Un Padova stellare, una Serie B da raggiungere e un 2024 con tanti spunti

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Se ne va in archivio un 2024 che si è concluso come meglio non avrebbe potuto per il Padova. Cinquantaquattro punti, diciassette vittorie, tre pareggi, zero sconfitte in campionato. Gli unici due stop, indolori, in Coppa Italia a fine luglio col Cesena e col Caldiero, sempre in Coppa Italia, stavolta quella della terza serie, che alla società importava meno di zero. Un Padova stellare che, arrivato a questo punto del campionato, ha in mano il suo destino e deve combattere soprattutto con se stesso, perché ha fatto il vuoto sugli inseguitori. Le rimonte miracolose nel calcio accadono, basti ricordare quella della Cremonese sull’Alessandria che Giuseppe Pillon ha menzionato in un’intervista uscita in queste ore. Ma dovrebbe accadere un vero cataclisma per buttare a mare quanto fatto nel girone di andata. Bisognerebbe perdere lo scontro diretto a Vicenza, bisognerebbe perdere altre due volte con l’avversaria di sempre capace di vincere sempre. Non basterebbe ancora, perché servirebbe un’altra sconfitta e la contemporanea vittoria avversaria, oppure, in caso di arrivo a pari punti, servirebbe un ko con due gol di scarto al Menti, un ulteriore stop e un pareggio del Vicenza. Può accadere davvero tutto questo? Sì, certo, nessuno lo può escludere, ma le possibilità sono davvero minime. I tifosi, scottati da anni di insuccessi e di sconfitte al fotofinish, fanno gli scongiuri ed è comprensibile. Ma chiunque legga con un minimo di obiettività la stagione del Padova non può che concordare con quanto detto da Stefano Vecchi: “Il campionato adesso lo può perdere solo il Padova”.

Qual è stato, in questo quadro, il valore aggiunto di quest’anno rispetto allo scorso campionato? Senza dubbio Matteo Andreoletti, che è riuscito a far girare a mille la squadra senza rinforzi che abbiano fatto realmente la differenza. L’ha fatta in parte Mattia Fortin con un rendimento eccellente, ma non è che prima con Antonio Donnarumma il Padova in porta avesse lacune o zoppicasse, tant’è che il portiere campano è finito addirittura in Serie A a fare il terzo. Non l’ha fatta Alberto Spagnoli, arrivato al posto di Luca Zamparo: per lui due gol, di cui uno su rigore e un infortunio. Intendiamoci, non ha affatto giocato male, ma non è stato quel cavallo di razza che si sperava in estate, quando veniva da due anni superbi ad Ancona. Non l’ha fatta, la differenza, neppure Jeremie Broh, arrivato l’ultimo giorno di mercato e ceduto al Perugia appena quattro mesi dopo. Qual è stato, allora, il vero valore aggiunto biancoscudato? Senza alcun dubbio l’allenatore, una felice intuizione di Massimiliano Mirabelli. Dopo gli errori (gravi) dello scorso campionato, con l’insensato esonero di Torrente, l’eliminazione ai playoff del Vicenza sotto la guida di Massimo Oddo e le imbarazzanti fughe di fine campionato, quest’anno in tutta evidenza il ds ha imparato dagli errori fatti. Ha capito che cambiare troppo non serve, ha capito che serve il lavoro quotidiano per creare qualcosa di duraturo, non ha ancora capito fino in fondo che alla lunga non basta neppure tutto questo, ma serve anche capire la realtà in cui si opera e i tifosi non possono essere messi da parte come se non esistessero. Speriamo abbia capito che è inaccettabile nascondersi quando le cose non vanno bene, anzi è proprio in quei momenti che si vede il valore di un dirigente. E così sul mercato si è cercato di blindare i giocatori più forti che avevano  diverse richieste (Liguori, Bortolussi, Delli Carri, giusto per fare alcuni esempi), si è tentato un all-in stavolta seguendo la traccia della passata stagione. Crisetig, criticatissimo lo scorso anche da molti che di competenza calcistica ne hanno davvero poca, è stato uno dei fari di questa squadra. E’ stata necessaria una preparazione completa per rivederlo ai suoi fasti, non certo antichi e, no, non era venuto a Padova a svernare, come un’ampia vulgata sosteneva. Sono cresciuti giocatori che, per vari motivi, lo scorso anno non avevano inciso, come Perrotta, si è consacrato Delli Carri, splende Bortolussi che ha dimostrato ancora una volta di poter fare la differenza in Serie C.

