggi ha collezionato 17 trasferimenti – tra cui un passaggio alla Samp – ed un discreto bottino di gol, ben 21 a Gaeta e Brindisi e 17 a Teramo, sempre in categoria.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Tutti zitti, e non potrebbe essere altrimenti. L’Este, terzo in classifica con 30 punti, si tiene stretti nomi e trattative del mercato invernale: mister Gianluca Zattarin, impegnato tra il lavoro in campo e la ricerca dei giocatori funzionali al gioco, non svela neanche un mezzo interessamento. Tace, o glissa e sorride. D’altra parte, in serie D, tra budget e bacino d’utenza limitati (i giocatori residenti in zona hanno meno pretese) è molto meglio non lanciarsi in aste pubbliche. Se non altro, dell’Este si conoscono i reparti nei quali arriveranno rinforzi: difesa e attacco. Per quanto riguarda la difesa, si cerca uno stopper esperto. Lo score dei gol subiti è assolutamente positivo, perché i giallorossi hanno incassato 15 gol, uno in più del Fiorenzuola, saracinesca del girone D. Ma, a quanto pare, i guai fisici dell’ottimo Meneghello e la mancanza di alternative considerate affidabili per un campionato di vertice hanno convinto l’entourage atestino a intervenire, considerando che Di Bari e Gal non hanno trovato spazio, mentre il brasiliano Tulhao deve ancora digerire la furbizia dei centravanti nostrani. In attacco, invece, si cerca una seconda punta. Il cartellino di Daniele Rocco, che piace a mezza serie D, è di proprietà della Thermal che, di sicuro, non se lo lascerà a scappare a costo zero. Più probabile, invece, l’assalto a Enrico Da Ros, che si sta svincolando dall’Abano.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Sull’arrivo di Zubin. «Se la società avesse preso una prima punta con le stesse mie caratteristiche, avrei detto che c’è qualcosa che non quadra. Ma Zubin non è una prima punta, gli piace stare fuori dall’area e muoversi, io invece do più un riferimento davanti. Ci siamo trovati bene insieme al Venezia, ci conosciamo da anni». Passando a Tiboni, con la Sacilese ha giocato tutta la gara, ma le sue quotazioni per partire dall’inizio con il Legnago sembrano in calo. «Fisicamente mi sento bene, era da un pò che non facevo novanta minuti. Non so cosa deciderà il tecnico, se mi chiama in causa sono pronto. Nelle ultime due gare abbiamo avuto una leggera flessione, domenica è una partita da vincere. Dobbiamo centrare l’obiettivo a fine stagione». Con l’arrivo di Zubin avrà meno possibilità di giocare se resta al Padova, ha detto sul suo conto il diesse De Poli. «Io sto bene qui. So che se arriva un attaccante c’è meno spazio per me e anche per gli altri compagni. Me la giocherò con tutti come ho fatto fino adesso, anche prima di Zubin eravamo cinque-sei davanti».
Ore 12.40 – (Gazzettino) Aggiunge. «In estate con loro è stato un addio un pò amaro, mentre il Padova mi ha voluto molto, e con il passare della partite ho conquistato i tifosi. Tutte cose che messe sulla bilancia valgono più del denaro. L’Altovicentino non mi ha parlato di soldi, ma si sanno le cifre che girano. Sinceramente mi farebbero molto comodo perché non ho alle spalle dieci anni di serie A o B, sono soldi importanti. E che questo ti possa mettere un pò in difficoltà, senz’altro. Ma al Padova mi hanno voluto realmente, mentre al Marano mi hanno indirizzato ad andare via e l’ultimo giorno del ritiro il presidente Dalle Rive non ha voluto parlare con me, difficile da dimenticare. In questi giorni mi sono arrivati molti messaggi di tifosi dicendomi di restare a Padova, mi ha fatto molto piacere. Non ho mai giocato in una cornice come Padova, per me qui è tutto nuovo».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Poteva essere la coppia ideale in vista della sfida con il Legnago, invece c’è il rischio che nessuno dei due parta titolare. Stiamo parlando di Gustavo Ferretti e Christian Tiboni, al centro tra l’altro in questi giorni di voci di mercato. «El Rulo» è rientrato dalle cure effettuate al flessore della gamba destra questa settimana a Empoli, ma non si è allenato con i compagni cimentandosi in una corsetta di scarico a bordo campo, mentre Tiboni non è stato schierato con la presunta formazione titolare nella partitella in famiglia. Ecco Ferretti. «Penso di tornare in gruppo domani (oggi, ndr). Fiducioso per domenica? Dovrei esserci al 90 per cento, ma non ho ancora provato a correre con la palla, sarà la prova del fuoco». Sulla chiamata dell’Altovicentino. «Sinceramente non sono rimasto molto perplesso, in fondo me l’aspettavo per vari motivi: ho passato due anni e mezzo buoni. Mi hanno contattato sapendo che era difficile: anche se dicevo di sì, il Padova non mi avrebbe fatto andare via».
