Vicenza, non chiamatele riserve: quando la panchina diventa decisiva

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Non chiamatele riserve, questo è quello che si può dire dei giocatori del Lane che stanno facendo avanzare il club di Renzo Rosso nella Coppa Italia di Lega Pro. I risultati ottenuti fino a questo momento evidenziano che Di Carlo può contare su delle alternative in grado di rilevare coloro che abitualmente giocano dal primo minuto. È il caso dei difensori Pasini e Bizzotto che lo scorso anno formavano la coppia titolare di difensori centrali e quest’anno sono spesso in panchina per Cappelletti e Padella. Rimanendo nella retroguardia Bianchi e Liviero costituiscono un altro esempio di opzioni di lusso: il primo è ormai un veterano della squadra biancorossa, mentre il secondo ha dimostrato d’ essere un esterno che può spingere come pochi nella categoria. A centrocampo Emmanuello deve ancora mettere in mostra la qualità per le quali in passato veniva considerato una promessa, ma contro la Triestina ha lasciato intravedere spunti interessanti, così come il sin qui oggetto misterioso Scoppa, arrivato a Vicenza con ambizioni importanti, ma subito relegato in panchina. Chi invece non ha bisogno di presentazioni sono Zonta e Zarpellon, i due giovani provenienti dal vivaio del Bassano sono infatti pronti per un ruolo da protagonisti. Anche l’attacco non è esente da soluzioni differenti a seconda dell’avversario di turno: contro gli alabardati il tecnico di Cassino ha lasciato a riposo il solo Marotta, e Guerra grazie ad un prezioso assist di Saraniti, ha messo a segno il gol del ko. Una rosa ampia, completa e di qualità, questo è ciò che i biancorossi possono disporre per provare a centrare l’obiettivo dichiarato ad inizio stagione.




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