Live 24! ArziChiampo-Padova, -2: 430 biglietti venduti in prevendita

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Ore 22.30 – (Messaggero Veneto) Un addio, inaspettato, scuote il Fontanafredda. Ha lasciato la squadra Massimo De Martin, il centravanti, il bomber chiamato a portare in salvo in serie D i rossoneri. L’attaccante trevigiano, classe ’83, ex Primavera del Milan ed ex Vicenza in serie B, ha detto addio mercoledì sera, prima che cominciasse la seduta di allenamento. Il motivo? Secondo indiscrezioni, un diverbio col ds, Renzo Nadin, il quale avrebbe accusato i senatori (e quindi anche lui) di un rendimento sotto le attese. L’uomo-mercato l’avrebbe fatto in spogliatoio, senza citare qualcuno in particolare: De Martin non l’avrebbe presa bene, tanto da innervosirsi e quindi prendere la decisione l’indomani di lasciare la squadra. Brutto colpo per il Fontanafredda, e non soltanto per le indubbie qualità tecniche del giocatore. Questo è il segnale che qualcosa non funziona, che l’ambiente si è surriscaldato dopo i quattro ko consecutivi. Certo, è dura accettare un poker di rovesci, ma, se si conta che due sono maturati con Padova e Belluno, il quadro può assumere una dimensione diversa. Ancor più, inoltre, se la squadra ha 7 punti in classifica, è fuori dai play-out ed è una neopromossa. La squadra non avrebbe gradito l’esternazione dell’altra sera e ora deve cercare di marciare compatta verso l’appuntamento di domenica. Al Tognon arriva il Dro, che ha un punto in meno dei rossoneri: la squadra di De Pieri è quasi obbligata a vincere, sia per la classifica sia per buttare acqua sul fuoco e procedere serena verso la seconda parte del girone d’andata. Dopo il match coi trentini, arriva un altro scontro diretto, col Kras (a Monrupino), quindi il tris terribile con Sacilese (in casa), Union Ripa (nel Bellunese) e Altovicentino (di nuovo al Tognon).

Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Mi ha voluto con lui Stefano De Agostini, non appena ricevuta conferma del rinnovo con il Tamai». Alberto Faloppa racconta il ritorno al Borgo dopo 12 stagioni. «In società – sorride l’esperto difensore, classe 1980 – gli dissero: ma sei matto? Si ricordavano – spiega – della mia precedente esperienza in rosso, quando non avevo fatto bene». Domenica, nel derby con la Sacilese, Faloppa sarà uno degli ex, insieme a Federico Furlan, Davide Furlan, Colombera e Rigutto. PRIVILEGIATI – «Siamo i fortunati – tiene a sottolineare Faloppa -, quelli che hanno avuto il privilegio di militare per due società fantastiche. In 16 anni di carriera ho giocato in tante piazze. Da nessuna parte si sta bene come a Sacile e, ancora di più, come a Tamai. Società serie, sane e con gestione familiare». SOGNO ROSSO – Alberto valuta le forze in campo. «La classifica – riprende il difensore – non è bugiarda. Nella lotta per la promozione la Sacilese può dare fastidio a Padova, Altovicentino e Belluno, rispetto ai quali ha però una rosa più ristretta. Molto dipenderà dagli infortuni. Zironelli ha dato la giusta organizzazione a un gruppo di buoni giocatori. Noi puntiamo alla salvezza, covando un sogno: i playoff. Il dramma di Riccardo Meneghel ci ha dato ulteriore compattezza. Giochiamo anche per lui e la sua famiglia». DERBY D’ALTA CLASSIFICA – «Sarà – prevede – un bel derby. Loro avranno il possesso palla, noi dovremo fare bene la fase difensiva e sfruttare le ripartenze. Uomini decisivi? Per loro Beccaro. Marco giocava con me al Real e conosco le sue capacità. Per noi Federico Furlan, che può fare la differenza. E poi gli ex: uno di noi – strizza l’occhio Alberto – riuscirà pur a far valere la vecchia legge».

Ore 21.40 – (Messaggero Veneto) Fantasia e giocate spettacolari con loro sono assicurate. E il derbissimo tra Tamai e Sacilese di domenica potrebbe dipendere proprio dai piedi di Federico Furlan da una parte e di Marco Beccaro dall’altra. Entrambi con 5 gol all’attivo in 7 giornate, a un solo passo dal trono dei marcatori, entrambi in grado di infiammare una partita sulla carta in equilibrio, dovendosi confrontare il migliore attacco e una delle migliori difese del girone. Le due punte hanno caratteristiche diverse (mancino contro destro, letale dalla distanza contro stoccatore d’area di rigore), ma si assomigliano nel saper essere decisivi. L’ex. Furlan è partito forte. Meglio dell’anno scorso, in cui concluse la stagione con l’invidiabile score di 19 reti. Cinque centri rispetto ai 2 del torneo precedente, dopo 7 partite. In più l’attaccante mobiliere sarà animato dalla voglia, e magari dal dente avvelenato, dell’ex. A Sacile ha vissuto una sola, sfortunata stagione (2012-’13), in cui, dopo avere cominciato bene, si è smarrito nell’ombra dell’allora compagno di reparto Adriano, concludendo con il misero bilancio di 5 gol in 37 presenze. Il club liventino, che lo aveva corteggiato a lungo, ancora si interroga su cosa non funzionò. Ma ormai la questione fa parte del passato. Il riscatto. Il presente della Sacilese si chiama Marco Beccaro. E’ arrivato in estate dal Marano con tanta voglia di riscatto, dopo una stagione di alti e bassi e poche soddisfazioni personali (appena 4 gol). Alla corte di mister Zironelli sembra avere trovato il clima ideale per tornare ai suoi migliori livelli. Un attaccante così prolifico, a questo punto del campionato, ai liventini mancava da oltre 10 anni. Bisogna risalire sino alla stagione 2002-’03, quando i biancorossi militavano in Eccellenza, per trovare Alessandro Moras con 6 reti in 7 turni. E i sigilli di Beccaro, assieme a quelli dei colleghi Sottovia e Spagnoli, e della nutrita congrega del gol biancorossa (8 sinora i giocatori a bersaglio), hanno portato la Sacilese a essere in questo momento il secondo migliore attacco di tutta la serie D. Solamente l’Ostiamare (21 gol, uno in più dei liventini) nel girone G ha fatto meglio. Le ultime. De Agostini e Zironelli si coccolano le loro “stelle”, ma stanno oliando pure gli ultimi meccanismi del collettivo. Il tecnico mobiliere non avrà a disposizione Colombera e Sellan. E sta valutando se lanciare dal primo minuto o in corsa Ursella. Non al meglio, ma arruolabile, un altro ex, Davide Furlan. Dall’altra parte, si è alle prese con l’assenza pesante di Boscolo Papo, squalificato per un turno dal giudice sportivo. Probabile che al suo posto, nel cuore del centrocampo, Zironelli collochi Grion, nelle ultime giornate schierato sulla corsia destra. Ancora in dubbio Beccia, ma le sensazioni sono positive.

