Carlo Sabatini torna dopo nove anni a Padova. L’uomo della promozione in B nella stagione 2009-2010 ha assunto il ruolo di responsabile del settore giovanile al posto di Fulvio Simonini: “Sono entrato nel 1990 e ho fatto quasi 20 anni al Padova, che dal punto di vista professionale rappresenta interezza della mia carriera. La mia risposta è stata data con grandissimo entusiasmo perché ritengo poter dare mio contributo in una fase in cui si ritiene che settore giovanile possa e debba essere risorsa imprensicindibile della società. Conosco problematiche che ha un allenatore del settore giovaile, dobbiamo far sì che questi giovani siano pronti per essere a disposizione della prima squadra. Dobbiamo creare un punto di riferimento per il calcio giovanile di tutto il territorio. Vogliamo coinvolgere l’intera provincia oltre a diventare punto di riferimento per la città. L’obiettivo primario lo ribadisco, ossia quello di portare all’allenamento e all’allenatore della prima squadra dei giovani pronti. Spesso non ci arrivano perché sono carenti principalmente in due aspetti: il primo è quello dell’intensità (scalino più importante), intensità di campo ma anche quella mentale. Voglio vedere tutti ragazzi settore giovanile vengano in campo affamati di sapere, conoscere, progredire. Non voglio gente svogliata con telefonino in mano. Qui voglio essere molto incisivo. Gli allenatori guidano e danno entusiasmo. Questa è la nostra mission. Sono diverso da 9 anni fa, quando ho rivarcato la soglia della sede mi sono trovato a mio agio come se non fossero passati gli anni: Padova la sento casa mia, per me questi colori sono tutto e spero che possa trasparire questo mio entusiasmo. Ho fatto esperienze importanti come per quasi tutti gli allenatori. Ho avuto grandi gioie e grandi delusioni. Credo di aver completato il mio percorso che nasce come tutor della foresteria, fino ad oggi. Ricordo Del Piero che aveva il poster di Platini in camera e coltivava questo sogno in maniera sana e positiva. Noi a volte creiamo presupposti sbagliati intorno, con aspettative devianti. Facevamo nostri i loro sogni e le loro aspettative. Questo deve rimanere. Quando mi chiamò Meluso per allenare la prima squadra per me era il massimo. Ma ho sempre pensato che un giorno sarei tornato nel settore giovanile che è casa mia. Sono vecchio ma ho maturato grande esperienza… esperienze fatte tutte con piacere. Penso che possa il coronamento della carriera.
Dovrà esserci grande sintonia, obiettivo portare più giovani. Ci saranno principi di gioco per la creazione di giocatori funzionali al progetto e sottolineo vogliamo anche vincere. Cercheremo far bene sul piano dei risultati. Il irusltato lo vogliamo tutti e fa parte della maturazione del giovane perché parte integrante della formazione, dà sicurezze e certezze. Risultato conta ma vogliamo raggiungerlo attraverso un gioco ispirato a questi principi. Più concretezza meno parole. Penso non si vogliano fare rose troppo ampi. Quando mi ha chiamato il Padova? Le esigenze si sono incontrate in 15 secondo dopo la mia uscita di scena dal Genoa. Ho sentito Giorgio Molon, resta un punto di riferimento a livello nazionale, sa individuare le persone giuste da inserire. Si impara a tutti i livelli, il cervello vede rielabora tutto”