«Ho un grande rimpianto: non essere riuscito a portare il Padova in B. Perché credo che, fra le due finali perse, sia stata quella con l’Alessandria a lasciare davvero l’amaro in bocca. Era in quell’occasione che avremmo dovuto far nostro il risultato. Costruimmo almeno tre palle gol nitide per segnare e non riuscimmo a colpire. È un peccato, perché perdemmo all’ultimo rigore, una beffa atroce difficile da cancellare. Per quanto mi riguarda, sono rimasto molto legato a Padova, come piazza, come città, come ambiente e come tifo. Sarà un piacere ritrovarci ancora una volta da avversari. Le cosiddette piccole squadre sono una maledizione per il Biancoscudo: noi non perdemmo mai con un passivo simile a quello di domenica scorsa, ma qualche punto fondamentale lo lasciammo per strada. Per vincere queste partite serve essere lucidi e avere l’atteggiamento giusto. Se sbagli l’approccio in C ti sbranano, anche quelle che sulla carta sono inferiori a te. Saranno arrabbiatissimi dopo quanto accaduto domenica scorsa: avrei preferito non affrontarli in una circostanza simile».