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Ore 23.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Mister Serena ci aveva trovato spenti a livello mentale e ha saputo svegliarci. Ad Arezzo si è visto il miglior Venezia della stagione». Arrivano dalla viva voce di un Simone Magnaghi nuovamente decisivo gli elogi a Michele Serena, complimenti senza dubbio sinceri visto che a farli è l’attaccante bergamasco che con l’esonero di Alessandro Dal Canto ci ha rimesso il posto da titolare. Ma nell’anticipo di venerdì sera è stato protagonista nel successo successo (2-0) sugli aretini realizzando il primo gol al 6’, poi raddoppiato a metà ripresa da Marino. «Anche a Mantova, dove avevamo vinto 1-0 – ricorda Magnaghi, match winner nel match del Martelli – ci eravamo espressi bene, ma ad Arezzo in effetti abbiamo avuto una marcia in più. In primis nell’atteggiamento, perché non abbiamo mai tirato i remi in barca, attaccando fino all’ultimo per non correre il rischio di compromettere una vittoria che serviva come l’aria». Il 2-0 in terra toscana dà seguito al 2-1 del Penzo sulla Giana Gorgonzola e il Venezia intravvede quella continuità tanto rara. «Venerdì sera dopo 5′ abbiamo rischiato qualcosa sulla girata di Montini, sul ribaltamento però siamo saliti bene è quando ho visto spazio davanti a me non ho avuto paura di calciare. Mi è riuscito un gran tiro, sono felice perché aver segnato subito ci ha agevolato ma, ribadisco, l’aspetto positivo è che non abbiamo mai rallentato». Al quinto gol in 12 presenze Magnaghi ha di nuovo staccato Raimondi (fermo a 4 reti) come bomber arancioneroverde: proprio Raimondi mancherà per squalifica sabato prossimo al Penzo (ore 15) contro l’AlbinoLeffe. «A livello personale non nascondo che giocare dall’inizio, come ad Arezzo, mi facilita rispetto a quando entro in corsa come a Cremona e con la Giana. Io penso solo a lavorare per incidere facendo ciò che serve alla squadra, con il lavoro sporco o con i gol. Qualcosa è scattato nella nostra testa, le prestazioni prima ancora dei risultati lo dimostrano». Con la Giana al Venezia era mancata concretezza, in terra toscana invece Marino ha imitato Magnaghi firmando il 2-0 della sicurezza a metà ripresa. «Dieci minuti prima avevamo già raddoppiato ma l’arbitro ci ha negato inspiegabilmente un gol regolare: la nostra risalita è solo all’inizio».
Ore 23.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia ha cambiato passo. Dopo tre partite, la «cura» di Michele Serena sta facendo effetto, tanto che due vittorie consecutive, nel corso di questa stagione, non si erano mai viste. Ma i tre punti strappati ad Arezzo, dopo quelli del Penzo di una settimana fa, sono forse ancora più pesanti per come sono maturati. «Eravamo contati ma i ragazzi si sono sacrificati. Serena ha saputo toccare le corde giuste, motivandoli», commenta il direttore sportivo Ivone De Franceschi. Le assenze ormai sono un dato cronico, ma ogni giornata si presenta addirittura peggiore della precedente. Stavolta ci si era messa pure la febbre di Scialpi a ridurre al lumicino il reparto di centrocampo, dove già mancavano Hottor, Espinal, Carcuro e Zaccagni. Il tecnico arancioneroverde non si è fatto condizionare, confermando il modulo con cui ha impostato il gioco fin dal primo giorno, chiedendo piuttosto ad alcuni giocatori di sacrificarsi in zone del campo non abituali. Così venerdì si sono adattati Varano e Bellazzini, senza che il Venezia si disequilibrasse. «Serena — osserva il ds — è stato davvero bravo a interpretare bene la partita, l’ha preparata benissimo sul piano tattico. E poi c’è stata la disponibilità di tutto il gruppo a sacrificarsi: sono segnali molto importanti». La partita di Arezzo si è subito messa sul canale giusto grazie al gol di Magnaghi, che sta diventando una garanzia per il Venezia. Il talento cresciuto nel vivaio dell’Atalanta è già a quota 5 reti, non distante dunque dai «top» del campionato (i vari Brighenti, Fischnaller, Bruno) che guidano la classifica dei marcatori con 6 gol, anche se con una partita in meno. Il raddoppio è invece arrivato nel secondo tempo con Antonio Marino, al suo secondo centro consecutivo. Sulle sue qualità di difensore non si discute e, in coppia con Legati, è una sicurezza assoluta. Ma la sua propensione a presentarsi in attacco, quando c’è l’occasione, lo rende un valore aggiunto. La terza colonna portante su cui si è fondata la vittoria di Arezzo è sicuramente il portiere Stefano Fortunato, che non sta facendo rimpiangere il titolare Lukas Zima, out per infortunio. Proprio come accaduto lo scorso anno, Fortunato si è fatto trovare pronto e non è così scontato che, una volta rientrato Zima, debba necessariamente cedere la maglia da titolare. La squadra arancioneroverde riprenderà ad allenarsi domani, visto che la partita contro l’Albinoleffe è prevista sabato pomeriggio (ore 15) al Penzo. Arriverà certamente la squalifica di Raimondi, avendo raggiunto nel match di Arezzo i quattro cartellini gialli, mentre entrano in diffida Varano e Greco che vanno così ad aggiungersi a Sales, Franchini, Marino ed Esposito.
Ore 23.30 – (La Nuova Venezia) Il vero trionfo del Venezia reduce da Arezzo non sta tanto nei tre punti quanto piuttosto in una idea di credibilità. Ovvio che i tre punti fanno comodo e classifica, ma la sensazione migliore sta nell’aver visto una squadra mai così compatta nell’atteggiamento tenuto in campo fino all’ultimo minuto di recupero. Vero che Stefano Fortunato ha compiuto tre o quattro interventi al confine del miracoloso, ma ci stanno se il portiere è bravo. Si può azzardare una ipotesi, dal momento che la controprova non esiste: il Venezia di Arezzo non poteva perdere, perchè oltre al cuore ha messo molta testa nel costruire il risultato. «Ci siamo preparati per questo tipo di partita» è la spiegazione di Michele Serena «ed è andata proprio così. L’abbiamo incanalata nel modo che volevamo, con tutto il rispetto per gli avversari, che sul piano dell’intensità sono veramente bravi». Questione anche di uomini, comunque, e se Serena – tecnico di buon senso – si sbilancia a fare un nome, non lo fa per caso. Significa che ha individuato chi può essere il leader della squadra, che può mettere a servizio di tutti quella personalità che finora non si era vista e che sembrava merce irraggiungibile. Il nome è quello di Bellazzini. «Fuori ruolo voi dite? Io direi “in un altro ruolo” rispetto a quello abituale» è il concetto del tecnico mestrino «Bellazzini ha qualità e personalità per giocare dappertutto e contro l’Arezzo lo ha dimostrato. La sua è stata una disponibilità totale, da grande professionista. I suoi compagni hanno fatto altrettanto ed è questo che ho chiesto a tutti. La squadra, perchè contro l’Arezzo lo ha dimostrato, ci ha fatto capire che ha dei valori, tecnici, tattici, atletici e anche morali. Su questi andremo avanti. Sono sicuro di una cosa: saremo protagonisti di questo campionato, vogliamo esserlo. Non ho idea, adesso, se arriveremo primi o quinti, decimi o terzi, vedremo. Ma so che saremo protagonisti».
Ore 23.10 – (Giornale di Vicenza) La medicina per ricacciare la pareggìte acuta nella nicchia dei tre 1-1 di fila, conquistando la vetta temporanea, ha la testa pelata dell´implacabile bomber Sasà Bruno e dell´ancor più inesorabile ex Matteo Piccinni, l´uomo del raddoppio prima del fuoco di paglia in extremis di un AlbinoLeffe brutto e pericolante. Sta di fatto che il Real Vicenza, solitamente abituato a rincorrere, ieri pomeriggio ha imposto da subito ritmi e giropalla, ottenendo la terza vittoria esterna dopo quelle di Monza alla quinta e di Lumezzane all´ottava. Reduce dal trittico striminzito contro Sudtirol, Giana e Cremonese, l´undici di Marcolini ha saputo ripetere l´impresa corsara in Val Gobbia dell´11 ottobre scorso, guardacaso l´unico altro match disputato alle 17 del sabato. […] Come a Monza e a Lumezzane, ma stavolta senza bisogno della remuntada. «Sì, stavolta abbiamo imposto il nostro gioco e alla lunga c´è bastato controllare le operazioni – ammette sorridendo Michele Marcolini, tecnico del Real Vicenza temporaneamente in testa al girone A di Lega Pro insieme al Como -. Abbiamo concesso una sola occasione su un nostro svarione nel primo tempo, sfidando poi l´AlbinoLeffe a uscire, ma altri rischi non mi pare che ne abbiamo corsi». I biancorossi tornano alla vittoria che mancava da troppe giornate, dimostrandosi solidi e attenti. «Stiamo crescendo a livello di saggezza, prova ne sia che non siamo stati costretti a rincorrere – osserva l´allenatore, ai bei tempi idolo atalantino -. Abbiamo fatto girare palla in modo svelto, senza ricami, costruendo con pazienza ma al contempo evitando di aprire le praterie a una squadra comunque rognosa: società e organico sono da vertice, non mi stupisco dei risultati raccolti fin qui. La classifica si sta allungando e noi siamo nella parte alta».La soddisfazione del tecnico trova l´eco dell´ex al veleno, ma non troppo, quel Matteo Piccinni che nel gioco aereo sa far male sotto la porta nemica. «Da parte nostra una buona prova, ma c´è da dire che l´AlbinoLeffe ha palesato una manovra troppo ripetitiva e prevedibile per metterci davvero in difficoltà», è il parere del 27enne milanese. Uno dei fuori categoria di un organico competitivo: «La qualità c´è, da Dalla Bona a Bruno, tutta gente che ha vissuto a lungo al piano di sopra – chiosa Piccinni -. In ogni caso stiamo andando meglio delle più rosee previsioni, e adesso non ci resta che rimanere aggrappati se non alla vetta, almeno alle primissime posizioni».
Ore 22.50 – (Giornale di Vicenza) Festa doppia per Federico Moretti e per il Vicenza. Due punizioni dalla distanza calciate alla grande dal centrocampista con il numero 4 hanno consentito ai biancorossi di conquistare il fondamentale successo in rimonta contro la Pro Vercelli. Una partita che il bomber “a sorpresa” di giornata non dimenticherà mai: «Esultare sotto la curva dopo il tuo gol decisivo è il sogno di ogni bambino che comincia a fare il calciatore – racconta -. Oggi è stato tutto fantastico, per me è la prima doppietta in carriera». Ce le descrive, queste due punizioni vincenti? «Sulla prima ho provato a tenere la palla tesa e bassa, sperando che il rimbalzo potesse creare problemi al portiere, ed è andata così. La seconda l´ho presa benissimo di collo esterno, ma sono stato anche fortunato: magari ci riprovo altre dieci volte e abbatto un piccione ». A voler cercare i segni del destino, sulla prima punizione si è infortunato Di Gennaro, che magari era il tiratore designato. «Davide è stato bravissimo a conquistare quel fallo. Tra l´altro è uscito per infortunio e questo ci dispiace molto, speriamo proprio che non sia nulla di serio perché con i problemi fisici direi che finora abbiamo già dato abbastanza. Magari l´avrei calciata io comunque, perché quando il fallo avviene un po´ più lontano dall´area ce le “spartiamo”». Visti i risultati, adesso le prossime punizioni da fuori le spettano di diritto, o no? «Eh, magari avrò un bonus di un paio di tentativi da giocarmi. Ma so bene che al primo piccione abbattuto, come dicevo prima, dovrò cedere l´incarico a un altro compagno». […] C´è una dedica per questa vittoria con doppietta? «Alla mia fidanzata Giulia e alla mia famiglia, perché ho trascorso un´estate un po´ complicata in attesa di una chiamata e mi sono stati sempre vicini. Poi per fortuna è arrivato il Vicenza, e voglio ripagare la fiducia dando tutto per questa maglia».
