Si è conclusa la fase d’indagine su Pergolettese-Triestina, finita sotto la lente della Procura federale per presunte irregolarità. Niente archiviazione: la Procura proporrà il deferimento dei club interessati e dei tesserati coinvolti. La Triestina e il Piacenza sono chiamate in causa per responsabilità oggettiva, mentre i tesserati sono un dirigente alabardato senza deleghe e un giocatore del Piacenza. Sono coinvolti anche tre giocatori della Pergolettese. Secondo la Procura i tesserati di Triestina e Piacenza avrebbero violato principi di lealtà, correttezza e probità di cui all’art. 4 comma 2 del codice di giustizia sportiva. Niente illecito sportivo, dunque, ma un’accusa più leggera. La Triestina rischia alcuni punti di penalizzazione, ma potrebbe cavarsela in un eventuale appello con un’ammenda, visto il capo d’accusa. Secondo la ricostruzione della Procura, un dirigente della Triestina contattò per poi incontrare il mercoledì precedente a Pergolettese – Triestina per un aperitivo nel centro commerciale Famila di Crema un giocatore della Pergolettese, con cui i rapporti erano di amicizia di vecchia data. In un secondo momento il dirigente alabardato incontrò nel parcheggio del centro un altro calciatore della Pergolettese, sempre suo conoscente. La Procura ha stabilito che sono state chieste, da parte del dirigente, informazioni sulle condizioni dei giocatori e sulle loro motivazioni riguardo i play-off. Oltre a questo un giocatore del Piacenza inviò un messaggio vocale, rimasto senza risposta, a un terzo giocatore della Pergolettese per capire la motivazione della squadra sul raggiungimento dei play-off. Ma non basta. Il dg della Pergolettese Fogliazza come noto presentò un esposto alla Procura alla base dell’indagine, salvando il club Lombardo dall’accusa di responsabilità oggettiva.