Live 24! Giorgione-Padova, -4: doppio allenamento bagnato per i Biancoscudati

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Ore 22.30 – (Trentino) Altro giro e altra sconfitta, seppur con l’onore delle armi. Troppo forte la Sacilese per un Mezzocorona orgoglioso, che in terra friulana ha lottato con le unghie e con i denti al cospetto della quarta forza del girone C. Lomi e i suoi sono tornati a casa con tanti complimenti da parte degli avversari ma senza alcun punto in saccoccia e, dopo nove giornate, la casella dei punti conquistati ospita un tristissimo numero zero. Di positivo c’è che, nelle ultime due giornate, il Mezzocorona ha segnato tre reti, ovvero più di quante ne aveva realizzate nel corso delle prime sette partite. Bentivoglio, Holler e Minati si sono sbloccati e, almeno da questo punto di vista, Lomi può sorridere: la prima punta di “peso” che la dirigenza ha cercato con insistenza nei mesi scorsi non è arrivata (e difficilmente arriverà: gli attaccanti di categoria costano parecchio) e, allora, il tecnico rotaliano ha dovuto arrangiarsi con i giocatori a propria disposizione. Nessuno di loro ha esperienza in categoria (Holler – nella foto– arriva addirittura dalla Promozione), ma entusiasmo e vitalità non mancano. Certo è che adesso serve assolutamente una vittoria per “svoltare”: domenica sfida diretta contro il Legnago Salus, squadra invischiata a sorpresa nei bassifondi della classifica dopo un pessimo inizio di stagione, che nelle ultime settimane ha cambiato marcia visti i recenti successi ottenuti contro Mori Santo Stefano e Arzignanochiampo.

Ore 22.10 – (Trentino) Rocky Balboa ripeteva che «nessuno colpisce duro come fa la vita». Amedeo Calliari lo sa benissimo e la citazione cinematografica è perfetta per raccontare le carriera del centrocampista lagarino. Partito dal piccolo paese di Tierno, il 26enne ha spiccato il volo ben presto verso il Chievo Verona: Giovanissimi, Allievi e poi il grande salto in Primavera. Di lì il volo nel calcio dei “grandi”, quello professionistico: tre stagioni a Lumezzane in quella che era la serie C1 (75 presenze e 4 reti), poi un anno all’Alto Adige in Prima Divisione (18 gare e 1 gol) e il successivo trasferimento in “Seconda” al Monza. Calliari, che arriva dalla categoria superiore, è uno dei perni della squadra guidata da Antonino Asta: scende in campo 25 volte, realizza un gol ma poi il suo ginocchio destro fa crack. Ad aprile 2013 il legamento crociato del ginocchio destro e il giocatore viene sottoposto ad un intervento chirurgico che riesce perfettamente. Via con la riabilitazione e, dopo sei mesi, torna in campo: gioca 9 partite, ma lo scorso febbraio, durante un’amichevole con la squadra “Berretti”, lo stesso legamento si spezza nuovamente. Altra operazione e altro lungo stop forzato. Calliari, però, non si perde d’animo e lavora sodo perché non ha nessuna intenzione di chiudere con il calcio giocato. C’è bisogno di tempo per tornare in forma e, allora, il centrocampista di Tierno sceglie di scendere di categoria, almeno per questa stagione, per recuperare la condizione e provare a tornare quello di un tempo. «Non mi sono mai nemmeno posto il problema – spiega Calliari – se era il caso di smettere: ho sempre voluto fare il calciatore, sono arrivato tra i professionisti e, nonostante i due gravi infortuni, sto lavorando duramente per rientrare in Lega Pro. Paura? Nemmeno per sogno: la voglia di ritornare mi ha aiutato a vincere ogni timore». La serie D è proprio un altro mondo rispetto alla Lega Pro. «Direi di sì. Cambiano il numero e l’orario degli allenamenti e, ovviamente, anche il contesto in cui si disputano le partite di campionato. Personalmente, però, mi sono approcciato a quest’avventura con lo stesso impegno e la stessa professionalità con cui ho affrontato le esperienze in ambito professionistico». Tre stagioni fa ha militato in Prima Divisione con l’Alto Adige. Esperienza positiva? «Molto, anche se non ero un “titolarissimo”. Però ho giocato un buon numero di gare, la squadra ha disputato una buonissima stagione (sfiorando i playoff, ndr), ho imparato molto da mister Stroppa e anche con il direttore sportivo Luca Piazzi ho mantenuto ottimi rapporti. E ho eccellenti ricordi anche della società: organizzazione di categoria superiore e grandissima serietà. Non posso che parlare bene dell’Alto Adige». Adesso è tornato a casa: salvarsi sarà difficile. «Ci proveremo, anche se sappiamo che l’impresa sarà tutt’altro che semplice viste le forze in campo. Per quanto mi riguarda darò anima e corpo per aiutare il Mori, la società del mio paese e quella che mi ha permesso di giocare a pallone». Calliari tornerà tra i professionisti? «Farò di tutto per riuscirci».

Ore 21.50 – (Trentino) Il “libro nero” degli episodi arbitrali sfavorevoli al Dro si arricchisce di un altro capitolo. Domenica la compagine gialloverde, che sta dimostrando di essere solida ma di avere grossi limiti in fase realizzativa, ha fermato sul pareggio l’Ital Lenti Belluno, terza forza del torneo. Ai punti il risultato finale non fa una grinza, certo è che la squadra di Manfioletti ha incassato il pareggio su rigore ad inizio ripresa con il bomber ospite Corbanese, che prima si è procurato, con gran mestiere, e poi ha trasformato il penalty. E, udite udite, ecco cosa ha dichiarato dopo la partita al Gazzettino, edizione di Belluno, il centravanti gialloblù. «Ho subito una trattenuta – queste le sue parole – alcune volte i direttori di gara concedono questi rigori, altre volte invece no. Devo essere sincero, la trattenuta non è stata netta. Dagli undici metri non ho esitato calciando sulla mia destra». Per ammissione dello stesso Corbanese, dunque, il rigore che ha permesso ai veneti di pareggiare era tutt’altro che netto e, dunque, il Dro deve fare i conti con l’ennesimo episodio sfavorevole della stagione. La lista si allunga e la situazione in classifica dei gialloverdi si fa preoccupante: sino ad oggi Ischia e compagni hanno vinto solamente uno dei nove incontri disputati e, se il campionato terminasse oggi, il Dro sarebbe costretto a disputare i playout. La sfida di domenica contro l’Arzignanochiampo varrà quanto una finale di Champions League visto che i vicentini, “matricola” assoluta del torneo, stazionano a quota 9. La compagine di Manfioletti, dunque, giocherà per l’aggancio. Sperando che, almeno per una domenica, la terna arbitrale non giochi brutti scherzi ai trentini.

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Una pessima figura alla quale si è aggiunta pure la notizia di un grave infortunio. Per il Kras Repen è nuovamente un momento no. Dopo aver raccolto quattro punti negli ultimi due incontri (pari casalingo col Tamai e vittoria corsara sul campo dell’Union Pro) i carsolini sono nuovamente sprofondati con quattro gol presi dal Fontanafredda e uno spettacolo da vietare ai minori. «Chiediamo scusa ai nostri tifosi, abbiamo fatto una prestazione inguardabile», commenta secco il dirigente responsabile Tullio Simeoni. L’amarezza che era visibilmente segnata negli occhi dei giocatori a fine partita è aumentata dinanzi alla notizia dell’infortunio occorso a Ulpiano Capalbo. Il centrocampista romano, tra i pochi a salvarsi contro i rossoneri, si è lussato una clavicola. La prognosi parla di tre settimane durante le quali il giocatore dovrà rimanere fermo. Una tegola pesantissima per il Kras. Anche perché si va a sommare all’infortunio di Sasa Ranic, ancora alle prese con l’infiammazione alla caviglia. Domenica prossima il Kras, in trasferta sul campo del Mori Santo Stefano, dovrà fare anche a meno di Gulic. Dopo il rosso rimediato per fallo su Alcantara resta ora da capire se la squalifica del centrocampista sarà di una o due giornate. L’unica consolazione è che tornerà a disposizione il difensore Cvijanovic. Tornando al match contro i pordenonesi è emerso che la sostituzione di Komel alla fine del primo tempo non è stata dettata da un infortunio del giocatore sloveno, ma da una scelta tattica. Al suo posto Arcaba ha inserito Gulic, facendo indietreggiare sulla linea centrale di difesa Zlogar. Una mossa che evidentemente non ha portato i frutti sperati. Per ora comunque la società non pare intenzionata ad intervenire né sul mercato, né su un possibile cambio di allenatore. Ma è evidente che la trasferta sul campo del Mori Santo Stefano ha tanto il sapore di ultima spiaggia. Nella giornata di ieri i Red Boys, la tifoseria più calda del Kras, ha evidenziato come la sconfitta con il Fontanafreda abbia «fatto male a tutto il popolo biancorosso. Non ci aspettavamo una sconfitta simile proprio contro la squadra che insieme a noi lotta per la salvezza. Perciò dobbiamo andare avanti a testa alta e pensare già alla sfida successiva contro il Mori Santo Stefano. Come sempre dobbiamo crederci, fino alla fine».

