Il calcio italiano vorrebbe cambiare pelle e l’occasione la dà proprio l’emergenza coronavirus. Ed è in primis Gabriele Gravina a spingere per le riforme, dopo aver battuto con insistenza la strada della ripresa dei campionati. La volontà del numero uno della Federcalcio, ora, è quella di rendere il sistema calcio più sostenibile, riducendo il numero di squadre partecipanti. “Il Giornale” svela il piano di Gravina: 60 società professionistiche divise in parti uguali tra serie A (20), serie B (20) e Serie C (girone unico da 20) più eventuali due gironi semiprofessionisti, una sorta di ex C2 riveduta e corretta. Servirebbe una legge che rimetta in vigore proprio lo status di semi-professionista. La Serie D non sarebbe cancellata ma – si legge – bisognerebbe tener conto delle numerose cancellazioni derivanti dai nefasti effetti del virus.