Ore 21.10 – (Il Piccolo) Spesso, nelle discussioni fra i tifosi, si parla di situazione inaccettabile di classifica per quelli che sono il blasone e la storia della Triestina. Il punto è che a suffragare i giudizi lapidari, ci sono anche le aride cifre, che certificano come l’attuale squadra alabardata stia collezionando una serie di record negativi da farle guadagnare uno scomodo posto nei 95 anni di cammino dell’Unione. Sia chiaro, siamo alla settima giornata e c’è tutto il tempo per recuperare. Ma per ora i numeri raccontano di una Triestina dura da digerire. ONTA. Tutti ricordano – è storia recentissima – che la Triestina è stata anche in Eccellenza, ma almeno lì è rimasta sempre nelle primissime posizioni. Ma allo stesso tempo, per fare confronti più veritieri, si può ricordare che quando è stata in serie D negli anni Settanta, o nel CND a metà anni Novanta, ha sempre lottato per il vertice. E anche l’anno scorso in realtà non è mai rimasta davvero impelagata in zona retrocessione. L’ultimo posto attuale (il Mezzocorona senza penalizzazione sarebbe davanti) in un campionato Dilettanti, è invece un’onta che il tifoso alabardato non aveva ancora dovuto sopportare. PARTENZA. L’altro triste primato è che la Triestina non è mai partita così male in un campionato. Nemmeno nei disastrosi avvii delle peggiori stagioni che sono costate esoneri a chi sedeva in panchina, è mai capitato che dopo 7 giornate la squadra alabardata non avesse mai vinto una partita e avesse raccolto appena 2 punti in classifica. POSIZIONE. Anche nei campionati negativi culminati in cocenti retrocessioni, mai la Triestina si era ritrovata all’ultimo posto. In Serie C finì penultima nel 1973-74 davanti al Derthona, mentre in serie B ha chiuso tre volte penultima: nel 1987-88 (ma era penalizzata di 5 punti), nel 1990-91 e quindi nel 2010-11, quando chiuse alla pari col Portogruaro e davanti al Frosinone. Ma è bene ricordare che stiamo parlando di categorie superiori.

Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) La carica del “Nereo Rocco”. Allo stadio di Trieste così ricco di storia del calcio «c’è un’atmosfera che dà qualcosa in più». Il capitano del Ripa Fenadora Paolo De Carli suona la carica in vista della trasferta di domenica contro la Triestina. «Non c’è da temere la soggezione di giocare in un impianto del genere. Se iniziamo ad avere paura è meglio che non facciamo neanche i calciatori, perché è il sogno di tutti arrivare a giocare in stadi come il Rocco o l’Euganeo. Sono strutture importanti che ti caricano anche se non vuoi», dice il portiere. C’è l’emozione di entrare in una struttura imponente, con gli spogliatoi enormi, e uscire dal tunnel per l’ingresso sul terreno: «È bello scendere in campo dove hanno giocato tanti campioni. Deve darti la spinta come non mai». A caccia della vittoria. «Prepariamo la partita come ogni domenica, con l’obiettivo di fare il massimo risultato. Come è successo nell’ultima partita non sempre ci riusciamo, però l’intento è sempre quello di fare bene perché conosciamo il valore che possiamo esprimere. Dobbiamo ancora trovare degli equilibri che solo giocando e andando avanti riusciremo a mettere a punto. Si vince con la determinazione e la voglia. Domenica scorsa ci è mancata forse quella lucidità e brillantezza della fine dello scorso anno, però vedo che miglioriamo di gara in gara». Pensiero alla Triestina. «Siamo fiduciosi e tranquilli, l’ambiente è sereno», sottolinea il capitano del Ripa Fenadora. «Loro sono feriti perché sono penultimi a 2 punti e partiranno sicuramente forte: una piazza come Trieste impone di fare bei risultati. Sappiamo che si sono rinforzati prendendo tre giocatori buoni e la nostra attenzione dovrà essere al 101 per cento, altrimenti rischiamo di complicarci la vita, rovinando tutto con una disattenzione. Sarà il caso di partire più concentrati rispetto all’ultima partita col Montebelluna, quando magari avevamo cominciato più rilassati mentalmente. In questo campionato c’è equilibrio, a parte le prime della classe, e poi rispetto all’anno scorso quando eravamo la neopromossa e avevamo fatto male all’andata, adesso ci conoscono e ci aspettano. Non si può abbassare la guardia contro nessuno, in pratica è questo».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il sintetico del Boscherai rispetta tutti i regolamenti vigenti. Questa in sintesi la risposta del presidente dell’Union Ripa La Fenadora, Nicola Giusti, alla società ItalLenti Belluno, che per voce del proprio direttore sportivo, Augusto Fardin, aveva denunciato, sull’edizione di ieri de Il Gazzettino, il mancato rispetto delle misure canoniche nell’impianto pedavenese. Si apre quindi un «caso diplomatico» perché il massimo dirigente neroverde ha preferito scrivere una mail agli indirizzi di posta elettronica del club del capoluogo, pur affidando la documentatissima replica anche al nostro quotidiano. È solo l’ultimo episodio di una rivalità cresciuta derby dopo derby, fino a esplodere dopo il 4-1 dello scorso campionato a favore del Ripa, avanti 3-1 nei confronti diretti con i rivali. Nell’attesa che le due squadre si incontrino il prossimo 14 dicembre proprio al Boscherai, è arrivata la dichiarazione del ds Fardin: «Inaccettabile giocare su quel campo». Con la relativa motivazione: «Faccio fatica a concepire e accettare che continuino a giocare in quel campo, con quelle dimensioni. Possibile che l’altro (Rasai) non sia ancora pronto? È un gap iniziale per gli avversari che trovo non sia corretto». Tutte le società vorrebbero avere un impianto comunale come quello del polisportivo di piazzale Resistenza, a disposizione del Belluno, ma la giovane Union è stata costretta a rimboccarsi le maniche con egregi risultati dopo la promozione in D. In merito alle parole di Fardin, Giusti sceglie di rispondere direttamente alla società, evitando nei toni un clima da guerra fredda: «Scrivo questa mail molto serenamente senza alimentare alcuna polemica e tentando di dimostrarvi che il campo del Boscherai è a norma. Questo nella speranza di “risolvere” i fastidi che il nostro campo genera al gentile Augusto che più volte ha sollevato dubbi regolamentari». Allegati alla mail copia del certificato di consistenza del campo con le misurazioni rilevate in metri: il rettangolo di gioco ha lunghezza 100 e larghezza 60. A questa documentazione, rilasciata dalla Lnd, c’è anche copia del regolamento: «Sono tollerate dimensioni ridotte fino a un minimo di metri 100×60». Giusti poi prosegue: «Ci sarebbe piaciuto farlo più grande, ma lo spazio disponibile e le risorse ci hanno permesso di realizzare “solo” questo. A Rasai i lavori sono cominciati. I tempi lunghi sono dettati dal fatto che un comune di 2 mila abitanti ha dinamiche complesse per reperire 150 mila euro per l’impianto. Vi anticipo che il campo avrà una rigatura di 103×62 perché più grande non ci sta». E in chiusura: «Vogliate accettare i miei più vivi complimenti per la stagione fino a oggi disputata».

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Se non è una censura, poco ci manca. Livio Gallio ha apprezzato particolarmente l’intervista che abbiamo pubblicato ieri, in cui il direttore sportivo del Belluno, Augusto Fardin, parlava della stagione finora eccellente dei gialloblù. Ma non tutta l’intervista, perché il passaggio sulle dimensioni del campo sintetico del Boscherai («inizio a fare fatica a concepire e accettare che continuino a giocare in quel campo, con quelle dimensioni; l’anno scorso potevo capirlo e accettarlo, quest’anno no. Possibile che l’altro non sia ancora pronto? È un gap iniziale per gli avversari che trovo non sia corretto») ha lasciato sconcertato il presidente. «Ognuno guardi a casa propria e faccia il meglio per la propria società – spiega Gallio -. Quanto al Boscherai, se ha autorizzazioni e ok federali, ne prendiamo atto. Che poi là sia difficile giocare, è un altro discorso. Tecnico e tattico».

Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Il quadro per il Giorgione. Una settimana serena per il Belluno, dopo la delusione di Padova. Una fettina del martedì pomeriggio a rivedere la partita dell’Euganeo alla lavagna, poi testa e gambe sui castellani. Gente di metà classifica, che il mediano gialloblù Mike Miniati conosce bene. Ha vestito una maglia rossostellata per un anno, una volta lasciata la Lega Pro del Poggibonsi: «Se devo mettere in guardia i miei compagni, dico che bisognerà stare molto attenti al loro attacco. È in prima linea che ci sono i giocatori più esperti e importanti, come il capitano Gazzola, Episcopo e Baggio. Noi non avremo lo squalificato Sebastiano Sommacal in difesa, ma sono convinto che sia arrivato il momento di Julian Pruenster. Sempre se il mister deciderà di fare questa scelta, ci mancherebbe altro». Obiettivo ripartenza. Il Belluno avrebbe voluto vincere anche davanti ai quasi seimila spettatori di domenica scorsa, ma è andata come si sa. Tanto vale non pensarci più e provare a battere i castellani: «La nostra politica dev’essere questa. Non fermarci a quello che è stato, anche perché non meritavamo di perdere contro i biancoscudati, ma attrezzarci per far male al Giorgione e riprendere a fare i tre punti. Una squadra organizzata, anche se molto giovane e composta da tanti ragazzi ex Berretti del Bassano, più il loro vecchio allenatore Antonio Paganin». […] Nello spogliatoio del Polisportivo, nessuno si è depresso per il primo magone, dopo sei vittorie di seguito: «Ci può stare», allarga le braccia Miniati, «ci può essere qualche rammarico, perché abbiamo giocato alla pari con il Padova, perdendo soltanto per un episodio, ma questo non deve condizionarci. Improvvisamente ci siamo ritrovati al terzo posto, per via della classifica corta e del successo dell’Alto Vicentino con l’Union Pro, ma siamo in grado di riprenderci quello che riteniamo ci spetti. È bello stare lassù, soprattutto quando te lo meriti, come è successo a noi». Domenica scorsa quasi seimila spettatori, una curva che ha cantato tutto il tempo e applaudito ogni intervento dei giocatori padovani. Il sogno di qualsiasi bellunese: «Magari non raggiungeremo mai certi numeri al Polisportivo, ma ci piacerebbe avere più pubblico, anche considerati i risultati che stiamo centrando. Ci aspetta un derby veneto importante, perché deve contribuire a rilanciarci in classifica».

Ore 19.10 – Prevendita ArziChiampo-Padova, venduti 430 biglietti. Ricordiamo che domani il botteghino del parcheggio Sud dello stadio Euganeo rimarrà aperto dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 o comunque fino ad esaurimento dei rimanenti 170 biglietti.

Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Infortunio per Michele Marcolini al Real Vicenza. Martedì nel corso dell’allenamento pomeridiano, il primo della settimana dopo il pari di domenica al Menti contro l’Alto Adige, il giovane difensore biancorosso Giuseppe Ungaro ha riportato un trauma al piede sinistro con frattura allo scafoide tarsale. L’incidente è avvenuto mettendo malamente a terra l’arto dopo un salto. Ungaro avrà una convalescenza di circa venti giorni prima di poter riprendere la preparazione. Il calendario, intanto, offre un mix di sensazioni e di spostamenti che rischia di rappresentare un ulteriore incognita sulla strada della definitiva consacrazione ai vertici della classifica. Domani pomeriggio Giana Erminio-Real Vicenza, mentre il 1 novembre alle 19.30 Real Vicenza-Cremonese.

Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Non è mai banale Matteo Tomei, il capitano del Real Vicenza secondo in classifica. Portiere apprezzato, ha un modo di fare che lo rende caratteristico. I tatuaggi, una buona dose di scaramanzia, quel “grazie a Dio” quando gli si chiede come stia. Il momento magico che sta attraversando con il Real Vicenza passa attraverso un talismano, neanche a dirlo. «Ce l´ho qui a casa con me ed è la mia fidanzata Giulia, sempre presente». E intanto domani i biancorossi faranno visita alla Giana, squadra da non sottovalutare. «Assolutamente no, intanto perché ha 6 punti in meno di noi il che significa che sta disputando un buon campionato. Dovremo interpretare la gara nel modo corretto. Loro non hanno nomi altisonanti ma hanno battuto Torres e Como». E intanto si pensa ai gol presi su punizione… «Ecco, non ho nulla di particolare da rimproverare a me ma anche ai miei difensori in questo momento. Anzi, quando ho responsabilità voglio prendermele anche perché sono il capitano quest´anno. Però un po´ arrabbiato lo sono, perché sto trovando giocatori davvero bravi sui calci piazzati. Qualcosa in più si può fare, ma c´è un rischio da correre. Posso fare il passo dietro alla barriera prima, ma col pericolo di lasciare scoperto il mio palo. E allora sì che avrei colpe».

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Avanti tutta, ben saldi al comando, senza paura della concorrenza e con un occhio al calendario. Il Bassano si prepara al tour de force che andrà in scena fra la decima e la 14esima giornata. Ieri si è deciso che: Alessandria-Bassano verrà disputata sabato 15 novembre alle 19.30 e Bassano-Como lunedì 24 novembre alle 20.45. Ecco tutti i prossimi appuntamenti: Bassano-Torres domenica 26 ottobre ore 14.30 (decima giornata); Coppa Italia Lega Pro: Bassano Virtus-Mantova mercoledì 29 ottobre ore 15; Pro Patria-Bassano sabato 1 novembre ore 17 (11esima giornata); Bassano-Mantova domenica 9 novembre ore 18; Alessandria-Bassano sabato 15 novembre ore 19.30 (13esima giornata); Bassano-Como lunedì 24 novembre ore 20.45.

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) La seconda anima lunga dell´attacco dopo Tommy Maistrello è Luca Munarini, altro prodotto del vivaio virtussino come il panzer sbocciato nella Berretti. Lui e Tommy sono le due torri della prima linea; al metro e 92 di Maistrello fanno da contraltare i 189 cm di Munarini, giovanotto di Piovene Rocchette che sabato scorso è entrato per l´ultimo spicchio di gara col Lumezzane sull´1-1, eppoi il Soccer Team è passata 3-1 anche grazie a quest´altro pennellone biondo. «E a momenti stavo per segnare anch´io – sospira Luca – Mi ero tuffato a volo d´angelo su un traversone per colpire a botta sicura e un difensore in extremis ha sfiorato il pallone modificandone la traiettoria e spiazzandomi. Peccato». Munarini, 3 gol lo scorso anno al Castiglione nella sua prima reale stagione da professionista sarebbe dovuto rientrare all´ovile già nel gennaio scorso. «Avevo appena segnato due reti in tre partite e solo alla fine ho saputo che ero destinato a tornare a casa lo scorso inverno. Poi però è saltato tutto in extremis per l´opposizione del Castiglione che stranamente da quel momento non mi ha fatto giocare praticamente più».

