Dopo la generazione che arrivò all’apice con la vittoria dei Campionati del Mondo di Germania del 2006, per anni il nostro calcio non è riuscito a produrre talenti in grado di riportare in alto il nome della nostra Nazionale. Vuoi per i maggiori investimenti nei settori giovanili, vuoi per la difficile situazione economica che ha spinto molti club a valorizzare i giovani della primavera, vuoi per un pizzico di fortuna, negli ultimi anni stiamo tornando a sfornare talenti e quest’oggi ci soffermeremo su quelli che popolano il centrocampo azzurro, di gran lunga il reparto più interessante della nostra Nazionale.
Nicolò Barella, Lorenzo Pellegrini e Manuel Locatelli
Il principale merito di questa crescita esponenziale dei nostri ragazzi è di Roberto Mancini, che ha avuto il coraggio di ripartire da zero dopo l’esperienza con Gian Piero Ventura dando fiducia ai tanti giovani che nel frattempo stavano iniziando a mettersi in luce con le rispettive squadre di club. Se Lorenzo Pellegrini, dopo gli ottimi anni a Sassuolo sotto la guida di Eusebio Di Francesco, è riuscito a confermarsi ad altissimi livelli anche con la maglia della sua Roma, Nicolò Barella sta dimostrando il suo talento anche con la maglia dell’Inter, di cui è ormai diventato uno dei pilastri. Nell’ultima partita di Champions League vinta per 3-2 in esterna sul campo del Mönchengladbach, Barella è stato uno dei migliori in campo grazie alla sua straordinaria capacità di abbinare al moto perpetuo una qualità rara nel panorama calcistico mondiale. Se possibile, però, il giocatore che sta sorprendendo maggiormente, sia con la maglia della squadra di club, sia con quella azzurra, è Manuel Locatelli. Cresciuto nelle giovanili del Milan, dove ha esordito ancora minorenne, Manuel aveva già lasciato intravedere le sue capacità, ma in quel di Milanello aveva finito per perdersi. Poi è arrivata la chiamata del Sassuolo che ha creduto in lui e l’ha messo in condizione di esprimersi al meglio sotto la guida di un maestro di calcio come De Zerbi. Locatelli ha ripagato la fiducia a suon di prestazioni sontuose e oggi, a soli 22 anni, è uno dei leader tecnici ed emotivi dei neroverdi, che sono tra le possibili rivelazioni per la qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League. L’Italia, seppur tra mille difficoltà e con un colpevole ritardo rispetto al resto d’Europa, sta riuscendo ad adottare un sistema per certi versi molti simile a quello della Premier League, campionato in cui al 7 di dicembre, secondo le scommesse sulla Premier League di Betway, a quota 1,70, il Liverpool di Jürgen Klopp è nuovamente favorito per la vittoria del campionato dopo il successo ottenuto l’anno passato.
Mattia Zaccagni, Nicolò Zaniolo e Federico Chiesa
Un altro giocatore che si sta mettendo in evidenza a suon di prestazioni sontuose, premiate con la convocazione di Roberto Mancini, è uno dei talenti più sottovalutati del nostro calcio: Mattia Zaccagni. Zaccagni è una mezzala, un trequartista, una seconda punta, capace di fare tutto ciò che potrebbe essere richiesto a un centrocampista, dall’interdizione, al passaggio decisivo, al goal. Con il suo Verona, e sotto la sapiente guida di un allenatore esperto come Jurić, Zaccagni sta facendo vedere di che pasta è fatto e ha attirato su di sé le attenzioni di tanti top team d’Italia e d’Europa. A oggi, la squadra che sembra più avanti nelle trattative è l’Inter di Antonio Conte, con la società di proprietà del gruppo Suning che è in cerca di un sostituito del partente Eriksen che con ogni probabilità lascerà Milano già a partire da questa sessione invernale di mercato. Ci sono poi Nicolò Zaniolo e Federico Chiesa che però, per motivi completamente diversi tra loro, non sono ancora riusciti a trovare la continuità di rendimento richiesta per il salto di qualità. Mentre Zaniolo continua a essere martoriato dagli infortuni al ginocchio, Chiesa pare aver accusato un po’ troppo le polemiche seguite al suo passaggio dalla Fiorentina alla Juventus e non è ancora riuscito a inserirsi appieno nei meccanismi della squadra di Andrea Pirlo. L’ottima prestazione in Champions League contro la Dinamo Kiev, condita dal primo goal con la maglia bianconera, potrebbe tuttavia essere ricordata come il punto di svolta dell’esperienza di Chiesa alla Juve e l’augurio è che il figlio di Enrico possa iniziare a diventare determinante anche con la maglia della Nazionale Maggiore.
Dopo anni di buio, il calcio italiano torna finalmente a veder brillare la luce dei propri ragazzi e non vediamo l’ora di scoprire cosa riuscirà a fare questa generazione di talenti.