“Quando ti ritrovi lì sotto i valori scompaiono. Guardate la Triestina, può essere una squadra da ultimo posto? Quando si pensa esclusivamente a se stessi, nascono i problemi. Questi ragazzi sono troppo bravi ragazzi. C’è mancanza di personalità, la nostra squadra deve lavorare come gruppo, bisogna mettersi a disposizione dei compagni. A volte manca la “fame” di fare risultato. Il 90% delle colpe me le prendo io. Sapevamo che sarebbe stata un’annata un po’ particolare, ma non fino a questo punto. Ci sono state situazioni che ci hanno portato a questo. Non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo. Ci sono giocatori che hanno rifiutato due anni e mezzo di contratto, da luglio a gennaio c’è stata la volontà di alleggerire la squadra di alcuni contratti pesanti, ci siamo riusciti solo in parte ma non posso puntare la pistola alla tempia a un giocatore se non se ne vuole andare. Quando sono arrivato qui la situazione era ben diversa, ho accettato di fare due passi indietro con la prospettiva di poter rilanciare questo club nei prossimi anni. A luglio la situazione era più tragica di quello che potete pensare. Non abbiamo leader all’interno della squadra, dobbiamo puntare sul gruppo. I primi ad essere mortificati sono i giocatori. Per non avere queste mortificazioni dobbiamo pensarci prima. Dobbiamo portare la barca in porto. È molto pericoloso entrare nella tempesta perché non siamo abituati a governare la nave in queste acque. Il primo obiettivo è la salvezza”