Ore 12.00 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 11.40 – Qui Appiani: provate palle indirette e calci di punizione.
Ore 11.20 – Qui Appiani: schemi anti-Legnago, regolarmente in campo Ferretti. Bizzarre condizioni climatiche: pioggia battente nonostante il sole.
Ore 11.00 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 10.40 – L’arbitro di Padova-Legnago sarà il signor Davide Curti di Milano, coadiuvato dagli assistenti di linea Andreetta e Selva.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Lettera che dovrebbe ritornare al mittente entro il 10 dicembre, mercoledì prossimo. In modo da presentare l’accordo di istanza di concordato tre giorni più tardi al commissario giudiziale Marco Basaglia, nominato dal Tribunale di Padova. Ora si tratta di capire cosa decideranno i vari soggetti coinvolti: il rischio è, se non venisse accettata da tutti la riduzione, di non vedere nemmeno un soldo e che la società sparisca. Più di qualcuno, tuttavia, sta pensando di non cedere. Altra incognita che insiste in questa vicenda è l’inchiesta penale (la documentazione è sul tavolo del pm Stefano Peraro) nata successivamente al blitz della Guardia di Finanza del giugno scorso. Tra i creditori, infatti, c’è anche l’Erario e in questo caso, per legge, non sarebbe possibile applicare sconti. Dunque la partita è più che aperta. Tra una settimana si saprà se Penocchio riuscirà a salvare il Biancoscudo da una fine indecorosa.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) La trattativa, tuttavia, andrà a buon fine solo se tutti quelli che avanzano soldi dalla società aderiranno all’accordo (si parla di un debito di diversi milioni di euro in totale). Nel caso la società riuscisse a ottenere le firme di tutti, il 30 per cento del debito di ciascuno verrebbe liquidato in tre tranche. La prima entro tre mesi dalla ratifica dell’accordo, la seconda dopo un anno e la terza dopo due anni. I margini di manovra per la società di Diego Penocchio sono esigui. Così come il tempo a disposizione. L’imprenditore bresciano e i suoi soci, già da qualche tempo, avevano contattato i vari creditori chiedendo loro un sacrificio in termini monetari pur di salvarsi dai guai. A ognuno di loro sarebbe arrivata una lettera in cui si chiede di sottoscrivere la rinuncia del 70 per cento di quanto avanzato.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Una riduzione del credito del 70 per cento. E la richiesta di aderire a un piano per salvare la società entro mercoledì prossimo (data in cui dovranno pervenire le risposte). Dopo mesi di silenzio il vecchio Calcio Padova 1910 si è fatto vivo con i suoi creditori. Si tratta di una corsa contro il tempo per Penocchio e soci, che entro venerdì 13 dicembre dovranno depositare l’istanza di omologazione dell’accordo (con gli stessi creditori) per poter chiudere la partita del concordato “in bianco”, procedura chiesta e ottenuta nell’ottobre scorso. In pratica, il Calcio Padova ha scritto a fornitori, ex dipendenti, calciatori e collaboratori chiedendo loro di rinunciare al 70% di quanto avanzano così da evitare il fallimento, ipotesi più che concreta dato che alcuni di loro, nei mesi scorsi, si sono rivolti al tribunale fallimentare.