Queste le dichiarazioni di Silvio Baldini alla vigilia di Padova – Palermo: “Io sapevo già a dicembre che il destino mi aveva dato una possibilità. Ora io so solo che questa è un’occasione da non perdere. Non giocarsela per quello che tu credi di valere sarebbe un’occasione persa. Dobbiamo vivere queste due partite come se avessimo già vinto. Quanto è importante questa partita nell’ottica dei 180 minuti? Io so solo che questa è un’occasione da non perdere. Non giocarsela per quello che tu credi di valere sarebbe un’occasione persa. Il nostro entusiasmo non deve fermarsi di fronte all’avversario: faremo degli accorgimenti tattici, ma non significa che giocheremo sulla difensiva. Io penso già che domenica sera il Palermo vincerà. Floriano e Accardi? Entrambi stanno bene, stasera faremo una rifinitura ma niente di particolare (quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto). Io so cosa questi ragazzi mi possono dare: ho le idee chiare. Per fare risultato bisogna andare oltre l’allenamento e tutto. Anzi mi gratifica il fatto che i giocatori vogliono lavorare sempre di più per esprimere loro stessi. Dobbiamo giocarcela a viso aperto. E so che questo dipenderà da noi. Vedete? Anche questa mia tosse è il segno dell’adrenalina per questa partita. I ragazzi hanno voluto lavorare anche più di altre volte, anche per scaricare la tensione in questa attesa. Dall’Oglio? Non esistono gerarchie, esiste solo chi ti dà di più in quel momento: io devo valutare tutti e il lavoro del campo, la “gerarchia” lo determina l’allenamento e le condizioni giornaliere. Io voglio vedere gente che ha fame e che vuole contribuire alla causa del Palermo. Io devo scegliere, ovviamente sarà importante non sbagliare le scelte. Ma sono tutti in forma. Soleri in prestito dal Padova? Non c’ho neanche pensato, è un ragazzo straordinario e adesso questo non gli interessa. Sono sicurissimo che darà il 100%, non si farà condizionare da questa situazione sono convinto che è un giocatore che il Palermo non deve perdere. Il Padova? In passato avevo detto che era meglio incontrare una squadra difficile al fine di migliorarsi… e alla fine abbiamo incontrato tutte le squadre più forti. Anche stavolta andremo a giocarcela, sapendo che abbiamo un’occasione. Io non ho paura, ma il mio non è un modo di fare il gradasso: semplicemente voglio giocarmela, voglio pensare che dobbiamo fare le cose giuste. Pronostici degli addetti ai lavori? Se io mi mettessi a ragionare su questo metterei meno energie nel dare il mio meglio per questa squadra. Il Padova l’abbiamo studiato e sappiamo che è una squadra forte, ma noi ce la siamo giocata con tutte. Se il campo dirà che loro sono stati più bravi lo accetteremo, ma – come ho detto ai ragazzi – dobbiamo vivere queste due partite come se avessimo già vinto; perché abbiamo fatto un percorso che ci ha permesso di esprimerci in questo modo. Cosa mi potrà mai succedere se non ho alcun rimpianto? Non è presunzione, semplicemente vogliamo essere noi i più bravi, senza mai mancare di rispetto ovviamente. I ragazzi stessi hanno capito che è nel lavoro quotidiano che c’è la crescita. Domani partita chiave? Si vede che non mi avete ascoltato. Ripeto: non dobbiamo farci condizionare da niente, dobbiamo essere noi stessi. Dobbiamo fare risultato, ma voglio che i giocatori esprimano la loro libertà, gioia e dimensione. Senza pensare a nulla. Abbiamo provato tante cose, sappiamo tutto del Padova (e viceversa). Io non posso aver paura. Il campo dirà se avremo vinto o meno, ma io in questo momento sento l’adrenalina di poter dare una gioia a questo popolo. Non sono il tipo che specula su un risultato. Io sono sempre lo stesso di 20 anni fa a Chievo. Io voglio solo che i miei giocatori siano felici di giocare una finale e di rappresentare un pubblico e una città intera. Situazione diffidati limite inconscio? Se me ne accorgo, quel giocatore non gioca la finale. Dobbiamo giocare con la fiducia di essere i più forti, sapendo che in questi mesi questa squadra ha condiviso difficoltà e gioie come una famiglia. Un legame con Oddo? Io sono io, semplicemente ho grandissimo rispetto di chi mi trovo davanti. Il calcio non è la carriera, è l’adrenalina di aspettare con gioia questo momento. Io dò al campo delle cose, perché mi aspetto che poi il campo possa darmi indietro emozioni. Voglio vivere il campo per cercare e trovare me stesso. L’espressione del mio lavoro deve essere questo. Io cerco quella magia, quel vento in cui c’è il passato, il presente e il futuro. Il 23 dicembre mi hanno chiamato e il 24 ho firmato. E io sapevo già che il destino mi aveva dato una possibilità. Questa era la mia possibilità. E non mi sono mai nascosto: ai giocatori dicevo che se fossi riuscito a entrare nel loro cuore, sarebbero state delle persone migliori. Ora è il momento di raggiungere il nostro sogno. Io quando son venuto qui ho avuto fede, dentro di me sapevo che potevamo raddrizzare la situazione. Se non ci credi, non può succederà”
Fonte: stadio news