Queste le dichiarazioni di Felipe Curcio rilasciate oggi alla Guizza. È la prima volta che il brasiliano parla dal suo arrivo a Padova: “Sono arrivato la sera prima e la mattina dopo ho parlato con l’allenatore e gli ho dato la mia disponibilità. La bella vittoria che è arrivata fa piacere, abbiamo fatto sei punti in cinque giorni. A Fermo c’era un campo piccolo e l’importante era conquistare il bottino pieno. Bifulco l’uno contro uno lo sa fare bene, mi sono trovato subito bene con lui. Ha fatto due gol e spero che arrivi in doppia cifra. La trattativa è nata due giorni prima della chiusura e mi è stato detto che sarei potuto rimanere fuori lista. Il direttore mi ha convinto, ho saputo anche come giocava l’allenatore e ho deciso di venire qui. La volontà è quella di rimanere nella parte alta della classifica, sono venuto per dare una mano, ma so che è un campionato difficile e serve l’approccio giusto in ogni partita che si affronta. Mia madre è brasiliana, mio nonno è calabrese e nel dopoguerra si è trasferito con la famiglia. Conosco tutti i parenti, sono grato anche per l’accoglienza che ho ricevuto. All’inizio non parlavo italiano, grazie a loro per quello che mi hanno dato. Tante squadre cambiate? Sono successe delle cose che mi hanno obbligato a cambiare. Sono venuto carico e per fare una bella stagione. Spero di vincere e di fermarmi qui il più a lungo possibile. Quando mi è arrivata la richiesta del Padova, devo ammetterlo, ci ho pensato un po’ perché non è facile scendere di categoria. Devo affrontare l’impegno nel modo giusto, sono convinto che possiamo fare veramente bene. A Salerno non ero contento, qui sono felice e mi sono adattato subito. L’approccio alla gara è determinante, dipende tutto da come ti avvicini all’impegno. Sappiamo di avere una buona squadra e serve la fame di vincere. Mi piace Marcelo e la cattiveria di Alex Sandro, in Brasile ci sono tanti terzini forti. Mi piace giocare e spingere tanto provando l’uno contro uno. Sono qui anche per il modulo di Mandorlini, lui ama giocare a calcio. Ho fatto il settore giovanile all’Atletico Paranense, non mi hanno voluto rinnovare il contratto e ho deciso di seguire il sogno di mio nonno che voleva che giocassi in Italia. Ronaldo e Jefferson mi hanno fatto subito sentire a casa