Una cosa è certa. Nessun tifoso, se dovesse ripetersi un campionato come quello che viaggia a grandi passi verso il tramonto della regular season, potrebbe accettare un altro anno come quello l’attuale. Il Padova 2022-2023 è lontanissimo parente della squadra che ha lottato per il primo posto nelle due stagioni precedenti, ha un seguito di tifosi sempre più ristretto e i rapporti fra sostenitori e società sono ai minimi termini. In pochi mesi si è passati dai 14mila spettatori di Padova – Palermo ai poco più di 2mila di Padova – Pro Sesto. Ed era prevedibile che fosse così, considerato il forte ridimensionamento avviato da Joseph Oughourlian nell’estate del 2022. Le ultime ore al quartier generale biancoscudato sono state agitate dalle dichiarazioni dell’ex presidente Roberto Bonetto, che ha spiegato per filo e per segno la sua versione dei fatti riguardo alla trattativa (ad ora fallita) per l’acquisto del 61% delle quote del Calcio Padova. Dichiarazioni dirette e per certi versi dure, i cui punti cardine possono essere riassunti così: 1) Bonetto aveva un progetto serio e preciso con un socio trevigiano per riprendersi la società, ma Oughourlian, se dobbiamo dar retta alle parole del patron durante l’ultima uscita padovana, evidentemente non lo ha ritenuto migliore del suo; 2) il Calcio Padova è in vendita; 3) le prospettive future sono a dir poco incerte.
Innanzitutto, smentendo tutti coloro che sostenevano che dietro Oughourlian ci fosse il nulla, ancora una volta si è dimostrato che alternative al finanziere franco – armeno ne esistono eccome. Due si sono palesate: la prima, Marino Molon, è evaporata come prevedibile nel giro di pochi giorni, la seconda (ben più seria) si è scontrata con la volontà del patron di non cedere, se non alle sue condizioni. Ce n’è forse una terza, con un fondo che appare e scompare dietro le quinte senza dare segnali tangibili di un cambio di passo. Ce ne sono altre più defilate, che per ora vanno definite soltanto come manifestazioni di interesse. Poi c’è una domanda che rimbalza: quello attuale è stato un anno buttato? Non è ancora il momento per una risposta definitiva, ma di sicuro i conti societari adesso sono sensibilmente migliori rispetto a dodici mesi fa e lo saranno ancor di più a giugno, quando scadranno tutta una serie di contratti (Monaco, Busellato, Ceravolo, Curcio su tutti) e di sicuro ci saranno tutte le premesse per poter ricostruire. Ma con chi al timone? E’ possibile immaginare un anno con lo stesso management, con le stesse criticità emerse nel corso della stagione, con una contestazione perenne da parte degli ultras (e non solo) per Massimiliano Mirabelli, con una spaccatura sempre più ampia fra il tifo organizzato e la società? Il ds ha un altro anno di contratto a cifre importanti, i rumors da Cesena ci sono stati e ci sono ma senza certezze che sfocino realmente in un cambio di casacca da parte del dirigente calabrese. Alessandra Bianchi, a sua volta, aveva fatto capire che la sua presidenza fosse “ad interim”. Se davvero Oughourlian rimarrà al timone investendo 4-5 milioni a stagione, crediamo che nel suo stesso interesse debba pensare profondamente a come ripresentarsi ai nastri di partenza, perché con l’attuale situazione la scollatura all’interno dell’ambiente sarebbe la premessa per un fallimento sportivo, se non certo, quantomeno molto probabile.
Per chiudere: esiste davvero questa terza opzione (estera?) per la cessione societaria? Le informazioni che circolano sono contrastanti e oggi, almeno io, non so dare una risposta precisa. Nel frattempo c’è un campionato da terminare il meglio possibile, una squadra che, ogni volta che ha un salto di qualità alla portata, fallisce costantemente, dei playoff da raggiungere, una tifoseria stanca e delusa, un ambiente diviso e in fibrillazione. Oughourlian rifletta con attenzione: ha davvero senso andare avanti così? A chi giova un Padova in un limbo di medio cabotaggio in Serie C, con ambizioni limitate, quasi azzerate? Un anno di transizione si può accettare, due no. Un rilancio ci deve per forza essere. Oughourlian lo deve prima di tutto a se stesso, a quello che rappresenta per il Millionarios, a quello che rappresenta per il Lens.