Le prime parole societarie sono di Alessandra Bianchi, amministratore delegato biancoscudato, che parla ai microfoni di Telenuovo sui motivi dell’esonero di Torrente e il rientro di Massimo Oddo sulla panchina del Padova: «Oddo è stramotivato e il contratto di soli due mesi è indice della sua decisione. Perché ancora con Oddo dopo quasi due anni? All’epoca vennero fatte altre scelte, con una rosa che andava incontro ad una revisione economica, più giovane e con il monte ingaggio più basso. Probabilmente Oddo in quel momento non ha sentito quella sintonia necessaria per proseguire il suo percorso con noi. In tutti questi anni è sempre rimasta sintonia e rispetto. Il rapporto è sempre stato ottimo. Ci dispiace tanto perché con mister Torrente è stato fatto un ottimo percorso. Solo le ultime partite e il trend di questo periodo ci hanno portato a fare questa scelta. Chi ha chiamato Torrente? L’abbiamo chiamato io, Peghin e Mirabelli. Come ha reagito? Ci siamo spiegati e ci vedremo. Purtroppo nel calcio l’allenatore paga un po’ per tutti. Ha capito le nostre motivazioni ed ovviamente ci dispiace. È stata una decisione sofferta e presa in tempo breve. Oddo? L’ha chiamato Mirabelli. È stata una decisione veloce. Credo rappresenti la motivazione dei suoi prossimi due mesi. Cosa ha detto il proprietario? Ci siamo interrogati su questa tendenza e mancanza di reazione. L’unica soluzione ci è sembrato fare un cambio a livello di guida tecnica. Solo il campo dirà la bontà della scelta, ma noi abbiamo ritenuto opportuno agire anziché restare fermi. Il ritorno di Oddo? Penso volesse riannodare i fili con il passato. Noi ci proviamo fino all’ultimo, speriamo stavolta di avere un finale diverso. A Padova dobbiamo dimenticarci la legge di Murphy, consci che dobbiamo fare il doppio della fatica per maturare il risultato. Ieri sera abbiamo iniziato a riflettere, mettendo in fila le prestazioni dalla Giana in avanti sempre un po’ sottotono. Nella finale d’andata abbiamo tenuto la gara aperta e nel ritorno abbiamo sempre subito gol nel finale di tempo. La bacchetta magica non esiste e probabilmente la responsabilità non è solo del tecnico, ma abbiamo provato a dare una scossa all’intero ambiente».