Emil, purtroppo il tuo è stato un viaggio a vuoto, alla fine i playoff di qualificazione agli Europei sono stati rinviati a giugno…
Purtroppo si. Ho voluto rispondere alla chiamata perché la mia federazione al tempo era convinta che si giocasse e quindi volevo farmi trovare pronto, pur sapendo che sarei stato sottoposto a quarantena.
Quando hai viaggiato hai dovuto sottostare a delle misure di sicurezza particolari?
No, sono stato fortunato perché sono partito il giorno prima del lockdown. Poi siamo stati qui in quarantena siamo sempre stati bene. La federazione all’inizio era preoccupata che non riuscissimo ad arrivare, ma chiaramente ora la situazione è cambiata. Giustissimo rinviare gli Europei e sulle nostre due partite è difficile fare una previsione, aspettiamo e preghiamo che la situazione nel mondo migliori.
Ti ha pesato questo isolamento forzato?
Sinceramente no perché con me c’è anche la mia famiglia e ci godiamo un po’ di tempo tutti insieme. Poi qui ho il tapis roulant, la ciclette e altre cose che mi permettono di allenarmi per mantenere la forma fisica. Fra due giorni potrò uscire di casa per correre.
In Islanda com’è la situazione?
Ancora abbastanza buona secondo me. Abbiamo circa 400 casi ma solo 9 sono in ospedale, c’è però preoccupazione, il governo ha già iniziato a chiudere alcuni cose più o meno come è stato in Italia e sta prendendo precauzioni. La gente sta passando molto più tempo in casa, anche se non c’è quarantena.
Ti senti più tranquillo ad essere lì?
Mah, forse si più che altro perché qui posso allenarmi, mentre a Padova non potrei. Tra un paio di giorni potrei anche uscire per correre e questo per me è importante. Poi ho qui la mia famiglia, mia mamma, i fratelli e le sorelle, in questo momento delicato è importante averli vicini.
Come è vista lì la situazione italiana?
Da noi si parla della situazione in Italia come una delle situazioni più gravi in Europa. Siamo dispiaciuti e aspettiamo tutti novità positive dall’Italia, gli islandesi vogliono bene agli italiani!
Per il tifosi del Padova la buona notizia potrebbe essere che, spostandosi l’Europeo di un anno, potresti avere le motivazioni per rimanere un altro anno a Padova.
Più che a quando torneremo a giocare, sto pensando più a quello che sta succedendo nel mondo, alla gente che sta male. E’ giusto che si torni a pensare al calcio, ma dopo che abbiamo risolto questa situazione con il virus. E’ questo il problema principale, è come guerra nel mondo. Quando sarà finita tornerà il calcio. Il tempo che ho passato a Padova l’ho passato con piacere. Mi trovo bene e mi piacerebbe aiutare la squadre a salire in serie B, ma direi che con questa situazione è proprio presto per parlarne.
Hai un messaggio per i tifosi padovani?
Spero che stiano bene e che stiano passando questo tempo nella maniera migliore possibile. Torneremo alla normalità e credo che forse apprezzeremo di più la normale vita di tutti i giorni, quando tutto questo sarà finito.