Ore 22.40 – (Giornale di Vicenza) Non si lascia andare a commenti euforici Pasquale Marino, ma si vede che aver debuttato al Menti con una vittoria lo soddisfa parecchio. Dopo tre stop di fila il Vicenza raccoglie punti importantissimi e sblocca una situazione che poteva diventare molto pesante. «È senza dubbio un risultato assai importante – spiega subito l´allenatore – un eventuale passo falso avrebbe anche potuto creare nel gruppo qualche crollo psicologico e dopo sarebbe stato tutto ancor più in salita». Contento della prova della sua squadra? «Sì, perchè è scesa in campo con la voglia di mettere in pratica tutto quanto era stato provato in settimana. Con i movimenti senza palla abbiamo tenuto, gli avversari nella loro metà campo, di più nel secondo tempo, e abbiamo giocato sempre palla a terra per arrivare alle conclusioni, insomma è un risultato arrivato attraverso il gioco». A volte però anche il caso ci mette del suo, se Di Gennaro non si fosse infortunato lei non avrebbe spostato Moretti al centro e lui forse non avrebbe mai tirato le punizioni. «No, da lì avrebbe tirato lo stesso Moretti perchè ha un bel tiro mentre Di Gennaro è più bravo quando è più vicino alla porta». Comunque Moretti ha reso molto di più al centro. «Perchè forse questo è più il suo ruolo, in carriera ha giocato spesso così, ma per me aveva fatto bene anche con Di Gennaro in campo». L´attacco rimane asfittico… «Però i tre davanti hanno giocato bene, perchè hanno applicato i giusti movimenti e comunque segnare non è solo una questione che riguarda gli attaccanti ma la squadra, che ha buone qualità tecniche. E infine ci tengo a dire che Cocco si è sacrificato parecchio per scendere in campo». Si sapeva che non era al meglio. «Ma lui ha giocato in condizioni che dire precarie è ancora poco, ha dimostrato grande attaccamento alla maglia perchè non tutti l´avrebbero fatto al suo posto, non solo, ha accettato di esporsi pure a qualche brutta figura non essendo in buone condizioni fisiche, ma lui mi serviva proprio».
Ore 22.30 – (Giornale di Vicenza) Ecco perché mai dire mai. Quando Di Gennaro è uscito con una caviglia fuori uso, “arpionato” da Ronaldo (neppure ammonito…), dopo un´occasionissima sprecata da Cinelli a tu per tu col portiere e un gol annullato a Lores Varela per fuorigioco (non dell´uruguaiano, forse di Giacomelli, ma non fischiato subito), in svantaggio per un gol di Marchi con deviazione di gamba tipo stecca da biliardo su un tiro che finiva lontano, ecco in quel momento il Vicenza di Pasquale Marino sembrava spalle al muro quanto quello di Giovanni Lopez, piagato da guai fisici e sviste arbitrali senza fine e piegato da miserie (offensive) pure senza confini. Invece mai dire mai. Senza Di Gennaro in campo l´astro di Federico Moretti ha brillato a tal punto che sotto il cielo del Menti si sono viste cose incredibili. Come due punizioni (non una ma due!) infilate dal centrocampista, che in carriera mai aveva fatto doppietta, figurarsi poi su calcio da fermo. Che, tra parentesi, chissà se avrebbe tirato lui con Di Gennaro sul terreno. Prima botta proprio sulla punizione concessa per il fallo sul regista, uscito in barella: Russo (sì, l´ex a suo tempo preferito a Frison…) la vede tardi, si butta in ritardo e compartecipa all´1-1 che rimette in bilancia la sfida con la Pro Vercelli. L´anno scorso in Lega Pro furono due 1-1, là e qua, di manica stretta per il Vicenza. Stavolta quasi ci scappava il tris. Quasi, perché i piemontesi, che sull´1-1 del primo tempo hanno fatto gli sparagnini convinti che il Vicenza su azione non l´avrebbe più buttata dentro, ci hanno azzeccato ma sono rimasti con il classico pugno di mosche quando Moretti s´è travestito da Pirlo sparando al sette una bordata, di nuovo su punizione, a neppure dieci minuti dallo stop. Dopo tre sconfitte di fila, il cambio di panchina e le tensioni assortite che la decisione aveva innescato nella tifoseria, la giornata di grazia di Moretti nell´inedita veste del goleador, ha riportato a galla un Vicenza che si stava ritrovando con più di un piede oltre il ciglio del baratro.
Ore 22.10 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Romagna Centro-Thermal Abano 0-0, San Paolo-Correggese 2-5.
Ore 21.50 – (FriuliGol) Al Comunale il Tamai perde con la capolista Altovicentino 0-2 e termina la serie utile dopo sei giornate. Nel primo tempo gara equilibrata e ragazzi di mister De Agostini che mettono in difficoltà la difesa vicentina con Federico Furlan e Pavan. Altovicentino pericoloso in avanti con Peluso e Toledo. Al 37’ rigore per gli ospiti per un tocco di mano di Rigutto visto dall’arbitro, batte Peluso che non sbaglia. Biancorossi che reagiscono e Sellan e Zambon mancano di poco il gol del pari. Nella ripresa i ritmi calano e l’Altovicentino trova il raddoppio con Di Girolamo sugli sviluppi di un corner con un tiro da fuori area. Tamai che esce sconfitto dopo una discreta prova e già nelle prossime gare recuperando qualche elemento potrà riprendere il cammino.
Ore 21.30 – (FriuliGol) Al Tognon ritorna dopo 20 anni il derby fra Fontanafredda e Sacilese ed a sorridere alla fine sono i biancorossi liventini. Partita vivace fin dai priminuti con azioni da ambo le parti, inizia la Sacilese palla alta calciata da Spagnoli, ma reagisce subito il Fontanafredda che ha tre buone opportunità con Tellan palla a lato, Martini diagonale che esce di poco e con Florean a centro area para il portiere biancorosso Favero. Al 24’ liventini in vantaggio con Sottovia che con un acrobazia su assist di Spagnoli realizza lo 0-1. Fontanafredda che prova a reagire ma primo tempo che termina con il vantaggio ospite, nella ripresa rossoneri vicino al pari con un diagonale di Martini che va fuori di poco. Al 20’ espulso Peressini e Sacilese in 10 ma vantaggio numerico per i padroni di casa che dura poco ed al 23’ vene espulso Nastri per doppia ammonizione. Ed al 26’ ancora Sottovia con un bel gol in diagonale chiude l’incontro. Nel finale Martini manca il gol che potrebbe accorciare le distanze , e finisce così. Sacilese al quarto posto a 21 punti, Fontanafredda che resta a metà graduatoria.
Ore 21.10 – (VenetoGol) Un penalty, peraltro dubbio, in zona Cesarini mette in ginocchio il Kras Repen nella lunga trasferta sul campo del Mori Santo Stefano. Peccato davvero perché la squadra allenata da Predrag Arcaba non avrebbe meritato certo di perdere contro la formazione trentina. Tante le palle gol capitate sui piedi di Knezevic e compagni. Ma l’imprecisione degli attaccanti carsolini e l’ottima vena di Rossatti hanno fatto sì che il Kras abbia incassato la quinta sconfitta stagionale regalando al Mori la gioia della prima propria storica vittoria in serie D. Il gol che ha condannato la formazione biancorossa è arrivato all’88’ in seguito ad un penalty trasformato da Tisi per un fallo di mani dubbio e molto probabilmente fuori area da parte di Cvijanovic. Lunedì i vertici societari si riuniranno per decidere come comportarsi dopo l’ennesimo rovescio della stagione.
Ore 20.50 – (Gazzettino) Il quarto pareggio di fila, la vittoria che manca ormai da nove giornate, una classifica sempre più delicata e la sfida con la capolista Carpi dietro l’angolo. Sono tempi sempre più duri per il Cittadella, incapace di ritrovare quell’identità che aveva prodotto un brillante inizio di campionato. Il 3-5-2 adottato in questa occasione da Foscarini ha garantito un buon rigore tattico nel primo tempo, chiuso dai granata avanti per 1-0 grazie al gol realizzato in apertura da Coralli. Nella ripresa, però, la squadra ha smarrito le misure tra i reparti e complice anche un vistoso calo fisico ha ceduto l’iniziativa al Latina che dopo avere meritatamente pareggiato con l’ex biancoscudato Viviani ha sprecato nel finale una clamorosa occasione per ribaltare il risultato e abbandonare così lo scomodissimo ultimo posto. Il Cittadella, come detto, è passato in vantaggio alla prima vera azione della gara (6’): angolo di Benedetti, incornata a incrociare di Scaglia, con la punta delle dita il portiere ospite Farelli riesce a deviare la sfera sul palo, ma Coralli è ben appostato e sulla ribattuta non ha difficoltà a insaccare da due passi. Lo stesso Coralli, poco dopo, ha avuto tra i piedi il pallone per raddoppiare, non riuscendo però a trovare lo spazio per battere a rete da distanza ravvicinata. Un po’ alla volta il Latina ha provato a riorganizzarsi, affidandosi alle geometrie di Viviani e agli inserimenti di Crimi. Lo sbarramento difensivo dei granata ha retto agevolmente l’urto e anzi, in avvio di ripresa è stata la truppa di Foscarini a sfiorare il 2-0 in una delle rare occasioni in cui ha saputo ripartire con fluidità negli spazi concessi dagli avversari. Reduce da due gol consecutivi, Rigoni in corsa dal limite ha cercato la soluzione di precisione, mirando l’angolo basso alla sinistra del portiere. Grandi i riflessi di Farelli che si è allungato in tuffo e ha sventato la minaccia. Proprio questa parata ha consentito al Latina di restare in partita e di affrontare il resto del secondo tempo con tutt’altro piglio. Breda ha cercato di allargare le maglie della difesa granata dirottando sulla corsia di destra Doudou e avanzando Crimi alle spalle di Petagna. La squadra di casa ha cominciato a indietreggiare e a perdere la misura delle giocate. Al 21’ Viviani ha fatto le prove generali del gol con un velenosissimo sinistro che ha lambito il palo. Un minuto dopo ha raccolto una corta respinta di Barreca e questa volta di destro non ha dato scampo a Valentini. L’1-1 ha trasmesso ancora più vigore agli ospiti, al contrario il Cittadella è andato in affanno sul piano fisico e mentale. Di nuovo Viviani, con una giocata aerea, è andato a un passo dal 2-1: fortunato Valentini a ritrovarsi abbastanza casualmente il pallone tra le mani. Il portiere granata è stato invece decisivo al primo minuto di recupero respingendo d’istinto la conclusione ravvicinata di Sforzini, incredibile poi il successivo errore di Crimi che a un passo dalla porta, forse anche disturbato dal suo compagno di squadra Cottafava, ha svirgolato la sfera. Il tutto era nato da un’errata lettura di Barreca, rimasto a presidiare la sua zona di competenza in piena area mentre i suoi compagni erano saliti fino al limite per mettere in fuorigioco gli avversari sugli sviluppi di una punizione sulla trequarti calciata da Viviani. E i rimpianti sono stati tutti del Latina.
