Umberto Germano ha parlato sulle colonne de Il Piccolo anche della sua passata militanza nel Padova: «Ci ho giocato tre anni e mezzo e sono tanti, normale che si sia creato un forte legame, cosa che sento anche di più quando torno a Vercelli dove sono stato sette anni. Restano partite un po’ particolari, anche se ormai sono abituato a giocare contro le ex squadre. Per due anni siamo arrivati secondi e in entrambe le stagioni siamo arrivati alla finale play-off, la prima persa all’ultimo rigore con l’Alessandria e la seconda con il Palermo. Due anni fantastici a livello di risultati ma con il rammarico della mancata promozione, in due stagioni abbiamo fatto 164 punti e non sono bastati per salire. Mi sono rifatto lo scorso anno con la Triestina, perché ottenere quella salvezza è stata come una promozione. Il Padova ha un’ottima struttura di squadra e ha fatto un campionato pazzesco, ma ha la sfortuna di trovare sempre qualcuno che fa un campionato allucinante come stavolta ha fatto il Mantova. Però penso che ultimamente il Vicenza stia meglio come squadra, anche se il Padova può sicuramente dire la sua. A Padova hanno sempre cambiato spesso anche quando si faceva bene, come è successo con Pavanel e Mandorlini. Non sono stati mandati via perché si perdeva, ma perché si voleva essere primi. In certe
piazze è così, bisogna solamente vincere. Non so se faranno tanti cambi o no, ma conosco tanti giocatori e chiunque giocherà sarà comunque all’altezza. Noi invece qualcosa ci giochiamo e vogliamo arrivare ai play-off nel migliore dei modi. Puntiamo ad arrivare il più in alto possibile: la nostra rosa è importante e la squadra è forte, dipende da quanto vogliamo fare e soprattutto se lo vogliamo fare tutti, se lo facciamo insomma da squadra unita. Anche perché dopo un anno così vogliamo chiudere. Ultimamente abbiamo avuto troppi alti e bassi, con belle vittorie e altre prove meno convincenti. Col Novara credo che abbiamo fatto una buona partita, ma abbiamo concesso due palle e hanno fatto due gol. Dobbiamo essere più quadrati come squadra e cercare di finalizzare un po’ di più».