Prima di vincere tutto con la Juventus, Angelo Di Livio ha vestito per tre anni e mezzo la maglia del Padova, facendosi le ossa in Serie B per poi prepararsi al grande salto con i bianconeri. La formazione biancoscudata vuole tornare in cadetteria ed è certamente fra le favorite dei playoff, avendo già ipotecato il passaggio alla Final Four con il successo per 3-1 sul Renate. Il “soldatino” – come era definito dai suoi ex compagni e tifosi – ha detto la sua sul cammino del Padova, intervistato per la rubrica “Voci illustri” nell’ambito della partnership fra Eleven Sports e TuttoC.com.
“La vittoria contro il Renate è la dimostrazione di grande valore a livello tecnico e tattico, ma anche fisico. L’errore da non commettere adesso – ammonisce Di Livio – è quello di sentirsi i più forti, come avvenuto, secondo me, nella parte finale di stagione, in cui il Perugia non ha mollato di un centimetro ed è riuscita a regalarsi una promozione straordinaria. Mandorlini è un grande allenatore, che ha vissuto importanti stagioni in Serie A. Questo non è per lui il momento di pensare al prossimo anno, bensì serve continuare ad allenare la squadra ancora con grande intensità ed attenzione”.
Di Livio ha scalato le serie step-by-step, partendo proprio dalla Serie C con Reggiana e Nocerina, prima di vestire per due anni e mezzo la maglia del Perugia in C1 e – come detto – passare al Padova in B. Proprio queste due squadre si sono contese, fino all’ultima giornata, la promozione diretta nel girone B: “Le porto entrambe nel cuore, sono due squadre a cui sono affezionato in maniera straordinaria. E’ grazie a queste due piazze se ho avuto la possibilità di arrivare in alto, fino alla Juventus e poi anche alla Nazionale”.