«Sono felicissimo di questo inizio, abbiamo fatto davvero bene in queste ultime partite e mi fa piacere aver dato il mio contributo. A Padova sono rinato e non potevo andarmene da qui, per questo ho voluto fortemente rimanere. Considero questa città e questa non un punto di partenza, ma uno di arrivo. L’anno scorso mi sono ripreso e ho chiuso bene, sarebbe stato troppo facile salutare tutti e andarmene. Non l’ho voluto fare, perché devo completare un lavoro qui a Padova. L’anno scorso non ce l’abbiamo fatta per un nonnulla, quest’anno ragioniamo partita dopo partita, alla ricerca dei giusti equilibri. Fa piacere che si sia ricreato entusiasmo in città, ma non abbiamo ancora fatto nulla. La parata più difficile finora? Quella su Pinato del Pordenone, anche perché eravamo in pieno recupero e prendere gol in quell’occasione avrebbe significato pareggiare la partita. Ma ci metto anche quella su Ferrari con il Vicenza: era un tiro difficilissimo da parare, perché sarebbe finito all’incrocio dei pali nonostante fosse stato scagliato da lontanissimo. Caneo? Sta facendo un grande lavoro, in lui rivedo Gasperini, che ebbi come allenatore a Genova. Con lui possiamo fare grandi cose, ma per ora teniamo un profilo basso senza esaltarci troppo»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne del “Corriere del Veneto” da Antonio Donnarumma, portiere del Padova.