Padova, la lettera appassionata di un tifoso sulla volata promozione

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Riceviamo e pubblichiamo

Se il destino è contro di noi, peggio per lui

C’è una costante che accompagna la tifoseria padovana da anni: un’altalena infinita tra speranza e disillusione, tra l’entusiasmo per un sogno finalmente alla portata e la paura di rivivere il passato. L’aria che si respira in città è sempre la stessa, un misto di passione e scetticismo, di voglia di crederci e rassegnazione preventiva. E, come ogni stagione, c’è chi già si lascia andare al solito ritornello: “Vedrai che anche quest’anno lo perdiamo”.

Dagli amici al televisore, dalla carta stampata agli spalti dello stadio, questa voce sta diventando un’eco opprimente. Si cerca un colpevole immaginario su cui sfogare la frustrazione delle occasioni mancate, delle stagioni finite male, delle promozioni sfumate all’ultimo. Eppure, questa paura non è solo un sentimento, è un fattore che incide davvero.

In psicologia e nel mondo educativo si parla di Effetto Pigmalione, comunemente noto come profezia che si autorealizza: se una persona viene trattata come meno capace, finirà per diventarlo davvero. Ora, immaginate cosa può succedere se un’intera città, tifosi, televisioni locali e (soprattutto) giornalisti, inizia a ripetere il lamento “Lo perdiamo anche quest’anno”. È presto detto: una sfilza di sconfitte che sembrano confermare questa convinzione. Non è magia, è realtà. Un ambiente disilluso si riflette sulla squadra, mentre l’entusiasmo si propaga con altrettanta rapidità.

Ma il presente racconta un’altra storia. Siamo ancora primi, a due punti dalla seconda, e siamo la stessa squadra che ha battuto ogni record nella prima parte del campionato. Abbiamo già dimostrato di poter battere chiunque, compreso il Vicenza. A Padova li abbiamo sconfitti con un 1-0 che ha ribadito la nostra superiorità. Al Menti, invece, abbiamo pareggiato all’ultimo secondo, strozzando in gola ai vicentini l’urlo della vittoria e ricacciandoli indietro.

È questo il momento di credere, di fare un atto di fede, di stare uniti e trasmettere entusiasmo. Il Mister è stato l’unico a non aver mai avuto parole di rassegnazione, l’unico a mantenere lucidità. Ora tocca a noi dimostrare di essere dalla parte della squadra, senza farci schiacciare dai fantasmi del passato.

Sì, il Vicenza è lì. Non abbiamo il loro budget, né uno stadio all’altezza, né tanti altri fattori a favore. Ma sappiamo cosa abbiamo? La forza del collettivo. Ed è proprio quel collettivo che va sostenuto fino alla morte, comunque e ovunque. Se poi il destino si metterà tra noi e il risultato, peggio per lui.

Il campionato finisce il 26 aprile, e fino ad allora tutto può succedere. Ma l’unico motto che deve restare integro fino alla fine è:

Il Padova siamo noi.

Filippo Tonello




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