Mister Mandorlini, personalmente come sta vivendo l’emergenza Coronavirus?
“La percezione è che ci sia un po’ di confusione, la situazione e le misure cambiano di giorno in giorno. Viviamo tutti sul chi va là, un po’ alla giornata. L’isolamento e i pochi contatti personali fanno sembrare irreale tutta questa situazione che invece è molto seria. È importante che tutti facciano il massimo per contenere il problema”.
Dove starà per il prossimi giorni e come pensa di passarli?
“Adesso sono a Padova come tutta la squadra, non sono tornato a casa. Con la mia famiglia ci sentiamo spesso, spero di vederli presto e nel frattempo utilizziamo il telefono per vederci e sentirci”.
La prossima settimana la squadra ricomincerà ad allenarsi, anche se c’è più di qualche dubbio su quando riprenderà il campionato, continuare ad allenarsi serve anche a dare un parvenza di normalità a questa situazione?
“Per creare una tabella di allenamento è essenziale stabilire comunque degli obiettivi. Bisogna essere consapevoli che prima o poi le cose torneranno alla normalità e per noi sarà importante farci trovare pronti per tornare a fare punti e risalire la classifica. Sono pensieri lontani, certo, ma ci sono”.
È difficile programmare il lavoro atletico con questa incertezza?
“Abbiamo lavorato molto nelle scorse settimane, anche in funzione delle partite che poi non abbiamo potuto giocare. Stavamo lavorando nella maniera giusta e le sensazioni erano positive, ma il riscontro più importante ce lo doveva dare la sfida con l’Arzignano. Adesso possiamo staccare qualche giorno senza avere il problema di perdere la forma fisica. Certo, abbiamo dovuto rimodulare il programma, ma questo vale per tutti. Quando torneremo a competere, vincerà chi sarà più bravo a ricomporre velocemente tutte le componenti che servono, non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello tecnico e tattico”.
Che tipo di programma avete dato ai giocatori per i prossimi giorni?
“Purtroppo i giocatori possono fare poco da casa. Sarà più importante ritrovare la serenità rispetto alla situazione generale. Anche se è la nostra vita, è giusto che per ora il calcio passi in secondo piano”.
Come state vendendo i giocatori? Vi hanno espresso perplessità o timori?
“Ci siamo parlati anche oggi, loro come tutti noi sono preoccupati per la loro salute, per quella delle loro famiglie e per la gente di Padova e d’Italia. Anche negli allenamenti si vede, si è cercato di tenere alta l’attenzione ma oggettivamente è molto, molto difficile. I pensieri si vedono, si possono quasi toccare con mano. Anche per questo, è giusto fermarsi”.
Per quella che è la tua impressione i campionati verranno conclusi oppure si chiuderà tutto in anticipo?
“Personalmente penso che come serie C abbiamo più spazio di manovra e perciò mi auguro che prima o poi si possa riprendere e terminare regolarmente il campionato. Nel frattempo restiamo alla finestra, ma ripeto che è giusto così. Per tutti, è più importante risolvere la situazione legata al virus”.
Sarebbe favorevole a fine campionato in giugno?
“Mi piacerebbe che si potesse finire ma ripeto, non è detto e non deve essere una priorità. Dobbiamo uscire da questa pandemia”.
C’è qualcuno delle persone che conosce che ha preso il virus?
“No, nessuno”.