Non ci sono ancora verdetti definitivi, ma della nuova gestione Mirabelli – Oddo cominciano a intravedersi segnali chiari. Di quello che potrebbe essere da qui a fine stagione, con o senza i playoff. Il neo direttore sportivo, chiamato al capezzale del Padova a mercato di gennaio in corso, in una settimana ha ottenuto due grandi risultati. Ha venduto al Sassuolo Luca Moro (che dopo la cessione, va sottolineato, praticamente ha smesso di segnare) al doppio (fra bonus e futura rivendita) rispetto a quanto aveva pattuito il suo predecessore Sean Sogliano, ha fatto incassare alla società di Joseph Oughourlian una cifra record per la Serie C, ha acquistato un signor centrocampista come Jacopo Dezi, ha sistemato diverse cose all’interno dello spogliatoio. E ha rischiato in prima persona con una mossa apparentemente azzardata, sostituendo Massimo Pavanel, 59 punti e quattro mesi senza sconfitte oltre che una finale di Coppa Italia in cassaforte, con Massimo Oddo.
La piazza aveva accolto in maniera piuttosto fredda non tanto l’esonero, quanto piuttosto la scelta del suo successore e invece in cinque partite Oddo ha fatto quello che gli era stato chiesto, centrando tutti gli obiettivi. Né più né meno. Ha vinto sempre in campionato, ha pareggiato l’andata della finale di Coppa Italia contro il Südtirol, ha migliorato parzialmente la qualità del gioco, ha dato una nuova impronta al gruppo, ha alzato i ritmi di lavoro, anche a costo di fare i conti con diversi infortuni. La squadra, in tutta evidenza, lo segue. Perché non si rimonta due volte, come avvenuto contro Albinoleffe e Juventus Under 23, se non c’è un piano chiaro da seguire. Non tutto luccica, come dimostrato dalla vittoria faticosissima col Mantova, ma Oddo era chiamato a una missione difficilissima, quasi ai confini dell’impossibile: vincere tutte le dieci partite della sua gestione, nessuna esclusa. Per ora ne ha vinte la metà, ne restano altre cinque. Se riuscisse nell’impresa il Padova toccherebbe quota 90 punti, che potrebbero incredibilmente non bastare per la promozione diretta.
Ma è già pronto il piano B. Non appena dovesse esaurirsi la speranza di agganciare il primo posto, è già allestita una tabella di lavoro mirata per preparare i playoff. Ci sono alcuni giocatori da recuperare perché sono fuori per infortunio, altri che non hanno la condizione migliore (Cissé), altri che vanno rivitalizzati dal punto di vista tecnico (Nicastro), altri ancora che stanno rendendo al di sotto delle attese (Chiricò), ma che potrebbero essere decisivi nel momento topico della stagione. I difetti di questa squadra sono arcinoti (pochi corridori in rosa, troppi che portano la palla e rallentano la manovra, un’età media avanzata), i rimedi per farla rendere al massimo sono sul tavolo. Un altro potrebbe giungere proprio in extremis, con nuova la curva a bordocampo dell’Euganeo che sta imboccando il rettilineo finale dopo indicibili difficoltà dovute a molteplici fattori e che rappresenta un’ulteriore arma sulla strada della promozione. Un’offensiva a tutto campo, quella del Padova, che non deve lasciarsi sfuggire un patron come raramente se ne sono visti a queste latitudini. Joseph Oughourlian, giura chi gli sta vicino, pensa in grande e vuole riportare questa squadra nel calcio che conta. Ha già fatto centro con il Lens, vuole il bis nella città del Santo. Dopo tutti gli sforzi fatti, merita di riuscirci. E il nuovo binomio tecnico-dirigenziale salito sul ponte di comando potrebbe essere la carta vincente per sognare ancora.