Live 24! Padova-Crotone, la vigilia: rifinitura blindata all’Appiani, sorprese di formazione in vista?

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Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quattro campi di calcio, di cui uno (adibito al gioco a sette), completamente in sintetico e un altro dotato di un manto misto. Poi le palestre interne, una mensa, una salone per i pranzi, un bar e gli uffici, nonché le nuove aree che stanno per essere completate e adibite a spogliatoi. Tutto questo è il centro sportivo Bruno De Marchi, fiore all’occhiello del Pordenone e invidia del 90 per cento degli altri club, Serie A inclusa. Da giugno, però, il regno dei ramarri tornerà in discussione. Essendo di proprietà comunale, infatti, la sua riassegnazione dovrà necessariamente passare da una gara pubblica aperta a tutti, che sarà vinta dal miglior concorrente. Quindi non necessariamente dal Pordenone. Ieri il sindaco Alessandro Ciriani ha affrontato l’argomento: «Sarà una gara aperta a tutti – ha detto – e c’è da dire che il centro è ambìto anche da società professionistiche provenienti da fuori regione. Ovviamente ci auguriamo che resti al Pordenone, ma perché ciò accada la società neroverde dovrà necessariamente vincere la gara». […]

Ore 17.00- (Messaggero Veneto) «Domenica avremo bisogno dei nostri tifosi – esordisce De Agostini – perché la Sambenedettese è una squadra tosta, ricca di individualità, che già all’andata ci ha messo in difficoltà (2-2)». Si entra nel rush (quasi) finale: ancora 10 partite al termine della stagione regolare. Il Pordenone ne giocherà la metà esatta sul proprio terreno. E dovrà cercare di capitalizzarle al meglio. «Il fattore campo – concorda De Agostini – potrebbe essere decisivo nella corsa alla serie B. Anche per questo la nostra gente può darci quella spinta in più per provare a raccogliere il massimo. Questo è il momento cruciale del campionato. Ogni dettaglio può fare la differenza». Come può farla l’armonia che si respira all’interno dell’ambiente neroverde.Squadra, staff, società: un gruppo monolitico con in testa quell’obiettivo cullato da inizio torneo. «Nello spogliatoio – rivela il terzino del Pordenone – si vivono ottime sensazioni. Da parte di tutti c’è grande voglia di rimanere dove siamo, ovvero in testa. Ma guai a pensare oltre una singola partita». Sembra quasi un richiamo velato a compagni e tifosi di non spingersi già al superderby dello stadio Rocco. E in effetti è così: «Ora dobbiamo pensare soltanto alla Samb. È importante rimanere concentrati sul futuro immediato. Per la Triestina c’è ancora tempo». […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Si può tenere in panchina il giocatore che l’ultima volta che ha incrociato la Sambenedettese le ha rifilato una tripletta? Probabilmente se lo sta chiedendo in queste ore Attilio Tesser, alle prese con gli ultimi dubbi di formazione in vista del match di domenica con i marchigiani. Una delle principali incognite risiede proprio in mezzo al campo, in cui Roberto Zammarini si gioca una maglia da titolare. L’ex pisano il 23 aprile 2018 fu protagonista di un autentico exploit al Bottecchia, quando il Pordenone, allora guidato da Fabio Rossitto, travolse con un perentorio 4-0 la Sambenedettese, e il centrocampista realizzò ben 3 delle 4 reti neroverdi (ci mise la firma pure Magnaghi). Se Tesser confermerà l’ossatura di sabato scorso a Fermo, Zammarini dovrebbe restare al suo posto. Se, viceversa, decidesse di riproporre Berrettoni sulla trequarti e di arretrare Gavazzi in mezzo al campo, allora sarebbe proprio l’ultimo acquisto del mercato invernale a rischiare la panca.In ogni caso, i dubbi del tecnico neroverde dovrebbero riguardare più reparti. In difesa il rientro dalla squalifica di Bassoli e il miglioramento delle condizioni di Barison dovrebbero indurre a consegnare a loro le chiavi della retroguardia neroverde. Anche se non sarà facile lasciare fuori il giovane Vogliacco, rivelatosi più che una valida alternativa nelle precedenti trasferte di Meda e Fermo. […]