Ore 21.10 – (L’Arena) La diretta televisiva porta bene ad Emauele Friggi, classe 1988, difensore del Legnago Salus. Il 16 aprile 2011 al «Gavagnin Nocini», in pieno recupero aveva trovato il gol della vittoria con una punizione che aveva affondato la Virtus Vecomp. Sabato scorso si è ripetuto: gran botta di destro nel sette e tanti saluti all’ArzignanoChiampo. «Dopo che Longato mi ha toccato il pallone», ricorda Friggi, «ho visto subito che avevo colpito bene il pallone che si è insaccato alla destra di Dall’Amico. Dopo il match in tanti mi hanno chiamato dopo avermi visto in televisione: anche l’ex capitano del Legnago Guardigli». Emanule Friggi nato a Legnago il 24 maggio 1988: ha giocato per tre anni a Bovolone, quindi nella Primavera del Vicenza, poi nel Legnago in due campionati di Eccellenza ed in tre di serie D, lo scorso anno in Eccellenza con Arzichiampo. Partito come centrocampista è diventato difensore centrale ma ha realizzato una decina di gol in Eccellenza con la maglia del Legnago. In serie D ricorda quelli a Tamai (2-0 per i biancazzurri, marcatori Friggi e Segato) e Montecchio (altro 2-0 per il Legnago con reti di De Col e Friggi). Ma il difensore ricorda anche due infortuni: il 25 aprile 2012 a Porto Tolle, durante la gara con il Delta, si lesionò il crociato anteriore del ginocchio sinistro; quest’anno in allenamento prima della partita a Monrupino si è fratturato il terzo metacarpo della mano sinistra.  Friggi ha subito anche qualche critica, ma adesso la coppa centrale Friggi- Tobanelli dà garanzie. «Forse con il Tamai ho commesso un errore», ammette. «Ma un difensore deve pensare che si può sempre migliorare ed essere concentrato. Con Tobanelli mi trovo a meraviglia anche dal punto di vista umano». Domenica l’ex Trinchieri ha graziato il Legnago sullo 0-0. «Dovevo marcarlo io, ma Martin è stato bravo ad intercettare una palla orizzontale ed a dirigersi verso la nostra porta. Fortuna che ha sbagliato». Dopo tre vittorie consecutive i biancoazzurri giocheranno domenica a Mezzocorona, squadra trentina a zero punti in classifica perchè penalizzata. Che partita sarà? «Dobbiamo stare attenti perchè lotteranno alla morte su ogni pallone», prevede Friggi. «Noi dobbiamo essere umili come nelle ultime tre gare. Con l’umiltà e la cattiveria agonistica possiamo batterci alla pari con chiunque. I molti gol subiti? Dobbiamo essere sempre concentrati ed attenti. Nelle ultime gare però siamo migliorati anche in difesa». Difficile dire chi vincerà il campionato. «Ogni turno c’è qualche sorpresa. Domenica, ad esempio, la Triestina è riuscita a pareggiare a Padova contro una squadra reduce da otto vittorie consecutive. Penso che il primo posto sia un affare fra biancoscudati ed Altovicentino, ma altre squadre sono ben attrezzate».

Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Il Ripa Fenadora riparte con la consapevolezza di un altro risultato utile e di una difesa che dà sempre più sicurezze, anche se resta il rammarico per non aver concretizzato qualcuna delle occasioni capitate col Tamai. A suonare la carica in casa neroverde è il centrale Alberto De March: «La prestazione c’è stata», dice, «abbiamo creato più degli avversari, che non hanno mai tirato in porta. Volevamo vincere, ma è sempre un punto che fa muovere la classifica». In casa è più difficile.L’Union non è più la matricola e le avversarie non vengono più al Boscherai pensando di imporre il proprio gioco. «Aspettano tutte dietro e per noi ci sono meno spazi», sottolinea De March, «il campo poi è piccolo e, se l’anno scorso c’erano gli spazi perché le squadre venivano a giocarsela a viso aperto, quest’anno si chiudono e diventa dura. Magari imponi il gioco fino alla tre quarti, ma dopo non è facile. Dobbiamo trovare movimenti e soluzioni a questo, cercando di migliorare per sbloccare le partite, altrimenti diventa dura. Non è il fatto dell’atteggiamento, perché ci alleniamo bene, con impegno, e remiamo tutti dalla stessa parte. C’è ancora qualcosa che non va al 100% perché due vittorie di fila non siamo riuscite a farle, ma è difficile dire cosa manchi». Un buon punto. «Quando giochiamo in casa tutti si aspettano che vinciamo, giustamente;ma poi c’è sempre l’avversario e il Tamai è venuto per pareggiare, si è visto subito», commenta il difensore dell’Union, «dopo tre minuti è impossibile che il portiere si metta già a perdere tempo. Contro una squadra forte che si chiude tutta dietro nella propria tre quarti diventa difficile trovare spazio. Forse ci manca anche un po’ di fortuna: domenica, quando abbiamo avuto qualche occasione, alla fine ci si è messo anche il portiere…». Difesa blindata. L’Union ha la seconda miglior difesa del campionato: «Fa piacere», commenta De March, «se non prendi gol, dopo puoi sempre sperare di farlo da un momento all’altro; e una squadra forte che lotta per i play-off deve comunque prendere pochi gol». Pensiero all’Union Pro. Ora sotto con una settimana di lavoro in vista del match di domenica: «Non ci sono partite facili, bisogna essere bravi a sbloccarle subito».

Ore 20.30 – (Messaggero Veneto) Un ex Pordenone può tornare a giocare per una squadra provinciale. E’ Marco Frison: il difensore, classe ’95, si sta infatti allenando col Fontanafredda. Difficile dire se i rossoneri lo tessereranno o meno, di sicuro è un fuoriquota che là dietro serve e di sicuro affidamento. Veneziano di origine, ex Primavera dell’Udinese, Frison era approdato lo scorso febbraio in riva al Noncello, in prestito dai bianconeri. Con mister Parlato collezionò però solo due presenze. Terminato il torneo, Frison rimase per un po’ senza squadra prima di trovare sistemazione al Sorrento, sempre in D, club campano dove approdò anche un altro ex neroverde, Pablo Garbini. Poco tempo fa, però, la conclusione dell’esperienza in riva al Tirreno. Adesso il ritorno in provincia, dove in molti lo hanno già accolto a braccia aperte.

Ore 20.10 – (Il Piccolo) La battaglia di Padova non ha lasciato ulteriori strascichi fisici in casa alabardata. Ieri infatti la Triestina si è ritrovata sul campo di Prosecco, e gli allarmi di possibili infortuni che erano emersi nel match contro la capolista, sono per fortuna svaniti. Celli, che era uscito dolorante anzitempo all’Euganeo, si è infatti allenato. E così anche Bez, nonostante negli ultimi minuti fosse rimasto a lungo a terra. Peraltro l’attaccante sarà squalificato in vista della sfida contro il Montebelluna al Rocco. Ma ci sono buone notizie anche sugli infortunati che erano stati costretti a disertare la trasferta padovana. Ieri infatti Giorgino ha ripreso ad allenarsi parzialmente in gruppo: se i progressi proseguiranno senza intoppi nell’arco della settimana, non è escluso che il centrocampista possa essere recuperato per la delicata sfida di domenica. Intanto Fiore, per il quale occorrerà più tempo, ha proseguito il programma di recupero stabilito dallo staff medico con un lavoro personalizzato. Anche ieri, dopo il riscaldamento, Ferazzoli ha continuato la sua cura per risollevare l’Unione con esercitazioni tecnico-tattiche e una partitina su campo ridotto, ma c’è stato spazio anche per il lavoro fisico agli ordini del preparatore atletico Ciac. È partita così una settimana cruciale per la stagione alabardata. Dopo il sorprendente pareggio di Padova che ha dato morale alla truppa, è ovvio che non solo la Triestina è chiamata a confermare i progressi, ma soprattutto deve dimostrare di saper finalmente vincere e cogliere i tre punti, perché senza vittorie è impossibile risalire la classifica. Contro il Montebelluna, come detto, sarà squalificato Bez, che al momento dovrebbe essere sostituito da Kabangu. Ma è ovvio che si spera arrivino finalmente in settimana i transfer per Milicevic e Clara, visto che per il croato la fumata bianca sembrava già vicina la scorsa settimana.