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Serena si riprende il Venezia e come prima mossa accantona il 4-3-3 di Dal Canto per cercare più fantasia in attacco. Non ha chiaramente perso tempo il neo tecnico lagunare Michele Serena, ieri pomeriggio al primo allenamento della sua seconda avventura sulla panchina arancioneroverde che comincerà dopodomani sul campo della Cremonese (ore 16). Dopo un confronto «di presentazione» durato una mezzoretta tra le quattro mura dello spogliatoio, il 44enne mestrino, sul sintetico del Taliercio e davanti a una trentina di tifosi, ha subito preso in mano la situazione dal punto di vista tattico mettendo all’opera i titolari dell’era-Dal Canto – non impiegati mercoledì nel ko di coppa a Ferrara – in una sgambata durata un’ora contro gli Allievi nazionali. Come aveva preannunciato in sede di presentazione, Serena ha cominciato a mettere mano alla squadra dalla mediana in su, seguendo la partitella in mezzo al campo, richiamando costantemente i suoi ragazzi spronandoli al ritmo sostenuto e all’aggressività, senza mancare di «bacchettarli» anche semplicemente per la non corretta postura del corpo durante lo sviluppo del gioco. Con la rinuncia a un centrocampista (Scialpi) la regia è stata affidata a Esposito e Carcuro. In attacco Magnaghi è il riferimento centrale, dopodiché a dare imprevedibilità dovranno essere i tre mancini, Greco impiegato da seconda punta, Bellazzini e Raimondi (a destra) schierati sugli esterni. In sostanza un 4-4-2 in fase di non possesso ma che, in fase d’attacco, diventa una sorta di 4-2-3-1.

Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) Ore 15.30: inizia la nuova avventura di Michele Serena al Venezia. Mezzora di colloquio con la squadra all’interno dello spogliatoio, poi Zima e D’Arsiè sono i primi a uscire dal tunnel in compagnia di Massimo Lotti. Una trentina di tifosi in tribuna, giocatori divisi a metà: chi ha giocato mercoledì sera a Ferrara ha in programma un lavoro differenziato con il preparatore atletico Maurizio Ballò, gli altri sul campo principale a preparare la partitella con gli allievi nazionali di Vladimiro Carraro. Fischietto in mano, Michele Serena ha parlato brevemente ai suoi giocatori in campo, ha voluto vedere da vicino caratteristiche e movimenti nei due tempo di 30’ ciascuno: fermo dentro l’area di centrocampo, pronto a richiamare difensori e centrocampisti («Gli schemi inizieremo a provarli venerdì», spiega), quando serve ferma il gioco per farsi meglio capire («Bisogna puntare la porta, si fa gol dall’altra parte», «Sfruttiamo le zone dove creiamo superiorità numerica»). Primo tempo con il 4-4-2, secondo con il 4-3-1-2, stessi uomini, fatta eccezione per Legati, in campo solo nella prima frazione. Davide Zanon nella doppia veste di arbitro e di “consigliere”, parla a lungo con Ghosheh, mentre Massimo Lotti è fermo a bordo campo, fronte panchine, dove si accomoda Ivone De Franceschi, raggiunto più tardi dalla visita di Andrea Seno, ex diesse arancioneroverde, e da Dante Scibilia. Tre reti in 5’, partenza sprint con Magnaghi, Greco e Legati, poi i ragazzini di Carraro si confermano un’ottima squadra. Si riparte nel secondo minitempo, Zima e D’Arsiè cambiano squadra: Greco su rigore e Raimondi vanno a segno nei primi 7’ della seconda frazione, poi ci pensano Carcuro e ancora l’ex padovano a completare la serie. Stessi uomini, nessuna rivoluzione, posizione e compiti diversi a centrocampo (Raimondi a destra e Bellazzini a sinistra con Carcuro ed Esposito centrali) e due punte vicine (Magnaghi e Greco), come aveva anticipato Serena durante la presentazione, se poi Raimondi si sposta dietro alle due punte, si cambia ancora, ma bisognerà vedere come effettivamente giocherà il Venezia a Cremona.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: simpatica sfida di precisione lanciata da mister Parlato ai suoi giocatori.

Ore 15.50 – Qui Guizza: termina la partitella.

Ore 15.30 – Tifosi in coda all’Euganeo per acquistare il biglietto per la trasferta di Arzignano. Presente al botteghino anche il presidente Giuseppe Bergamin.

PpOre 15.10 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto, provati gli schemi anti-ArziChiampo.

Ore 14.50 – Qui Guizza: squadra divisa per provare la fase difensiva e quella offensiva. Regolarmente in gruppo Sentinelli.

Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Seduta pomeridiana al centro tecnico «Morosini» ieri per il Vicenza, in vista della sfida di domani al «Massimino» contro il Catania. Giovanni Lopez ha schierato i suoi con il classico 3-5-2 cominciando a far intuire quello che sarà l’undici che affronterà i siciliani. Davanti a Bremec, linea a tre con Gentili, Figliomeni e Garcia; Brighenti e Camisa in panchina. Scelte definite anche in mediana, dove Sciacca, Di Gennaro e Cinelli saranno titolari, con Sbrissa e Moretti pronti a subentrare. Nessun dubbio in attacco, dove Cocco e Ragusa verranno riproposti in coppia dopo la bella gara contro il Pescara. Il tecnico del Vicenza, nella prima settimana in cui può operare delle scelte, lascia in panchina per la prima volta Camisa (periodo di bassa forma) e fa riposare, anche in vista dell’impegno di martedì prossimo contro il Modena, il giovane Sbrissa, reduce dalla convocazione con la nazionale B Italia. «Troveremo una squadra arrabbiata e con tanta voglia di riscatto – ha spiegato il difensore Nicolò Brighenti –. L’ambiente sarà molto caldo ma dovremo concentrarci solo sul campo. La classifica non inganni, il Catania è stato costruito per tornare in A e risalirà presto». In casa siciliana la seduta di ieri ha confermato il recupero di due elementi fondamentali per la formazione di Giuseppe Sannino: Fabian Rinaudo e Ciro Capuano. Sono giocatori d’esperienza, su cui il tecnico punta molto per dare solidità una squadra che sta attraversando un momento di estrema difficoltà. Superati i problemi fisici, Rinaudo e Capuano sono chiamati a prendere per mano il gruppo insieme a Rosina e Calaiò e dare un’impronta di personalità alla squadra. « A partire dalla gara contro il Vicenza, le prossime quattro partite ci vedranno giocare in casa per tre volte – dice Emanuele Calaiò – visto il momento e la classifica abbiamo una grande occasione per risalire la china, ma per farlo dobbiamo ottenere 10 punti. Obiettivo non facile – ha precisato il bomber dei siciliani – ma se giocheremo con lo spirito da battaglia tipico delle piccole squadre, che scendono in campo consapevoli di dover lottare su tutti i palloni, è ampiamente alla nostra portata. Altra strada non c’è, bisogna cominciare a vincere a partire dalla sfida con il Vicenza, per aumentare la nostra autostima e per dimostrare ai nostri tifosi che vogliamo assolutamente vincere il campionato».

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Nicolò Brighenti rimette l´elmetto e si prepara a rientrare in trincea. Il difensore veronese, uno dei giocatori più combattivi della rosa biancorossa, è finalmente tornato pienamente a disposizione di Giovanni Lopez ed è pronto ad aiutare i compagni nella trasferta di Catania (fischio d´inizio domani alle 15) e nelle successive partite ravvicinate contro Modena e Carpi che caratterizzeranno la prossima settimana. Brighenti, bentornato. Prima di tutto, come si sente fisicamente? «Direi bene. Le sensazioni nello spezzone di partita giocato contro il Pescara sono state positive, e anche questa settimana tutto è andato per il verso giusto. Più mi alleno, più sento che la confidenza torna quella migliore; poi è chiaro che il ritmo e la tensione della partita sono tutt´altra cosa: per ritrovare la condizione ottimale l´unica “medicina” è giocare». Non sarà semplice però ritrovare un posto da titolare, vista l´agguerrita concorrenza. «Per fortuna! Può sembrare retorico, ma vi assicuro che per tutti noi la serie B è un patrimonio così prezioso, soprattutto considerando che è arrivata senza nemmeno aspettarla, che i risultati positivi della squadra vengono di gran lunga prima di tutto. I personalismi devono essere messi da parte: se il Vicenza gioca bene e ottiene punti, ci abbiamo comunque guadagnato tutti». Se l´aspettava un rendimento così alto da parte di un giovane come Garcia Tena? «Si sta rivelando un ottimo giocatore, così come ha fatto bene Figliomeni. Ma oltre alla difesa, tutta la squadra si sta rivelando all´altezza della categoria: Di Gennaro magari lo conoscevamo già tutti, ma credo che Laverone, per fare solo uno dei tanti esempi possibili, si stia dimostrando partita dopo partita un ottimo acquisto per il Vicenza. Insomma, credo che stavolta si debbano davvero fare i complimenti a chi ha allestito questa squadra».

