Il Gazzettino in edicola oggi analizza il rendimento di Torrente sulla panchina del Padova: ” Non è un caso – scrive il quotidiano – la metamorfosi nelle venti partite di campionato della sua gestione coronate da trentasei punti (ventitré in diciotto gare in precedenza) che equivale alla media promozione di 1,8 a partita, molto simile all’andamento della neopromossa Feralpi Salò che di punti ne ha raccolti trentasette nello stesso numero di partite. In cinque occasioni il Padova ha segnato tre reti (Pro Patria, Novara, Albinoleffe, Lecco e Mantova) cosa che gli era riuscita solo una volta all’andata (Pro Patria) ed è stato il successo per 3-1 sul campo del Novara la chiave di svolta nel girone di ritorno perché da allora ha messo in saccoccia sette successi su dieci gare disponibili. Nelle quali anche la fase difensiva ha trovato una quadratura ottimale con quattro clean sheet (Arzignano, Pro Sesto, Sangiuliano e Trento) subendo otto reti contro le nove della prima decade targata Torrente. Appena due i passi falsi in venti giornate: nello scontro diretto con il Renate a cinque dalla fine e otto giornate prima all’Euganeo con la Pergolettese. Con la quale si è poi preso la rivincita nel primo turno dei play off, anche se al turno successivo è arrivata l’eliminazione con la Virtus Verona, complice uno svarione arbitrale in occasione della mancata concessione del rigore su Liguori sul punteggio di 0-0. Ma il merito di Torrente è stato anche quello di rigenerare alcuni giocatori, su tutti Radrezza: guarda caso il suo impiego in pianta stabile nelle ultime dieci partite di campionato (Arzignano a parte) è coinciso con il momento in cui la squadra ha cambiato passo dando quelle certezze in cabina di regia, soprattutto in termini di geometrie e tempi di gioco. E sotto la sua guida Bortolussi, dopo un primo periodo di ambientamento, si è sbloccato diventando il punto di riferimento tanto ricercato nel cuore dell’attacco”.