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Un po’ meno smalto, ma comunque in tiro. Paolo Pellicanò è un impasto di entusiasmo e carica. E alla ripresa degli allenamenti a pochi giorni del pareggio di Dro, con la testa alla prossima sfida al polisportivo contro la Clodiense, il giovane gialloblu parla dei suoi primi frizzanti mesi e dell’attuale momento calante del suo Belluno. «Sono stati mesi davvero fantastici – assicura uno della truppa giovane che in quattro e quattr’otto ha conquistato una maglia titolare – mi sono ambientato in fretta grazie a un gruppo meraviglioso, alla società e al prezioso lavoro del mister. Ho giocato davvero tanto, comprese sfide come quella all’Euganeo che ricorderò per sempre: non capita spesso di scendere in campo con una maglia titolare davanti a 6 mila persone». Eppure nessuno ha il posto fisso. «Tra noi c’è una sana competizione – assicura Paolo – ed è bello che le undici maglie siano assegnate solo la domenica». «Nelle ultime settimane abbiamo perso un pò dello smalto iniziale – ammette e conclude Pellicanò – ma non c’è alcuna crisi. Capitano i periodi più sfortunati e sono certo che ci rialzeremo in fretta. Già contro la Clodiense vogliamo tornare a urlare e festeggiare una vittoria a fine gara».

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Il “Cobra” torna al gol. Erano quattro partite che il bomber gialloblù Simone Corbanese non trovava la via della rete. Contro il Dro, l’attaccante bellunese, su rigore, ha rotto il proprio digiuno che durava ormai da un mese. Nonostante sia rimasto a secco per trecentosessanta minuti il numero nove di Piazzale della Resistenza aveva già portato il suo bottino a quota cinque gol nelle prime quattro giornate e con la rete ai trentini ora sono sei. «Non sono mai stato preoccupato, nonostante le voci che iniziavano a sussurrare che era da un po’ che non la buttavo dentro», spiega Corbanese, «nella partita con il Dro ho segnato ma non sono arrivati i tre punti, avrei preferito non fare gol io ma vincere la partita. Ho passato tanti periodi difficili nella mia carriera ma non mi sono mai angosciato per non essere riuscito a firmare il tabellino. Lavoro duramente durante la settimana e il mio primo obiettivo è quello di giocare bene per la squadra». Due punti nelle ultime tre partite. Il Belluno non vince da tre settimane ma il “Cobra” è tranquillo, la squadra sta facendo il suo dovere e tornerà presto alla vittoria. «Non è successo niente di particolare in queste ultime tra partite. Abbiamo perso con il Padova giocandocela a viso aperto mentre con il Giorgione forse potevamo attaccare meglio la porta. Domenica a Dro invece abbiamo concesso i primi 20’ agli avversari; dopo però il Belluno ha fatto la partita, creando tanto ma senza riuscire a segnare. E’ ovvio che queste due ultime partite avremmo voluto vincerle, ma non bisogna preoccuparsi: quando una squadra riesce a costruire tante palle gol prima o poi i successi arrivano. Sarei preoccupato se il Belluno non fosse presente in campo con la testa, ma abbiamo sempre dimostrati di esserci. Non è un problema mentale, ogni partita siamo risusciti a giocare 70’ nella metà campo avversaria».

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Il “prof” Cunico sale in cattedra a Verona. Lunedì il tecnico dell´Altovicentino sarà ospite e relatore alla serata d´aggiornamento organizzata dall´Aiac scaligera in collaborazione con la facoltà di scienze motorie di Verona che si svolgerà nell´aula n 1 del palazzetto Gavagnin di Borgo Venezia (di fronte alla sede della Virtus Verona). Dopo i confronti avuti con Prandelli, Di Carlo, Mandorlini e Glerean l´assoallenatori veronese inizia un nuovo ciclo pescando nel vicentino; l´allenatore di Caldogno, da quasi quattro anni responsabile della guida tecnica della prima squadra del club presieduto dal patron Rino Dalle Rive (prima il Marano e ora Altovicentino), dimostra dunque di avere parecchi estimatori anche fuori provincia e nella sua nuova veste di “prof” esporrà la gestione della settimana tipo oltre a parlare poi della fase difensiva e offensiva nei vari moduli di gioco. «Quest´invito – spiega Enrico Cunico – è ovviamente motivo di grande piacere anche perché del tutto inatteso; ho accettato ovviamente con grande entusiasmo e ringrazio il presidente dell´Aiac di Verona Walter Bucci in quanto con queste serate ci sarà modo di confrontarsi e di conoscersi con allenatori di sezioni diverse».

Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Tre doppiette, e che doppiette, nelle ultime tre di campionato, infilando difese e portieri di Union Pro Montebelluna e Mori S. Stefano con sei perle di rara bellezza. Il mago è tornato. E che Maurizio Peluso, attaccante di 29 anni dell´Altovicentino, sia un genio della lampada pallonara lo conferma anche internet. Basta digitare nome e cognome ed ecco una serie di filmati con i suoi gol, apparentemente impossibili, tecnicamente fantastici, con le maglie di Pisa e Juve Stabia. Domenica, nel 4 a 1 finale, ci ha messo pure un palo ed un assist gol, roba da tenere a portata un grosso corno per scacciare invidie e malocchio. Ride: «No, il mio segreto è semplice: umiltà e voglia di correre. E farmi in quattro per la squadra». Sarà, ma intato la piccola punta tarantina ha già collezionato 7 reti in 10 gare (la prima alla prima, a Legnago, su rigore) che sono poco meno della metà dei 15 gol realizzati lo scorso anno a Pistoia, massimo bottino personale. L´aggancio al Padova porta in campo soprattutto la sua firma, ma lui ti stoppa subito, deciso come Di Girolamo: «Io ci provo sempre e soprattutto lavoro tantissimo, ma sono anche fortunato a giocare in una squadra molto forte, composta da giocatori che hanno giocato anche in categorie superiori, e in una società davvero ambiziosa. E poi il tecnico Cunico mi fa giocare nel ruolo che prediligo. Ho fatto la seconda punta, talora pure la prima, ma giocare lì, esterno, mi riesce meglio». L´aggancio al Padova è una bella soddisfazione per l´ambiente, ma lui resta con i piedi per terra: «Loro sono sempre i favoriti, per la città, la storia, il bacino di tifosi, ma noi stiamo crescendo domenica dopo domenica». Chi si ferma è perduto e farlo adesso che con i risultati arriva pure lo spettacolo sarebbe un delitto. «Anche perché noi vogliamo vincerlo questo campionato. Siamo partiti in 25 nuovi, ma ci sentiamo tutti importanti. Vogliamo prenderci questa gioia».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia con Serena al timone dà segnali di risveglio e anche i tifosi tornano a riscoprono un po’ di fiducia, ferma restando la necessità di confermare, dopodomani ad Arezzo (ore 19.30), le note liete del successo sulla Giana Gorgonzola. «Il gioco non è ancora quello che piacerebbe a noi tifosi, però quanto a carattere, voglia di lottare e compattezza qualcosa sta cambiando in meglio – valuta Angelo Torresin (Unione Venezia Club) -. A Cremona il ko era immeritato, il 2-1 sulla Giana è servito per agganciare il gruppone a quota 13 punti. Se Greco si sbloccherà e se rientreranno Carcuro ed Espinal potremo divertirci, altrimenti serviranno rinforzi». Prudente Andrea Vianello (Curva Sud). «Sinceramente non ho visto grandi miglioramenti, ma qualche segnale positivo questo sì. Dal Canto ha pagato i suoi limiti e le colpe dei giocatori. Sono loro a dover cambiare marcia e avere ora un allenatore come Serena, capace di farsi sentire e rispettare, magari sveglierà anche Esposito, Greco e Bellazzini arrivati per fare la differenza». «Non avevo dubbi che le cose sarebbero migliorate dopo aver toccato il fondo nella precedente gestione – aggiunge Ettore Perocco del club Altamarea -. Con Serena vedo una squadra con più idee ed è una bella invenzione Raimondi prima punta, ruolo che comunque rimane scoperto. Ho visto un Venezia più convinto e meno casualità, in due partite ha creato più che con Dal Canto in quattro. Positivo l’atteggiamento di Serena verso la città, però non aspettiamoci miracoli, vedremo a fine girone di andata se e quanto saremo risaliti». «Il gol del 2-0 di Raimondi, a coronamento di una bella azione corale, è stato emblematico della voglia ritrovata – sottolinea Angelo Nichetto (Ultrasessantenni) -. Dal Canto forse trasmetteva più paura che sicurezza, con Serena è il contrario». «Se il mister crede di poter rimontare è giusto che noi tifosi lo seguiamo – conclude Roberto Mohn (I Nostalgici) – perché almeno ai playoff possiamo arrivarci. Purtroppo si sente tutta la mancanza a centrocampo di Espinal e Carcuro, ma l’assenza più pesante rimane purtroppo quella del pubblico al Penzo».

