«Vedo qualche analogia tra il 2012 e oggi? Sicuramente sì. Chi mi aveva preceduto aveva speso tantissimo. Ci fu una riduzione dei costi, una contrazione degli investimenti e del budget. Fummo costretti a scegliere giocatori giovani, ma che avrebbero avuto un grande futuro. Ricordo, per esempio, Babacar, Farias e Silvestri, tanto per fare degli esempi. Io sono stato a Padova sia da giocatore che da dirigente. La piazza di Padova non è stupida. È chiaro che deve lottare per vincere il campionato, ma se parli chiaro, ti aiuta. E quell’anno fu così. Partimmo a fari spenti e facemmo un buon girone d’andata, ma il problema fu la scelta errata dell’allenatore Pea, visto che alla lunga i nodi vennero al pettine. Cosa farà il Padova nel prossimo campionato? Io credo che possa ugualmente competere per il traguardo massimo. Perché parliamoci chiaro, non puoi pensare a Padova di accontentarti di arrivare sesto, è un dovere provare ad arrivare primi. Poi ci si può riuscire come no. Le rivali più accreditate per la vittoria finale? Se la composizione sarà quella consueta, penso che le favorite potrebbero essere Vicenza e Pordenone»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne del “Corriere del Veneto” da Fabrizio Salvatori, ex direttore sportivo del Padova.