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «La vittoria ottenuta contro il Gozzano è un brodino che fa morale – ha spiegato il tecnico Giovanni Colella – ci sono state cose che mi sono piaciute come per esempio la tranquillità dei giocatori che al mio ritorno ho ritrovato inevitabilmente contratti. Ho lavorato parecchio sulla testa, perché che non siano scarsi lo sapevo, e a livello atletico non stanno male. La sensazione è che si fossero rifugiati in quella che chiamo “zona grigia” in cui non sei né carne né pesce e ti limiti al compitino. Però qualcosa di buono si è visto e bisogna ripartire da questo». Domenica al Menti arriva la sorpresa Imolese: «Sapete non amo molto guardare agli avversari perché siamo noi che dobbiamo crescere – sottolinea Colella – quando vieni da un periodo negativo è normale avere titubanze e magari non cercare certe giocate, ma ho la fortuna di poter contare su tutta la rosa e di non aver tanti impegni ravvicinati, cosa che mi permetterà di lavorare in settimana. Per esempio sulle palle inattive prima di giocare contro il Gozzano non abbiamo fatto nessuna preparazione particolare per una questione psicologica, perché era da un mese che si allenavano solo su questo e c’era quasi il rischio che diventasse una psicosi». […]

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia non riesce più a girare, colpa di Zenga o dei giocatori poco cambia. Dopo il ko interno con il Perugia di metà settimana c’è necessità di una svolta immediata sul campo per tornare a macinare punti e ad allontanare la zona a rischio della graduatoria. Presidente e tecnico si rimpallano le responsabilità chiamando in causa i giocatori, ricercando in eccessi di presunzione o nell’assenza di un leader, i mali che in questo momento il Venezia sta attraversando. La verità ha radici più lontane e parte sicuramente da quando Tacopina decise di lasciar andare il ds Giorgio Perinetti – mercoledì al Penzo per visionare il suo ultimo acquisto Zennaro per il Genoa – aprendo di fatto una pagina nuova del progetto-Venezia ma abbandonando nel contempo una certezza per il tuffo in un futuro da inventare. I risultati non esaltanti arrivati dopo la partenza di Inzaghi e l’arrivo di Angeloni-Vecchi hanno purtroppo condizionato la stagione con la scelta del numero uno di affidarsi a un tecnico noto come Walter Zenga, per riscattarsi agli occhi di tutti, propri soci in primis. Purtroppo dopo un avvio indubbiamente buono l’ex interista non è riuscito a mantenere la continuità necessaria per vivere in serenità in una serie B così corta. Nemmeno il mercatino invernale è stato utile per dare una forma adeguata a una squadra che ha difetti in ogni settore. Così sono arrivate dieci partite con soli sette punti: cinque sconfitte, quattro pareggi, una sola vittoria. Un crollo verticale che ha fatto precipitare i lagunari ad un solo passo dalla zona playout. […]

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un tracollo che ha fatto perdere la pazienza ai (pochi) tifosi presenti mercoledì al Penzo per il match del riscatto mancato. Dopo il fischio finale, infatti, le due fazioni della curva hanno invitato i giocatori ad andare a lavorare e a tirare fuori gli attributi, concetti ribaditi all’esterno della tribuna centrale fino al faccia a faccia avuto non con mister Zenga, bensì con tre rappresentanti della vecchia guardia. A capitan Domizzi, Bentivoglio e Garofalo i tifosi hanno esternato con civiltà e fermezza le loro preoccupazioni, il senso di disorientamento innanzi alle incongruenze tra le dichiarazioni del presidente Joe Tacopina (rientrato ieri mattina negli Stati Uniti e che, pur preoccupato, prima delle gare perse a Livorno e col Perugia si era detto sicuro di raggiungere anche quest’anno i playoff) e la parsimoniosa opera di rinforzo della rosa. Per un quarto d’ora lontano da microfoni e taccuini i tre giocatori hanno spiegato ai tifosi 150 fino a ieri quelli già in possesso del biglietto per il derby di Verona cosa gira e cosa no nel Venezia attuale, cercando di rassicurarli quanto alla loro totale determinazione e dedizione alla maglia. […]

