«Piacenza-Padova? Credo sia una di quelle classiche partite-trappola: Piacenza è un campo ostico e credo che venderanno cara la pelle, sarà un ostacolo molto duro per il Padova. Caneo? Quando ho fatto il ritiro a Rivisondoli e ho capito le sue idee, ammetto di essere rimasto piacevolmente sorpreso. Attua il 3-4-2-1, modulo assai dispendioso e che chiaramente comporta dei rischi, con la difesa poco protetta, tuttavia è un gioco che alla lunga può pagare. I quattro che sono fuori lista andrebbero recuperati, perché sono bravi ragazzi e validi calciatori. Ci sono rimasto male dal momento in cui è andato via Sogliano. Con il direttore nuovo (Mirabelli, ndr) è cambiato qualcosa nei miei confronti, e non so sinceramente da cosa sia dipeso. Sono uno che si lega molto alle persone, però non è che andando via Sogliano avessi reso di meno. A Trieste, l’ultima del direttore varesino, disputai una buonissima partita, eppure con il nuovo ds è arrivato Dezi, ottimo giocatore per carità, e sono stato messo da parte. Nonostante avessi segnato 5 gol e fatto 3 assist. Le mie partite le ho giocate, alla fine avrei potuto dare di più, certo, ma ho sempre fatto il mio dovere. A Padova sono e rimarrò legato, non è vero che avessi puntato i piedi come ha sostenuto qualcuno, anzi ho rinunciato persino allo stipendio di luglio. Ma certo che se si chiedono per me 100 mila euro di cartellino…»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Mattino di Padova” da Simone Della Latta, doppio ex di Piacenza e Padova.