Ore 20.40 – (Gazzettino) «Siamo molto rammaricati – esordisce il tecnico granata Claudio Foscarini – per non essere riusciti nel secondo tempo a ripeterci come nel primo. Dispiace perchè è difficile trovare una spiegazione logica, in altre partite abbiamo fatto meglio proprio nella ripresa». Poi approfondisce facendo ricorso alla sua esperienza: «Credo che si possa trattare di una situazione mentale. Quando è tanto tempo che non vinci e hai la vittoria in pugno può succedere che venga meno la personalità necessaria per portare a buon fine il risultato. Capita che la responsabilità di mantenere la vittoria crei una situazione come ci è capitato con il Latina. L’ho già vissuta da giocatore e anche da allenatore». E ancora: «Avevamo il pallino del gioco nel primo tempo e all’inizio del secondo e quindi dovevamo chiudere la partita, invece non ci siamo riusciti e nella ripresa abbiamo perso le fila anche sul possesso palla, rischiando di perdere nel finale». Sul cambio di modulo, così Foscarini spiega il 3-5-2: «Non l’abbiamo fatto per contrapporci in modo speculare al Latina, ma perchè avevamo delle difficoltà nei laterali. Credo che la scelta sia stata azzeccata e non è correlata al calo nella ripresa. Questo era un appuntamento importante e non siamo riusciti a sfruttarlo a favore. Andremo adesso a Carpi cercando ancora quei tre punti che da troppo tempo ci mancano». Contro la capolista il Cittadella non parte battuto. «Tutto è possibile – continua l’allenatore granata – Anzi, ben venga il Carpi che potrebbe darci gli stimoli per un gioco diverso. Non sono preoccupato per la prossima partita dove cercheremo di ritrovare la brillantezza che ci manca». Sui singoli, conclude: «Sgrigna sa far salire la squadra, come Coralli e altri, però mi aspetto qualcosa in più soprattutto da alcuni giocatori. Lora invece sarà operato al ginocchio sinistro, i medici hanno confermato l’intervento». Il capitano Michele Pellizzer è soddisfatto del suo rientro, meno invece della partita: «Mi sono trovato bene nella difesa a tre con Scaglia e De Leidi. Teniamoci stretto questo pareggio perchè nel finale il Latina ha avuto l’occasione per vincere. Noi dovevamo chiudere la gara nel primo tempo e anche all’inizio della ripresa, ma abbiamo avuto uno strano calo a livello fisico. Dovremo analizzarne le cause». Claudio Coralli ci teneva alla vittoria dopo gli ultimi tre pareggi: «Peccato perchè la partita si era messa sulla riga buona. Nella ripresa invece loro sono venuti fuori pericolosamente, sfruttando un nostro calo fisico. Ci hanno punito per non aver messo a segno il secondo gol, per cui alla fine questo è pure un punto guadagnato». Sulla prossima trasferta a Carpi, il bomber conclude: «Questo è un campionato strano dove non ci sono partite facili o difficili. A Carpi noi giocheremo per la vittoria, che prima o poi dovrà pure arrivare».
Ore 20.20 – Lega Pro: il Bassano batte 3-1 il Mantova e torna al primo posto in classifica.
Ore 20.00 – (Mattino di Padova) Un consiglio a Gabrielli, Marchetti, Foscarini e a tutto l’ambiente granata: dimenticate la parte sinistra della classifica e le (dichiarate) ambizioni della scorsa estate e concentrate i vostri pensieri solo su come venirne fuori (si è in zona playout). Perché il Cittadella di queste grigie giornate autunnali, c’è poco da fare, è una squadra in crisi, che viaggia ad un passo troppo lento in campionato per pensare di scrollarsi in fretta lo scomodo fardello della bassa classifica in cui è invischiato, e perché con i pareggi non si va lontano, anzi. Nella fase attuale gli 1-1 (terzo di fila, con l’aggiunta del 2-2 di Crotone, che porta il conto a quattro nulli dal 25 ottobre a ieri) sembrano cuciti su misura per Pellizzer & C., a digiuno di vittorie da 50 giorni, risalendo il loro ultimo successo – ne hanno ottenuti due in tredici gare – al 20 settembre, il 3-2 casalingo sul Pescara. Il problema, o se volete il limite, è che il Citta dura a metà, si esaurisce come una batteria che perda di colpo la sua carica o che funzioni a “strappi”, sconcertando proprio per la mancanza di continuità. Con il Livorno era stato bravo a recuperare in 10 contro 11, nonostante un calo, di idee e di intensità della manovra, dopo l’intervallo; a Terni, pur in vantaggio, era stato raggiunto a fine primo tempo per un arretramento eccessivo del centrocampo e nella ripresa Valentini ci aveva messo più di una pezza per evitare il patatrac, anche se poi Sgrigna aveva fallito il 2-1 allo scadere; ieri, contro il Latina fanalino di coda, avversario indubbiamente di qualità eppure in ambasce per via delle contestazioni dei suoi tifosi, inaspritesi dopo la sconfitta interna (1-4) nel derby con il Frosinone, avanti 1-0 dopo appena 6 minuti si è visto rimontare e ha rischiato di perdere, disputando un secondo tempo in evidente affanno. Sgrigna non gira. I riscontri sono negativi: a parte i 4 punti in 4 partite, a preoccupare è il calo accusato quando si deve gestire il vantaggio, come se la paura inconscia di non riuscire a difendere il risultato favorevole sino al termine del match si tramutasse in zavorra micidiale per cervelli e muscoli. E difatti, arretrando troppo il baricentro del centrocampo, per quanti moduli il tecnico possa proporre, l’esito è (quasi) sempre lo stesso: pressata dagli avversari, la squadra si disunisce e… salta, subendo gol. Se a tutto ciò, particolare non trascurabile, si aggiunge il momento-no di Alessandro Sgrigna, il giocatore di maggior classe della rosa, che sembra l’esatto opposto del magistrale interprete ammirato a fine agosto e a settembre, si capisce bene come il motore granata batta in testa. Vero è che il trequartista romano non è il solo a registrare un appannamento – i due giovani esterni (Cappelletti e Barreca), ad esempio, non hanno convinto – ma è tutto il Citta che deve resettarsi e svoltare in fretta, altrimenti le cose si complicano. Coralli-gol, poi poco. A ben guardare, è servito poco aver sbloccato lo 0 a 0 dopo soli 6’: angolo di Benedetti dalla sinistra, testa di Scaglia, Farelli volava e deviava il pallone, che picchiava sul palo interno e rimbalzava davanti alla linea di porta, dove Coralli era il più lesto ad infilare. Il Latina incassava il colpo, si innervosiva e non creava pericoli. Viviani e due occasionissime. Nella ripresa, invece, gli uomini di Breda alzavano ritmo e qualità delle giocate, impadronendosi del centrocampo. Gli unici pericoli a Farelli li portavano Rigoni, con un destro a giro su cui l’estremo difensore si allungava in tuffo per neutralizzare, con Coralli che, in fuorigioco, metteva dentro sulla respinta (5’), e Benedetti, con un sinistro da 30 metri respinto sempre da Farelli (15’). Il resto era un monologo pontino. Parità al 22’, con una staffilata rasoterra al volo di Viviani (ex Padova, come Dellafiore e Almici), dopo un’insistita azione sulla sinistra, ma soprattutto due clamorose opportunità per chiudere la sfida mancate a tu per tu con Valentini prima dallo stesso Viviani di testa, su sponda aerea di Petagna (29’), poi da Sforzini e Crimi nella stessa azione, con ribattuta del portiere sull’attaccante e tiro al volo fuori bersaglio del centrocampista sulla ribattuta (45’). Adesso ci sono le due trasferte di Carpi e Vicenza. Ci vorrà un altro Citta per uscirne indenni, questo è poco ma sicuro.
Ore 19.50 – (Mattino di Padova) «È quasi inspiegabile». Claudio Foscarini commenta così il calo registrato dai suoi uomini nella ripresa. «Difficile motivare quello che è successo. Già dopo cinque minuti si era capito che il secondo tempo avrebbe preso quella piega: la squadra ha abbassato troppo il baricentro, non siamo più riusciti a far girare il pallone, abbiamo perso di aggressività. Dispiace dover commentare questo pareggio, perché abbiamo sprecato una bella occasione: credevo che avremmo ritrovato i tre punti. Ma è anche vero che, se guardiamo a quanto abbiamo fatto dopo il riposo, ci è andata bene». Due possono essere le ragioni di una flessione come quella a cui si è assistito contro il Latina: atletiche o mentali. E, considerato che nelle ultime giornate il Citta proprio nelle fasi finali aveva fatto vedere le cose migliori, è più facile pensare ad un problema psicologico. «Sì», conviene il tecnico granata, «occorre ritrovare la brillantezza mentale che soltanto una vittoria ci potrebbe dare. Quando ti manca il successo da troppo tempo, diventa più difficile gestire l’incontro». A proposito di brillantezza, Sgrigna è apparso ancora sotto tono e, con lui in giornata-no, anche l’attacco è “girato” poco. «Sgrigna sa che deve fare di più e che da lui ci aspettiamo tanto. Ma non solo da lui». Sul modulo, Foscarini spiega che «non abbiamo adottato il 3-5-2 per essere speculari al Latina. Non sono un allenatore che fa quel tipo di calcoli. Semplicemente, ho ritenuto che in questo momento Barreca e Cappelletti, sulle fasce, potessero essere più tutelati con alle spalle tre centrali difensivi». Al rammarico per il risultato si aggiunge una notizia temuta: Filippo Lora dovrà sottoporsi all’intervento chirurgico al ginocchio infortunato nella gara con il Livorno. Per lui stagione quasi sicuramente finita.
Ore 19.30 – (Corriere del Veneto) Carta, penna e calcolatrice, i conti proprio non tornano. Il Cittadella non vince più, pareggia pure col Latina e non riesce a disincagliarsi dalle secche della zona retrocessione. Con l’1-1 di ieri, il segno «X» è sempre uscito nelle ultime quattro partite dei granata e neppure il cambio di modulo basta per ritrovare i tre punti. La novità è la difesa a tre, con l’inserimento di De Leidi come centrale difensivo assieme a Scaglia e Pellizzer e con il conseguente avanzamento di Barreca sulla linea dei centrocampisti. Scorrendo la rosa a disposizione di Breda, invece, ci si continua a chiedere come tanta qualità non solo non abbia prodotto alcun risultato tangibile, ma addirittura abbia schiantato la squadra all’ultimo posto. Il tecnico trevigiano lancia Petagna e Doudou in avanti dopo la disfatta col Frosinone e recupera Brosco e Valiani, dopo la squalifica. Al primo affondo il Cittadella trova il vantaggio: angolo di Benedetti, colpo di testa di Scaglia forse sfiorato sul palo da Farelli e Coralli non sbaglia da pochi passi. Sono trascorsi appena sei minuti, il problema è che il gol anestetizza la partita e da lì in poi non succede più nulla fino al termine del primo tempo. Gli unici brividi arrivano al 26’, quando un pallone deviato da Brosco da calcio d’angolo viaggia lungo la linea di porta e viene liberato in extremis da De Leidi e al 44’, quando una bella azione granata viene conclusa con un tiro a lato non di molto dell’ottimo Rigoni. Il resto è una lunga collezione di corner per il Latina che non dà alcun esito e qualche fiammata targata Coralli. La ripresa comincia con ben altro ritmo e al 5’ il Cittadella va vicinissimo al gol: Rigoni dalla distanza, Farelli si distende e respinge, sulla ribattuta Coralli mette dentro ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il Latina si scuote e riemerge dopo un’apnea che pareva senza fine. Il pari arriva dopo un altro errore in uscita di Valentini, che al 22’ smanaccia malissimo un cross di Crimi, costringendo Barreca un goffo rinvio fuori area. Viviani si avventa sul pallone e infila Valentini con un destro che si infila alla sinistra del portiere. Il Latina insiste e va tre volte vicino al gol: al 29’ ancora con Viviani (bravo Valentini a respingere), al 34’ con Valiani e soprattutto al 35’ con Pettinari che trova l’ottima opposizione di Scaglia in extremis. Il finale è palpitante: Crimi si divora il 2-1 (definitivo riscatto di Valentini), Cappelletti non trova la deviazione di testa, Valentini si supera su Sforzini. È ancora pari, non va male ma di sicuro nemmeno bene.
Ore 19.00 – (Unione Triestina) Il tecnico Giuseppe Ferazzoli ha analizzato in sala stampa la settima sconfitta del campionato della Triestina, che è stata superata a domicilio dalla formazione dell’ex Pasa: “Non ci siamo espressi male nel primo tempo, ma non siamo riusciti a tenere palla e a creare effettivi pericoli alla porta del Montebelluna – spiega il mister romano -. Purtroppo abbiamo subito la rete in apertura di ripresa e non c’è stata reazione. La successiva espulsione di Loperfido ci ha tagliato le gambe. Una volta in inferiorità numerica non c’è stato più niente da fare. C’è molto da lavorare, lo sapevo prima di accettare l’incarico, e il tempo stringe. Quando non si raccolgono punti la situazione inevitabilmente diventa più pesante”. Crede che la pressione di giocare in casa possa influire sulle prestazioni dei ragazzi? “Non ho percepito astio contro i ragazzi, che sono sempre stati sostenuti. Non possiamo pretendere aiuti da nessuno. Dobbiamo tirarci fuori da questa situazione con le nostre mani”. Dove ravvisa le lacune maggiori? “Nel reparto offensivo perchè non riusciamo a renderci pericolosi e a mettere in difficoltà le difese avversarie. Oggi abbiamo pagato la mancanza di una punta effettiva di ruolo. In attacco siamo stati inconcludenti e il Montebelluna ci ha creduto di più”. Come si può risalire la china? “Soltanto lavorando possiamo migliorare la condizione fisica. Giochiamo impauriti, ma nel secondo tempo siamo stati insufficienti”.
