In un’intervista rilasciata a Giulio Pavan di Trivenetogoal, Matteo Rubin, autore del rigore decisivo di ieri nella finale di ritorno per la promozione Alessandria – Padova, ha spiegato alcuni dettagli sorprendenti, almeno secondo la sua testimonianza, di quanto avvenuto sul campo: “Sicuramente le individualità del Padova era messo molto bene: la qualità di Chiricò, Halfredsson e Ronaldo non si discute, noi arrivavamo da un supplementare della partita precedente e ieri è stata tosta. Avrò fatto dieci km di riscaldamento e gli ultimi due minuti il mister mi ha chiesto se me la sentissi di entrare per battere l’ultimo rigore, io non potevo dirgli di no e sono entrato. E’ stata dura: potevo entrare nella gloria o andare sotto terra perché era tutto nelle mie mani e posso dire che sono stato anche fortunato. Il Padova ha sbagliato un bel po’ di gol e dei giocatori così non possono farlo. Inoltre mi sono sembrati scollegati e si insultavano tra di loro e questo ci ha dato coraggio perché abbiamo capito che non tutti remavano dalla stessa parte. Poi Mandorlini ci ha messo del suo togliendo Chiricò, che era quello che stava meglio”.