Ore 13.20 – (Gazzettino) Alessandro Sgrigna così interpreta l’attuale periodo negativo del Cittadella, dopo un lusinghiero precampionato e 7 punti nelle prime quattro partite: «Una fase di difficoltà ci può stare, prima o poi capita a tutte le squadre. Meglio che a noi sia capitato adesso piuttosto che più avanti, perchè c’è tempo per riassettarci». Sulle cause continua il fantasista romano: «È un momento complicato per i risultati storti. Abbiamo perso più di qualche partita in modo rocambolesco, mentre con più attenzione ciò si poteva evitare. Certo che quattro sconfitte su cinque gare sono tante, ma noi siamo sempre gli stessi per cui dobbiamo stare tranquilli e continuare a lavorare con la giusta serenità». Per invertire il trend negativo si dovrà modificare qualcosa… «Una riflessione è necessaria – risponde – in campo ci dev’essere la massima determinazione e bisogna saper mantenere la concentrazione, essere più compatti. Dobbiamo ritrovarci, ma non è utile farne un dramma». Roberto Musso da quest’anno fa parte dello staff tecnico, mentre come giocatore ha una lunga carriera in maglia granata, indossata per undici anni. C’era nella prima esperienza in B con allenatore Ezio Glerean, poi con Rolando Maran in C1 e sette anni, di cui quattro in B, con Claudio Foscarini. Sull’attuale situazione sostiene: «In serie B, tranne l’anno dei play off, abbiamo sempre attraversato momenti difficili, spesso con la salvezza a rischio, ma con l’appoggio della società e dei tifosi il gruppo ne è sempre venuto fuori. Ogni stagione è una cosa diversa, quest’anno la rosa è stata cambiata molto e ci sono parecchi giovani per cui è normale trovare delle difficoltà». La ricetta per superare questa fase? «Continuare a lavorare – dice Musso – guardando una partita alla volta. Il gruppo troverà i giusti assestamenti e le cose gireranno in maniera diversa. Di questo, con l’impegno di tutti, ne sono sicuro perchè la squadra sta lavorando bene». Ieri pomeriggio ancora a parte Schenetti, Donazzan e Paolucci, mentre Busellato si sta allenando in parte differenziato e in parte in gruppo sperando in un difficile recupero per Crotone . Stamattina rifinitura e nel pomeriggio volo da Treviso per Lamezia Terme. Domenica mattina alle 11 è previsto un allenamento di scarico, lunedì preparazione al pomeriggio e martedì alle 20,30 partita al Tombolato con il Livorno.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Ha sempre fatto quadrare i conti, vedrete che ci riuscirà pure stavolta”) Un’intervista di pochi mesi fa, alla vigilia del campionato. Era un pomeriggio di fine agosto, prima della trasferta di Modena, che inaugurò la stagione di serie B del Cittadella, la settima consecutiva dei granata fra i cadetti. «Non mi torturo all’idea che è un decennio che sono qui», andò subito al sodo Claudio Foscarini. «Per filosofia, poi, non sono uno che rincorre il passato e neanche mi proietto tanto verso il futuro, anche se devo pianificare gli allenamenti e tutto ciò che riguarda il gruppo che dirigo. Vivo moltissimo il presente, alle volte quasi non credo di essere legato a questo ambiente da 12 anni (compresi i due con la Primavera, ndr), resto esterrefatto. Eppure è una vita, professionalmente parlando… Chissà che un giorno decida di scriverla, questa storia infinita al Cittadella». E subito dopo: «Non mi sono mai chiesto cosa sarebbe successo se fossi andato altrove. E poi credo che ognuno sia nel posto che merita, non ho recriminazioni da fare su altre ipotetiche chance. Se ci pensassi, dovrei concludere che sarei anche potuto andare a stare peggio…». Due frasi estrapolate da una chiacchierata fatta in sala-stampa, fra appunti e tabelle usciti da una cartellina-archivio, in cui c’era tutto. Niente lasciato al caso, perché quest’allenatore che si è legato a filo doppio al Citta, con i suoi princìpi ben radicati, e che cova, sotto un’apparente modestia, sacrosante ambizioni di puntare a qualcosa in più della solita salvezza arpionata nelle ultime giornate, si è creato dentro tali e tanti anticorpi da non farsi travolgere dalle situazioni peggiori. È uno tosto, Foscarini, e spesso ha ragione. Certo, commette anche lui errori (alzi la mano chi non sbaglia…), s’intestardisce magari su soluzioni non proprio felici, ma è anche il primo a mettersi in discussione e a cercare il confronto. Di lui ricordiamo un episodio illuminante: allenamento al Tombolato, Ardemagni fa una cosa che non deve fare e l’allenatore lo spedisce sotto la doccia. Sa che il giornalista scriverà e allora, per dimostrare che non ha nulla da nascondere, chiama il giocatore, già rivestito, a fine seduta e gli parla a poca distanza da noi. Discorso chiaro e breve, una stretta di mano e amici come prima. È uno che sa far quadrare i conti, il mister, e che non ha mai tradito la fiducia concessagli. Pronti a scommettere che rimetterà in sesto la barca granata, ora traballante e insicura. Anche perché quelle ambizioni di finire nella parte sinistra della classifica vanno supportate con gioco e gol, da sempre il marchio di fabbrica delle sue formazioni.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) «Ma poi ci sono momenti particolari in cui può incidere fino al 60 o 70%. E mi riferisco ai momenti difficili, in cui deve assumersi la responsabilità di prendere decisioni per operare un cambio di rotta». Quello attuale sembra proprio uno di quei momenti, con un punto raccolto in cinque giornate… «Lo è, non lo nascondo. Soprattutto quando le cose vanno come stanno andando, adesso io e il mio staff diventiamo importanti. Occorre capire come mai ci siano elementi che rendono meno rispetto a qualche mese fa. Serve recuperarli a livello fisico e motivarli a livello mentale». Domani sarete a Crotone, martedì arriverà il Livorno al Tombolato. Visto che il centrocampo è in emergenza, data l’assenza sicura di Rigoni per squalifica e quella probabile di Busellato per infortunio, pensa ad una squadra più coperta, magari con Sgrigna al fianco di uno solo tra Gerardi e Coralli? «È chiaro che qualcosa dovremo cambiare. Valuteremo il tutto e decideremo». Eccolo qui Claudio Foscarini. “Jack” per gli amici, da quella volta che a 14 anni prese l’auto del padre e andò in paese sgommando, come Jackie Stewart, che allora sfrecciava in Formula 1. Poi, però, Jack la testa a posto l’ha messa sul serio. Fino a diventare quello che è adesso, l’“anomalìa” del calcio italiano.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) «Tuttavia, la mente vola anche agli ultimi due mesi della passata stagione: ormai tutti ci davano per spacciati e invece siamo riusciti a salvarci. Siamo stati eccezionali». E il momento più brutto? «Ce ne sono stati diversi, ma per indole sono uno che tende a dimenticarli. Se devo citarne uno, penso alla delusione di Brescia, negli spareggi per salire in serie A del 2010. Tra andata e ritorno avremmo potuto giocarci le nostre chance meglio di come abbiamo fatto. Il rammarico è ancora forte». A livello umano, com’è cambiato in questi anni? «Tutte le esperienze ti fanno cambiare. Ho conosciuto molte persone, ampliato i miei rapporti e ho imparato anche a scontrarmi con il mio carattere: di natura sarei una persona introversa, ma quando hai da gestire un gruppo, per forza devi imparare ad aprirti. In questo senso credo di essere più diretto con i giocatori rispetto ai primi tempi. E non prendo in giro nessuno: ci sono molti allenatori che, per tenerli buoni, promettono ai loro ragazzi: “se ti alleni bene, ti faccio giocare la prossima”. Io non sono così: ai giocatori dico sempre quello che penso». Fabio Capello sostiene che un allenatore conta al massimo il 15-20% nel rendimento della squadra. È come dire che il bravo tecnico è quello che non fa danni. Concorda? «Abbastanza, ma non completamente. Credo che nel lavoro ordinario sia così, e l’allenatore deve limitarsi a creare le condizioni ideali per far rendere al meglio i suoi uomini».