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ arrivata, puntuale, la squalifica per un turno di Mattia Zaccagni, ma certo i grattacapi per mister Michele Serena non sono iniziati ieri. Già domenica si sapeva che, essendo Zaccagni in diffida, quel cartellino giallo avrebbe privato il centrocampo del Venezia dell’ennesima pedina. E in vista della trasferta di venerdì sera (ore 19,30) ad Arezzo, considerate tutte le assenze in quel reparto, il tecnico arancioneroverde dovrà inventarsi qualcosa di inedito. Lo stillicidio in mediana era iniziato con gli infortuni di Hottor ed Espinal, proseguito con quello di Carcuro a cui si aggiunge ora la squalifica di Zaccagni: di fatto a disposizione ci sono Esposito, Scialpi e Varano, che però è stato adattato in quel ruolo visto che di suo sarebbe un attaccante. Si sperava di riuscire a recuperare Espinal, fuori dal 24 settembre, ma il dominicano ancora non è pronto. Tra gli adattamenti possibili, potrebbe venire chiesto all’esperto Giuliatto di agire sulla fascia a centrocampo, invece che in difesa. Tutti ragionamenti sui quali si sta arrovellando in queste ore mister Serena. Fortunatamente, invece, non si registrano acciacchi particolari e la squadra da lunedì si sta allenando sostanzialmente al completo, tolti i lungodegenti. Ma la situazione di emergenza rischia di protrarsi a lungo, visto che sono ben sei i diffidati, essendosi aggiunto ai vari Sales, Franchini, Marino, Esposito e Carcuro (che però è infortunato) anche Raimondi. Il programma della settimana prevede allenamenti nella giornata di oggi e domani mattina, mentre nel pomeriggio la squadra si trasferirà ad Arezzo. I toscani, ammessi in LegaPro in seguito al ripescaggio in serie B del Vicenza, sono reduci dal ko contro l’Alessandria e non segnano da 270 minuti. Ma in questo momento ad Arezzo più che altro infuriano le polemiche per alcune parole omofobe pronunciate, a commento del match, da mister Eziolino Capuano all’indirizzo dei suoi giocatori.

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Ci sono squadre che fanno affidamento sui tifosi, su un sostegno costante per tutti i 90 minuti, e certe partite le vincono anche grazie all´appoggio che trovano sugli spalti. Poi ci sono squadre, come il Real Vicenza, che non godono di enorme seguito. Non è una novità. Si è già detto quanto l´altra formazione biancorossa della città, seconda sia come storia sia come pubblico, fatichi ad acchiappare tifosi (gli abbonati sono appena una ventina). Come la vivono i giocatori del Real? «È giusto che il Vicenza abbia un certo seguito – dicono in coro – è la squadra della città, che ha storia e grandi risultati ottenuti in passato. Il fatto di giocare in uno stadio pressochè vuoto ha un vantaggio e uno svantaggio per noi. Nel primo caso, andiamo avanti senza pressioni, viviamo settimane tranquille e possiamo lavorare con estrema serenità. Nel secondo, però, sarebbe sciocco dire che una squadra non ha bisogno dei suoi tifosi. Ci darebbero sicuramente una spinta in più nei 90 minuti e sarebbe bello vedere il Menti un po´ più gremito». Per la verità al Menti, in undici giornate, non si sono mai viste tifoserie da urlo. Un po´ Alessandria e Cremonese, per il resto poco niente, ma si sa che le trasferte è più dura sostenerle. Anche perché il campionato “spezzatino” non aiuta, con impegni durante la settimana e in giornate sempre diverse. I ragazzi di Michele Marcolini hanno conquistato 8 punti in trasferta e 12 in casa anche se al Menti hanno disputato una gara in più. Continuità e regolarità sono i termini che più si addicono ai biancorossi, che oltre a non perdere dal primo turno, quel Feralpi Salò-Real Vicenza andato all´aria probabilmente perché a Tomei e compagni sono tremate un po´ le gambe, hanno segnato almeno un gol in tutte le partite. Anche in fatto di reti subìte si evidenzia una certa, sana, regolarità. Per due volte il Real non ha preso gol, contro la Pro Patria e il Venezia, per il resto Tomei è stato sempre battuto ma mediamente una volta a partita. Negli ultimi quattro incontri il numero uno del Real è stato superato quattro volte e, curiosità, per tre volte sono stati proprio gli avversari a segnare per primi; la banda di Marcolini contro Lumezzane, Giana e Cremonese ha trovato la forza di reagire allo svantaggio.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) Un punto che fa più bene che male. Il Bassano Virtus torna dalla trasferta di Busto Arsizio con un 2-2 che può far storcere il naso a qualcuno, un pareggio contro una formazione in crisi che vanta 14 punti in meno dei giallorossi e che non trova la vittoria da mesi. Un punto che invece permette a Tonino Asta di chiarire quali siano gli obiettivi societari e «difendere» i suoi dalle pressioni di vincere e mantenere la vetta. La dichiarazione «non siamo una squadra costruita per vincere il campionato» non è certo un segnale di debolezza o di resa, non certo la l’affermazione di un mister non soddisfatto dalla sua rosa, ma un modo semplice e chiaro per poter continuare a lavorare come sempre ha fatto. Il Bassano, per stessa ammissione del tecnico, è squadra che dà il meglio con la mente sgombra, quando gioca per divertirsi e divertire, per fare la partita più che portare a casa punti: la pressione del risultato rischierebbe di mettere in crisi un modo di pensare che ha permesso ai giallorossi di vincere lo scorso anno e di fare benissimo quest’anno, il classico granello di sabbia che può bloccare tutto l’ingranaggio. In più, che serva o meno, riporta con i piedi per terra squadra e ambiente, facendo capire che non esistono partite facili in una Lega Pro dove tutti possono battere tutti. Che il Bassano vinca a Cremona e pareggi a Busto non vuol dire che la squadra sia in crisi o in flessione, semplicemente che ogni domenica l’avversario è forte e non sempre si può vincere. I dieci risultati utili danno la sicurezza che questo Bassano ha continuità, carattere per recuperare il risultato, la forza per giocarsela per tutti, maturità per capire quando si può osare o meno di fare il risultato, un segnale il non perdere che vale anche di più di una vittoria insperata. In pratica: l’importante non è essere in vetta ora, ma stare a contatto, se si punterà in alto, sarà a marzo, non certo a novembre.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Ieri il giudice sportivo ha fermato per un turno Dario Toninelli che salterà quindi la gara col Mantova di domenica al Mercante (eccezionalmente alle 18). A rilevarlo sulla fascia destra da terzino classico dovrebbe spettare a Giusto Priola con inserimento di Zanella assieme a Bizzotto come tandem di centrali. Dall´infermeria giungono buone notizie riguardo gli ammaccati Ingegneri e Munarini, in progressivo miglioramento e, salvo cataclismi, a disposizione coi virgiliani. Specie Ingegneri è essenziale che recuperi definitivamente dai malanni alla schiena. A proposito: a dirigere la contesa di domenica è stato designato Vincenzo Fiorini di Frosinone, alla prima chiamata assoluta coi giallorossi. Sarà coadiuvato dagli assistenti Marco Novellino di Brescia e Rosario Zinzi di Catanzaro. Nel frattempo il girone A si anima di storie non tutte edificanti, a metà strada tra agonismo ed extracalcio: il Lumezzane ingaggia lo smaliziato Maurizio Braghin in panca per fronteggiare la crisi e il nuovo timoniere comincia buscandone tre in sette minuti nel finale a Monza da una squadra sprofondata in un gravissimo crac finanziario della società ora a serio rischio fallimento. I giocatori hanno rinunciato ai primi mesi di stipendio per venire incontro alle necessità del club eppure in classifica marciano spediti. Invece ad Arezzo il folcloristico trainer Eziolino Capuano oltrepassa i limiti del buon gusto dopo il ko (1-0) sui titoli di coda ad Alessandria. «Le checche non devono giocare – ha tuonato riferendosi al suo attaccante Montini – e lui deve andare a lavare i panni…». L´Arcigay ha stigmatizzato le parole di Capuano: «l´omofobia deve sparire dal calcio». Intanto proprio Mantova e Pro Patria sono state deferite su segnalazione della Covisoc per inadempienze amministrative. Per loro è in arrivo una possibile penalizzazione.

Ore 16.30 – Qui Guizza: terminano partitella (larga vittoria degli “Under”) ed allenamento.

Ore 16.20 – Qui Guizza: secondo atto della partitella “giovani contro vecchi” già andata in scena la scorsa settimana. Tra gli “Over” Ilari in porta e Cicioni a centrocampo.

Ore 16.10 – Qui Guizza: rientra negli spogliatoi Tiboni, leggera zoppìa per l’attaccante.

Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella a tutto campo ancora in corso.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella in famiglia.

Ore 15.20 – Qui Guizza: pioggia battente e vento sferzano gli impianti di via Gozzano, mentre mister Parlato continua a provare schemi cambiando gli interpreti.

Ore 15.00 – Qui Guizza: schemi in corso. Nichele torna regolarmente in gruppo.

Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la seduta pomeridiana.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Vicenza) La goccia che ha fatto traboccare un vaso peraltro già stracolmo da tempo è stato l’esonero di Giovanni Lopez. E così lunedì sera, in coincidenza con la manifestazione di alcune centinaia di tifosi davanti a TvA, con tanto di striscioni e cori, la Curva Sud ha diffuso un comunicato assai critico nei confronti della proprietà. «Tre retrocessioni, tre ripescaggi, due salvezze all’ultima giornata, 12 tecnici (senza contare chi è stato esonerato e richiamato), circa 210 giocatori, 14.582.208 euro di debiti netti (da bilancio ufficiale al 30 giugno 2013), una manciata di presidenti marionette di un’unica famiglia di riferimento: la famiglia Cassingena. Sono i numeri impietosi dalla stagione 2004-2005 alla stagione attuale 2014-2015». E questo solo l’inizio della denuncia. Definito l’esonero una grave mancanza di rispetto nei confronti dell’uomo Lopez «persona seria, trasparente, dedita al lavoro e disponibile, che ha raggiunto l’obiettivo dei playoff l’anno scorso”, figura che ha ricreato un legame tra pubblico e giocatori, «compattando l’ambiente e assumendosi in prima linea critiche e giudizi che poteva scaricare su società e squadre», del capitano «che scalda la memoria e infonde coraggio alle nuove leve», e considerata l’intera vicenda come una «totale mancanza di rispetto nei confronti del tifoso del Lane», gli ultras elencano cinque punti. Chiedendo le immediate dimissioni di Paolo Cristallini, accusato di essere «l’artefice di anni e anni di rose improvvisate e prive di progetto»; chiarezza e trasparenza sul reale impiego dei fondi di circa 4 milioni e mezzo ricevuti con quello che viene definito «lo scempio del terzo ripescaggio», dal momento che gran parte del merito «è stato l’attaccamento del tifoso, nonché il blasone di questa società»; «immediati e costanti aggiornamenti degli effettivi movimenti per vendere la società», con le clausole, la quantità di debito che si assumerebbero i venditori e la cifra che richiederebbe ad un compratore”. Nel quarto punto ce n’è anche per le istituzioni (in particolare per il sindaco Variati, neopresidente della Provincia), cui si chiede di monitorare l’operato societario, e per gli imprenditori, invitati «a prendere sul serio la questione della vendita e del rilancio del Vicenza Calcio, anche in collaborazione con i tifosi». Infine un appello ai giocatori, che «non devono mollare un solo centimetro», continuando a far tesoro di quanto trasmesso dal Capitano (Lopez, ndr.): «Comportatevi da uomini, dentro e fuori dal campo. Imparate a farvi sostenere e rispettare». Il documento si conclude con un invito alla società a rispondere e con la gratitudine nei confronti di Giò Lopez e Praticò.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Può una partita essere decisiva già alla tredicesima giornata di campionato? La definizione è senza dubbio un po’ esagerata ma la sfida che attende il Vicenza al Menti contro la Pro Vercelli è di sicuro molto importante, in vista di quello che potrà essere il futuro dei biancorossi. Il cambio di guida tecnica ha creato subbuglio in un ambiente di per sé già provato da una serie di delusioni lunga dieci anni. Un quadro generale sicuramente molto delicato che un giocatore esperto come Davide Di Gennaro inquadra con una giusta dose di realismo. «Si è arrivati alla decisione di cambiare l’allenatore e questo significa che la società non era contenta, che si erano individuati dei problemi e che non c’era soddisfazione per i risultati raggiunti. Quando si cambia un allenatore è una sconfitta per tutti, in primis per noi giocatori che non siamo riusciti ad ottenere quanto era nelle previsioni della società. La conseguenza di tutto questo è l’arrivo di mister Marino, che di fatto ha cominciato a lavorare con noi da lunedì, perché prima non ce n’è stato proprio il tempo visto che a Carpi è come se in panchina avessimo avuto ancora Lopez». La prima impressione è che il nuovo tecnico cambierà modo di stare in campo della squadra, anche se le assenze peseranno non poco, così come avevano condizionato le ultime gare di mister Lopez. «Questa è la realtà — sottolinea Di Gennaro — nelle ultime tre gare abbiamo conquistato zero punti, ma abbiamo giocato senza giocatori per noi fondamentali. Prima di Catania eravamo sopra il quint’ultimo posto, adesso non ci resta che buttarci a testa bassa e dare tutto per recuperare. Quello che ci fa ben sperare è che se un tecnico esperto come Marino ha accettato questo incarico, vuol dire che ha fiducia nei mezzi di questa rosa e che ritiene che possiamo fare bene. A questo punto noi dovremo solo impegnarci al massimo per assecondare le sue indicazioni, altre vie di uscita non ne vedo». Contro la Pro Vercelli si annuncia un Vicenza ancora in larga emergenza e dover vincere quasi a tutti i costi non semplificherà di certo le cose. «In queste situazioni il nostro compito è dare di più, fare tutto con più attenzione e senza commettere errori che puntualmente favoriscono i nostri avversari. Contro il Modena abbiamo regalato i due gol a Granoche, a Carpi abbiamo fatto lo stesso con Mbagoku; troppi errori che abbiamo pagato a carissimo prezzo, che potevamo senza dubbio evitare».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza non segna, gli altri sì. Considerazione banale quanto si vuole, ma obbligatoria per tentare di individuare con chiarezza il problema più urgente da affrontare per Pasquale Marino. Con appena 7 centri all´attivo, il Vicenza è ultimo nella classifica dei gol fatti e il suo miglior finalizzatore (Ragusa, 3 reti) ha purtroppo già concluso la stagione con la rottura del crociato. Per avere un metro di paragone il Carpi capolista, primo anche per questo dato specifico, ne ha segnati più del triplo: ben 22. Il contrappasso. E qui sta l´altro verso di una medaglia che non presenta lati positivi. Questo Vicenza che non segna, complice un calendario che sembra voler punire i biancorossi con un “contrappasso” da inferno dantesco, in tre giornate è condannato a trovarsi di fronte i tre attuali capocannonieri del campionato: Jerry Mbakogu (Carpi), Ettore Marchi (Pro Vercelli), Luigi Castaldo (Avellino), ciascuno già autore di 8 gol. Ci vuole il fisico. Basta un colpo d´occhio per capire che cosa accomuna i tre giocatori: tre uomini d´area ben strutturati fisicamente, alti 1 metro e 85 e consolidati da circa 80 chili di peso. Da questo punto di vista, il Vicenza attuale non ha numeri da contrapporre: fuori causa Piergiuseppe Maritato (1 metro e 89 per 78 chili) e Antonino Ragusa (1 metro e 83, 78 chili), non resta che sperare nel rapido recupero di Andrea Cocco (1 metro e 82, 75 chili), perché nelle ultime due partite il Vicenza ha dovuto caricare l´intero peso dell´attacco sulle spalle non esattamente colossali dei pur volenterosi Stefano Giacomelli (1 metro e 68 per 60 chili), Srdjan Spiridonovic (1 metro e 72, 69 chili), e Ignacio Lores Varela (1 metro e 82, 73 chili). Sorvegliato speciale. Uno dei tre capocannonieri della serie B è già passato sulla strada del Vicenza, e purtroppo ha lasciato il segno: a Carpi Mbakogu ha finalizzato un´azione favorita dai gravi errori della difesa biancorossa, culminati con l´uscita scriteriata di Bremec. Il livello di guardia, se possibile, si alza ulteriormente con l´arrivo al Menti sabato pomeriggio di Ettore Marchi: il bomber della Pro Vercelli, infatti, già lo scorso anno in Lega Pro colpì i biancorossi sia all´andata, sia al ritorno (1-1 il risultato finale in entrambe le partite). Marchi sarà dunque il pericolo pubblico numero uno, sorvegliato speciale per questa sfida.

Ore 13.30 – Giudice Sportivo: un turno di squalifica per Daniel Niccolini, espulso domenica. Entra in diffida Marco Cunico.