Ore 18.40 – (Unione Triestina) L’Unione non riesce a dare seguito al positivo risultato ottenuto a Padova perdendo tra le mura amiche dello stadio Rocco per la quarta volta nel corso della stagione contro il Montebelluna. Ferazzoli conferma gran parte del blocco sceso in campo all’Euganeo. Scelta obbligata in attacco, dove, a seguito della squalifica di Bez, il tecnico schiera Kabangu nel tandem offensiva con Aquilani. Il mister romano ripropone la difesa a tre composta da Giannetti, Piscopo e Antonelli. Sugli esterni del centrocampo a cinque svariano Crosato e Celli, mentre nella folta mediana si battono Proia, Giorgino e Loperfido. La prima opportunità per la Triestina nasce dopo 120 secondi di gara da una buona intuizione di Kabangu, che ruba palla a un avversario al limite dell’area e lascia partire un cross basso su cui nessun compagno trova il tempo per intervenire. Il Montebelluna squilla alla porta di Di Piero dopo otto minuti: percussione centrale di Cecchel a servire Masiero, che impegna il portiere alabardato con un destro poco potente ma ben angolato. La Triestina manovra bene e con pochi tocchi arriva ai margini dell’area di rigore trevigiana, ma difetta sempre di precisione nell’ultimo passaggio nonostante il grande impegno profuso dalla coppia di movimento Kabangu-Aquilani. Un colpo di testa di Masiero al 16’ non preoccupa più di tanto Di Piero che osserva l’azione offensiva ospite spegnersi a fondo campo. Nella fase centrale della frazione l’Unione ricomincia a spingere chiudendo il Montebelluna negli ultimi trenta metri di campo e facendo piovere cross dagli esterni Crosato e Celli. Il Montebelluna, praticamente inesistente in fase offensiva fino alla mezzora, prova a sfiancare l’Unione con una manovra avvolgente che, però, si rivela troppo lenta e non porta ai veneti alcun risultato in termini di pericolosità. Così ci prova Nicoletti con un destro da distanza siderale senza pretese al 35’. Lo stesso centrocampista rivede uno spiraglio di porta al 41’ e questa volta un brivido scorre sulla schiena di Di Piero che osserva la sfera lambire il palo.
La ripresa si apre con un cambio per mister Pasa: Frasetto prende il posto del pari età Guzzo, protagonista di un duro scontro di gioco nei primi 45 minuti. L’inizio di frazione è di marca trevigiana con un bel cross di De Vido a Cercare il ben piazzato Masiero, anticipato da Piscopo. Al 4’ minuto Perosin lascia partire una bomba dai 25 metri che Di Piero devia in angolo. La partenza forte del Montebelluna si concretizza subito nel vantaggio veneto proprio sugli sviluppi del successivo corner: Masiero risolve un mischia schiaffando la palla in rete (quarto gol stagionale). Piove su bagnato per l’Unione, che pochi minuti dopo si trova in dieci uomini a causa dell’espulsione di Loperfido, allontanato da Meloni con il secondo cartellino giallo di giornata. Di Piero si supera su una velenosa punizione calciata da Perosin, smanacciando la sfera sulla linea di porta. Sebbene in inferiorità numerica, l’Unione prova a rispondere al 15’: Lionetti si gira al limite dell’area e incrocia un diagonale che si infrange sui cartelloni ad un palmo dal palo alla destra di Rigo. Con gli alabardati sbilanciati in avanti si aprono inevitabili spazi in cui i rapidi attaccanti del Montebelluna si infilano abilmente: Di Piero salva la Triestina con una provvidenziale uscita bassa su Cecchel, lanciato in campo aperto verso la porta alabardata. Nulla può fare, però, l’estremo difensore alabardato al 30’ quando Cecchel, liberato al tiro da un fortunoso rimbalzo, inquadra la porta con una violenta conclusione sotto la traversa. Lionetti è l’ultimo ad arrendersi e impegna Rigo con una girata di testa su cui il portiere interviene prontamente.
Ore 18.20 – (Mattino di Padova) Abano-Este non verrà ricordata di certo come una gran bella partita. Di sicuro, però, torneranno utili i punti acciuffati in extremis dall’Este, che fino alle 16.30 di oggi sarà capolista solitaria, in attesa di conoscere il risultato di Piacenza-Rimini, match clou di oggi. Dopo la gara, il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin gongola, ma cerca di mantenere la consueta compostezza: «È stata una partita difficilissima» afferma. «Siamo partiti male, tanto è vero che l’Abano ci ha schiacciato per mezz’ora. Siamo comunque rimasti molto compatti, riuscendo a contenere il fraseggio degli avversari. Paradossalmente, abbiamo sofferto bene». Nella ripresa l’Este ha guadagnato campo: «Nel secondo tempo» continua Zattarin, «è cambiato l’atteggiamento ed è venuta fuori la qualità. Alla fine siamo riusciti a sbloccare il risultato ma onore all’Abano che ha giocato una buona partita». Il primato in classifica, però, lusinga: «Fa piacere, ma mercoledì prossimo (turno infrasettimanale, ndr) ci aspetta una partita complicata contro Fidenza. Domani (oggi) ci riposeremo, e da lunedì si tornerà a lavorare». Incontenibile pure il patron giallorosso Renzo Lucchiari: «Questa è una vittoria da giocatori e uomini veri» commenta a caldo. «Abbiamo affrontato un’ottima squadra che ci ha tenuti sulle spine per larga parte del match. Non è stata una partita molto divertente, è vero, ma ciò che conta è essere riusciti a venirne fuori. Ora, però, occhio al Fidenza. Dobbiamo fare attenzione alle squadre di medio-bassa classifica, perché è tanto facile esaltarsi quanto cadere». L’allenatore dell’Abano Massimiliano De Mozzi, invece, non è altrettanto felice: «C’è tanta amarezza perché eravamo riusciti a tenere bene una squadra superiore » dice l’ex Real Vicenza. «Nel primo tempo abbiamo giocato solo noi, nonostante le tante assenze e nonostante avessi posizionato alcuni giocatori fuori ruolo, o comunque in una zona di campo a loro non congeniale». Nel secondo tempo c’è stato un calo fisico: «Sì, e l’Este, una delle squadre favorite per la vittoria del campionato, ha avuto la meglio. Il gol era evitabile, forse ci è mancata un po’ di lucidità». Dispiaciuto, infine, il presidente aponense Gildo Rizzato: «La squadra ha lottato, soprattutto nel primo tempo» commenta sconsolato. «Sfortunatamente non avevamo tutti i giocatori a disposizione ma abbiamo comunque affrontato con le unghie e con i denti un’ottima compagine. Nulla da dire sul risultato: è giusto così». Mercoledì prossimo, Abano ed Este torneranno in campo per il turno infrasettimanale, entrambe in trasferta. L’Abano affronterà il Fiorenzuola, mentre l’Este si giocherà una fetta importante di primato a Fidenza.
Ore 18.10 – (Gazzettino) Stati d’animo opposti nel dopo-gara. Raggiante il tecnico giallorosso Gianluca Zattarin: «Sapevamo che l’Abano sarebbe partito forte dato che arrivava da una sconfitta 3-0 con l’Imolese, e abbiamo fatto male i primi 20-25 minuti. Siamo comunque rimasti compatti rischiando poco. Poi abbiamo preso campo e creato due occasioni con Rondon e Lelj. La nostra ripresa è stata ottima: siamo usciti alla grande, potevamo probabilmente fare gol prima, ci sono stati due episodi dubbi in area, ma va bene così». Il sigillo di Rubbo è arrivato quando sembrava profilarsi ormai lo 0-0. «Sì, ma ci abbiamo creduto fino alla fine. Abbiamo messo tanti cross dalle fasce soprattutto con Beghetto e ci sono state diverse situazioni nelle quali potevamo fare male». In classifica è di nuovo primato solitario. «Fa piacere, domani (oggi per chi legge, ndr) c’è una bella partita: Piacenza-Rimini. Passiamo una domenica serena e da lunedì pensiamo alla gara infrasettimanale con il Fidenza. Questo è un gruppo giovane, che deve vivere alla giornata e restare con i piedi per terra. È un gruppo con margini di miglioramento importanti, e aspettiamo il rientro di Bonazzoli». Un flash di Alberto Rubbo, l’uomo derby: «È andata bene, sono stati bravi anche Rondon e Bernardelle. Premiata la nostra voglia di crederci fino alla fine, sono tre punti importanti per il nostro cammino». Ecco l’allenatore neroverde Massimiliano De Mozzi: «Il primo tempo l’abbiamo giocato noi, con coraggio. Abbiamo fatto un buon possesso, però davanti eravamo tutti inventati con ragazzi che non stavano giocando da qualche tempo. Il calo del secondo tempo è stato fisico: Maniero e Zompa non si sono allenati per tutta la settimana, Bortolotto è dall’inizio di stagione che gioca, sta fermo un mese, e ritorna ed è normale che ha bisogno di giocare per ritrovare la condizione, Maistrello era alla prima partita, Giusti aveva giocato l’ultima volta con la Correggese, Guccione non ha giocato finora con continuità, Beccaro non era stato impiegato da tre settimane. Questa è la situazione del momento e bisogna stringere i denti. Abbiamo tenuto duro, ai ragazzi non posso dire niente. Alla fine abbiamo preso un gol che si poteva evitare, ma probabilmente non ce la facevamo più». Poi aggiunge: «Si è vista la differenza tra noi e l’Este che è una delle favorite per il campionato. Però va detto che noi abbiamo i giovani della nostra società, quelli dell’Este arrivano da società professionistiche. E i nostri hanno giocato alla pari».
Ore 18.00 – (Mattino di Padova) «L’è un derby sensa mordente». Lo dice un signore, aponense doc, seduto in tribuna, rivolgendosi all’amico dallo sbadiglio facile. Il cucciolo di bulldog con la sciarpetta giallorossa, invece, ronfa già da un pezzo sopra una copertina in pile. Pochi sussulti, perché Abano ed Este giocano una partita a scacchi, con un tocco di flipper e, ciliegina sulla torta, un certo che di battaglia navale. La spunta l’Este con un gran gol di Rubbo a secondo tempo inoltrato, ma che fatica! Anche perché, sul campo, nessuno prevale veramente. Anzi, pare che le due squadre giochino a carte scoperte: moduli pensati ad hoc per infastidire le rispettive manovre, giocatori studiati così a fondo da conoscerne pure hobby, fidanzate e misura delle scarpe. Insomma, tattica, tattica e ancora tattica. E non c’è da stupirsi se le uniche due azioni degne di nota sono un tiro-cross di Bortolotto e una punizione di Beccaro, parata senza troppi problemi da Lorello. L’Abano, però, sembra più in palla dell’Este, un po’ intestardito sul lancio lungo a Coraini, lasciato solo a sgomitare tra Maniero, Zompa e Ballarin. All’11’ arriva pure la zuccata di Zompa, ex di turno, che spedisce alto sopra la traversa. Combinano poco gli ospiti prima del 40’, quando Rondon ruba palla a Maistrello, fa qualche ghirigoro in area e poi apre troppo il piedone. Il tutto dopo due punizioni, una di Rondon e l’altra di Beghetto (due specialisti), sprecate malamente. I giallorossi replicano al 45’, ma stavolta è Lelj (imbeccato da Rondon), a farsi parare da Rossi. Senza mordente, dice il signore, e neanche la ripresa lo smentisce. C’è chi inveisce contro Coraini, un po’ troppo leggerino sulla respinta corta di Rossi Chauvenet sul tentativo di cross di Rubbo. O contro la signora Garoffolo, arbitro dell’incontro, che nega un rigore ai giallorossi per un presunto fallo di mano in mischia. Si sbuffa pure per un tiraccio di Bortolotto, che pare confermare la tesi del sensa mordente. L’Este, che intanto si è preso tutto il campo, affossando un Abano sfiancato dal fraseggio, fa le prove generali con Rondon all’’81 (destro a giro) e poi trova il gol-partita: danza tra le linee di Rondon, scodellata a centro area e sponda di testa per Rubbo, pronto alla mezza rovesciata. Esplode così la festa dei tifosi atestini e lo sconcerto del pubblico di casa. Prima del triplice fischio Beghetto mira addosso a Rossi, ma il 2-0, a dirla tutta, sarebbe anche troppo. Vince l’Este, con merito ma senza strafare, guadagnandosi la palma di capolista, almeno per un giorno. All’Abano, invece, non bastano talento e forza d’animo.