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) E con questa sono 300. Trecento panchine in serie B per Claudio Foscarini, che taglierà lo storico traguardo sabato allo stadio Ezio Scida di Crotone, secondo tecnico a raggiungere quest’anno la cifra tonda dopo Walter Novellino, che a Modena vanta tre presenze in più nella categoria. Eccolo qui, mister Foscarini, 55 anni, trevigiano di Riese Pio X. Quello che è stato definito il “Ferguson italiano”, grazie alle dieci stagioni consecutive alla guida del Cittadella, ma anche l’“anomalìa” del nostro calcio, la “mosca bianca” di un mondo frenetico che di pazienza, verso gli allenatori, ne ha sempre di meno. Nel conto le 261 partite di campionato con i granata (a cui vanno aggiunte le due gare extra dei playoff del 2010) e le 38 sulla panchina dell’Alzano, per giungere a mettere in fila 89 vittorie, 95 pareggi e 115 sconfitte. Foscarini, aveva tenuto il conto? «Sinceramente no. Non sono un maniaco delle statistiche e non sapevo di averne collezionate così tante. Però, adesso che me lo dite, è bello voltarsi un po’ indietro a ripensarci». E cosa vede alle spalle? «Tanti momenti da ricordare e alcune imprese. Quali? Beh, non eravamo ancora in B, ma quella partita ci ha permesso di arrivarci: mi riferisco al successo di Cremona, che ci ha regalato la promozione nel 2008. Non eravamo i favoriti per la vittoria del campionato e nella sfida ai playoff contro la Cremonese avevamo perso in casa, ma siamo riusciti a ribaltare il risultato da loro».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Leverkusen non è Forte dei Marmi. Le fabbriche chimiche e i colossi farmaceutici non reggono il confronto con il mare azzurro della Versilia. Eppure è lì che Giulio Donati ha trovato la sua dimensione: due sere fa, contro lo Zenit San Pietroburgo, il terzino del Bayer ha realizzato il primo gol in Champions League. Un gol nemmeno immaginato fino a qualche tempo fa, quando la sua carriera sembrava prossima a ricalcare una parabola discendente, come troppo spesso capita a molti giovani calciatori italiani. «Un’emozione bellissima», confessa. Dopo l’esordio con l’Inter, a 19 anni, Donati aveva cominciato a viaggiare: Lecce, Padova, poi a Grosseto la retrocessione in Lega Pro. La sorte ha voluto che proprio allora tra lui e il destino si mettesse l’Europeo Under 21 in Israele: Giulio, sempre in campo, con gli azzurrini arrivò sino in finale. Poi, quella telefonata: «Mi chiamarono l’ultimo giorno dell’Europeo, dicendomi: “Preparati: appena torni in Italia, partiamo per andare in Germania a firmare il nuovo contratto”. A quel punto si era messa sulle mie tracce anche qualche big italiana, l’Inter non aveva intenzione di trattenermi e di fronte a una società come il Bayer, con Rudi Voeller che mi voleva fortemente, non ci pensai su due volte. Hanno creduto in me più che in Italia: qui in Germania è l’intero sistema a funzionare meglio. Da noi servirebbero molti passi in avanti, perché, a parte Juve e Roma, nessun’altra squadra oggi può competere a livello europeo. Le altre devono cambiare strada, se vogliono pensare di potersela giocare. In ogni caso, l’ultima sconfitta della squadra di Garcia non è un dramma: al momento nessuno può reggere il confronto con il Bayern, è di un altro pianeta». I suoi ricordi di Padova? «Un’esperienza bella, avrei potuto rimanere anche l’anno successivo ma Foschi andò via e qualcuno in società non mi ritenne all’altezza. Dal Canto è stato comunque uno dei migliori allenatori che abbia mai incontrato, a livello umano è una persona veramente stupenda, così come il suo vice Daniele Pasa, che mi aiutava a migliorare alla fine di ogni allenamento. Ho letto che è stato esonerato a Venezia, e mi dispiace: gli allenatori nel calcio italiano sono legati ai risultati, non si dà tempo di sviluppare un progetto, e questa è un’altra lezione che dovremmo imparare dai tedeschi».

Ore 11.40 – L’arbitro di Union ArzignanoChiampo-Padova sarà il signor Riccardo Annaloro di Collegno, coadiuvato dagli assistenti di linea Fedele e Ferro.

Ore 11.20 – (Giornale di Vicenza) Qui Padova. Intanto, a Padova proseguono gli allenamenti in vista del match. Doppia seduta per la squadra di Parlato, che però deve fare i conti con un´infermeria ancora ben assortita. Le attenzioni sono tutte rivolte verso il “Rulo” Ferretti, che da lunedì ha intensificato i carichi di lavoro. L´attaccante ha infatti dichiarato di sentirsi bene, pur essendo fermo da 15 giorni per uno stiramento al muscolo flessore della gamba sinistra. Ma non sembra verrà rischiato domenica. Anche Dionisi rimarrà nella lista degli indisponibili, a seguito di un trauma al testicolo riportato nella partita di Coppa contro il Fano. Sentinelli e Bruzzi hanno continuato a svolgere un lavoro differenziato: il primo a seguito di un versamento, il secondo dopo la seconda ricaduta dovuta a un attacco influenzale. Denè e Thomassen sono invece tornati a disposizione. Stessa sorte di Nicola Segato: il centrocampista ha infatti ottenuto la riduzione della squalifica da tre a due giornate, e quindi domenica potrà essere schierato regolarmente in campo. Qui Arzichiampo. Anche la Banda Beggio sta prendendo le misure per l´abito giusto in vista della “festa” di domenica. Vanzo è ormai del tutto recuperato e quindi potrebbe tornare a disposizione del tecnico Paolo Beggio. Per quanto riguarda Roverato, invece, si aspettano gli ultimi accertamenti da effettuare nella giornata di oggi. Nessun squalificato, invece, da entrambe le parti.

