Ore 18.00 – (Il Piccolo) Mister Pavanel ha ieri anche commentato il fresco rinnovo contrattuale di Andrea Procaccio, che ha raggiunto con la società l’accordo per il prolungamento del rapporto con il giovane attaccante fino al 30 giugno 2022. Un bel riconoscimento per l’attaccante classe 1996, arrivato a Trieste dal Borgosesia la scorsa estate, e rivelatosi come una delle più belle sorprese della stagione alabardata. «Procaccio ha ancora tanti ampi margini di miglioramento – dice Pavanel -: si è guadagnato tutto sgomitando, è partito come ultimo ma grazie a quello che ha detto il campo si è ritagliato tanto spazio. E nel calcio moderno bisogna agire con contratti pluriennali per vincolare ragazzi di prospettiva. Ma questo deve essere solo l’inizio: ora tocca a lui, deve rinnovare la sua fame giorno per giorno, deve essere bravo a gestirsi, senza perdere mai la voglia e la fame che l’hanno portato fin qua». […]
Ore 17.00 – (Il Piccolo) Massimo Pavanel parla chiaramente alla vigilia della partita di domani contro la Ternana (inizio ore 14.30, arbitra Gualtieri di Asti), forte della consapevolezza di una Triestina in costante crescita e reduce da un’ottima prova contro il Südtirol, nonostante non sia arrivata la vittoria: «Con la Ternana già sarebbe stata difficile prima – dice il tecnico alabardato -, perché si tratta di una squadra costruita per la serie B, lo è a maggior ragione adesso perché un cambio allenatore porta sempre qualcosa in più. Ma nessun alibi, noi dobbiamo andare lì consci del nostro momento, degli enormi miglioramenti dell’ultimo periodo, decisi a fare risultato pieno, perché ci serve per poter stare in alto visto che tutti viaggiano a mille».Da questo atteggiamento, ne conseguirà anche quello tattico. Il mister dell’Unione assicura che sarà spavaldo e improntato all’offensiva: «A dodici gare dalla fine, credo ci siano ormai da fare pochi calcoli. Certo, la gara è difficile, la Ternana è forte, ma ripeto che a noi serve anche una sana follia, perché vogliamo restare aggrappati al vertice. Quindi credo sarà una gara molto aperta ed entrambe le squadre cercheranno la vittoria, per cui vogliamo andare a giocarcela con un’idea propositiva. Che non dipende da un centrocampista in più o in meno. Ma sarà un assetto su cui sappiamo lavorare e che valorizza le nostre caratteristiche». […]
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) […] Eccetto Misuraca, il tecnico Attilio Tesser ha tutti a disposizione: Burrai ha un ginocchio dolorante, ma dovrebbe riuscire a gestire il fastidio. Probabile che con i nerazzurri il trainer si affidi nuovamente a Berrettoni sulla trequarti, con davanti Candellone affiancato da uno tra Magnaghi e Ciurria. In mezzo, oltre a Burrai, spazio a due tra Bombagi, Gavazzi e Zammarini, mentre in difesa confermato il solito quartetto: davanti a Bindi spazio a Semenzato, Stefani, Barison e De Agostini.
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Lo score dice nove reti, vicecapocannoniere del girone B di serie C: tra i giovani – è un classe 1997 – soltanto Dany Mota della Virtus Entella (gruppo A) ha fatto meglio di lui in categoria. Questi sono i numeri di Leonardo Candellone, attaccante del Pordenone, tra le più belle scoperte dell’annata del team cittadino e dell’intero campionato. Ma oltre alle cifre, ragguardevoli, che indicano solamente in parte cosa fa il calciatore durante la partita, chi è il centravanti neroverde, scommessa vinta da Matteo Lovisa? Il giocatore del momento lo si può riassumere in tre parole chiave: studio, granata e famiglia. […] Come i torinesi Doc simpatizza per il Toro e con i granata milita uno dei suoi modelli, il “Gallo” Belotti, con cui si è anche allenato: l’altro suo punto di riferimento è Suarez, attaccante del Barcellona. A loro si ispira per segnare, lavorare per la squadra e continuare la sua scalata nel mondo pro. Lo sport fa parte della sua vita ancora dopo l’impegno sul campo di calcio: è iscritto alla facoltà di Scienze motorie dell’università telematica Pegaso, l’ideale per chi come lui si sposta in continuazione per lavoro. Sinora ha sostenuto cinque esami e conta di laurearsi presto. Sa che il percorso di studi è importante perché è consapevole che la carriera da calciatore non durerà all’infinito. Ragazzo intelligente e responsabile, vuole però prima sfondare sul rettangolo: la strada intrapresa, visti i valori che lo animano, è quella giusta.
