«La finale persa con il Cesena? Il dispiacere è forte, più che altro per i ragazzi: li ho visti davvero affranti dopo un’annata splendida che avrebbero meritato di concludere con un successo. Purtroppo siamo arrivati un po’ stanchi all’appuntamento finale ma ce la siamo giocata ad armi pari contro un grande avversario. Se in semifinale contro l’Avellino siamo stati un po’ timorosi, nell’ultima gara contro il Cesena ci abbiamo creduto fino alla fine senza mai mollare. Negli ultimi cinque minuti i miei non hanno mai buttato un pallone in avanti a caso ma hanno sempre provato a giocare, costruendo due buone opportunità e questo mi ha reso molto orgoglioso. Una sconfitta può essere più utile di un successo. Può far capire a questi ragazzi che già dall’anno prossimo servirà andare anche oltre sé stessi per centrare un traguardo. È una lezione che permetterà loro di crescere molto. La prima squadra può ripartire dai giovani? Certo, e lo dicono i numeri: la Primavera è stata promossa, l’Under 17 è arrivata in finale, l’Under 16 in semifinale. A Padova il materiale c’è. Bisogna avere il coraggio e la forza di fare determinate scelte che non sono semplici, richiedono pazienza, ma possono portare ai risultati».