Feralpisalò-Padova, Pavanel: “In biancoscudato non ho dato quello che avrei voluto: forte l’amore dei tifosi”

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Ricordi. Intrecci. Sguardi. Esempi. E voglia di vincere. Massimo Pavanel si affaccia alla bifora con vista sul passato. Prima la Triestina, battuta 2-1. “Amo Trieste, ma il mio lavoro è questo”. Domenica ecco il Padova: ultima squadra professionistica della carriera del Pavanel calciatore. “Potevo fare meglio. Ma ho grandi ricordi della piazza”. Ora allenata da Mandorlini. Ds Sogliano. Entrambi al Verona quando Pavanel era sulla panchina della Primavera gialloblù.

“Sogliano e Gatti mi hanno voluto a Verona, dove ho incontrato Mandorlini e ho potuto ammirarne il lavoro da vicino e ammirarne le capacità e quanto ha lasciato come uomo e come mister – ha detto Pavanel ai microfoni di Sky Sport, durante lo spazio dedicato alla Lega Pro, “Area C“. Nel petto e in panchina mi porto tanto. Dopo 5 anni è inevitabile, soprattutto a Verona che è straordinaria per come vive il calcio e per quello che dà a chi appartiene all’Hellas. Lo sa bene anche Mandorlini…”.

Che ora siede sulla panchina del Padova. E domenica sarà a Salò.

“A Padova ho fatto una piccola parte a fine carriera con Beruatto in panchina e Di Marzio Ds. Non ho dato quello che avrei voluto, volevo dare di più da calciatore. Mi è rimasta però l’idea di quanto sia forte l’amore per il Padova dei tifosi, si respira la storia.”

“A Trieste, Padova e Verona respiri storia e calcio e farne parte, seppur in maniera differente, ti fa sentire orgoglioso e ti fa capire di aver lasciato un piccolo segno in questo lavoro”.




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