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un girone fa, Walter Zenga sbarcava a Venezia per risollevare la squadra da una situazione disastrosa. Penultimo posto, tifosi scontenti, Joe Tacopina costretto a una virata a trecentosessanta gradi dopo aver messo sotto contratto Stefano Vecchi con un vincolo triennale. Un girone dopo, Walter Zenga è appeso a un filo. Una vittoria nelle ultime dieci partite, il ko interno col Perugia ad aggravare uno stato di crisi che parla di tre sconfitte nelle ultime quattro uscite, una squadra che non si ritrova più. La fiducia c’è, ma è a tempo, perché il presidente è stato sin troppo chiaro: «Zenga è ancora il nostro allenatore — ha tuonato — lo sarò fino a quando avrò fiducia in lui. In questo momento ce l’ho, perché penso che il problema non sia l’allenatore, ma una squadra che non ha gli attributi. La fiducia, però, non è illimitata. Nessuno ha una fiducia illimitata». Pensiero chiarissimo, a cui Zenga ha risposto con un post su instagram in cui sostanzialmente ribadiva la voglia di lottare per salvare il posto: «Non resto per i soldi — ha detto nel dopo gara col Perugia — ma resto perché credo in questi ragazzi e voglio tirarli fuori dai guai». […]

Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) Venezia, caccia al paracadute. Per arrestare una pericolosa caduta verso i playout. La sconfitta interna con il Perugia ha riproposto gli spettri che l’arrivo di Walter Zenga aveva scacciato (15 punti nelle prime 8 partite), ma da fine anno a oggi gli arancioneroverdi hanno incassato solo 7 punti in 10 partite. La media peggiore dell’intera Serie B, anche il Padova ha conquistato un punto in più, come la Cremonese. […] Mercoledì sera, dopo la contestazione della Curva Sud al fischio finale, il manager club Paolo Poggi, il direttore sportivo Valentino Angeloni, insieme ai “senatori” Domizzi, Garofalo e Bentivoglio, hanno incontrato una rappresentanza dei tifosi assiepati sulla fondamenta fronte al Penzo e sul ponte centrale, mentre il presidente Joe Tacopina se ne andava in taxi dopo essersi presentato in sala stampa. «È giusto metterci la faccia in momenti come questi», ha spiegato Paolo Poggi, «il dialogo è sempre la miglior soluzione quando le cose non girano bene. Sono convinto che se fossimo andati all’intervallo in parità, avremmo assistito a un’altra partita, forse con un epilogo diverso. Il secondo gol del Perugia, più del primo o il rigore fallito, ci ha tagliato le gambe». […]

Ore 11.30 – (La Nuova Venezia) Il Venezia ha fatto l’abbonamento alle partite in notturna. La Lega ha ufficializzato date e orari delle tre partite di aprile: si inizia a Brescia, in anticipo in televisione venerdì 5 aprile (ore 21), poi si passa per la gara casalinga con il Foggia (sabato 13 aprile, ore 18), per chiudere nuovamente in trasferta, ad Ascoli, lunedì dell’Angelo (22 aprile), ovviamente ancora in notturna (ore 21), anche se quel giorno solo Verona-Benevento si giocherà al pomeriggio. Nel girone d’andata, il Venezia ha giocato solo in quattro occasioni alle 21 (Benevento, Palermo, Cremonese e Foggia), spesso alle 15 (10 gare), saltuariamente alle 18 (3) o alle 19 (1). Nel girone di ritorno il quadro è radicalmente mutato perché tra partite già giocate o partite di cui conoscono già gli orari (14 incontri su 18), il Venezia si ritrova in campo 8 volte alle 21, più della metà, quattro volte alle 15, una alle 18 e una alle 19. […]

