“Un altro pareggio in trasferta che lascia dietro di sè una scia di delusione, un’altra prestazione tutt’altro che esaltante, un’altra occasione gettata al vento per ridurre a tre lunghezze il distacco dall’imbattuto Sudtirol, costretto allo stop a causa del Covid. Il Padova (raggiunto al secondo posto dal Renate, prossimo avversario martedì all’Euganeo) conferma anche nella tana della Virtus Verona i suoi attuali disagi a livello tecnico e psicologico, tanto che lo 0-0 finale sta forse un po’ stretto ai padroni di casa per occasioni e gioco. Rare le occasioni in cui la squadra è riuscita a rendersi pericolosa di fronte a un avversario che per tutta la durata della gara ha dimostrato di avere più dinamismo, idee e organizzazione. Pavanel le ha provate tutte, sia nella scelta degli interpreti (assente Ronaldo per squalifica, all’inizio ha rinunciato anche a Chiricò) e sia a livello tattico, per scardinare i piani di Gigi Fresco ma il suo piano-partita non è mai decollato. Inevitabile a questo punto farsi una domanda: le colpe di questa evidente flessione sono dell’allenatore che non riesce a trasmettere i suoi principi alla squadra oppure è un problema di giocatori, magari sopravvalutati a livello di personalità e qualità? Trovare una risposta e correre subito ai ripari è la missione che deve avere in questo momento la proprietà. Senza farsi trascinare da alibi e letture distorte”: questo l’incipit dell’analisi di Virtus Verona-Padova apparsa sulle colonne de “Il Gazzettino”.
Le pagelle Biancoscudate (Gazzettino): Donnarumma 7; Kirwan 5 (Curcio 6), Pelagatti 6, Monaco 6, Gasbarro 6; Germano 5.5 (Chiricò 5.5), Saber 5.5 (Settembrini sv), Della Latta 5; Jelenic 5.5, Ceravolo 5 (Nicastro sv), Cissé 5.5 (Biasci 6).