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Un borghese piccolo piccolo. Il Bassano vagamente supponente di Busto, ha fatto imbestialire Asta. «Sì perchè quel primo tempo un po´ presuntuoso in cui ci siamo fermati a palleggiare in area senza colpire non mi è piaciuto per niente – sbotta a distanza di giorni don Tonino che per un attimo pare don Fumino – poi ho applaudito i ragazzi che per due volte sotto hanno impattato in trasferta con una formazione come la Pro Patria che poi tanto modesta non è, visto che anche ieri è passata a Pordenone segnando tre gol. Sull´1-1 ero convinto di vincerla, ma sul 2-1 bustocco ho temuto di perderla, perciò va bene così e ora sotto col Mantova». Già, nell´ora del passeggio e delle vasche domenicali in piazza, insolito rendez-vous al Mercante (alle 18), per l´inedita preserale coi virgiliani che stamane alle 10 effettueranno una breve rifinitura col canonico risveglio muscolare e dopo le 11 tutti sul pullman verso Bassano. I lombardi hanno iniziato il campionato in retromarcia, una calda e due fredde, la società era una scatola cinese, per un paio di mesi buoni non si è capito chi fosse davvero il proprietario e ora che il club si è sistemato, magicamente anche la squadra ha cominciato a macinare punti meglio di un mulino, di solito funziona così dappertutto. Anche perchè di tipacci pericolosi per la categoria ne sfoggiano un mucchio. Su tutti quell´indiavolato di Zanetti, un esterno che corre in continuazione, segna e che già ai tempi del Renate, quando incrociava il Bassano era tutt´altro che grazioso e siccome è in gran spolvero si presume che stasera faccia altrettanto. Ma vale la pena ricordare che Mantova è tutto tranne che Zanetti-dipendente, quindi è bene tenersi in guardia. Dietro è sveglissimo il regista difensivo Siniscalchi, mentre in prima linea Novothny è un altro che sa imbucarla. «La svolta societaria li ha fatti risorgere – argomenta Asta – la tifoseria si è ricompattata, la città è vicina alla squadra e loro effettivamente stanno praticando un calcio avvincente giocato con leggerezza, dovremo stare all´erta». Pure perché salire al velodromo per vedersela a viso aperto col Bassano significa andare incontro a un probabile massacro e nessun allenatore tanto scellerato sceglierebbe di votarsi al suicidio in quella maniera, men che meno Ivan Juric, ex genoano che il football di livello sa cos´è. Il precedente recente di Coppa Italia (1-0 giallorosso) non conta un fico secco poiché 10 giorni fa andarono in pista due schieramenti diversissimi da quelli odierni. Conta semmai sapere che oltre all´appiedato Toninelli, Asta si trova alle prese con un´imprevista emergenza difensiva: Bizzotto è da due giorni a letto con la febbre, ieri stava meglio e qua cercheranno di riattivarlo almeno per la panchina. Ergo, Priola, tenuto a sostituire Toninelli da terzino, slitta al centro al suo posto originario in coppia con Zanella, mentre la maglia di Toninelli la indosserà Semenzato e la sua numero 3 invece andrà sulle spalle di Stevanin in un rimpasto di retroguardia a parti invertite.
Non solo: il tecnico medita di far rifiatare qualcuno e ad esempio l´impressione è che tocchi a Davi recitare da frangiflutti in mediana lasciando in panca Cenetti, mentre Nolè colpito duro alla caviglia in allenamento stringerà i denti e sarà della contesa. «Dovremo aggredire e pressare alto – avvisa l´allenatore giallorosso – ma soprattutto bisognerà ricamare meno e stangare di più. Mi serve un gruppo furente». Più chiaro di così, impossibile. Come dire che non è certo l´ora di mettersi a pettinare le bambole.
Ore 17.00 – Sala stampa, Marco Cunico: “Sono contento dell’approccio della squadra alla partita, sono contento del perentorio 3-0 del primo tempo e sono contento della mia partita. Volevamo un impatto prorompente alla partita e c’è stato, perché l’abbiamo resa più facile di quel che sembra. Abbiamo sbagliato poco o nulla. L’espulsione di Ferretti? A volte l’eccesso porta a queste cose, ma è perdonabilissimo. Io tra i migliori a 36 anni? Cerchiamo di tenere botta… Il rigore? Ora sono a due fatti e due sbagliati, spero di portarmi presto in vantaggio con quelli realizzati”.
Ore 16.50 – Sala stampa, Gustavo Ferretti: “Il gol? Avevo già visto che il portiere stava fuori dai pali, non ci ho pensato due volte e ho segnato. Ai tempi del Chioggia avevo fatto un gol simile, ma questo è più bello perché era più difficile. L’espulsione? Ho chiesto scusa ai ragazzi, mi prendo la responsabilità perché ho fatto una cavolata e non si possono fare a 30 anni certe cagate… Il gol del 4-0 mi ha rasserenato. La prima ammonizione? Secondo me era rigore netto, questa la contesto ma la seconda no. Dopo il gol volevo festeggiare arrampicandomi sulla rete ma non l’ho fatto per evitare l’ammonizione, ed invece è arrivata dopo…”.
Ore 16.40 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Dovevamo e volevamo fare qualcosa in più, e l’abbiamo fatto. Peccato per l’espulsione di Ferretti, ma la squadra nella ripresa si è abbassata solo negli ultimi dieci minuti. Non dobbiamo mai indietreggiare, dobbiamo sempre proporci. La scelta di Aperi? Bisogna dare le giuste occasioni a chi se le merita. Ferretti? Era rammaricato da leone qual è, dispiace ma alla fine abbiamo portato a casa la partita. E l’ho applaudito anch’io per il gol… Nel primo tempo in campo c’era soltanto una squadra, ci metterei la firma per giocare sempre così nei primi 45 minuti! Questo è un gruppo composto da giocatori che si aiutano l’un l’altro, ed è ciò che più mi piace. Dedico la vittoria a Giorgia Libero”.
Ore 16.35 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: AltoVicentino e Padova 28, Belluno 23, Sacilese 21, Clodiense, Unione Ripa La Fenadora e Montebelluna 16, Tamai 15, Fontanafredda 13, Union Pro 11, Giorgione e Dro 10, ArziChiampo 9, Kras Repen 8, Mori Santo Stefano 6, Triestina e Mezzocorona 3.
Ore 16.30 – Serie D girone C, i risultati della decima giornata:ArziChiampo-Dro 0-1, Belluno-Clodiense 2-0, Fontanafredda-Sacilese 0-2C Giorgione-Padova 2-4, Mezzocorona-Legnago 3-0, Mori Santo Stefano-Kras Repen 1-0, Tamai-AltoVicentino 0-2, Triestina-Montebelluna 0-2, Union Pro-Union Ripa La Fenadora 1-2.
Ore 14.00 – (Trentino) Vincere, o almeno non perdere, per restare nel “gruppone”. Il Dro fa rotta oggi verso il Veneto per la sfida salvezza contro l’Union Arzignanochiampo, che in classifica precede di sole due lunghezze la compagine trentina. I gialloverdi, che non vincono dal 5 ottobre (2 a 1 al Mori: è anche l’unico successo stagionale sin qui conquistato dai ragazzi di Manfioletti), non possono permettersi ulteriori passaggi a vuoto dopo un inizio di stagione contraddistinto da buone prestazioni ma risultati piuttosto scarsi. Manfioletti ha ancora alcuni dubbi di formazione dopo una settimana di duro lavoro conclusa con la rifinitura di sabato mattina. Out per infortunio Adami (ne avrà ancora per un paio di settimane), Colpo, Cicuttini e Donati hanno ripreso ad allenarsi con la squadra solamente nella serata di giovedì ma tutti e tre oggi saranno abili. Il “4-3-3” gialloverde dovrebbe prevedere Bonomi tra i pali e quartetto difensivo composto interamente da elementi esperti, ovvero Calcari (recuperato del tutto: è pronto per giocare 90 minuti) e Ciurletti sulle due corsie laterali con capitan Ischia e Serrano al centro. In mezzo al campo toccherà a Colpo agire come vertice basso con Bazzanella e Ruaben interni. In avanti probabile l’impiego di Cicuttini al centro del tridente con i giovani Proch (in crescita) e Cremonini (ormai insostituibile) sui lati. Alternative? L’utilizzo di Maran (o addirittura Grossi) in difesa permetterebbe a Manfioletti d’impiegare un attaccante esperto in più con Bortolotti e Donati che, a quel punto, si contenderebbero una maglia da titolare. Osservato speciale tra le fila avversarie sarà senza dubbio il centravanti sudamericano Trinchieri, elemento che in categoria ha già segnato “valanghe” di reti. Occhio anche a Roverato, il Pirlo della compagine vicentina.
Ore 13.50 – (Tribuna di Treviso) L’Union fa la forza. Spera di dirlo a fine partita la Pro, opposta oggi al Ripa La Fenadora, come i biancoblù felice esempio di fusione fra società che rappresentano Comuni limitrofi. I moglianesi, alle prese con parecchie assenze, sono alla disperata ricerca del gol perduto, che manca (come la vittoria) da cinque partite. Infortunato Lorenzatti, difficilmente sarà disponibile l’acciaccato Busetto. Sono assenti invece per squalifica Visinoni, Furlan e Andrea Nobile. Il recupero di Basso resterà incerto fino all’ultimo: non dovesse farcela, l’unica punta di ruolo sarebbe Comin. In queste condizioni, bucare la rete avversaria diventa ancor più complicato. Alessandro Cattelan, che ha già iniziato ad allenarsi con i nuovi compagni, potrà essere utilizzato solo a dicembre, alla riapertura del mercato. «Il Ripa potrebbe essere la rivelazione del torneo e ha speso molto per rinforzarsi», commenta mister Checco Feltrin, «Più che cercare di contenerli, dovremo essere noi a cercare di fare la partita». Si gioca: ore 14.30, Mogliano. Union Pro: Noè; Saitta, Niero, Trevisiol, Alv. Nobile, Palmieri, Fuxa, Rossi, Casarotto, Basso, Comin. All. Feltrin. Arbitro: Bonassoli di Bergamo.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Trasferta insidiosa oggi per il Montebelluna, che va a far visita alla Triestina. Pur navigando nel bassifondi avendo finora all’attivo soltanto tre pareggi e ben sei sconfitte, la formazione giuliana ha il merito di aver fermato nel turno precedente la corsa del Padova. Per questo la partita odierna è un match da non sottovalutare. «Il loro pareggio con il Padova un pò mi preoccupa, però secondo me la Triestina è comunque un avversario difficile da incontrare – puntualizza l’allenatore Daniele Pasa, un ex – la loro attuale classifica non rispecchia la qualità complessiva della squadra. Per questo ed altri motivi non sarà una partita agevole». Che cosa temi in particolare? «Hanno cambiato allenatore da poco e quindi saranno carichi. Inoltre a loro piace giocare la palla, da parte nostra dovremo soprattutto badare a tenere le linee ben strette. Per il resto credo che scendere in campo allo stadio Rocco sia una stimolo in più per i ragazzi». Ci sarà qualche assente? «A parte Semenzin mancherà anche Garbuio, che è stato colpito dalla tonsillite. Gli altri stanno bene, la crescita fisica e anche mentale del gruppo è costante e sono soddisfatto. Mi dispiace soltanto che alcuni elementi come Slongo, Frassetto e Gerini, che stanno facendo bene in allenamento non stiano trovando tanto spazio». Tra gli undici di partenza l’unico dubbio sarà in avanti, con Scarpa avvantaggiato su Masiero. Probabile formazione (4-3-1-2): Rigo; Fabbian, Guzzo, Severgnini, Biral; Bressan, Nicoletti, Perosin; Giglio; Scarpa (Masiero), Cusinato.
