La tradizione calcistica veneta è senza dubbio una delle più importanti dell’Italia. È in questa regione, infatti, che sono nate le carriere di alcuni calciatori che hanno fatto la storia del campionato tricolore e anche della nazionale stessa. A cominciare da Roberto Baggio, nato a Caldogno nel 1967 e resosi famoso fin da minorenne con la maglia del Vicenza, società che puntò subito su di lui. Se pensiamo però alla realtà padovana, colui che più di ogni altro ha dato lustro alla maglia biancoscudata, sebbene poi sia dovuto partire molto presto, è stato Alessandro Del Piero. Nato a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso, nel 1974, fin da piccolo aveva giocato come attaccante nel club locale di San Vendemiano, prima di essere adocchiato proprio dai talent scout del Padova, i quali lo portarono al club euganeo nel 1988, all’età di soli 14 anni.
Dopo essere stato aggregato alla prima squadra nel 1992, quando ancora doveva compiere i 18 anni d’età, il fantasista di Conegliano segnò il suo primo goal da professionista in Serie B pochi giorni dopo essere diventato maggiorenne. Da quel momento in poi la sua carriera avrebbe avuto un balzo in avanti importantissimo, dato che dopo varie partite nella serie cadetta a interessarsi a lui fu nientemeno che la Juventus. Il feeling tra Del Piero e la Vecchia Signora fu immediato. Approdato a Torino nell’estate del ’93 per cinque miliardi delle vecchie lire, il giovane Alex confessò di essere felicissimo di aver firmato il suo primo vero contratto da calciatore con la squadra per la quale aveva fatto sempre il tifo. Era l’inizio di un amore assoluto per un calciatore dal talento puro che da quel momento in poi avrebbe giocato solamente per la Juventus. Uno dei primi momenti nei quali l’Italia intera si rese conto delle sue qualità eccelse fu senza dubbio quando con un suo goal al volo permise alla squadra bianconera di culminare una spettacolare rimonta contro la Fiorentina sotto la pioggia.
Prima ancora di aver compiuto i vent’anni d’età, Del Piero aveva fatto capire a tutti di essere un predestinato, anche con la maglia dell’Italia under 21, oggi una delle outsider secondo le quote delle scommesse sportive relative proprio all’europeo di categoria. Seconda punta dalle caratteristiche tecniche squisite, l’ex del Padova venne designato come l’erede ufficiale di Baggio alla Juventus, il tutto dopo aver imparato molto da lui. Una volta ereditata la maglia numero 10 bianconera e dopo aver ricevuto l’investitura dallo storico presidente Gianni Agnelli, che lo nominò Pinturicchio per il suo talento artistico, Del Piero divenne davvero il simbolo della Juve che aveva ripreso a vincere in Italia dopo un’astinenza di quasi dieci anni. Il suo contributo a livello offensivo fu assoluto, soprattutto nella stagione 1997-98, quando prima del mondiale di Francia realizzò 21 gol, suo record di sempre eguagliato nell’annata 2007-08, portando i bianconeri al trionfo in campionato.
Del Piero, che in occasione del ritorno del Padova in Serie B rivelò essere contentissimo per la sua ex squadra, dovette però far fronte a un brutto infortunio al ginocchio che lo avrebbe tenuto fermo per un po’ a cavallo degli anni 2000. Il suo ritorno ad alti livelli fu lento, ma dopo tre stagioni a rilento nell’estate del 2001 l’ex euganeo riprese a giocare come sapeva. I suoi goal a giro da sinistra divennero un suo marchio di fabbrica, e nonostante la mancata conquista della Champions League Pinturicchio risultò decisivo nella spedizione italiana ai mondiali di Germania 2006. Autore del 2-0 in semifinale sui tedeschi e deciso nell’esecuzione di uno dei rigori della finale contro la Francia, Del Piero avrebbe coronato il suo percorso da Padova a Berlino con la conquista del mondiale.