Durante il programma “Taca La Marca” in onda su Radio Musica Television è intervenuto Goran Vlaovic, ex attaccante croato di Padova e Valencia, il quale si è soffermato sulle sue esperienze passate e su tanti altri temi, ecco quanto emerso:
La quarantena: “È stato un periodo duro, soprattutto per gli sportivi, l’assenza del calcio fa stare male. La situazione sembra che almeno stia migliorando, tra una settimana in Croazia si giocherà la coppa mentre tra quattordici giorni dovrebbe ripartire il campionato”.
Esperienza Padova: “Non è vero che ho rifiutato l’Ajax, c’era stato un invito da parte del club olandese per andare lì, all’epoca militavo nella Dinamo Zagabria, ma poi la stagione successiva mi sono trasferito al Padova. Parliamo di un’esperienza importante della mia vita, che ho apprezzato davvero tanto, quelle due stagioni con la maglia del Padova rimarranno impresse sempre nel mio cuore.”
La prima stagione in Italia: “La prima stagione a Padova fu davvero dura, visto che la squadra non aveva esperienza in Serie A, pertanto non era facile allestire una compagine forte capace di salvarsi. Lo spareggio con Genoa fu una partita fantastica che rimarrà per sempre nel cuore dei padovani. Giocai una delle mie migliori partite segnando un gol in sforbiciata”.
Il mancato trasferimento al Napoli: “Sono passati tanti anni da quell’episodio, all’epoca ero giovanissimo per prendere la giusta decisione. Fui convocato in Nazionale per Euro ‘96, quel periodo fu molto complicato per me visto che non sapevo cosa fare, ed inoltre intorno a quell’operazione vi erano troppe persone. Sono sempre stato un ammiratore del Napoli sin dai tempi di Maradona, che era un idolo per tantissimi tifosi, mi sarebbe sempre piaciuto approdare all’ombra del Vesuvio, ma alla fine non ci sono riuscito. Nonostante il passaggio al Valencia forse diciamo che un rimpianto c’è di non aver giocato con la maglia del Napoli.”
Mancanza di centravanti croati: “Il calcio è cambiato e ci sono squadre che giocano senza una punta e non hanno problemi nel segnare. Ricordo ai miei tempi che
gli allenatori ci dicevano che per segnare e per difendere c’era bisogno di tutti gli undici che scendevano in campo. In questo momento la Croazia ha calciatori molto forti soprattutto a centrocampo e non abbiamo problemi nel trovare la via del gol sebbene non ci sia un cannoniere”.
La Croazia del ‘98: “È stato un periodo in cui la Croazia ha fatto vedere a tutto il mondo che avevamo una buona nazionale. Dopo il ’98 c’è stato un ricambio generazionale senza grandi risultati, ma poi ci siamo ripresi e due anni fa abbiamo giocato un mondiale fenomenale”.
Ranieri: “Durante la mia esperienza al Valencia insieme vincemmo la Copa del Rey, nella sua ultima partita prima proprio di trasferirsi all’Atletico Madrid.
Questo tecnico ha realizzato una grande carriera coronata dal successo in Premier League con il Leicester”.
Gol al Padova: “Il gol contro il Genoa nello scontro salvezza fu molto importante. Nel primo anno mi mancava giocare con continuità, dopo quella partita mi sentivo di essere un titolare a tutti gli effetti”.
Giovani da consigliare: “Ce ne sono tanti, sebbene sia un procuratore mi considero più un consigliere, condividendo la mia esperienza e soprattutto cercando di fare capire ai ragazzi che non è necessario affrettare i tempi. Prima di provare un’esperienza all’estero, bisogna riuscire ad imporsi nel proprio paese per poi successivamente affermarsi in Europa come uno dei migliori al mondo.”