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Ulteriore no all’ipotesi di un ritorno, o di un avvicinamento in qualche modo, alla vecchia denominazione di Union Chioggia Sottomarina, tanto cara ai tifosi granata. Il presidente Ivano Bielo gela subito l’entusiasmo dei tifosi che si era scatenato sul web dopo l’iniziativa portata avanti dai giocatori Luca Tiozzo e Piarangelo Carlucci, che avevano parlato di ritorno dello stemma della vecchia Union Cs sulle maglie della Clodiense. «Smentisco categoricamente tutto quanto si è detto in questi giorni» ha dichiarato ieri Bielo, «non ci sarà nessun cambio di maglia, nè tantomeno di denominazione sociale. Si stava solo valutando la possibilità di apportare alcune modifiche al nostro stemma, e basta. Il resto fa parte di una iniziativa sbagliata portata avanti da alcuni giocatori verso i quali la società prenderà sicuramente dei provvedimenti». A dire il vero al cambio di rotta della società gli stessi ultras Union Cs non avevano creduto, visto che ieri avevano diramato un comunicato bollando l’iniziativa come “aria fritta”. Per cui rimane invariato il rapporto di distacco tra il gruppo che dirige la società e la gran parte della tifoseria. In mezzo a tutto questo c’è intantouna partita che la Clodiense giocherà oggi a Belluno (ore 14.30, arbitro Berger di Pinerolo) contro i gialloblu locali: sicuri assenti lo squalificato Francesco Tiozzo e l’influenzato Fulchignoni. Non sta benissimo nemmeno Casagrande (influenza), mentre rientra Isotti dalla squalifica. Probabili formazioni. Belluno: Solagna, Pescosta, Mosca, Masoch, Prunster, Merli Sala, Miniati, Bertagno, Corbanese, D’Incà, Duravia. A disposizione: Schincariol, Paganin, Del Din, Moretti, Sommacal, Posocco, Canova, Sadio, Pellicanò. Allenatore: Vecchiato. Clodiense: L. Tiozzo, Boscolo Nata, Moretto, Boscolo Berto, Boscolo Gnolo, Mazzetto, Casagrande, Piaggio, Pellizer, Santi, Mastroianni. A disposizione: Okroglic, Carlucci, Pitteri, Sigolo, Chiozzotto, Isotti, Boscolo Gioachina, Olivieri, Urtiaga. Allenatore: Pagan.
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Il Belluno tra le prime quattro e io in doppia cifra»: questi i desideri di Francesco Posocco, giovanissimo attaccante del Belluno (è del 1996). Il quale, alla vigilia del match contro la Clodiense (fischio d’inizio alle 14.30 al polisportivo) striglia se stesso e carica il gruppo. «In forma sono in forma, ma ultimamente le mie prestazioni non mi sono piaciute – ammette il biondo attaccante di Roberto Vecchiato – devo migliorare, devo fare di più e soprattutto segnare per portare più punti possibili al Belluno. L’anno scorso ne ho segnati 5, ora sono fermo a uno. L’obiettivo è superare la quota di un anno fa, ma a dirla tutta mi piacerebbe sfondare la doppia cifra». E il Belluno? «Tra le prime quattro. È lì che lo vedo ed è lì che la squadra può arrivare. Come? Provando a vincerle tutte». Partendo dalla Clodiense. «Sarà una partita tosta, dovremo stare molto attenti perché è una squadra in forma, che ha messo in cascina già parecchi punti e che senza dubbio ci aggredirà. Sarà una partita diversa dalle ultime due. Vediamo come inizia e reagiamo di conseguenza». Padova a parte cosa è mancato contro Giorgione e Dro? «Un po’ di fortuna, vista la mole di occasioni create, ma forse anche un po’ di cattiveria. E siccome quella non ci manca dobbiamo riuscire a farla fruttare e se serve trovarne ancora un po’ di più». Come si gioca di fianco a Corbanese? «Benissimo. È un giocatore da cui non posso far altro che imparare. È la figura di esperienza da cui un giovane non può che assorbire consigli, movimenti e intuizioni». Passiamo al mister. «Si vede proprio che fino a poco tempo fa era dalla nostra parte, ovvero un giocatore. Sa come la vediamo noi, ci capisce e di conseguenza il consiglio è sempre quello giusto, sia come tattica o tecnica, sia come motivazione». Com’è stare al Belluno? «La miglior scelta che potessi fare. Mi sono trovato istantaneamente a mio agio e mi sono reso conto subito che avevo a che fare con una squadra molto motivata, aggressiva e professionale, perennemente concentrata sul lavoro. Un approccio bellissimo al calcio».
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Si è fatto attendere a lungo, ma torna al momento giusto. Fontanafredda e Sacilese rinverdisono oggi la tradizione di uno storico derby che manca da 13 anni (l’ultima volta in Eccellenza, nel 2001) e lo fanno sulla scia di un momento davvero positivo: 2 vittorie consecutive per i rossoneri, 4 nelle ultime 5 partite per i liventini. Una gara tra due squadre in forma, che proprio per questo potrebbe regalare emozioni e spettacolo, nonostante le condizioni presumibilmemte non ottimali del manto erboso. Poco più in là un’altra sfida di richiamo: un Tamai incerottato, ma in serie positiva da 5 turni, ospita una delle due corazzate del torneo, l’Altovicentino. Maturità. «Per noi questo derby – fa sapere Maurizio De Pieri – è una sorta di test di maturità. Sarebbe bello poterlo superare a pieni voti, ma sappiamo di affrontare una squadra partita con obiettivi diversi rispetto ai nostri. Proveremo a fermarla con lo stesso spirito visto con Dro e Kras». Il tecnico rossonero non avrà a disposizione lo squalificato Malerba (al suo posto Zorzetto) e deciderà solo all’ultimo se impiegare Ortolan e Florean, entrambi acciaccati. Pronti, se del caso, Cao e Grotto. Confermato al centro dell’attacco il giovane Salvador, autore di una doppietta domenica scorsa. Carica. Se non fosse stato per il passo falso di Tamai, la Sacilese starebbe correndo ai ritmi pazzeschi delle battistrada. Ma Zironelli oggi al Tognon non disdegnerebbe di ripetere la gara con i mobilieri, ovviamente con un risultato diverso: «Solo il punteggio ci ha penalizzato allora, ma la prestazione è stata importante. Mi auguro ci sia anche in questo derby incerto e difficile: loro aspettano questa partita da diversi anni e sono carichi per l’ottimo avvio di campionato. Ma anche noi, quanto a carica, non abbiamo nulla da invidiare». Incognita Sottovia, non al meglio: se l’attaccante non ce la farà, dentro Grion e passaggio al 3-4-1-2. Dal via Sakajeva, protagonista del successo sul Mezzocorona.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Altovicentino: a Tamai da primi della classe. Raggiunti sette giorni fa i Biancoscudati Padova in vetta alla classifica, la formazione di Enrico Cunico oggi (ore 14.30, arbitro Riccardo Campana della sezione di Saregno coadiuvato da Avalos e Lattanzi) è attesa da un´altra tappa molto importante in ottica Lega Pro. I bianconerorossoazzurri, infatti, andranno a far visita all´attuale quinta forza del torneo. LA PARTITA IN CIFRE. L´impressionante ruolino di marcia di Dal Dosso e compagni (25 punti in 9 gare con il secondo attacco più prolifico del girone; +3 addirittura rispetto a quanto messo in cascina di questi tempi nella strepitosa cavalcata della passata stagione) è sotto agli occhi di tutti, ma anche i friulani non se la stanno passando male. I biancorossi (ancora a secco di vittorie tra le mura amiche) finora hanno totalizzato 15 punti e dopo le difficoltà iniziali, con 3 sconfitte nelle prime 4 giornate, sembrano aver trovato il giusto assetto visto che nelle ultime 5 uscite hanno incamerato 9 gettoni. Non va inoltre dimenticato che, al pari dell´Altovicentino, il Tamai vanta la terza miglior difesa con 8 reti al passivo. «È una gara molto delicata – esordisce il tecnico ex Venezia- affronteremo una squadra quadrata, abile in fase difensiva e molto brava nelle ripartenze che può contare su elementi di valore come il portiere Peresson, i difensori Brustiolon e Colombera, il metronomo Petris e soprattutto i due attaccanti Furaln e Zambon, molto rapidi. Diciamo che la squadra gioca per loro. Dovremo quindi fare molto bene sotto il piano del palleggio ma anche prestare massima attenzione a non concedere loro spazio per ripartire». AVANTI TUTTA. Analizzati ai raggi X pregi e difetti degli avversari, va però detto che la banda Cunico (in forte dubbio per la sfida odierna Pignat a causa della febbre) ora che ha raggiunto in vetta il Padova non può togliere il piede dall´acceleratore ma, anzi, deve dare ancora più gas. «Al di là della classifica sono fiducioso per la continua crescita generale dei ragazzi sotto tutti i punti di vista – conclude l´allenatore di Caldogno -. Come ho sempre detto, non dobbiamo guardare gli altri, ma pensare a lavorare e a giocare per vincere».
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Allungare la striscia positiva di risultati, confermare le buone cose messe in mostra contro la Fortis Juventus ed eliminare, se possibile, qualche sbavatura concessa al San Paolo nel derby di una settimana fa. La Thermal di Vinicio Bisoli, per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della zona calda della classifica cerca di allungare a quattro la striscia di imbattibilità. Dopo aver battuto il Mezzolara ed aver fermato Fortis e cugini gialloblù, i termali sbarcano in Romagna per affrontare quella che è a tutti gli effetti la seconda squadra del capoluogo cesenate. L’avversario è il Romagna Centro, squadra decisamente meno blasonata dello storico Cesena, ma indubbiamente ostica con le dovute proporzioni derivate dalle tre categorie di differenza. «Abbiamo giocato male» aveva detto Bisioli al termine del derby della scorsa settimana, «ma nonostante ciò siamo comunque riusciti a pareggiare una partita in cui alcuni ragazzi non hanno giocato ai loro livelli, commettendo diversi errori, soprattutto in fase di disimpegno». A sette giorni di distanza, i termali non possono più permettersi errori, soprattutto contro un Romagna, penultimo in classifica e reduce dal pesantissimo 8-2 rimediato a Rovigo, che ha ancor più bisogno di ossigeno della truppa oro- verde e che insegue ad una sola lunghezza. Il punto racimolato col San Paolo a Monteortone, a conti fatti, non è stato certo da buttare via, ma oggi servirà una prestazione diversa: vincere vorrebbe dire dare una grande iniezione di fiducia a tutto l’ambiente, perdere, viceversa, potrebbe portare al crollo di tutte le certezze. Ancora ai box Neagu, Lucon e Banzato, la Thermal potrebbe riaffidarsi agli stessi undici visti in campo a Monteortone domenica scorsa.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Trasferiti allo stadio Plebiscito in nome del Padova e della nazionale di rugby, ma soprattutto pronti a una nuova sfida verità. L’Atletico San Paolo emigra dall’Euganeo e accoglie la Correggese, formazione di grido per la categoria capace l’anno scorso di arrivare sino i fondo al campionato: battuta al fotofinish dalla Lucchese, vinse i playoff ma non riuscì a ottenere il ripescaggio. E solo a scorrere la rosa dei giocatori a disposizione di mister Bagatti, ci si rende conto della forza d’urto della squadra cara a Ligabue, originario proprio di Correggio: in difesa spicca l’ex biancoscudato Armando Perna, uno che fino all’altro ieri spadroneggiava nelle difese della Serie B, mentre in attacco c’è quel Francesco Grandolfo che, a soli 19 anni, tre stagioni fa, si presentò in Serie A con il Bari rifilando una tripletta al Bologna al Dall’Ara. E scusate se è poco. «Loro sono una buona squadra, e questo è fuori di dubbio», ammette Damiano Longhi, «ma noi cela possiamo giocare, perché stiamo bene e le ultime partite, Rimini a parte, lo dimostrano». Il San Paolo non ha paura della Correggese: «Domenica scorsa contro la Thermal abbiamo lavorato molto bene, siamo stati bravi a metterci la forza e il giusto atteggiamento. Alla fine ne è uscito un pareggio solo perché ci è mancata un po’ di cattiveria, abbiamo avuto diverse opportunità ma non siamo riusciti a sfruttarle. La Correggese sulla carta ha una squadra decisamente più forte e competitiva della nostra, l’anno scorso ha fatto un grandissimo campionato e adesso si è lanciata ai primi posti della classifica dopo un inizio un po’ difficile, ma anche noi dobbiamo cominciare a risalire. Starà a noi rimanere corti e cercare di sfruttare gli spazi che si apriranno e la qualità di giocatori come Matteini. La nostra prerogativa è che siamo ancora in una fase di miglioramento, affrontiamo una squadra forte ma se giochiamo con l’intensità messa nel derby possiamo anche batterla». Non ci saranno lo squalificato Caco e gli acciaccati Milani e Antonelli. Alessio Longhi sta smaltendo l’influenza, e potrebbe farcela a recuperare in extremis: «Alcune assenze in difesa mi obbligano a rimanere a quattro dietro», spiega mister Longhi, «dal centrocampo in su invece cambierò due o tre giocatori rispetto a domenica scorsa, perché fra tre giorni ci aspetta il turno infrasettimanale e un po’ di ricambio è necessario. Chi sarà di sicuro in campo sono Sedivec e Matteini: hanno bisogno di giocare e la condizione la troveranno sul campo».