C’è poi la questione tifosi. Una questione spinosa e di non facile risoluzione. Dietro alla protesta di ultras e Appartenenza Biancoscudata, c’è tutto quello che la società non è riuscita a fare fuori dal campo in questi sei anni di reggenza. Ossia quella di creare un’asse con i propri “clienti”, che sono il motivo per cui, poi, di fatto, esiste il mondo del calcio e il business che porta con sé. Padova non è una città semplice, le critiche abbondano, i riconoscimenti sono pochi e arrivano soltanto dopo aver toccato con mano risultati tangibili, ripetuti e non certo isolati. Ma personalmente non trovo nulla di scandaloso nella decisione della parte più numerosa della tifoseria di disertare l’Euganeo. E a chi sostiene che sia insensato criticare una società prima in classifica, dico di provare a mettere il naso fuori da Padova: magari a Roma, dove Lotito gira sotto scorta ed è contestato da anni eppure ha tenuto la Lazio sempre ad altissimi livelli, a Verona dove l’uscente Maurizio Setti è stato il presidente che ha tenuto il club in A per il maggior numero di campionati eppure a un certo punto doveva quasi aver paura a uscire di casa, a Torino dove Urbano Cairo è sepolto di critiche e di contestazioni eppure non è che il suo Torino stia facendo disastri stazionando stabilmente in A, a Udine dove persino Pozzo ha conosciuto la critica feroce e le contestazioni dopo 30 anni di A. Chi ancora non ha compreso i motivi della protesta è bene che si rilegga ancora i vari comunicati di ultras e di Appartenenza. Sono chiarissimi e, secondo me, largamente condivisibili. Soppesare le percentuali di quanto conti la questione Euganeo e quanto, invece, le mancanze della società all’interno delle scelte della tifoseria organizzata lo ritengo un esercizio abbastanza inutile. Non sempre sono stato d’accordo con le scelte di ultras e Appartenenza, ma stavolta li capisco benissimo e li appoggio. E’ normale che un proprietario che ha una squadra prima in classifica non venga mai a Padova e non dedichi neppure un mezzo pensiero su suoi social a quanto sta accadendo? E’ normale che diverse componenti di città e provincia abbiano voltato le spalle al club, motivando la propria opposizione con argomenti sacrosanti e che la colpa sia sempre di chi non capisce Oughourlian, Bianchi e Mirabelli? E’ normale che, a distanza di anni, si stia ancora qui a parlare di centro sportivo senza una vera volontà di strutturarsi e di creare valore al club? Magari a gran parte dei tifosi interesserà soltanto la promozione in Serie B e poco o nulla che la società non riesca a farsi amare, o a creare qualcosa di duraturo. Basterebbe, invece, a volte davvero poco, per cambiare la realtà e invece in tanti mesi non c’è mai stato un vero tentativo del club di provare a ricucire, se non il tentativo esterno di mediare da parte di chi cerca una soluzione, ma non la trova perché non c’è davvero la volontà di incontrarsi a metà strada per il bene del club. Si dirà: come si può ricucire contro chi chiede la tua uscita di scena? Per rispetto dell’ambiente in cui operi, tentare è doveroso, se poi non dovesse andare bene allora avresti comunque dimostrato di averci provato. Non è poco, non è banale. E’ questo che non ha ancora capito chi ha portato la squadra al primo posto in Serie C, con la prospettiva di una B davvero molto vicina, eppure viene a stento tollerato da gran parte dell’ambiente che lo circonda. Arriverà mai il momento di una svolta, così attesa, eppure oggi non ancora maturata dopo mesi da separati in casa? 




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About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

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