Ore 11.10 – (Giornale di Vicenza) Ormai ci siamo. Perché, passato oggi, sarà subito vigilia. Ed è un attimo che ci si ritrovi lì, sul verde del Dal Molin. Arzichiampo-Padova: è meno due. E la a macchina organizzativa, intanto, si muove. Ieri, il presidente dell´Arzichiampo, Lino Chilese, e il numero uno del Padova, Giuseppe Bergamin, si sono ritrovati in questura a Vicenza per il breefing organizzativo. La novità principale è una, e cioè che già nel pomeriggio di ieri la società biancoscudata ha ritirato in sede ad Arzignano 600 biglietti, così da consentire la prevendita e cercare di evitare domenica il cosiddetto “effetto imbuto” in biglietteria. Coloro che non usufruiranno della prevendita, potranno accedere direttamente alla biglietteria (aperta a partire dalle 12.30) fino a esaurimento dei tagliandi. Tagliandi che verranno staccati per un numero che si aggira attorno ai 1400. Infatti, oltre alle tribune (dove i posti a sedere sono 800), i tifosi biancoscudati potranno sostare anche nel parterre che si trova ai piedi del settore locali (capienza di 200 persone), per l ´occasione interamente concesso agli ospiti. Gli spettatori di casa, invece, occuperanno il settore che di consueto è riservato ai tifosi avversari, con una capienza di 400 posti. A questo, si aggiungono poi misure di sicurezza e assistenza che vanno al di là di una comune partita di campionato: oltre all ´ambulanza predisposta al soccorso interno al campo, ce ne sarà anche una all´esterno. Inoltre, in aggiunta alle forze dell´ordine ci sarà anche del personale del servizio civile, sia all´interno che all´esterno dello stadio. Per tutti, i cancelli dello stadio si apriranno alle 13, dopo le opportune verifiche effettuate dalle forze dell´ordine. Vista l´occasione straordinaria, sarà aperto anche il parcheggio che sta alla destra dell´impianto sportivo con uscita in direzione Montebello.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Che match si aspetta con l’Arzignano Chiampo? «Sarà una partita nella quale loro si metteranno dietro per difendere e ripartire, quindi dovremo avere molta pazienza e cercare di metterli sotto». Passando alla squadra, nella partitella in famiglia Parlato ha schierato nella ripresa la stessa formazione vista con il Belluno, con l’eccezione di Thomassen per Sentinelli, salvo poi appunto inserire Segato al posto di Bedin. Quanto a Sentinelli (botta al quadricipite della gamba sinistra) ieri ha effettuato corsa a parte, ma con l’Arzignano Chiampo sarà a disposizione come sottolinea il diesse Fabrizio De Poli. «Ha due piccoli versamenti post trauma, ma per domenica non ci sono problemi». Nella sfida con i vicentini non andrà invece neppure in panchina Ferretti che ha proseguito nel lavoro differenziato (corsa). «Continua a migliorare, la lesione si sta cicatrizzando – spiega De Poli – ma domenica non andrà in panchina. Vediamo come sta martedì, faremo un’altra ecografia». Recuperato Tiboni che ha giocato la partitella.

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Ho giocato anche con il Fano in Coppa, quindi due gare le ho fatte lo stesso. Adesso torno a disposizione per il campionato, spetterà all’allenatore fare le scelte». Prima della squalifica con Segato in campo il Padova aveva adottato sempre il centrocampo a due davanti alla difesa (Mazzocco il collega di reparto), nelle ultime due sfide Parlato è passato al centrocampo a tre inserendo Nichele e Bedin, oltre a Mazzocco. «Per quanto mi riguarda giocare a due o a tre non cambia molto, ho sempre fatto tutti i ruoli». Ieri nel secondo tempo della partitella in famiglia Parlato ha provato il centrocampo a tre con Segato davanti alla difesa, Mazzocco e Nichele interni, e il centrocampo a due con la coppia Segato e Nichele. Sulla coesistenza con Nichele aggiunge. «Ci conosciamo da dieci anni, abbiamo giocato in coppia a Bassano, Venezia e Pordenone. Se il tecnico deciderà di giocare così, non ci sono problemi».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Sconto della squalifica per Nicola Segato che sarà a disposizione per la trasferta con l’Arzignano Chiampo. La Corte sportiva d’appello nazionale (seconda sezione) ha accolto parzialmente il ricorso del Padova riducendo da tre a due i turni di stop per il centrocampista che era stato espulso nella gara con il Mezzocorona. Essendo rimasto già ai box nelle sfide con Fontanafredda e Belluno, il giocatore potrà scendere in campo domenica con i vicentini. «Sono contento, ci speravo – esordisce Segato – È andata bene così, anche perché per il cartellino rosso diretto mi aspettavo due giornate di squalifica e non tre. Mi è dispiaciuto dovere restare fuori, è sempre dura. Ma abbiamo una rosa ampia e la squadra ha fatto bene anche senza di me e Ferretti». Nonostante la squalifica in campionato, il centrocampista è riuscito a mantenere il ritmo partita giocando con la squadra Berretti e in Coppa Italia. «Mi sono allenato sempre e ho chiesto di andare a fare due sabati fa una partita con la Juniores (sfida all’Appiani con l’Union Pro, ndr)».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Saranno mille i posti riservati ai tifosi padovani (800 a sedere e 200 in piedi) domenica allo stadio Dal Molin di Arzignano (via Consolini 17). Ieri si è tenuta una riunione in Questura a Vicenza a seguito della quale Padova e Arzignano Chiampo hanno concordato di attivare una prevendita di 600 tagliandi, per agevolare l’afflusso dei tifosi padovani, che sarà aperta oggi (15.30-18.30) e domani (10-12 e 15.30-18.30) alle biglietterie sud dello stadio Euganeo. Il biglietto costa 10 euro e ciascun tifoso potrà acquistare fino a un massimo di cinque tagliandi. Gli altri 400 biglietti, dei quali 200 di parterre, riservati ai tifosi biancoscudati saranno venduti domenica allo stadio di Arzignano sempre al costo di 10 euro. Le biglietterie del «Dal Molin» apriranno alle 12.30, mentre i cancelli dello stadio saranno aperti alle 13. Coloro che decidono di recarsi in macchina domenica allo stadio vicentino possono utilizzare: parcheggio Destra-Chiampo (consigliato) in via Tiro a segno, con 200 posti disponibili; parcheggio di via Consolini (davanti alla biglietteria ospiti) con 150 posti; parcheggio di viale dello sport con 80 posti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Se anche Parlato decidesse, per precauzione, di far riposare il difensore romano, è pronto Dan Thomassen, che si è ripreso dall’influenza e ieri pomeriggio ha preso parte alla consueta amichevole in famiglia del giovedì. In linea mediana, invece, la riabilitazione di Segato mette l’allenatore di fronte ad un bivio: o lui o Matteo Bedin, uno dei due dovrà accomodarsi in panchina. E non è così scontato che tocchi al centrocampista padovano… Denè ci riprova. Dopo l’allenamento di due giorni fa, ieri anche Salam Denè ha preso parte alla partitella. «Per lui, finalmente, possiamo parlare di recupero completato», ha annunciato De Poli dopo oltre due mesi di attesa. L’esterno offensivo giunto dalla Lazio, dopo aver subìto un guaio muscolare durante il ritiro di Asiago, aveva accusato una ricaduta dell’infortunio, fermandosi di nuovo. Ora sta bene, e quando avrà recuperato anche la miglior condizione fisica diventerà una nuova freccia nell’arco dei Biancoscudati.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ieri, infatti, la Corte d’Appello Federale ha parzialmente accolto il ricorso del Padova contro le tre giornate di squalifica inflitte a Nicola Segato: al centrocampista è stato scontato un turno, e domenica ad Arzignano il vicentino sarà a disposizione del tecnico. Una lieta novella che, da un altro punto di vista, complica le scelte di Parlato. Il quale, ieri pomeriggio, ha confermato in toto l’undici iniziale sceso in campo contro il Belluno, con Busetto a presidiare la fascia di destra, ancora orfana di Dionisi, e Tiboni in attacco. Gli unici due dubbi del mister, a questo punto, riguardano la difesa e il centrocampo. Per quanto riguarda la retroguardia, giungono buone notizie anche da Davide Sentinelli, il quale non ha alcun problema dopo la botta rimediata domenica sopra il ginocchio: un po’ di dolore, quello sì, ma nulla che ne metta a rischio la presenza in campo contro l’ArzignanoChiampo.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La sbornia da record di domenica scorsa è ormai alle spalle: tra due giorni il Padova va ad Arzignano, dimentica l’estasi da big match con il Belluno ed è pronto ad una nuova battaglia. Ancora senza il “Rulo” Ferretti, forse per l’ultima volta, ma con Davide Sentinelli e Nicola Segato pienamente arruolabili. Manca poco. «Ferretti continua a migliorare», ha spiegato ieri pomeriggio il diesse Fabrizio De Poli. «La lesione muscolare si sta cicatrizzando bene, e, anche se domenica difficilmente verrà in panchina, martedì dovrebbe riprendere a forzare in allenamento e vedremo se la gamba risponderà come tutti speriamo. Contro la Triestina, la prossima in casa, dovrebbe esserci». Parole di sollievo, che mettono alle spalle il mese che ha visto i Biancoscudati privi del loro bomber principe. E le buone notizie non finiscono qui.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Mille biglietti riservati ai tifosi padovani: è questo il massimo consentito fissato dall’ArzignanoChiampo e dalla Questura di Vicenza per la gara di domenica (con il ritorno all’ora solare, il calcio d’inizio sarà dato alle 14.30) in programma allo stadio “Dal Molin” di Arzignano. A seguito della riunione del tavolo tecnico, convocato nella mattinata di ieri nell’Ufficio di Gabinetto della Questura vicentina, le due società hanno deciso di attivare una prevendita a Padova al fine di agevolare l’afflusso allo stadio dei tifosi ospiti ed evitare le lunghe code ai botteghini. Per questo oggi e domani saranno venduti alle biglietterie Sud dell’Euganeo, di fronte al parcheggio locali, 600 dei mille biglietti riservati ai tifosi biancoscudati. Le biglietterie saranno aperte oggi, dalle 15.30 alle 18.30, e domani, sia al mattino (orario 10-12) che al pomeriggio (dalle 15.30 alle 18.30) o comunque fino ad esaurimento dei biglietti disponibili. I tagliandi saranno in vendita al costo di 10 euro l’uno, e ogni persona che si presenterà alle biglietterie dell’Euganeo potrà acquistarne sino ad un massimo di cinque. I rimanenti 400 biglietti (di cui 200 di parterre) per il settore dello stadio vicentino riservato ai tifosi biancoscudati saranno venduti il giorno della gara, presso le biglietterie dello stesso stadio di Arzignano, al medesimo prezzo: i botteghini apriranno domenica alle 12.30, mentre l’accesso all’impianto sarà garantito mezz’ora più tardi. Per quanto riguarda la viabilità, coloro che raggiungeranno lo stadio (in via Consolini 17) in auto avranno a disposizione i seguenti parcheggi nelle vicinanze dell’impianto: park Destra-Chiampo, via Tiro a Segno (200 posti, consigliato); park via Consolini, davanti alla biglietteria ospiti (150 posti auto disponibili); parcheggio di viale dello Sport (80 posti).