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A tenere banco, però, è proprio quella telefonata ricevuta lunedì da un collaboratore del presidente Dalle Rive, nella quale gli è stato chiesto se avesse avuto piacere di tornare all’Altovicentino: «Sul momento ho pensato: “Ma che diavolo vogliono ancora da me?”, ma poi, ripensandoci, non mi sono stupito che quella chiamata sia arrivata. Nel profondo un po’ me l’aspettavo, per vari motivi, forse perché si sono accorti dei gol che ho segnato nelle ultime stagioni. Sono sincero, offerte come quelle che Dalle Rive può permettersi di fare, a questi livelli metterebbero in difficoltà chiunque: io non ho mai giocato in serie A, e pensando al futuro mio e della mia famiglia certe cifre farebbero davvero comodo. Però, ogni tanto, capita che i soldi non possano bastare a comprare qualsiasi cosa. Il mio addio con il Marano è stato difficile, ho passato un’estate ad aspettarli prima di scoprire di non far più parte del progetto. Lo stesso Dalle Rive non mi volle rivolgere la parola quando andai a chiedere spiegazioni, e queste sono cose difficili da dimenticare. A Padova mi sono sentito voluto sin dal primo momento: non mi era mai capitato di vivere in una cornice come questa, quindi da qui non mi muovo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Venerdì scorso era rientrato in campo cercando in tutti i modi di esserci, contro la Sacilese. Domenica, invece, è finito in tribuna, per poi sparire da lunedì e correre a Empoli per una nuova seduta di terapie alla coscia destra. Tanto era bastato, per molti tifosi per cominciare a temere che quella che arriva tra due giorni sarebbe stata un’altra domenica senza Gustavo Ferretti. «Al novanta per cento ci sono», ha tranquillizzato tutti ieri l’argentino, rientrato a Padova e presentatosi nel pomeriggio regolarmente all’Appiani, «Adesso sto bene, avevo deciso di curarmi ancora perché nello scorso fine settimana non mi sentivo ancora sicuro. Nella clinica toscana hanno un macchinario che accelera la ricostruzione delle fibre, e anche se adesso sento la gamba molto stanca da domani (oggi) ricomincerò ad allenarmi regolarmente. La prova del fuoco sarà calciare in porta: se non sentirò più fastidi, contro il Legnago ci sarò». Una gara da ex per il “Rulo”, che nel veronese ha giocato, anche se solo la prima parte di stagione, tre anni fa prima di trasferirsi a Marano.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La pioggia ha guastato i piani del Padova, ma pure quelli dei tifosi. E non devono averla presa affatto bene, coloro che ieri pomeriggio si sono presentati allo stadio di Curtarolo per l’annunciata amichevole, la tradizionale sgambata del giovedì, programmata contro la Curtarolese. La partita, confermata sino a mercoledì sera, è infatti saltata quando gli addetti al campo di gioco hanno informato il Padova dell’impossibilità di disputare il match per le copiose piogge di due giorni fa. Il problema è che, nonostante la notizia dell’annullamento fosse stata riportata sui siti internet specializzati, molti tifosi non ne sono venuti a conoscenza e si sono presentati comunque a Curtarolo, rimanendo poi delusi. La squadra di Parlato si è quindi allenata allo stadio Appiani, disputando una partitella in famiglia contro gli juniores. L’allenatore biancoscudato ha proseguito gli esperimenti di formazione in vista della sfida di domenica pomeriggio (ore 14.30, stadio Euganeo) contro il Legnago Salus. Parlato, infatti, non avrà a disposizione la coppia titolare al centro della difesa, visto che sia Niccolini che Sentinelli sono squalificati: al loro posto giocheranno Thomassen e uno tra Dionisi (favorito) e Nichele, che in questi giorni prosegue la sua faticosa convivenza con la mascherina protettiva dopo la frattura del setto nasale rimediata dieci giorni fa. In avanti, di fronte ai trequartisti Ilari, Cunico e Petrilli – confermati anche nella formazione-tipo vista ieri pomeriggio – dovrebbe esserci Ferretti, se sarà recuperato. L’alternativa si chiama Pittarello, con Tiboni ormai ai margini del progetto.