Non parlava da tanto, tantissimo tempo. Lo fa adesso. E a ruota libera: intervistato da Pierpaolo Spettoli de “Il Gazzettino”, Giuseppe Bergamin torna ad affrontare l’argomento Calcio Padova. Inizia parlando di una retrocessione «in qualche modo annunciata al termine di una stagione disastrosa non solo dal punto di vista sportivo, ma anche della società», aggiungendo: «Quando la nave è nella tempesta ci si prova ad attaccare un po’ da tutte le parti, è questa l’impressione che ho avuto. La situazione che si è creata ha fatto traballare tutti gli equilibri, poi le scelte sono state affrettate o male ponderate. Però non è una colpa, è una considerazione dato che tutti hanno cercato di fare del loro meglio, a partire dalla società. Ma i risultati hanno dimostrato che sono state prese decisioni sbagliate». Sul cambio di maggioranza tra Bonetto e Oughourlian, poi, aggiunge: «Non me l’aspettavo, visto che Bonetto ha anche un carattere di un certo tipo. Credevo che continuasse al di là delle motivazioni, ma se ha fatto questa scelta avrà avuto le sue ragioni. È il passaggio da una gestione di tipo provinciale a una di tipo manageriale con persone che hanno poco a che fare con la padovanità, a parte il nuovo presidente». E sul progetto stadio Bergamin è secco: «Io ci credo poco, però non si sa mai».