La società Luparense FC è lieta di ufficializzare l’arrivo in squadra di Simone Salviato, difensore di grande esperienza e qualità classe 1987, con un curriculum che lo ha visto giocare ad alti livelli in Serie B (Mantova, Livorno, Pescara e Bari) ed in Lega Pro (Padova e L.R. Vicenza). Il giocatore è già a disposizione dell’allenatore Matteo Centurioni.
Benvenuto Simone! Spiegaci la scelta di abbracciare il progetto della Luparense.
Tutto è nato circa una settimana fa, mentre io stavo prendendo in considerazione due richieste della Serie C ed una richiesta della Serie A iraniana, per la squadra allenata da Stramaccioni. Io, però, ho una bimba di 4 mesi e dovevo fare una scelta ben precisa. La Serie C era quella che mi dava più garanzie, sarei rimasto tra i professionisti, però nel momento in cui mi ha chiamato la Luparense non ho avuto dubbi: conosco la società, nel Padovano è una di quelle più sane e, dunque, non ho dovuto pensarci e ho optato subito per questa soluzione. E’ stata una scelta facile, se mi avesse chiamato qualsiasi altra squadra dilettantistica probabilmente avrei rifiutato ed avrei aspettato una chiamata dalla Serie C.
Tutto è nato circa una settimana fa, mentre io stavo prendendo in considerazione due richieste della Serie C ed una richiesta della Serie A iraniana, per la squadra allenata da Stramaccioni. Io, però, ho una bimba di 4 mesi e dovevo fare una scelta ben precisa. La Serie C era quella che mi dava più garanzie, sarei rimasto tra i professionisti, però nel momento in cui mi ha chiamato la Luparense non ho avuto dubbi: conosco la società, nel Padovano è una di quelle più sane e, dunque, non ho dovuto pensarci e ho optato subito per questa soluzione. E’ stata una scelta facile, se mi avesse chiamato qualsiasi altra squadra dilettantistica probabilmente avrei rifiutato ed avrei aspettato una chiamata dalla Serie C.
Cosa ti aspetti da quest’esperienza, sia a livello di squadra che personale?
Sicuramente mi aspetto un campionato ai vertici, questo è poco ma sicuro. Ho avuto sempre la fortuna di giocare per vincere e la soddisfazione di aver vinto tre campionati, quindi so cosa vuol dire, capisco le aspettative della società e gli obiettivi che un giocatore si deve dare. Già conosco alcuni dei miei compagni, che vedrò oggi. Alcuni giocavano con me a Padova e Dario Venitucci era con me a Mantova in Serie B. Io voglio rimettermi in gioco: nell’ultimo anno, devo dirlo con franchezza, ho avuto degli intoppi a livello fisico, che fortunatamente ho risolto. “Oggi sono pronto per investire tutto su di me”: queste sono le parole che ho detto al Presidente. Faccio questa scelta perché voglio tornare tra i professionisti e voglio farlo al più presto con questa maglia.
Sicuramente mi aspetto un campionato ai vertici, questo è poco ma sicuro. Ho avuto sempre la fortuna di giocare per vincere e la soddisfazione di aver vinto tre campionati, quindi so cosa vuol dire, capisco le aspettative della società e gli obiettivi che un giocatore si deve dare. Già conosco alcuni dei miei compagni, che vedrò oggi. Alcuni giocavano con me a Padova e Dario Venitucci era con me a Mantova in Serie B. Io voglio rimettermi in gioco: nell’ultimo anno, devo dirlo con franchezza, ho avuto degli intoppi a livello fisico, che fortunatamente ho risolto. “Oggi sono pronto per investire tutto su di me”: queste sono le parole che ho detto al Presidente. Faccio questa scelta perché voglio tornare tra i professionisti e voglio farlo al più presto con questa maglia.
Quali sono le tappe della tua carriera che ti hanno segnato maggiormente?
Sicuramente in positivo mi ha segnato la vittoria del campionato di Serie B col Livorno. In negativo, invece, mi ha segnato sempre a Livorno, la morte di Piermario Morosini, avvenuta mentre ero in campo con lui. Altra tappa che mi ha segnato in positivo è la vittoria del campionato due anni fa (dalla C alla B) col Padova, la squadra della mia città.
Sicuramente in positivo mi ha segnato la vittoria del campionato di Serie B col Livorno. In negativo, invece, mi ha segnato sempre a Livorno, la morte di Piermario Morosini, avvenuta mentre ero in campo con lui. Altra tappa che mi ha segnato in positivo è la vittoria del campionato due anni fa (dalla C alla B) col Padova, la squadra della mia città.