Ore 12.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Quasi quindici anni dopo l’ultima sfida, era il lontano 13 febbraio del 2000, Giorgione e Padova, ora Biancoscudati, ritornano ad affrontarsi al Comunale di Castelfranco. L’ultima sfida fu quella della «famosa» pistola fatta vedere in segno di minaccia dall’allora presidente Auriemma al capitano del Padova ed ex bandiera rossostellata Diego Bonavina, ora le cose sono cambiate completamente, non è più la serie C2, le due realtà sono completamente diverse e il Giorgione di Antonio Paganin attende con ansia la corazzata padovana per misurarsi contro un avversario di prestigio. Un appuntamento importante anche per la società presieduta da Orfeo Antonello che in settimana si è organizzata con tutti gli accorgimenti necessari per garantire un accesso senza problemi agli ultra padovani che sicuramente arriveranno in massa. Le biglietterie saranno aperte sin da mezzogiorno e Antonello non vuole sentire parlare di vecchie ruggini. «Noi siamo una società nuova e abbiamo dato un taglio al passato – ha detto il presidente – accogliere di nuovo il Padova è un grande stimolo per la squadra e spero che la partita di domani (oggi per chi legge, ndr) sia all’insegna dello spirito agonistico del calcio e dello sport, e non vada a rispolverare vecchie ruggini. Ci aspettiamo un bella giornata di sport, per l’occasione avremo anche due accessi, uno per la tribuna coperta e l’altro per il prato e la tribuna scoperta». Paganin, dopo la sconfitta di domenica a Chioggia, vuole una risposta dai suoi ragazzi che sono più che motivati per affrontare una sfida con una platea di tifosi che mai hanno avuto in precedenza. «Il Padova è una squadra di vertice che viene a Castelfranco sicuramente per vincere – ha detto il tecnico – per noi sarà interessante vedere se riusciremo a tenere testa a una compagine così forte». Oggi rientra, dopo il turno di squalifica, Leonardo Mattioli che sarà schierato dietro le punte mentre in difesa ballottaggio tra Rocco Donè, oramai pienamente recuperato, e il giovanissimo Gianmarco Vio, un ex della partita visto che l’anno scorso era in forza alla Primavera del Padova. Dirigerà Camplone di Pescara. Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua, Dotti, Eberle, Fontana, Vio (Donè), Giacomazzi, Episcopo, De Stefani (Favero), Gazzola, Mattioli, Baggio.
Ore 11.50 – (Tribuna di Treviso) L’obbligo di vincere della capolista, contro la corsa e l’esuberanza del Giorgione. A Castelfranco arriva la corazzata Biancoscudati Padova, reduce dal primo passo falso (1-1 con la Triestina) e trascinata all’Ostani da oltre un migliaio di tifosi. Fischio d’inizio alle 14.30, arbitra Camplone di Pescara. «Troviamo un Padova che è sempre costretto a vincere, e questo potrebbe essere il loro unico problema», osserva il tecnico castellano Antonio Paganin, «Quando carichi a testa bassa, rischi di perdere lucidità: situazione che potremmo sfruttare. Il campo pesante non sarà un problema». L’errore da non commettere? «Se passiamo in vantaggio, non dobbiamo amministrare il risultato. Siamo sereni, tutto ciò che abbiamo conquistato non ci è stato regalato da nessuno. All’inizio potevamo avere difficoltà avendo un gruppo molto giovane: siamo ancora poco cinici, ma partendo dalle fondamenta della difesa, che tolto il 3-3 di Mori sarebbe la migliore, stiamo costruendo qualcosa di buono». Non a caso, sommando i gol fatti e subiti del Giorgione, emerge che le partite dei rossostellati sono le più povere di gol nel girone. Paganin ha tutti a disposizione, con tre ballottaggi: Prosdocimi-Dotti, Favero-De Stefani e Baggio-Podvorica. Nel Padova assente per squalifica il centrale difensivo Niccolini. Apertura cancelli alle 12.30, biglietti a 15 euro in tribuna coperta e 10 euro in tribuna. GIORGIONE (4-3-3): Bevilacqua; Eberle, Fontana, Vio, Prosdocimi; Giacomazzi, Favero, Mattioli; Baggio, Episcopo, Gazzola. Alberto Zamprogno
Ore 11.30 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Dionisi, Thomassen, Sentinelli, Degrassi; Segato, Nichele, Mazzocco; Cunico; Pittarello, Ferretti.
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Non ha ancora la gamba per una partita intera, ma la sua condizione fisica sta salendo e lui è un uomo di peso che fa salire la squadra». Quasi certo anche il rientro dal primo minuto sul fronte di destra della linea difensiva di Dionisi. In funzione del quarto giovane prescelto, oltre a Petkovic, Degrassi e Mazzocco, come ha spiegato Parlato, verrà scelto il modulo, con prevalenza di un 4-3-1-2 che vedrà Pittarello al fianco di Ferretti e il sacrificio di Ilari, pronto a entrare a gara in corso. In alternativa, il 4-2-3-1, con esclusione di un centrocampista, probabilmente Nichele, e con Busetto a sinistra nel terzetto alle spalle di Ferretti insieme a Ilari e Cunico. Mancherà Niccolini, squalificato, con Thomassen e Sentinelli al centro della difesa. Altra novità, un terreno di gioco che per la prima volta si annuncia allentato. «La cosa può incidere in parte sulle decisioni – conclude Parlato – ma conta di più la scelta dei giovani e comunque non va a cambiare la globalità degli undici di partenza. L’atteggiamento di un giocatore con un fisico gracilino può fare anche bene. Ho qualche idea in testa, quello che conta, però, è che i ragazzi si facciano trovare pronti e siano ancora più concentrati».
Ore 11.10 – (Gazzettino) E qui viene in ballo la concretezza. «Bisogna reagire e andare a prendersi i tre punti, la prestazione non basta, il bel gioco conta fino a un certo punto, serve vincere». Il campionato dice infatti che d’ora in poi si prospetta un duello all’ultimo punto tra Altovicentino e Padova in cui è necessario lasciare per strada il meno possibile. «Entrambi stiamo facendo un cammino al di sopra della media, ma tenere un ritmo del genere non è facile. La cosa può essere logorante e il mio compito, sull’analoga esperienza della passata stagione, è quello di lavorare sulla mentalità del dare più del massimo, creando consapevolezza e sperando che la testa non faccia scherzi». Intanto, però c’è da fare i conti con il Giorgione, che in casa è reduce da due vittorie e che domenica scorsa ha perso di misura con la Clodiense, pareggiando però sette giorni prima sul campo di Belluno. «Una squadra giovane, con un attacco pungente e determinato che in caso di gol concede pochi spazi. Sono animati da voglia di fare ed entusiasmo che noi dovremo cercare di spegnere immediatamente». Entrando nel capitolo formazione, la prima certezza è legata al ritorno in campo dal primo minuto di Gustavo Ferretti, a distanza di poco più di un mese dal suo infortunio muscolare.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Concentrazione e concretezza. Sono queste, secondo Carmine Parlato, le doti di cui il Padova oggi non potrà fare a meno per battere il Giorgione. Allo stadio di Castelfranco Veneto si gioca una sfida che mette in palio punti pesanti, non solo per i risvolti legati alla classifica, ma anche perché l’appuntamento di questo pomeriggio prevede situazioni mentali e ambientali con cui la squadra dovrà fare i conti per la prima volta. Cunico e colleghi, infatti, dopo l’eccezionale striscia iniziale di otto successi, in questa occasione scendono in campo reduci da un pareggio, quello maturato in maniera rocambolesca con la Triestina. «Domenica scorsa – esordisce il tecnico biancoscudato – per un niente non si è raccolto il massimo che meritavamo. Se avessimo perso, la preparazione di questa settimana sarebbe stata all’insegna dell’arrabbiatura; non è successo, ma bisogna creare questi presupposti motivazionali. Ecco dunque che, mettendomi nella testa dei giocatori, dico che bisogna darsi da fare ancora di più perché d’ora in poi le difficoltà aumentano». Che Padova si aspetta, dunque? «Affrontiamo una partita e un avversario diverso, ma voglio in campo una squadra che parli poco, corra per cento minuti, che faccia gol e rimanga concentrata fino al fischio finale perché il periodo dice questo. C’è da entrare in campo ancora più convinti».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il maltempo oggi dovrebbe dare una tregua e Castelfranco Veneto dista da Padova solo 31 chilometri. Per la trasferta più vicina della stagione, dunque, ci sono tutti gli elementi per prevedere una nuova invasione pacifica del popolo biancoscudato, pronto a trasformare anche il “Comunale” in una succursale dell’Euganeo. Oltre che in macchina, percorrendo le vecchia o la nuova statale del Santo, la cittadina trevigiana è facilmente raggiungibile anche con il treno (linee Padova-Belluno e Padova-Treviso) e la stazione è vicina allo stadio. I biglietti per i settori ospiti (gradinata scoperta di fronte alla tribuna e curva) saranno disponibili al costo di 10 euro nei botteghini dello stadio a partire dalle 12.30. Alla stessa ora è prevista anche l’apertura dei cancelli. La tribuna coperta costa invece 15 euro. E i tifosi si sono già mobilitati per la trasferta di domenica prossima a Dro con l’Aicb che organizza un pullman che partirà alle 9 dal capolinea del tram alla Guizza, con tappa all’Euganeo, lato ovest, alle 9.15. Il viaggio costa 5 euro, per informazioni, 338-4578666 e 329-4246440. Ne hanno prenotati addirittura cinque gli ultras (costo 5 euro). Sul fronte scommesse la vittoria del Padova è quotata 1,60, il segno 1 sale a 5,50, mentre il pareggio vale 3,80.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) L’Este chiama e adesso tocca al Padova rispondere. Non è un duello a distanza, né il confronto tra due squadre dello stesso rango e dalle stesse ambizioni. Siamo anche in due gironi diversi. Ma man mano che le giornate passano si fa sempre più appassionante la corsa alla vetta delle due formazioni padovane. Con la vittoria di ieri nel derby contro l’Abano, i giallorossi si sono ripresi momentaneamente la vetta della classifica, in attesa del risultato odierno del Piacenza. Testa della classifica che non deve in alcun modo perdere il Padova, dopo essere stato raggiunto domenica scorsa dall’Altovicentino, complice il primo mezzo passo falso stagionale contro la Triestina. La sfortuna dei ragazzi di Parlato è proprio quella di essere stati inseriti nel girone più balordo di tutta la serie D. Fossero capitati in qualsiasi altro raggruppamento, i biancoscudati sarebbero già in fuga con almeno cinque o sei punti di vantaggio dalle immediate inseguitrici. E invece qui bisogna lottare ogni domenica per rintuzzare gli assalti dell’Altovicentino, squadra con budget e giocatori da Lega Pro, e che allo stesso tempo può solo mangiarsi le mani per la radiazione del vecchio Calcio Padova, che ha portato la pizza biancoscudata a ripartire dalla serie D. Altrimenti gli uomini di Dalle Rive avrebbero già lo champagne in frigo. Sarà lotta serrata, molto probabilmente, fino all’ultimo e oggi sarà interessante capire come il Padova reagirà al primo stop stagionale. Il pari contro la Triestina ha lasciato scorie negative e qualche paura? O al contrario il primo pareggio può anche essere visto come una sorta di liberazione (prima o poi doveva accadere) e Cunico e compagni torneranno a macinare punti e gioco come a inizio torneo? La partita di Castelfranco è destinata a dare risposte attendibili, visto anche il valore, non certo da sottovalutare, del Giorgione tra le mura amiche. Mura che, bene sottolinearlo, saranno ancora una volta amiche soprattutto del Padova, se non altro dal punto di vista del pubblico, visto che è pronta a partire una carovana impressionante di tifosi (più di un migliaio), il cui entusiasmo non è certo stato scalfito dall’ultimo pareggio.