Ore 13.20 – (Gazzettino) Alessandro Sgrigna nelle prime partite di campionato ci ha deliziati con un paio di gol d’autore, di quelli che, come si suol dire, fanno la differenza. Al lusinghiero inizio è seguito un periodo meno brillante con diversi palloni non finalizzati al meglio. La produttività di questo importante giocatore è andata di pari passo all’andamento della squadra. Il fantasista romano però è sempre lo stesso, come lui stesso spiega: «Sono cose che nel corso del campionato ci stanno. Sono partito bene e poi ho avuto qualche difficoltà a seguito del piccolo infortunio al flessore. Sono tranquillissimo perchè in campo ho sempre cercato di dare il massimo, ma le partite non sono tutte uguali e non sempre le cose riescono come si vorrebbe. Anche a Terni ho disputato una partita di sacrificio e quando capitano certe occasioni ci può stare l’errore». Non si è trattato nemmeno di un periodo offuscato dalla stanchezza. «Ci mancherebbe – riprende – siamo solo all’inizio del campionato. C’è stato solo un momento negativo per la squadra, dove tutti abbiamo trovato delle difficoltà, ma abbiamo dimostrato di avere carattere sapendo soffrire e reagire a episodi sfavorevoli. Gli ultimi tre risultati indicano che siamo in risalita e gli errori sono stati di meno». Le carenze di organico con diverse squalifiche e giocatori infortunati secondo Sgrigna non hanno pesato più di tanto: «Chi è sceso in campo ha dato il massimo, contro la Ternana seppur in emergenza abbiamo disputato una buona partita. Tutti abbiamo cercato di dare quel qualcosa in più per sopperire alla situazione». Dopo tre pareggi è attesa la vittoria, ma non sarà facile contro il Latina. «Noi dobbiamo cercare la prestazione – conclude -, il risultato arriverà di conseguenza. Il Latina viene da un periodo negativo, ma è una squadra che è nata per puntare in alto. Dobbiamo stare molto attenti e non sottovalutare niente». Dello stesso avviso è anche il direttore generale Stefano Marchetti. I rientri da squalifica di Pellizzer, Busellato e Gerardi da soli non facilitano il compito se non c’è la giusta determinazione. «Il Latina in questa fase è in difficoltà, ma ha una rosa importante con tanta qualità essendo stata costruita per puntare alla serie A. Noi dobbiamo tenere i nervi saldi e soprattutto avere pazienza. Dobbiamo giocare con lo spirito messo in campo contro la Ternana, voglia di sacrificarci e lottare dall’inizio alla fine della partita. In casa spesso gli spazi per noi sono più stretti a causa dell’atteggiamento dell’avversario, perciò la manovra è più difficoltosa e richiede pazienza». Ieri è ripresa la preparazione, oggi doppia seduta. Donazzan lavora a parte e dalla settimana prossima spera di allenarsi in gruppo. Tempi più lunghi invece per Paolucci e Schenetti, mentre per Lora sarà valutato con calma se è opportuna o meno l’operazione al ginocchio sinistro.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) E pensare che, fra i tifosi pontini, c’è chi parla di lui come di un oggetto misterioso. Lui che a Cittadella era considerato uno dei migliori portieri della serie B. «È che mi hanno visto giocare poco. Colpa dello strappo muscolare patito mentre ero in ritiro e poi della microfrattura alla rotula rimediata all’esordio col Trapani» spiega Raffaele Di Gennaro, teoricamente in forza al Latina. Teoricamente perché sabato, nell’incontro in programma alle 15 al Tombolato, non ci sarà. «Ci tenevo moltissimo, ma per rivedermi in campo occorrerà aspettare almeno un altro mese». Il tecnico Breda potrebbe saltare in caso di sconfitta e i tifosi contestano la squadra. Dopo il rigore fallito da Viviani nel derby perso 1-4 col Frosinone è scattata una rissa tra gli stessi supporters del Latina. «In realtà noi giocatori abbiamo una percezione diversa della situazione. Questo è un gruppo pieno di elementi di valore, come lo stesso Viviani o come Sforzini o Valiani. Non a caso, quando ho lasciato un ambiente in cui mi trovavo benissimo come quello di Cittadella per venire a Latina, l’ho fatto perché sapevo di trovare una realtà ambiziosa in cui mettermi in luce. Io sono sicuro che ci riprenderemo». Parole che, fatte le debite proporzioni circa le ambizioni della vigilia, valgono anche per il Citta. «Ha le qualità per stare più su. Per quanto mi riguarda in maglia granata ho vissuto un’annata splendida. Sento spesso Andrea Pierobon e ancora adesso sono in gruppo su whatsapp con gli ex compagni, a dimostrazione di quanto fossimo legati. I ricordi più belli? Sul piano personale metto il rigore parato al ’95 della partita con la Reggina. Ma c’è anche il 4-0 nel derby col Padova». Le sue ultime battute sono per il suo successore Alex Valentini, che ha ricevuto più di qualche critica in questa stagione. «Quando ho saputo che avrebbe preso il mio posto mi sono detto: il Cittadella è in buone mani, e continuo a pensarlo. Rivedendo i filmati delle partite trovo che certe critiche siano ingiuste. Ma, cosa volete, il nostro è un ruolo strano…».

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Ancora nessuna decisione sul futuro di Filippo Lora. I medici del Cittadella non hanno ancora sciolto le riserve sul quadro clinico del centrocampista, infortunatosi al crociato del ginocchio durante la partita col Livorno. La lesione e il quadro complessivo sembrano spingere verso un intervento chirurgico, ma un ulteriore consulto appurerà in modo definitivo se tentare la strada della terapia conservativa. Nel primo allenamento settimanale di ieri, intanto, nessuna buona nuova arriva dall’infermeria, dove continuano a stazionare Schenetti, Paolucci e Donazzan. In tutti e tre i casi i recuperi sono molto più lunghi di quanto ipotizzato inizialmente. Con il Latina Foscarini recupererà soltanto gli squalificati Pellizzer, Busellato e Gerardi.

Ore 12.20 – (Lega Nazionale Dilettanti) Telecamere puntate sul match dell’11^ giornata del girone D Abano-Este che sarà trasmesso in diretta su RaiSport 1 sabato 8 novembre alle ore 13.00 con la telecronaca di Angelo Oliveto e il commento tecnico di Franco Peccenini. Allo stadio “Monteortone” la seconda forza del girone fa visita ad una sorprendente neopromossa. La gara sostituisce il match precedentemente programmato Rossoblu Potenza-Gallipoli che non sarà trasmesso su RaiSport a causa dell’impossibilità della società ospitante di giocare in anticipo sabato alle 13 per cause sopraggiunte nelle ultime 24 ore. La rete ammiraglia dello sport Rai quindi trasmetterà il match del girone D che si annuncia interessante. L’Este giunto al suo decimo campionato di fila in D dopo aver vinto le prime quattro gare ha accusato un passaggio a vuoto nei successivi cinque turni raggranellando solo cinque punti. L’ultimo successo esterno sul campo del Fiorenzuola ha rilanciato le ambizioni dei giallorossi ora secondi in classifica ad una sola lunghezza dalla capolista Piacenza. L’Este è chiamato a rialzarsi anche fuori casa dopo aver perso le ultime due trasferte senza segnare gol. La matricola Abano ha avuto un buon approccio alla D e naviga in acque tranquille a metà classifica. I neroverdi hanno perso solo con il Rimini e l’Imolese ma hanno pareggiato ben cinque partite. In casa l’Abano ha vinto solo con la Correggese ma ha piegato il capo solo davanti al Rimini. Alla luce di questi numeri si annuncia una “classica” partita da tripla.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Diretta televisiva per Abano-Este. Andrà in onda su RaiSport 1 il derby tra le due formazioni padovane che militano in serie D nel girone D, in programma sabato prossimo allo stadio delle Terme di Monteortone. Le due società si erano già accordate per l’anticipo in vista del turno infrasettimanale di mercoledì 12 novembre, ma la variazione di palinsesto della Rai, che inizialmente doveva trasmettere Potenza-Gallipoli (girone H), ha fatto anticipare pure il calcio d’inizio, che sarà alle 13 e non più alle 14.30. Appuntamento per i tifosi, dunque allo Stadio delle Terme sabato prossimo.

Ore 11.40 – (Giorgione Calcio) A Castelfranco Veneto giorno dopo giorno sale la febbre in vista del big match di Domenica 9 Novembre. La 10a giornata del campionato di Serie D, valida per il Girone C, metterà di fronte i rosso-stellati del Giorgione ai Biancoscudati Padova primi della classe. Un grande evento calcistico per la città trevigiana che si prepara ad accogliere i numerosi tifosi del Padova per quella che annuncia di essere una grande festa di sport oltre che una partita dal grande hype per tutta la piazza castellana. Il Giorgione si ritrova di fronte la compagine Padovana a più di dieci anni di distanza dall’ultima sfida. Un test proibitivo per i ragazzi di Paganin, la classifica dice quasi impossibile, ma è con i più forti che si migliora spingendosi al di la dei propri limiti. Una prova da tenere sotto gli occhi ed il calore del pubblico delle grandi occasioni… INFO: Entrata ai cancelli del comunale di Castelfranco Veneto dalle ore 12:30. Biglietti: Tribuna coperta 15€, tribuna 10€.

