Arlind Ajeti è uno dei giocatori più rimpianti del vecchio corso biancoscudato. Proprio Ajeti fu autore del gol della vittoria in Pergolettese -Padova 0-1 del primo febbraio scorso: “Quel gol me lo ricordo ancora – racconta il difensore del Pordenone a Padovagoal -vincemmo una partita difficile che poteva essere sbloccata solo su calcio da fermo. Penso che il Padova domenica troverà le stesse difficoltà, è un avversario ostico da superare”. Sull’addio ai biancoscudati per la prima volta Ajeti racconta la sua versione: “Ci eravamo parlati alla fine della passata stagione – spiega – ma non siamo riusciti a metterci d’accordo. A Padova ero stato benissimo. Potevo tornare in Albania, avevo due offerte importanti, ma ho scelto il Pordenone perché ho parlato con Di Carlo e mi ha convinto sulla bontà del progetto. Mi dispiace aver saltato la partita col Padova, ma allo stesso tempo sono felice di essermi riconquistato la Nazionale”. Sulla finale di Palermo, saltata per squalifica da Ajeti, il difensore neroverde ha le idee chiare: “All’andata non avevamo giocato affatto male – ricorda – perdemmo per un errore difensivo e per quel salvataggio sulla linea su Chiricò che ancor oggi rimane molto dubbio. Al ritorno non c’ero per squalifica, ma secondo me abbiamo pagato il fatto di giocare davanti a 35mila spettatori. Il Palermo era abituato, noi no e questo ha fatto la differenza”. L’intervista completa ad Arlind Ajeti domani sul Corriere del Veneto