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Ferretti ha poi spazzato via gli ultimi dubbi, se mai ce ne fossero stati, a proposito del sondaggio (o manovra di disturbo?) fatto dall’Alto Vicentino che non ha minimamente intaccato la volontà dell’argentino, che è sempre stata quella di rimanere a Padova: «Non me ne vado – taglia corto –. E’ ovvio che certe offerte ti facciano riflettere e sarebbe impossibile che non fosse così, ma io la mia scelta l’ho già fatta. C’è stata una telefonata, ma non cambio idea. Le scelte si fanno con la pancia e soprattutto con il cuore, e io non posso lasciare Padova. Voglio rimanere in questa città e continuare a vestire la maglia biancoscudata perché mi sono sempre sentito voluto dalla società e dall’allenatore. E poi non posso abbandonare questi meravigliosi tifosi, che mi dimostrano ogni giorno un affetto incredibile e che ti fanno sentire un calciatore vero. Io non avevo mai avuto la fortuna di giocare davanti ad un pubblico così caloroso, si sente che vogliono bene a me e alla squadra. No, io non me ne vado: voglio vincere il campionato col Padova». Epilogo scontato, ma una sottolineatura in più non fa mai male. Perché i soldi, come insegna l’era Cestaro ormai in ghiacciaia, possono comprare tanto, ma non tutto…
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il dubbio per domenica è ancora attuale. Gustavo Ferretti in campo, in panchina o in tribuna? Il centravanti argentino è rientrato ieri da Empoli, dove ha effettuato un nuovo consulto per valutare l’entità della piccola lesione al flessore che si è procurato nella partita casalinga contro la Clodiense di martedì scorso. Al momento la situazione è ancora aperta. La logica suggerisce che il «Rulo» col Legnago non ci sarà; il cuore reclama la sua presenza considerato che Zubin non potrà scendere in campo prima del 4 gennaio e che né Tiboni né Pittarello offrono garanzie in questo momento della stagione; la speranza potrebbe suggerirne, in assenza di rischi, un impiego part-time. E lui, il diretto interessato, per ora prende tempo rimandando la decisione a domani, mentre oggi proverà a lavorare con il pallone per capire come reagirà la gamba: «Per adesso mi sono tenuto un po’ in disparte – dice Ferretti, che peraltro a Legnago ha vissuto una piccola fetta di carriera – perché ho la gamba molto carica. Domani (oggi, ndr ) provo a lavorare col pallone, per domenica dovrei farcela. Il Legnago? Sono un ex di turno. Ho passato un bel semestre là, è una società sana ma che sia ex o niente bisogna vincere».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (quattordicesima giornata, domenica 7 dicembre ore 14.30): ArziChiampo-AltoVicentino, Belluno-Kras Repen, Clodiense-Dro, Fontanafredda-Montebelluna, Giorgione-Sacilese, Mezzocorona-Union Ripa La Fenadora, Mori Santo Stefano-Union Pro, Padova-Legnago, Triestina-Tamai.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino 35, Padova 32, Belluno 29, Union Ripa La Fenadora 25, Sacilese 24, Montebelluna e Tamai 22, Clodiense 21, Giorgione 16, ArziChiampo 15, Fontanafredda e Legnago 14, Union Pro 13, Dro 12, Kras Repen 10, Mori Santo Stefano e Triestina 6, Mezzocorona 3.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della tredicesima giornata: AltoVicentino-Belluno 2-1 (21′ pt Corbanese, 34′ pt Dal Dosso, 47′ st Paganelli), Sacilese- Padova 1-0 (44′ pt Sottovia), Dro-Triestina 1-1 (42′ pt Proia, Ciurletti), Kras Repen-Giorgione 1-2 (25′ pt Knezevis, Mattioli, Gazzola), Legnago-Clodiense 1-2 (18′ pt e 42′ pt Isotti, 8′ st Valente), Montebelluna-Mezzocorona 2-0 (Giglio, Scarpa), Tamai-Mori Santo Stefano 3-0 (26′ pt Furlan, 26′ st Zambon, 40′ st Zambon), Union Pro-Fontanafredda 2-1 (1′ pt Rossi su rigore, 12′ pt Ortolan, 41′ st Nobile), Union Ripa La Fenadora-ArziChiampo 3-2 (10′ pt e 27′ pt Brotto, 23′ st Carlotto, 28′ st Trinchieri, 48′ st Brotto)
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E’ successo, 4 dicembre: amichevole in famiglia per i Biancoscudati, si rivede all’Appiani Ferretti che però lavora a parte.