Ore 10.20 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Dionisi, Thomassen, Sentinelli, Degrassi; Segato, Nichele, Mazzocco; Cunico; Pittarello, Ferretti.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «La priorità sono sempre i giovani, in base ai quali si incastrano poi i vecchi. In settimana abbiamo provato alcune situazioni, ho alcune idee nella testa ma la cosa importante è che i ragazzi si facciano trovare pronti. È il momento di concentrarci ancora di più, le chiacchiere le porta via il vento: quello che abbiamo fatto sinora è stato ottimo, ma da adesso in poi bisogna essere ancora più concentrati». Che idea ha, invece, del Giorgione? «È una squadra giovane, ha un attacco pungente e concede molto poco in fase difensiva. Ci sarà un grande entusiasmo per il nostro arrivo, noi dovremo spegnerli subito e portare a casa i tre punti» . Ora che siete a pari punti, il duello con l’Altovicentino riparte quasi da zero. Si comincia a guardare anche a ciò che fa l’avversario o si guarda solo la propria strada? «Quello che stiamo facendo con l’Altovicentino è un cammino sopra la media, difficile da sostenere, una sfida logorante che alla lunga porterà la mentalità a spostare gli equilibri: tra le due la spunterà chi riuscirà a dare più del massimo. Corriamo contro una squadra che da tre stagioni ha un budget e una formazione da Lega Pro».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Se fosse arrivata una sconfitta con la Triestina, mentalmente avremmo avuto un cambiamento radicale e l’avremmo preparata più arrabbiati, invece è arrivato un pareggio, per giunta immeritato, ed è per questo che reagire diventa ancora più difficile: la prestazione, che pure domenica scorsa c’era stata, ormai non basta più. Possiamo pensare solo ai tre punti. Il nostro principio dev’essere: chiudere la bocca e mettere in moto le gambe». Per farlo, avrà a disposizione dall’inizio anche Ferretti. Quanto vi è mancato nell’ultimo mese, col senno di poi? «Contro la Triestina poco, le occasioni le abbiamo avute ma abbiamo semplicemente mancato di precisione, mentre nelle partite precedenti effettivamente si è sentita la sua assenza. Ha un peso in area di rigore che ci avrebbe fatto comodo contro Arzignano e Belluno, avrebbe permesso alla squadra di salire di più, ma a livello di occasioni da gol non ce la siamo cavata male. Gustavo è pronto a rientrare dall’inizio, ma sappiamo che non è ancora al meglio della condizione». Il suo dubbio principale è chi affiancargli tra Tiboni, Ilari, Aperi e Pittarello. Giusto? «In linea di massima sì, anche se il problema non è solo chi mettere di fianco a Gustavo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Carmine Parlato mette nel mirino la stella a sei punte: è il giorno della sfida al Giorgione, di un derby veneto che torna a quindici anni di distanza dalla sua ultima apparizione in serie C2. La posta in palio, allo stadio Ostani (calcio d’inizio alle 14.30) va tuttavia ben oltre i tre punti: i Biancoscudati devono dimostrare di essere ancora i primi della classe, chiedere strada ai rossostellati e tornare a vincere. Perché è la prima volta, dall’inizio del campionato, che la squadra si presenta al match senza giungere da una vittoria. E la reazione degli undici in campo, dopo l’amaro pareggio con la Triestina e l’aggancio al primo posto operato dall’Altovicentino, è la prima voce sul taccuino di Parlato nell’elenco delle “cose da verificare”. «Dobbiamo ulteriormente cambiare la nostra mentalità», attacca il tecnico del Padova alla vigilia, «Una mentalità che fino a oggi ci ha fatto fare un ottimo percorso, ma che da qui in avanti non sarà più sufficiente». È la prima volta che vi presentate in campo dopo un pareggio, psicologicamente ci sono differenze rispetto al passato? «Mi metto nella testa dei giocatori, e mi dico: “Devo darmi da fare”».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Senza Niccolini ma con un Ferretti in più. Parlato deve fare a meno del difensore ex Pordenone, squalificato, il cui posto sarà ricoperto da Thomassen con Sentinelli che ha recuperato e sarà regolarmente al suo fianco. In avanti, nel probabile 4-3-1-2 di Parlato, torna Ferretti dall’inizio, con Pittarello a fargli da spalla: la presenza del giovane attaccante padovano permetterà al Padova di schierare contemporaneamente anche Dionisi e Nichele, senza dover sacrificare un “over” tra difesa e centrocampo.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A Castelfranco è atteso il pienone: Giorgione e Padova si ritrovano a quindici anni di distanza dalla prima e ultima volta, e considerato che quella contro i rossostellati è la trasferta più breve della stagione è attesa una massiccia presenza di pubblico padovano. Negli ultimi giorni si è parlato anche di 1.500 biancoscudati pronti a mettersi in marcia verso “Casteo”, ma l’incognita meteo potrebbe sparigliare le carte e indurre qualcuno a rimanere a casa. I cancelli dello stadio Ostani apriranno alle 12.30, a due ore dal fischio d’inizio, i biglietti saranno in vendita al costo di 15 euro per la tribuna coperta e 10 per quella opposta. In settimana non sono arrivate indicazioni ufficiali in merito alla divisione dei settori, i biglietti saranno venduti liberamente alle due tifoserie, ma gli ultras della Tribuna Fattori dovrebbero verosimilmente sistemarsi nella tribuna scoperta. Verso Dro. Si gioca a Castelfranco, ma si comincia già ad organizzare la seconda trasferta consecutiva, che vedrà i biancoscudati sbarcare a Dro domenica prossima. L’Aicb giorno ha già aperto le iscrizioni per il pullman (costo 5 euro) che partirà dal capolinea del tram alla Guizza alle 9 e dallo stadio Euganeo alle ore 9.15: per informazioni e prenotazioni 3384578666 e 3294246440. La Tribuna Fattori, invece, ha già bloccato ben cinque pullman per raggiungere il Trentino, e comincerà a raccogliere le iscrizioni già questa sera nella sede di Rubano, via Galilei 50, di ritorno dal match di Castelfranco.
Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Dionisi, Thomassen, Sentinelli, Degrassi; Segato, Nichele, Mazzocco; Cunico; Pittarello, Ferretti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Dieci punti in classifica sono tanti, soprattutto se si pensa all’età media della rosa, inferiore ai vent’anni e alla responsabilità messa fra le mani di Antonio Paganin, uno che con i giovani ci sa fare eccome: «Direi che rispetto alle previsioni di inizio anno che avevo fatto — spiega l’ex difensore dell’Inter — sta andando più o meno tutto come mi aspettavo. C’è qualche piccola variazione dietro le prime due, il Padova e l’Alto Vicentino, ma è tutto legato agli scontri diretti, non ci sono spiegazioni nascoste o elementi che non sono emersi nelle prime giornate di campionato». Paganin lancia il guanto di sfida ai biancoscudati e ci spera, come è giusto: «Il Padova, ovviamente, è molto più forte di noi, ma arriviamo a questa partita nel momento giusto. Non abbiamo infortunati e siamo in netta crescita, per cui sono molto curioso di vedere cosa accadrà oggi. Spero che i miei facciano una grande prestazione, è nelle loro corde, anche se il Padova ha giocatori di categoria superiore e tecnicamente è di un altro pianeta. Segato, Nichele, Ferretti e quelli che Parlato ha voluto con sé dopo la grande stagione di Pordenone sono una garanzia di qualità assoluta».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) I rischi sono ovunque, per una squadra chiamata a vincere praticamente tutte le partite e Parlato questo lo sa bene, reduce com’è da una stagione decisa all’ultima giornata in un testa a testa senza fine con il Marano. Il Marano adesso si chiama Alto Vicentino, ma la sostanza è sempre la stessa: «Noi e l’AltoVicentino stiamo facendo un cammino sopra alla media, quindi dobbiamo continuare a correre perché sarà una sfida continua. Ho detto ai miei ragazzi che mi auguro che la testa non faccia scherzi».
La festa vera oggi pomeriggio la farà il cassiere del Giorgione, perché i 1200 tifosi in arrivo da Padova, oltre a riempire in ogni ordine di posto il Comunale, faranno lievitare all’improvviso il conto corrente del club castellano. Il Giorgione è una società modello che, dopo il crack del 2000, è ripartita dalla Terza categoria arrivando fino alla serie D: ha scommesso sui giovani e sta raccogliendo risultati ben superiori alle attese estive. E oggi spera nello sgambetto che non t’aspetti sfruttando la forza dell’entusiasmo.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Sei gol in quattro partite, poi il crack col Mezzocorona. E quasi quaranta giorni di stop, un periodo sufficientemente lungo in cui il Padova, pur proseguendo la marcia iniziata lo scorso 7 settembre, ha palesato più di qualche difficoltà ad andare in gol. Adesso rieccolo in pista, Gustavo Ferretti, a segno per ben sei volte prima di infortunarsi e pronto oggi pomeriggio a Castelfanco, contro il Giorgione, a caricarsi la squadra sulle spalle e a tornare al centro dell’attacco dopo lo spezzone senza gol contro la Triestina. «Potrebbe tornare nell’undici titolare — ammette Carmine Parlato — dato che la sua condizione fisica sta migliorando molto. Non ha novanta minuti nelle gambe, ma prima della gara con la Triestina si è sentita la sua assenza come peso in avanti e come caratteristiche, dato che fa salire a dovere la squadra. A livello di occasioni abbiamo sempre creato, sbagliando però magari l’ultimo passaggio. Il Giorgione è una squadra giovane e con tanto entusiasmo che noi dovremo essere bravi a spegnere immediatamente».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 9 novembre, ore 14.30): ArziChiampo-Dro, Belluno-Clodiense, Fontanafredda-Sacilese, Giorgione-Padova, Mezzocorona-Legnago, Mori Santo Stefano-Kras Repen, Tamai-AltoVicentino, Triestina-Montebelluna, Union Pro-Union Ripa La Fenadora
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica: AltoVicentino e Padova 25, Belluno 20, Sacilese 18, Clodiense 16, Tamai 15, Fontanafredda, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 13, Union Pro 11, Giorgione 10, ArziChiampo 9, Kras Repen e Dro 7, Mori Santo Stefano e Triestina 3, Mezzocorona 0.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della nona giornata: AltoVicentino-Mori Santo Stefano 4-1, Clodiense-Giorgione 1-0, Dro-Belluno 1-1, Kras Repen-Fontanafredda 1-4, Legnago-ArziChiampo 2-1 (giocata ieri), Montebelluna-Union Pro 2-0, Padova-Triestina 1-1, Sacilese-Mezzocorona 4-2, Union Ripa La Fenadora-Tamai 0-0
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E’ successo, 8 novembre: rifinitura all’Appiani, mister Parlato sembra intenzionato a confermare il 4-3-1-2 ma le sorprese sono dietro l’angolo.