La società Luparense FC comunica contestualmente l’entrata in organico di Matteo Nichele come nuovo Responsabile dell’Area Tecnica.
Matteo, ci racconti le tappe principali della tua carriera?
Sono partito, come tutti i bambini, dalla squadra del mio paese, il Cassola, poi sono passato nel Settore Giovanile del Vicenza, dove ho fatto tutta la trafila fino agli Allievi Nazionali. Da qui sono andato in Prima Squadra, in Eccellenza, a Bessica, dove sono rimasto un anno. Poi il Bassano mi ha comprato e sono rimasto per quattro anni di Interegionale, poi sono passato in Serie C e ho fatto otto anni da professionista. Sono tornato in Serie D e ho concluso la carriera a Treviso due anni fa. Durante questo percorso sono riuscito a vincere una Coppa Italia di Serie C, tre campionati di SerieD ed uno scudetto di Serie D. Una particolarità della mia carriera da calciatore è quella di aver giocato in tutte le province del Veneto (tranne Verona). Ho avuto due parentesi fuori regione, una a Piacenza ed una a Grosseto. Terminata la carriera da calciatore volevo rimanere in campo ed il Vicenza mi aveva proposto di allenare una squadra di ragazzini, gli Under 13. Questo ho fatto fino alla chiamata del Presidente Stefano Zarattini, che stava cercando una figura la quale facesse da raccordo tra lui, la società e la Prima Squadra e che desse una mano nelle analisi sotto il piano tecnico.
Sono partito, come tutti i bambini, dalla squadra del mio paese, il Cassola, poi sono passato nel Settore Giovanile del Vicenza, dove ho fatto tutta la trafila fino agli Allievi Nazionali. Da qui sono andato in Prima Squadra, in Eccellenza, a Bessica, dove sono rimasto un anno. Poi il Bassano mi ha comprato e sono rimasto per quattro anni di Interegionale, poi sono passato in Serie C e ho fatto otto anni da professionista. Sono tornato in Serie D e ho concluso la carriera a Treviso due anni fa. Durante questo percorso sono riuscito a vincere una Coppa Italia di Serie C, tre campionati di SerieD ed uno scudetto di Serie D. Una particolarità della mia carriera da calciatore è quella di aver giocato in tutte le province del Veneto (tranne Verona). Ho avuto due parentesi fuori regione, una a Piacenza ed una a Grosseto. Terminata la carriera da calciatore volevo rimanere in campo ed il Vicenza mi aveva proposto di allenare una squadra di ragazzini, gli Under 13. Questo ho fatto fino alla chiamata del Presidente Stefano Zarattini, che stava cercando una figura la quale facesse da raccordo tra lui, la società e la Prima Squadra e che desse una mano nelle analisi sotto il piano tecnico.
Cosa ti ha fatto prendere questa decisione?
Lasciare i ragazzini è stata una scelta difficile, perché ci si affeziona, è normale, ma le ambizioni del Presidente, mi hanno convinto al 100% nel venire alla Luparense. Le conosco molto bene le sue ambizioni, perché sono passato di qui anche da giocatore e so che quando il Presidente si mette in testa una cosa, si pone un obiettivo, prima o dopo lo raggiunge. Spero che succeda anche ora che ci sono io! Poi mi ha invogliato l’avvicinamento alla Prima Squadra: anche se lavorare con i bambini era bellissimo, tornare nel mondo dei grandi significa avere più responsabilità e questa a me è una cosa che è sempre piaciuta, anche da giocatore. Questa chiamata mi ha fatto bruciare un po’ le tappe, ma ho voluto dire di sì e mettermi in gioco. Mi piace come stiamo lavorando, il rapporto con i ragazzi e con la società.
Lasciare i ragazzini è stata una scelta difficile, perché ci si affeziona, è normale, ma le ambizioni del Presidente, mi hanno convinto al 100% nel venire alla Luparense. Le conosco molto bene le sue ambizioni, perché sono passato di qui anche da giocatore e so che quando il Presidente si mette in testa una cosa, si pone un obiettivo, prima o dopo lo raggiunge. Spero che succeda anche ora che ci sono io! Poi mi ha invogliato l’avvicinamento alla Prima Squadra: anche se lavorare con i bambini era bellissimo, tornare nel mondo dei grandi significa avere più responsabilità e questa a me è una cosa che è sempre piaciuta, anche da giocatore. Questa chiamata mi ha fatto bruciare un po’ le tappe, ma ho voluto dire di sì e mettermi in gioco. Mi piace come stiamo lavorando, il rapporto con i ragazzi e con la società.
In una parola, cosa ti aspetti da questa stagione?
Vincere.
Vincere.