Perché il Padova, dopo un precampionato più che dignitoso e con diversi spunti positivi, ha perso con l’Imolese? Cosa non va in questa squadra? Perché il campionato è partito così male? Interrogativi che si susseguono fra i tifosi dopo il ko interno con l’Imolese, che ha subito spento la positività che si era creata dopo la buona prestazione con la Lazio, la vittoria con la Reggiana e quella con il Breno in Coppa Italia. Personalmente ne aggiungo un altro. Per quale motivo domenica non si sono fatti entrare mille tifosi allo stadio, pur avendone la possibilità? E’ stato spiegato che c’era troppo poco tempo dopo la revoca dello sciopero, ma la giustificazione non regge. Per nulla. Si potevano mettere in vendita i biglietti a inizio settimana, a costo di rischiare eventuali procedure di rimborso. Il pubblico, anche se poco, è un’arma in più, questo è bene sottolinearlo e valeva la pena rischiare. Sabato ho assistito a Venezia – Vicenza, c’erano meno di 600 persone al Penzo, ma è bastato quello per creare un’atmosfera ben diversa dalla desolazione di una partita senza spettatori.
Passiamo all’aspetto tecnico. Ecco l’analisi, schietta come sempre, di come sta la squadra. In difesa l’organico è completo e di qualità, sia sugli esterni che nel reparto centrali. A centrocampo qualche criticità c’è. Ci sono tanti piedi buoni, ma in C serve chi corre e chi fa cambiare passo alla squadra e uno fra Saber e Buglio in campo ci deve stare. Hallfredsson e Matteo Mandorlini insieme non possono giocare, almeno in questo momento della preparazione. Quindi, Ronaldo mezzala può anche essere una buona idea, ma gli va affiancata un’altra mezzala di corsa. Questo mi sembra lapalissiano e lo pensavo già prima della partita con l’Imolese, figuriamoci dopo.
In attacco acquisterei un’altra prima punta e un esterno, che può benissimo essere Bifulco. C’è un problema evidente (non è l’unico), che si chiama Nicastro. E’ un ottimo giocatore, ma fu preso a gennaio quando ancora c’era Sullo in panchina per fare la seconda punta, nel 4-3-3 di Mandorlini fatica tantissimo ad adattarsi. Non ricordo una partita convincente dal cambio di modulo da parte sua. Se si gioca con il 4-3-3 servono ali vere, anche a costo di compiere qualche sacrificio e di sconfessare qualche scelta. Un esterno non lo può essere Santini e non lo può essere neppure Soleri. C’è ancora tempo. Meglio ora, quando si può, piuttosto che accorgersene a ottobre, quando i correttivi non sono possibili. Quest’anno il pubblico sarà più critico, i tifosi saranno meno disposti a perdonare. Non è facile ricreare consenso, ma il consenso può arrivare solo con i risultati. Il 5 ottobre chiude il mercato e questa settimana sarà molto importante per quello che accadrà nel campionato appena cominciato. L’augurio è che i segnali siano arrivati, forti e chiari.