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Piano A: capitan Iori, che in questi giorni è rientrato gradualmente in gruppo e che ieri ha proseguito il suo allenamento calciando anche i rigori, torna in plancia di comando, pur non essendo al meglio. Piano B: Pasa stringe ancora di più i denti e torna a sistemarsi in regia, nonostante il dolore al piede. Piano C: si rispolvera la soluzione Branca, dirottandolo in mezzo, spezzando però la catena di sinistra con Benedetti, uno dei punti di forza del Cittadella attuale. Piano D: ci si affida al giovane Maniero, che però si troverebbe a debuttare in questa veste proprio in casa della capolista Brescia. Non esiste un piano E, vale a dire l’avanzamento di Drudi, a causa del turno di squalifica che il difensore si trova a scontare, ma, come si vede, non mancano le soluzioni per ovviare al problema del “playmaker” allo Stadio Rigamonti, anche se ognuna presenta delle controindicazioni. L’impressione è che alla fine, domani, la soluzione Iori prevalga, con Pasa pronto a subentrare in caso di necessità, ma con ogni probabilità Venturato non scioglierà le sue riserve nemmeno dopo la seduta di rifinitura di stamattina. […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) Così a inizio settimana l’attaccante è stato avvisato di raggiungere Padova mercoledì, dato che martedì sera c’è stato il turno infrasettimanale con il Brescia. «Ho visto la partita – racconta Cocco – e la squadra mi ha fatto una buonissima impressione considerato che davanti aveva una candidata ad andare in serie A. Continuando con questo atteggiamento ci possiamo salvare». Il nuovo arrivato aggiunge: «L’impatto è stato positivo sin dalla prima chiacchierata con il direttore che mi ha dato un’iniezione di fiducia, ci sono i presupposti per lottare sino alla fine per raggiungere i play out o qualcosa di più. Non ho mai avuto prima la fortuna di allenarmi con Bisoli, ma conosco ragazzi che l’hanno avuto e mi hanno detto che fa del sacrificio e della mentalità aggressiva le caratteristiche peculiari delle sue squadre, e sono proprio quelle che servono per tirarsi fuori da questa situazione». […]

