«La scelta del direttore Mirabelli è stata legittima per quello che è il suo ruolo, ma è ovvio che dal mio punto di vista non l’abbia accettata. Per quello che stavo facendo in quel momento non lo meritavo. Sogliano? Il suo esonero mi è dispiaciuto moltissimo considerato il rapporto che ci lega e il momento nel quale eravamo dopo le vittorie di Catanzaro in Coppa Italia e di Trieste in campionato. In quel periodo abbiamo avuto tante trasferte e abbiamo comunque fatto punti, ecco perché contavamo molto dopo Trento nelle tre partite casalinghe di fila per recuperare terreno sul Sudtirol. L’esonero di Sean è stato molto destabilizzante, questo è pacifico. Sono comunque orgoglioso del mio percorso in una piazza importante, bella e stimolante come Padova: mi sembra di essere stato disponibile con tutti e di avere retto bene l’urto. Sono contento per moltissimi aspetti: avrei voluto vincere, questo è fuori dubbio. Considerando come avevo preso la squadra dopo l’enorme delusione dell’anno precedente e il grande lavoro psicologico fatto in ritiro, non era scontato iniziare il campionato con sei vittorie di fila ed essere primi in classifica dopo dieci giornate. Questo aspetto non è stato considerato da nessuno, ma me lo tengo per me come un’ottima fase del lavoro svolto. Poi si può sempre fare meglio, ma 59 punti in ventisette gare rappresentano una media importante per giunta con una finale di Coppa centrata. Il tutto di fronte a una rivale che ha fatto un campionato straordinario, però ce la potevamo giocare sino alla fine. Caneo? Abbiamo fatto il master per allenatore insieme. È una bravissima persona e ha l’esperienza giusta per lavorare a Padova, per cui gli auguro ogni bene»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Gazzettino” da Massimo Pavanel, ex allenatore del Padova.