Questo Padova è solido come la roccia. Sembra vetro inscalfibile, antisfondamento, quello che neppure se ci provi con la testa d’ariete lo butti giù. Quanto siano state importanti le ultime operazioni di mercato degli ultimi giorni lo si è visto, almeno per il 50%, in Padova-Cesena. Dove Davide Buglio non ha fatto minimamente avvertire l’assenza di un top come Luca Castiglia in mezzo al campo finché è rimasto sul prato dell’Euganeo. Il suo innesto, come quello di Massimiliano Pesenti, che ancora non si è potuto vedere all’opera a causa di un problema agli adduttori, sono quei ritocchi che trasformano una squadra buona in una squadra potenzialmente da primato e certamente almeno da podio. E in grado di giocarsela per il traguardo massimo. Di solito uno degli aspetti che fa la differenza in un campionato come quello di Serie C è l’ampiezza della rosa. E lo si è visto ieri sera. Buglio ha saputo garantire copertura, ha tenuto palla “nascondendola” agli avversari in un paio di occasioni scabrose, si è mosso egregiamente accanto a due primattori come Germano e Ronaldo. Il brasiliano ha giocato una partita eccezionale, sostenuto e con le spalle coperte proprio dalle due mezzali, permettendosi di guerreggiare in avanti entrando in tutte le occasioni da gol del Padova. Questo mancava alla squadra, ossia un giocatore in grado di fare le due fasi, un quarto titolare a tutti gli effetti allo stesso livello e con caratteristiche diverse e complementari ai primi tre della lista.
E quanto sia difficile scegliere per Salvatore Sullo lo si è visto anche mercoledì. Quando Edoardo Soleri è entrato come un caterpillar in questo Padova. Con un minutaggio ridottissimo, ha già segnato due gol, ha servito un assist magnifico a Bunino, ha garantito copertura, ha gestito palloni difficili. Insomma, tenerlo fuori adesso sarà davvero complicato per Sullo. A voler cercare il pelo nell’uovo, sinora a un Padova eccellente che mette insieme cinque vittorie su sei raccogliendo sedici punti su diciotto con quattro clean sheet consecutivi e che blinda un primo posto che non fa una grinza, è mancata soltanto un po’ di profondità offensiva: quella che non riescono a garantire né Santini né Mokulu. Santini fa tutto bene spesso fino alla trequarti, ma a volte gli manca il killer instinct e non a caso nelle ultime quattro partite non ha mai segnato. Mokulu fisicamente è dominante, per la squadra fa un gran lavoro, ma dopo sei giornate è a quota zero gol e qualcosa significherà pure. Gli riesce difficile pure tirare in porta, probabilmente in parte anche per i movimenti e i compiti che Sullo gli ha affidato. In definitiva, la profondità e la capacità di attaccare gli spazi che prima non c’erano in rosa dovrebbero essere “coperti” sulla carta da Pesenti, ma anche Soleri ha lanciato segnali precisi alla concorrenza interna e pure al campionato e a Fermo creerà il primo piacevole problema a Sullo: confermarlo premiandone il gol segnato in 53 minuti oltre che l’ottima prestazione, oppure dare fiducia a Mokulu? Un altro che ha potenzialità enormi è Bunino, che dopo il gol di Pesaro ha dato l’impressione di non essere ancora ai suoi livelli massimi col Cesena. Se esploderà o meno dipenderà solo da lui.
La difesa come previsto sin da subito è un bunker e può permettersi di tenere fuori tre titolari come Andelkovic, Capelli e Cherubin. Lovato è un portento, Pelagatti è partito maluccio, ma col Cesena ha annullato Zecca ed è stato perfetto e pure a Pesaro se l’era cavata bene, Kresic imposta e limita al minimo gli errori. In questo quadro Sullo, che ha forgiato un gruppo vero osservandone le mosse da una prospettiva esterna, per ora ha ragione su tutta la linea e ha spazzato via lo scetticismo (per certi versi comprensibile, visto che non c’erano precedenti in base al quale decriptarne o provare a immaginarne il valore come head coach) che ne aveva circondato l’arrivo. Curioso, poi, che il suo ingaggio sia coinciso con la volontà di Massimo Pavanel di rimanere a Trieste. Uno strano intreccio del destino, quello andato in scena in estate, a maggior ragione dopo l’esonero di Pavanel dopo appena cinque giornate di campionato. A volte si dice che si chiude una porta e si apre un portone. La certezza che siamo di fronte a uno di quei casi ancora non c’è, ma qualche indizio pesante che possa andare davvero così è arrivato eccome. Oltre che la certezza (questa sì, sin dall’inizio) che il Padova abbia le potenzialità per giocarsela (per il primato) fino alla fine. Comunque vada a finire