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Ho voglia di rimettermi in gioco e di dimostrare che posso dare qualcosa». Ecco le prime dichiarazioni biancoscudate di Andrea Cocco, che ieri ha iniziato ad allenarsi con la squadra. Una trattativa decollata nell’ultimo periodo, come spiega il direttore generale Giorgio Zamuner. «Ci eravamo già sentiti una decina di giorni fa con il suo agente. Venerdì sera ero in ritiro a Pescara insieme alla proprietà e abbiamo ragionato sull’opportunità di fare questa operazione, che è stata avvallata. A quel punto ci abbiamo messo due minuti ad accordarci con il giocatore che si è messo a completa disposizione sul piano dell’ingaggio e del contratto (scadenza a fine stagione con rinnovo automatico in caso di salvezza, ndr) dato che voleva venire a giocare con noi».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E una vittoria sarebbe molto importante anche in ottica scontri diretti. All’andata il Padova ha perso di misura allo “Scida”. Se domani dovesse vincere con un gol di scarto pareggerebbe il conto e a quel punto in caso di arrivo alla pari con il Crotone a fine campionato, si andrebbe a guardare la differenza reti generale. Se il Padova, invece, dovesse vincere con più di un gol di scarto, sarebbe avanti rispetto alla formazione di Stroppa. Un aspetto di grande importanza, visto quanto è corta la classifica. […] Ieri il Padova si è allenato a porte chiuse alla Guizza e oggi effettuerà la seduta di rifinitura all’Appiani. La difesa dovrebbe tornare quella titolare del girone di ritorno, mentre davanti rientrerà Bonazzoli dal primo minuto. I dubbi sono a centrocampo. Out Broh e Pulzetti, sono rientrati Calvano e Lollo ma solo uno dei due partirà titolare. Probabile la conferma di Mazzocco e forse quella di Cappelletti, a meno che il tecnico non voglia rilanciare un trequartista.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Cresce l’attesa per la partita più importante della stagione del Padova. Fino a questo momento. Sì perché i biancoscudati sperano che dopo lo scontro diretto di domani contro il Crotone ce ne siano altre, tante altre, di partite decisive verso l’impervio cammino che porta alla salvezza. Ma tutto, o quasi, sembra passare per la sfida di domani coi calabresi. Lo stesso Bisoli l’ha definita: “la partita della vita”. Perdere anche contro il Crotone vorrebbe dire salutare al 90 per cento le possibilità di salvezza. Vero che mancherebbero ancora dieci partite al termine del campionato, ma a quel punto il divario dalle rivali e anche la condizione mentale si farebbero troppo dure da ricucire. Vincere, al contrario, oltre che galvanizzare l’ambiente, permetterebbe di agganciare gli stessi rossoblù in classifica e magari rosicchiare qualche punto anche alle altre rivali, con i playout che al momento distano quattro lunghezze.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Firma, primo allenamento e prima convocazione? Forse. In attesa di capire se sarà disponibile già domani, ieri Andrea Cocco si è allenato per la prima volta con i nuovi compagni. L’ultimo acquisto del mercato di riparazione è arrivato dopo essersi svincolato a fine gennaio dal Pescara. Il Padova non era soddisfatto del reparto offensivo e dopo un summit tra staff tecnico e proprietà andato in scena lo scorso weekend ha deciso di fiondarsi sul centravanti sardo: «Per questo ringrazio il presidente Bonetto», ha ribadito il dg Zamuner, «l’arrivo di Cocco non era in preventivo, ma poi abbiamo deciso di affiancare a Mbakogu un altro attaccante fisico». Il giocatore, classe 1986, ha firmato fino a fine stagione, con rinnovo automatico in caso di salvezza e raggiungimento di alcuni obiettivi personali. «I presupposti per lottare fino alla fine ci sono tutti», spiega Cocco, «avrei dovuto lasciare Pescara la scorsa estate, poi il mister mi convinse a restare ma ho trovato poco spazio. Ho rescisso per avere tempo di cercare un’altra squadra e a febbraio mi sono allenato con un preparatore. Volevo mantenere la categoria e sono felice sia arrivata la proposta del Padova». […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Per non lasciare nulla d’intentato. Per non avere rimpianti. Per non rischiare di ritrovarsi nel momento decisivo della stagione senza un centravanti. Ecco spiegato l’acquisto di Andrea Cocco, che il Padova ha deciso di tesserare nel penultimo giorno utile per mettere sotto contratto giocatori svincolati. Un’operazione sottotraccia, emersa già una decina di giorni fa, ma che inizialmente aveva ricevuto soltanto smentite. Di rito oppure no, fatto sta che alla fine la dirigenza biancoscudata (si dice sia stato soprattutto il vicepresidente Edoardo Bonetto a spingere per il suo acquisto) ha rotto gli indugi e Cocco è ufficialmente biancoscudato. È la sua quinta esperienza in Veneto dopo Vicenza, Verona, Venezia e Rovigo. «In effetti mi mancherebbero solo Belluno e Treviso per completare il tour regionale — sorride Cocco — arrivo con grande entusiasmo e determinazione, mi sono allenato con un preparatore in febbraio per farmi trovare pronto. Con il Pescara doveva finire già in estate, tanto che mi erano arrivate offerte anche da altre squadre. Vicenza e Triestina? Non si è concretizzato nulla, poi la priorità è sempre stata quella di mantenere la categoria e ci sono riuscito. Non conosco Bisoli, ma sarò a sua completa disposizione, ho visto la partita col Brescia e sono convinto che ci siano le possibilità di salvarsi. Dobbiamo fare punti subito, sabato col Crotone sarà una partita determinante». […]




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