«È una punizione divina perché l’uomo sta facendo le cose sbagliate sulla terra. Quando finirà dovremo essere persone migliori». Karamoko Cherif, centrocampista Biancoscudato in prestito all’Adriese, conclude con questo suo pensiero sul Coronavirus la sua intervista su “Il Mattino di Padova”. Ma prima di farlo regala molti altri spunti. Partendo da come passa la sua quarantena («Sono sempre rimasto in casa, vivo ancora dietro Prato della Valle nell’alloggio che ci ha messo a disposizione la Cooperativa assieme agli altri profughi. In questi mesi avrei dovuto sostenere l’udienza per ottenere il permesso di soggiorno, ma è stata rinviata. Così resto in casa e mi alleno duro») e passando per gli elogi a Sullo e Boscolo Meneguolo: «Sullo è una brava persona, non l’ho mai visto arrabbiato, aveva sempre il sorriso e trattava tutti allo stesso modo. Il presidente mi chiama sempre, anche in questo periodo mi dice come comportarmi. Per me è come un tutore, gli voglio bene». Chiudendo col suo sogno: «La serie A. Intanto punto a restare in Biancoscudato. Padova è la mia città, mi trovo benissimo e il momento più emozionante l’ho vissuto dalla panchina quando abbiamo vinto il derby a Vicenza».