«Ho un entusiasmo incredibile: questa è la mia prima opportunità da preparatore atletico principale, una grandissima responsabilità che ho accolto con molto orgoglio e altrettanta motivazione. Quando sono entrato nel Padova, la squadra per cui ho sempre tifato, era questo il mio sogno. Ora che l’ho coronato, vorrei dedicarlo a Dino Bellini, al quale mi legano tanti ricordi delle scorse stagioni. Innanzitutto porto il cuore padovano, che spero mi possa permettere di dare qualcosa in più. Mi sento pronto perché negli anni ho arricchito il mio bagaglio tramite il lavoro ma anche lo studio. Il ritiro di Rivisondoli? Mi sono sintonizzato subito con mister Caneo che pretende alta intensità anche negli allenamenti. Siamo soddisfatti di queste due settimane, anche perché non abbiamo avuto nessun infortunio serio. Solo qualche piccolo acciacco risolvibile in tre o quattro giorni. Mister Caneo pretende che la squadra vada a seimila all’ora e le partite devono essere lo specchio degli allenamenti. Il suo modo di allenare agevola il mio lavoro perché i ragazzi vanno ad alta intensità anche quando svolgono gli esercizi tattici. Cosa cambia rispetto allo scorso anno? A livello di preparazione non cambia molto: anche Oddo chiedeva intensità ma forse Caneo ne vuole ancora di più. Chi mi ha sorpreso maggiormente? Non conoscevo Franchini e avendo un occhio di riguardo per i mediani ho scoperto un calciatore molto bravo a unire qualità a quantità. I vari Piovanello, Vasic, Cabianca e Biancon, poi, sono tornati molto più pronti e maturi»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Mattino di Padova” da Matteo Zambello, nuovo preparatore atletico del Padova.