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Se non ci fosse una delle due squadre, l’altra arriverebbe a quel periodo con 10-12 punti di vantaggio su Belluno o Sacilese. Siamo invece in due e arriveremo vicini, la vera differenza si farà allora. Ma adesso è fondamentale raccogliere più punti possibile dato che nel ritorno sarà un campionato diverso». Analogie tra Parlato ed Enrico Cunico, tecnico dei vicentini? «Non si assomigliano in niente. Parlato ha vinto campionati, ha già allenato in serie C e sta facendo la sua carriera. Al di là dell’aspetto tecnico, un allenatore è bravo quando sa gestire il gruppo e leggere la partita, e lui sa farlo. Con Cunico non ho niente di personale, ma non mi sono trovato bene. Vedevamo il calcio in maniera diversa». All’inizio la squadra segnava molto, ultimamente la media è scesa. «Prepariamo sempre la gara per segnare nei primi venti minuti, se la sblocchi subito la sensazione è che puoi farne tre-quattro. All’inizio ci riusciva, ora meno. E più passano i minuti senza fare gol, più gli avversari si difendono raddoppiando le energie perché sentono vicino l’obiettivo». Domenica il Giorgione. «È una trasferta fastidiosa come Tamai. Se conquistiamo i tre punti, avremo fatto una grande cosa».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Domenica dopo il vantaggio c’è stato un calo mentale? «Dal campo la sensazione era che non sapevamo se riuscivamo a segnare, ma eravamo sicuri di non prendere gol. Dopo l’1-0 alla ripresa del gioco ci siamo detti di pressarli subito alti per tenerli lontano dalla porta, ma non c’è stato il tempo di farlo perché è arrivata la punizione che ha portato al rigore». Sullo 0-0 è stato ammonito per avere segnato con la mano. «La palla era alta per andare di testa e istintivamente ho messo la mano. Ho visto subito che l’arbitro veniva ad ammonirmi, ma se non se ne accorgeva e convalidava il gol, me lo prendevo». L’anno scorso giocava nell’Altovicentino (Marano) che oggi è il vostro antagonista principale. «Vincere il campionato qui è molto più difficile. L’Altovicentino non ha una storia e un seguito di tifosi come il Padova, le avversarie sanno di perdere ma si giocano la gara. Il Padova è invece una realtà fuori categoria, le avversarie la vivono come una partita rara e si chiudono. Pareggiare con noi è un grande risultato». Tra voi e i vicentini chi ha qualcosa in più? «I campionati si vincono a marzo-aprile, bisogna vedere come ci arrivi».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «È innegabile che questo pareggio rompa una piccola magia che si era creata, ma prima o poi doveva succedere. Adesso vediamo di rifare otto vittorie di fila, se possibile anche di più». Capitan Marco Cunico suona la carica per riprendere subito il cammino dopo il primo mezzo passo falso e l’aggancio in vetta da parte dell’Altovicentino. «Era scontato che non potessimo vincere trentaquattro partite, anche se andiamo sempre in campo per fare bottino pieno. La chiave di lettura della gara con la Triestina è semplice: altre volte abbiamo vinto con un pizzico di buona sorte, questa volta ci ha tolto qualcosa. Se avessimo pareggiato 0-0 avrebbe fatto meno male. Essere andati in vantaggio negli ultimi minuti, avere la sensazione di farcela e buttare via il successo, è stato un peccato». Diceva che altre volte avete avuto un pizzico di buona sorte. «Credo poco alla fortuna perché le cose bisogna volerle. Però ad Arzignano abbiamo vinto 1-0 facendo poco e gli avversari hanno avuto occasioni per pareggiare, con il Mezzocorona abbiamo vinto all’ultimo respiro, e con il Mori abbiamo centrato i tre punti nel finale con una mia punizione che è stata deviata».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ripresa della preparazione ieri al Geremia in vista della trasferta con il Giorgione. Niente allenamento in gruppo per Nichele, vistosamente claudicante a causa di una botta al muscolo tibiale della gamba sinistra rimediata con la Triestina. «L’ecografia ha evidenziato la presenza di un ematoma intramuscolare – spiega il medico sociale Pierantonio Michieli – Vediamo l’evolversi della situazione di giorno in giorno». Con i compagni si è allenato regolarmente Sentinelli, completamente recuperato. Parlato ha provato alcune situazioni di gioco e la seduta si è conclusa con una partitella su campo ridotto. Intanto, oggi è attesa la squalifica di Niccolini che è stato espulso con la Triestina. Domani alle 15 la squadra effettuerà un’amichevole sul campo della Santangiolese, squadra che milita nel campionato di Seconda categoria.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Un nuovo nome per l’Euganeo? Si tratta di una ipotesi tutt’altro che remota su cui la società biancoscudata, in accordo con il Comune, sta ragionando, progettando un’operazione di marketing molto diffusa all’estero. E così l’impianto padovano potrebbe vedere abbinato, o sostituito, il proprio nome a quello di uno sponsor, esperienza che in Italia ha un unico precedente a Reggio Emilia dove il “Giglio”, utilizzato dal Sassuolo, è diventato il “Mapei Stadium”. Per Padova invece non si tratterebbe di una vera novità e una simile iniziativa seguirebbe la falsariga di quanto già successo con il palasport di San Lazzaro e quello dell’Arcella, rinominati rispettivamente Palafabris e Palaspiller. «Abbiamo due o tre situazioni e contatti che stiamo valutando – ha confermato l’altra sera a Tv7 Triveneta l’amministratore delegato biancoscudato Roberto Bonetto – e vogliamo fare le cose per bene. Vanno in primo luogo risolti alcuni aspetti burocratici». Il primo riguarda la convenzione tra il nuovo Padova e il Comune per la gestione dell’Euganeo che scade a giugno 2015. Solo in presenza di un accordo a più lungo termine, infatti, la società è in grado di entrare nel vivo della trattativa con gli sponsor. Tra questi figurerebbe un primario gruppo della grande distribuzione che opera nel territorio. Non è da escludere che la contropartita economica, si parla di cifre intorno ai 70 mila euro, possa poi servire per realizzare il progetto caro ai supporter della Fattori di avvicinare la curva alla porta, con una struttura prefabbricata in ponteggi come quelle realizzate a Cagliari e Trapani. Dall’Euganeo, che dunque in futuro potrebbe seguire l’esempio dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera o dell’Emirates Stadium di Londra, al Comunale di Giorgione dove domenica sarà impegnato il Padova con ampio seguito di tifosi. La capienza dell’impianto di Castelfranco Veneto varia tra i 2.500 e i 2.900 posti e il pubblico ospite trova di solito spazio nelle gradinate scoperte sul lato opposto alla tribuna coperta e sui gradoni posizionati dietro una porta. Oggi verranno comunicati i dettagli organizzativi e logistici sulla gara, oltre alle informazioni sulla vendita dei biglietti.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «A distanza di 12 anni conservo in me un rospo che ancora adesso è duro da tirar fuori», ricorda Bonavina, «perché a quella pagina amara del calcio è legato il nostro fallimento sportivo. Arrivammo a Giorgione vicini ai playoff, ma il giocattolino si ruppe. Compagni e allenatore mi lasciarono da solo, persino quelli che in quei frangenti erano di fianco a me si tirarono indietro: fui l’unico a testimoniare in tribunale, e se non fosse stato per Brusomini chissà cosa sarebbe successo. Mi arrabbiai con Beruatto e con i compagni, e lo spogliatoio si sfasciò, portandoci a non raggiungere nemmeno i playoff. La pistola di Auriemma non riuscì a farci perdere quella partita, ma ebbe l’effetto di rovinare il nostro campionato». La rinascita. Nel giro di pochi mesi la gestione Auriemma fallì e il Giorgione ripartì dalla terza categoria con Egidio Fior e i fratelli Tiziano e Orfeo Antonello al timone. Quest’ultimo oggi ne è il presidente ed è pronto a ritrovare il Padova: «Noi siamo una società nuova e abbiamo dato un taglio al passato», annuncia il patron rossostellato. «Accogliere di nuovo il Padova sarà un bello stimolo e spero che la partita di domenica guardi avanti, allo spirito agonistico del calcio e dello sport, e non vada a rispolverare vecchie ruggini».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Nella sua storia il Giorgione ha toccato più volte il calcio d’elite: ha calcato la serie C/2 per dodici stagioni tra gli anni Ottanta e Novanta, arrivando ad un passo dalla C/1 nel 1997, eliminato ai playoff dal Livorno. «Per me è stato un punto di partenza, da giocatore e da allenatore. Quella col Padova sarà una bella partita tra due squadre con un nome importante». Già, il Padova. Nel 2000 le due squadre erano in C/2, s’incontrarono per la prima e unica volta nella loro storia. E come andò a finire, è storia pure quella. La domenica delle pistole. Tredici febbraio 2000, il Padova di Beruatto sbarca a Castelfranco. Arrivata allo stadio, la squadra trova lo spogliatoio cosparso di ammoniaca: impossibile respirare, il Padova decide di cambiarsi sul pullman. E quando il capitano di allora, Diego Bonavina, fa le sue rimostranze al giovane Raffaele Auriemma, figlio del presidente castellano, questi apre la giacca facendo intravedere il calcio di una pistola. Sul campo il Padova vince 2-0 coi gol di Ticli e Sanna, ma a fine gara la squadra decide di non metter nemmeno piede in spogliatoio, torna a casa in pullman con la divisa ancora addosso e la partita termina nei tribunali: la testimonianza di Bonavina e del medico sociale, Augusto Brusomini, portano alla condanna a due mesi di reclusione per Auriemma.