«Torrente? É sempre stato un buon lavoratore. Ha già allenato in piazze importanti, non gli può fare paura allenare il Padova. Quando sono arrivato al Genoa c’era una situazione particolare: Torrente era il capitano della squadra e per scelte tecniche gli avevo dovuto dire che non faceva più parte di noi. Dopo qualche mese ci eravamo incontrati nuovamente per proporgli di allenare nel settore giovanile e poi quando c’è stato il cambio in prima squadra gli abbiamo affidato il gruppo con Lavezzini al suo fianco. Era agli inizi della sua nuova carriera e al di là dall’essere un veterano del Genoa, non è una piazza facile come non lo era la categoria. É cresciuto strada facendo ed è diventato un bravo allenatore: è una persona umile ma al tempo stesso ha personalità. Che idea mi sono fatto della squadra? Non penso che questo sia il suo vero valore, ossia a tre punti dai playoff e ad altrettanti dai playout: se una squadra dimostra di essere valida a inizio campionato mettendo in mostra un buon calcio anche con entusiasmo, non può improvvisamente diventare scarsa ed è questo che è difficile da comprendere soprattutto dall’esterno. Ci deve essere un motivo o è successo qualcosa»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Gazzettino” da Fabrizio De Poli, ex giocatore e ds del Padova.