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Lo stesso Ferretti morde il freno: «Sto meglio e vorrei essere subito in campo – commenta El Rulo – ma mi rendo conto che sia necessario seguire tutte le tappe verso il recupero con scrupolo e attenzione, perché nessuno di noi vuole rischiare ricadute di alcun tipo». Quanto a Salam Dené, per il centrocampista l’uscita dal tunnel dovrebbe essere ormai visibile: «Ha avuto un brutto infortunio muscolare – chiarisce De Poli – ma martedì tornerà stabilmente in gruppo. Dovrà trovare la forma adatta, perché è fermo da due mesi, e ci vorrà pazienza». Pure Sentinelli è in dubbio per Arzignano, anche se De Poli in questo caso ostenta un deciso ottimismo: «Ha un paio di piccoli versamenti – evidenzia il ds biancoscudato -. Oggi lavora a parte precauzionalmente ma ci sarà domenica». Ieri pomeriggio è andato in scena un allenamento piuttosto intenso alla Guizza, in cui sono stati provati gli schemi anti Union Arzichiampo. Per domenica sono previsti almeno mille tifosi biancoscudati in trasferta e verranno allestite speciali misure di sicurezza per evitare pericolosi scontri con la tifoseria vicentina. È un derby praticamente inedito, ma la città è vicina e la prudenza non è mai troppa.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Tutto come previsto e in linea con il quadro clinico delineato inizialmente. Gustavo Ferretti non ci sarà domenica ad Arzignano e se ne riparlerà, nella migliore delle ipotesi, per la successiva partita casalinga in programma all’Euganeo contro la Triestina. Ci sarà invece Nicola Segato, perché la Corte di giustizia federale ha ridotto da tre a due giornate la squalifica del difensore, espulso per una presunta manata a un avversario nel match di casa contro il Mezzocorona. Tornando a Ferretti, l’argentino si è sottoposto a ulteriori esami nelle ultime ore, ma sostanzialmente il quadro rimane quello ipotizzato in un primo momento: lesione muscolare ai flessori non ancora ben cicatrizzata e almeno di secondo grado, per uno stop che, nella migliore delle ipotesi, non sarà inferiore a un mese. Se l’attaccante riuscisse a tornare per la Triestina, sarebbe già un ottimo risultato: 28 giorni di stop dalla lesione muscolare comparsa dopo uno scatto nella partita contro il Mezzocorona. «Ferretti continua a migliorare – evidenzia il direttore sportivo Fabrizio De Poli -. La lesione si sta cicatrizzando e nel corso della prossima settimana rivaluteremo le sue condizioni. Ad Arzignano non ci sarà, per la partita successiva valuteremo con lo staff medico e l’allenatore come comportarci, considerati i suoi probabili progressi».

Ore 08.38 – Disponibile a questo link l’articolo relativo alla prevendita attivata presso lo stadio Euganeo per ArziChiampo-Padova.

Ore 08.36 – Serie D girone C, il prossimo turno (ottava giornata, domenica 26 ottobre ore 14.30): ArzignanoChiampo-Padova, Belluno-Giorgione, Fontanafredda-Dro, Mezzocorona-Clodiense, Montebelluna-AltoVicentino, Mori Santo Stefano-Legnago, Tamai-Sacilese, Triestina-Union Ripa La Fenadora, Union Pro-Kras Repen.

Ore 08.34 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 21, Alto Vicentino 19, Bellun0 18, Sacilese 15, Tamai 11, Clodiense e Montebelluna 10, Union Ripa La Fenadora, Giorgione e ArziChiampo 9, Union Pro 8, Fontanafredda 7, Dro 6, Legnago 5, Kras Repen 4, Mori Santo Stefano 3, Triestina 2, Mezzocorona 0.

Ore 08.32 – Serie D girone C, i risultati della settima giornata: AltoVicentino-Union Pro 2-0, Clodiense-ArziChiampo 1-3, Dro-Mezzocorona 0-0, Giorgione-Triestina 2-1, Legnago-Fontanafredda 3-2, Kras Repen-Tamai 0-0, Padova-Belluno 1-0, Sacilese-Mori Santo Stefano 4-0, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna 1-1.

Ore 08.30 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.28 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 23 ottobre: partitella in famiglia alla Guizza, si valutano le condizioni degli acciaccati. Segato a disposizione domenica, tolta una delle tre giornate di squalifica.




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