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Dici Giorgione-Padova e pensi ad un pomeriggio di follia di 12 anni fa, all’ammoniaca negli spogliatoi biancoscudati, alla squadra costretta a cambiarsi sul pullman, a un giovane presidente che intimorire i giocatori di Beruatto. Tutte immagini che ci restituiscono le cronache di allora, di una gara sentita e attesa che si concluse in quella che fu ribattezzata “la domenica delle pistole”. Padova e Giorgione si ritrovano, domenica prossima sul luogo del delitto. Ed è un peccato che il primo ricordo porti a quel pomeriggio del 2000, più che alla storia di una squadra cui il Veneto riconosce il giusto spazio. La stella a sei punte. Questo è il Giorgione, la formazione rossostellata nata nel lontano 1911 a Castelfranco Veneto. «Una società importante, che tra Giuseppe Ostani, Raul Pietribiasi e Gaetano Colonna ha avuto presidenti di grande prestigio», racconta Gianfranco Bellotto, l’allenatore padovano che a Castelfranco ha militato agli albori della carriera, prima da giocatore e poi da allenatore. «Una bellissima esperienza, quella col Giorgione», ricorda, «In Veneto è sempre stata una delle squadre più titolate, nonostante fosse una formazione dilettantistica ha sempre portato con sé un nome importante e una buona tifoseria. Ricordo la prima volta che andai a fare un provino: allora giocavo al Campetra, mi presero. E dopo solo un anno, quando io ne avevo 16, mi fecero esordire in quarta serie».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ripresa degli allenamenti ieri alla Guizza per i biancoscudati, che in vista del match di domenica a Castelfranco domani pomeriggio disputeranno la tradizionale amichevole del giovedì contro la Santangiolese (Seconda Categoria) al campo comunale di Sant’Angelo di Piove di Sacco. Ieri pomeriggio ha lavorato a parte Matteo Nichele, che nel corso del match con la Triestina ha accusato una contusione al muscolo tibiale anteriore della gamba sinistra: l’ecografia di controllo ha evidenziato un ematoma intramuscolare, e le sue condizioni verranno valutate di giorno in giorno. Se non dovesse farcela per domenica, Parlato potrebbe affidare il ruolo di esterno di centrocampo a uno tra Dionisi e Ilari, con la coppia Ferretti-Tiboni ad agire davanti a Cunico. Oggi, intanto, il Giudice Sportivo ufficializzerà la squalifica di Niccolini, espulso per doppia ammonizione domenica scorsa: il centrale biancoscudato, che era già diffidato e anche con un solo giallo sarebbe stato fermato, verrà squalificato per un turno e continuerà a rimanere in diffida. Domenica a Castelfranco spazio dunque ancora a Thomassen, con Sentinelli pronto al rientro al suo fianco.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Ovviamente si cerca di non andare mai sopra le righe, loro mi chiedono disponibilità e io cerco di darla il più possibile. In questo periodo stiamo ricevendo tanti complimenti e questo non può che far piacere. I tifosi sanno di essere parte centrale del nostro progetto e il rapporto con loro è fondamentale». Tanti applausi all’indirizzo del tecnico sono arrivati anche dopo la partita contro la Triestina, quando Parlato ha invitato la piazza a non far drammi per il primo pareggio in campionato. «Non mi stancherò mai di ripetere che più andiamo avanti più le difficoltà aumenterannoo, per questo il fatto che la gente ci stia vicina è un aspetto che ci infonde grande fiducia. Abbiamo bisogno di sentire calore e incitamento da parte dei nostri tifosi». Nonostante il carattere mite e all’apparenza riservato, Parlato mostra quindi di apprezzare i tanti messaggi, consigli e incitamenti che continuano ad arrivargli. «Ricordo bene che uno dei concetti ripetuti al corso di Coverciano è quello della solitudine dell’allenatore. Un tecnico deve abituarsi a sentirsi solo durante la sua avventura in panchina. Finora era successo così anche a me, ma quest’anno devo ammettere che, grazie al trasporto dei tifosi, né io né i miei giocatori ci siamo mai sentiti soli».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) C’è una foto, postata ieri su Facebook, che ha spopolato in poche ore aprendo immediatamente il libro dei ricordi del Padova e di Carmine Parlato. La foto in questione, linkata sulla bacheca del mister da Lanfranco Mogno, ritrae un giovanissimo Parlato nell’albergo di Cles, in trentino, dove il Padova era in ritiro a luglio 1990. Attorno al mister due simboli della storia biancoscudata come Galdersi e Sandreani (all’epoca vice allenatore di Colautti), oltre a Di Livio, Bistazzoni e Pradella. «Oh mamma mia», ha esclamato Parlato subito dopo aver visto la foto. «Qui sono proprio uguale a mia figlia più grande. Che bei ricordi, che bei momenti. Io ero il classico pischello, avevo diciannove anni e al mio fianco tanti grandi giocatori. È sempre emozionante vedere questi scatti». E non è l’unica immagine amarcord che in questi mesi tanti biancoscudati hanno regalato al tecnico campano. Nonostante una sola stagione da calciatore a Padova, Parlato, per i suoi modi e il suo attaccamento alla città, è rimasto nel cuore della gente. E la testimonianza arriva dalla miriade di messaggi che i tifosi gli lasciano sulla sua bacheca Facebook. «C’è un rapporto di grande rispetto e stima reciproca tra me e la gente sui social network», spiega Parlato.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Ringrazio il dottor Brusomini, che non si tirò indietro e rimase al mio fianco. Io credo che, prima di essere calciatori, nella vita sia necessario essere uomini e non tirarsi indietro di fronte alle responsabilità: andai fino in fondo e la soddisfazione è stata quella di vedere quella gente sparire dal mondo del calcio e condannata in via definitiva. Anche se poi ci fu il dolore nel vedere il Giorgione sparire dal calcio professionistico poco più in là». Bonavina non dimentica: «Fu l’episodio più grave di tutta la mia carriera – ricorda – e per me fu uno autentico choc. Sopportai in prima persona l’omertà che esiste ancor oggi nel mondo del calcio e, fra l’altro, in uno dei momenti più bassi di tutta la storia del Padova, quel pomeriggio fu l’inizio di una discesa agli inferi che sembrava non finire più. Non è che lo spogliatoio fosse spaccato nel vero senso della parola, ma da quel giorno niente fu più come prima». Si torna ai giorni nostri. Bonavina oggi fa il legale dell’Assocalciatori, gira a testa alta, ha qualche capello bianco e domenica c’è ancora Giorgione-Padova. Campionato di serie D, dopo un altro crack, stavolta quello biancoscudato. Per lasciarsi alle spalle definitivamente un passato buio, che più buio non si può, prima della rinascita, serve un giretto in purgatorio.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) L’ex capitano biancoscudato fu l’unico ad agire concretamente, denunciando il fatto e facendo scattare deferimento e processo sportivo, con conseguente squalifica e radiazione dell’allora proprietà castellana. Al procedimento della giustizia sportiva seguì quello della giustizia ordinaria, con la condanna di Raffaele Auriemma a due mesi trasformata poi in una sanzione pecuniaria. «Rifarei quella denuncia non una, non cento, ma mille volte – evidenzia a distanza di 14 anni e mezzo Bonavina, che dal 1984 al 1992 giocò proprio nel Giorgione – anche se ancora adesso mi rimane l’amaro in bocca. Non tanto, o meglio, non solo per quel brutto episodio, quanto piuttosto per quello che accadde dopo. All’inizio tutti in spogliatoio sembravano essere dalla mia parte, poi dopo la partita ci furono tanti “non ricordo”, “ma io non ho visto nulla”… Una delusione enorme, perché fui lasciato solo di fronte a qualcosa che in quel momento pareva più grande di me».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ammoniaca, minacce, pistole. Tutto in quell’ormai famoso derby del 12 febbraio 2000 in cui a Castelfranco tra Giorgione e Padova scoppiò il finimondo. Domenica il derby ritorna dopo oltre 14 anni di assenza e, fortunatamente, si parlerà solo di calcio.
Lo scenario del 2000: un derby di C2 al Comunale castellano e, negli spogliatoi, alcuni indizi inequivocabili: l’odore di ammoniaca, il bruciore intenso agli occhi, la necessità per il Padova di uscire a cambiarsi nel pullman anziché in spogliatoio, la paura vera. Il capitano biancoscudato era Diego Bonavina, che assieme al medico sociale Augusto Brusomini, si trovò di fronte a Raffaele Auriemma, giovane presidente del Giorgione e figlio del patron rossostellato Mario. Ci fu un acceso «scambio» verbale tra i due e Auriemma, ad un certo punto, aprì la giacca accarezzando la pistola (vera? Un giocattolo?) che aveva con sè. «Questa è casa mia e qui comando io». Allo sbigottimento di Bonavina, seguirono le vie di fatto.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (domenica 9 novembre, ore 14.30): ArziChiampo-Dro, Belluno-Clodiense, Fontanafredda-Sacilese, Giorgione-Padova, Mezzocorona-Legnago, Mori Santo Stefano-Kras Repen, Tamai-AltoVicentino, Triestina-Montebelluna, Union Pro-Union Ripa La Fenadora

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica: AltoVicentino e Padova 25, Belluno 20, Sacilese 18, Clodiense 16, Tamai 15, Fontanafredda, Montebelluna e Union Ripa La Fenadora 13, Union Pro 11, Giorgione 10, ArziChiampo 9, Kras Repen e Dro 7, Mori Santo Stefano e Triestina 3, Mezzocorona 0.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della nona giornata: AltoVicentino-Mori Santo Stefano 4-1, Clodiense-Giorgione 1-0, Dro-Belluno 1-1, Kras Repen-Fontanafredda 1-4, Legnago-ArziChiampo 2-1 (giocata ieri), Montebelluna-Union Pro 2-0, Padova-Triestina 1-1, Sacilese-Mezzocorona 4-2, Union Ripa La Fenadora-Tamai 0-0

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 4 novembre: ritornano ad allenarsi i Biancoscudati, a parte Nichele a causa di una botta alla gamba sinistra.




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