Queste le dichiarazioni rilasciate ai canali ufficiali della Pergolettese dal tecnico Giovanni Mussa alla vigilia della partita di domani sera, ore 20:45, allo stadio Euganeo contro il Padova di Vincenzo Torrente, e a diversi giorni dal pareggio per 1-1 contro il Novara al Voltini di Crema: “E’ chiaro che la soddisfazione massima si ha solo quando si vince, però ci siamo detti che quando non si vince è giusto portare a casa il punto e non rischiare di rimanere a mani vuote come ci è capitato. Questo punto ci consente di rimanere fuori dalle sabbie mobili prima di affrontare le ultime partite. Quando una formazione ti affronta ed è dietro in classifica, e tu non riesci a vincere, con il pareggio la tieni dietro di te. Poi è chiaro che noi abbiamo una partita complicata giovedì, ma nel finale di stagione non esistono partite semplici. La serenità farà la differenza, la verità è questa. Bisogna sapere e essere consapevoli che fino all’ultima giornata non ci sarà niente di deciso. Sarà impossibile perché nell’arco di pochissimi punti, fino ai 40, ci sono otto nove squadre coinvolte. Per assurdo a 42 fai i playoff, quindi, ha poco senso parlare in questo momento di graduatoria. Bisogna fare il maggior numero di punti possibili in tutte le partite che mancano, rispetto all’avversario, alla condizione, alle situazioni che capitano. L’importante è rimanere tranquilli e sereni e avere ben chiaro quello che c’è da fare. Non deve mai mancare l’atteggiamento, non deve mai mancare il nostro coraggio, la battaglia. E poi alla fine tireremo una riga e vedremo se saremo stati sufficientemente bravi a essere salvi subito o se invece si dovrà giocarsi la permanenza in serie C nei playout. Quando una squadra perde, mediamente qualche problema ce l’ha: è inutile pensare che sia in un altro modo. Così come abbiamo affrontato l’Atalanta U23, reduce da una sconfitta, e dove tutti pensavano che saremmo stati la vittima di turno, così andremo a Padova con lo stesso spirito. Io mi aspetto che qualche problemino lo possano anche avere. Magari che abbiano un po’ la testa già rivolta alla finale di ritorno di Coppa. Noi cercheremo di essere competitivi, di fare una partita nella quale strappare dei punti da portare a casa, per noi fondamentali. Sappiamo benissimo che con un punto o con tre la nostra classifica cambia in modo importante. Andremo ad affrontare una squadra che sicuramente è più forte di noi, perché ha quasi il doppio dei nostri punti, è seconda in classifica, ma sul campo si parte dallo 0 a 0: noi ce la metteremo tutta. Non deve essere lo stadio a darci le motivazioni giuste, ma deve essere la nostra condizione di classifica. Ne abbiamo appena parlato poco fa coi ragazzi, ci siamo detti che in questo momento sul lato delle motivazioni tra noi e loro non deve esserci paragone. Loro sono secondi con otto punti di vantaggio sulla terza, noi abbiamo il fiato sul collo di quelle dietro, figurarsi chi deve provare a vincere la partita. Ma dobbiamo provare a farlo con la testa, con l’atteggiamento giusto: le nostre motivazioni devono sbranare le loro. Il Mantova si è rivelato fuori categoria. Si era visto abbastanza presto che sarebbe andata così. E’ per quello che dobbiamo valutare bene con chi abbiamo a che fare. Il Padova è una grandissima squadra, 66 punti in 33 partite sono un’enormità, però la affrontiamo in un momento nel quale, arrivano da una sconfitta e hanno la Coppa subito dopo. Noi nelle ultime due partite abbiamo fatto quattro punti. Tutto sommato diciamo che qualche valore si può livellare e ripeto, le motivazioni devono darci quella forza in più per poter andare a fare i punti. Qualcosina muoveremo perché abbiamo giocato quattro giorni fa, ma non più di tanto. Chiaramente Felicioli non può avere tantissimo tempo a disposizione nelle gambe, così come De Luca. Aucelli ha fatto qualcosina in più e qualche minuto in più lo può avere. Tutto questo ci deve dare la possibilità di poter variare nella mezz’ora, nei 40 minuti finale, che è mediamente dove si decidono le partite, e avere qualche alternativa in più. Ma io non lascio niente al caso. Studio quello che c’è da fare, studio la soluzione migliore per il Pergo e cerco di fare punti in tutti i modi possibili. I ragazzi sono estremamente applicati, si danno da fare e sanno benissimo che tutte le scelte che facciamo le condividiamo con loro stessi, e sono in virtù del fare il bene del Pergo”.
Foto: US Pergolettese 1932 Facebook