«Quattro punti sono un vantaggio di un certo tipo, ma il calendario fino alla fine è un po’ meglio per il Vicenza: il Padova deve andare a Trieste, squadra che il Vicenza invece affronterà in casa e sappiamo quanto conta il Menti, e la Triestina può essere pericolosa. A Padova credo debbano essere molto bravi la società e il tecnico a cercare di trasmettere grande forza, grande sicurezza, grande fiducia, cose che rischiano di venire meno se prendi un gol a Salò al 97’. Secondo me il Vicenza è più forte del Padova per la rosa, perché ha praticamente due squadre di giocatori di valore che in qualsiasi altra sarebbero titolari: in un campionato lungo, con infortuni e squalifiche, è un valore aggiunto. Sono entrambe da promozione, con grande e smisurato affetto per Vicenza e con stima e ammirazione per il Padova: una invece andrà ai play-off, ed è una roulette che si vorrebbe evitare. I punti di forza del Padova? La linea verticale della squadra importante: Fortin in porta, Delli Carri in difesa, Crisetig in mezzo e davanti Spagnoli e Bortolussi, due giocatori con eguali e straordinari valori per la categoria. Lo sciopero del tifo? È una cosa che non capisco: mi sembra impossibile che non si riesca a mettersi intorno ad un tavolo a parlare nell’interesse comune, con disponibilità e una buona dose di umiltà da parte di tutti»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne del “Corriere del Veneto” da Sergio Gasparin, ex direttore generale e amministratore delegato del Vicenza.
