Ultima chiamata

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Ho pensato a lungo prima di scrivere questo editoriale. Poi, oggi pomeriggio, mentre parlavo al telefono con un collega, è come se mi si fosse accesa la lampadina giusta. E ho deciso di mettermi al computer e di buttare giù le righe che state per leggere. Mancano dieci partite alla fine della stagione regolare e la situazione di classifica del Padova è compromessa. Non ancora in modo definitivo, perché un barlume di speranza è ancora acceso. Di sicuro dopo la vittoria del Livorno sul Benevento le speranze, già non elevate, si sono ulteriormente abbassate. Da tenere conto anche che, in caso di arrivo a pari punti, il Padova al momento è in svantaggio negli scontri diretti con Foggia (1-2, 1-1), Crotone (1-2, 0-0) e Venezia (1-0, 1-2, ma differenza reti largamente a favore degli uomini di Serse Cosmi, che hanno pure una partita in meno come il Livorno). Col Carpi al momento il Padova è sotto (0-1 in attesa del ritorno), mentre con lo stesso Livorno è ancora tutto da vedere (1-1 all’andata in attesa dell’ultima giornata di ritorno, quando Diamanti e soci verranno all’Euganeo).

Scrivo oggi perché ieri Roberto Bonetto ha ribadito una volta per tutte che il campionato di chiuderà con Pierpaolo Bisoli in panchina. Su questa scelta chi mi legge sa già come la penso, ma visto che ci sarà tempo e modo a tempo debito di disquisire su tutto quello che è accaduto, oggi voglio tentare quello che all’aeroporto si chiama “ultima chiamata”. Ossia l’ultimo appello per cercare di evitare la retrocessione in Serie C, che disperderebbe in buona parte quanto di buono (tanto) fatto sinora da questa società. E allora mi rivolgo proprio a Bisoli. E ripenso al girone d’andata dello scorso campionato. Quando il Padova chiuse al comando, giocava anche bene, magari non un calcio – champagne ma un calcio muscoli, fisico e giocate lineari che aveva portato la squadra in vetta. Non per caso. Non per grazia ricevuta. Bisoli, al comando di quella squadra, aveva molti meriti. E soprattutto, fateci caso, utilizzava i giocatori nei loro ruoli. Quando, nel corso del girone di ritorno, ha cominciato a fare esperimenti, sono iniziati i primi scricchiolii. Il campionato è stato vinto, sì, ma perché la squadra era veramente forte, ma col fiatone: e alcune scelte hanno destato più di qualche perplessità. Ora: voglio lasciare da parte per un momento tutti gli errori commessi sino a questo momento dal tecnico. Perché la lista sarebbe onestamente lunga. Ma è lunga anche la lista dei meriti di Bisoli nel girone d’andata dello scorso campionato. E dopotutto stiamo pur sempre parlando di un allenatore, ai minimi storici di popolarità in città, che ha vinto quattro campionati. Quindi evidentemente non è certo uno sprovveduto, o un incapace. E allora lancio un appello a lui, come un’ultima chiamata. Faccia quello che sa fare, faccia le cose semplici, un calcio pane e salame magari ma con i giocatori nei loro ruoli. Eviti esperimenti, spostamenti di posizione, azzardi o scelte sul filo: faccia come ha fatto col Brescia. Segua una linea retta, come ha fatto lo scorso anno nel girone d’andata, guardi dentro di sé, si riguardi i filmati di Cesena, di quando ha vinto campionati, si riguardi le partite del girone di andata della stagione scorsa e provi a trovare le risorse per dare quello che secondo me può ancora dare.  E osi un po’ di più, molli gli ormeggi, perché sono convinto che un tifoso saprebbe perdonare un atteggiamento spregiudicato, arrivati a questo punto, anche se dovesse portare a una sconfitta.

Siamo agli sgoccioli, siamo nelle condizioni in cui bisogna tentare di vincere anche a La Spezia, un campo dove il Cittadella ha perso e il Venezia ha pareggiato quasi per caso e in cui la squadra di Pasquale Marino gioca un calcio eccellente. Arrivati a questo punto, si mollino gli ormeggi e ci si provi. E’ inutile e dannoso perseverare in convinzioni che non portano da nessuna parte. La società ha fatto tutto il possibile a gennaio (in ritardo, siamo d’accordo) per costruire una rosa all’altezza. E la rosa adesso è all’altezza della salvezza. Mi tengo volentieri gli scarti di una squadra di Serie A (l’Empoli) o di una top di B (il Verona), o ancora della capolista del campionato cadetto (il Brescia). Se questi sono scarti ben venga una squadra di scarti. Gettare fango in continuazione non serve ed è distruttivo, non serve neppure l’atteggiamento di chi difende a prescindere, qualsiasi cosa succeda. Si provi a costruire, a tentare l’ultima mossa. Poi a fine stagione si faranno i conti. E magari vi racconterò qualcosa. Ma questo editoriale vuole cercare, nei limiti ed entro i confini del ruolo che mi compete, di lanciare un messaggio costruttivo. E’ un’ultima chiamata, ma il gate non è ancora chiuso. Ci si può infilare all’ultimo, magari pregando l’addetto alla sicurezza di farti passare. Non è ancora finita. Ci si provi fino alla fine, i giocatori raccolgano tutte le forze e provino a fare ancora qualcosa di più. Perché così, in tutta evidenza non basta. 




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About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

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