Impazza il dibattito sul caso Palermo, già deferito dalla Giustizia Sportiva con accuse inequivocabili relative alle ultime tre gestioni. Le carte provengono dalla Giustizia Ordinaria e la Giustizia Sportiva, come già accaduto in altre circostanze, seguirà questo filone. Lo scorso anno si verificarono circostanze analoghe nel caso – Bari, oggi le nove società firmatarie del documento (fra cui il Padova) hanno semplicemente chiesto la certezza di giudizio, qualsiasi esso sia, prima dell’avvio di playoff e playout. Nel caso specifico l’avvio del procedimento è avvenuto d’ufficio, cioè senza una denuncia da parte di nessun club, tantomeno da parte del Padova. Le nove società, fra Verona, Venezia e Padova (curioso, manca il Cittadella, che pure lo scorso anno aveva fatto fuoco e fiamme, giustamente, per chiedere il rispetto della legalità per il Bari), chiedono che il procedimento venga gestito nel pieno rispetto della procedura prevista dal Codice di Giustizia Sportiva. Nell’ipotesi, tutta da verificare, di un’iscrizione fraudolenta del Palermo ai tre campionati scorsi, come sostiene l’accusa, i club chiedono semplicemente che si arrivi a giudizio, qualsiasi esso sia. prima degli spareggi promozione e salvezza. L’estate scorsa Bonetto aveva appoggiato il rispetto della legalità con l’esclusione dei tre club poi falliti (Avellino, Bari e Cesena), con la riduzione a 19 squadre degli organici e poi nei confronti del Foggia (penalizzazioni per motivi amministrativi). Anche nel caso Spezia (risultato poi innocente sul caso Okereke), si era proceduto a chiedere la verifica che tutto fosse in ordine. Insomma, al di là dell’aspetto sportivo, che inchioda oggi il Padova all’ultimo posto in classifica, il comportamento del presidente sotto questo punto di vista è sempre stato coerente, che si trattasse del Foggia, dello Spezia o del Palermo, come in questo caso.