Ore 12.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nicolò Zaniolo avrebbe potuto finire al Venezia. Il grande talento della Roma, autore di una doppietta nel match di Champions con il Porto, era finito la scorsa estate nel mirino di Stefano Vecchi quando il tecnico bergamasco era ancora alla guida degli arancioneroverdi. A confermarlo al Gazzettino è lo stesso allenatore dopo le dichiarazioni uscite ieri sulla Gazzetta dello Sport. «Sì, quella di Zaniolo era un’idea che avevamo preso in considerazione la scorsa estate nel momento in cui si era prospettata l’ipotesi che Pinato potesse lasciare il Venezia – racconta Vecchi – Il giocatore lo conoscevo bene, riconoscevo in lui un sicuro talento e quindi poteva fare al caso nostro ma purtroppo non c’è stato niente da fare, nel senso che in quel momento le possibilità di portare il giocatore a Venezia si sono rivelate praticamente nulle». Questo per il tassativo no della Roma? «Sì e questo credo possa confermarlo anche Angeloni. Insomma le cose sono andate così. Allora cercai anche direttamente Di Francesco per vedere se c’erano dei margini ma niente da fare. Per lui il giocatore non era cedibile. In poche parole Zaniolo interessava molto alla Roma ed è rimasto nella capitale». […]
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) […] «Ne abbiamo iniziato a parlare in coincidenza con il cambio di guida tecnica a ottobre» racconta adesso Paolo Poggi, «a piccoli passi il Venezia sta crescendo di giorno in giorno. Non c’è stato un motivo particolare che ha reso necessaria questa figura. Non c’erano né problemi né lacune da colmare. Il club manager è una figura di collegamento tra la parte sportiva e la società». […] Poggi sempre più dentro alla società. «Questo ruolo mi rende ancora più orgoglioso, però inevitabilmente aumentano anche le responsabilità. Meno male, comunque, che è così. Il mio carattere mi porta a relazionarmi facilmente con le persone, a cominciare dai giocatori. Essendo stato per tanti anni un calciatore, e con qualcuno ho anche giocato insieme, riesco a relazionarmi bene con loro. Il mio compito è essere utile ai giocatori, all’allenatore, al direttore sportivo e, naturalmente, al presidente con il quale ci scambiamo continuamente messaggi, durante la settimana, soprattutto quando lui si trova negli Stati Uniti». […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) […] «Difficile trovare una vera e propria spiegazione a questo momento – commenta Stefano Marchetti – ma dobbiamo guardare in faccia la realtà e sappiamo di non essere lucidi e sereni come fino a una ventina di giorni fa. Non bisogna drammatizzare, serve una reazione perché mentalmente c’è qualcosa da superare e questo si fa con il lavoro, la determinazione e la tranquillità». Il tutto in un test tra i più difficili della stagione dal momento che il Benevento, terza forza della serie B, è in serie positiva da sette turni e ha vinto le ultime due sfide con Venezia e a Salerno: «Ci misuriamo con una formazione molto carica e questo alza ulteriormente il quoziente di difficoltà dell’impegno. E’ anche vero che è nelle difficoltà che si vede se il gruppo può crescere o se resta fermo e per questo mi aspetto che i ragazzi ritrovino il coraggio facendo la partita della vita perché con il braccino corto non si arriva a niente, mentre un risultato positivo permetterebbe di guardare al futuro con maggiori certezze». Da migliorare i numeri relativi a un attacco che fatica a pungere, a dispetto di una difesa che in trasferta è la meno battuta della serie B: «Dietro alla difficoltà di andare a segno possono esserci varie componenti legate al momento, all’arrivo di due nuove punte e all’appannamento generale. E’ la squadra nel suo complesso però che deve ricreare le situazioni favorevoli per segnare, con un atteggiamento più propositivo e un migliore equilibrio tra le due fasi, sperando in un arbitraggio equo». […]
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Dove vai se l’attacco non ce l’hai? Tra tutte le statistiche della stagione granata ce n’è una che è importante tornare ad aggiornare al più presto, quella relativa ai gol realizzati in trasferta. Sono appena 4 quelli messi a segno dal Cittadella sin qui, di gran lunga il peggior rendimento fra tutte le 19 squadre della serie cadetta, in una graduatoria che vede all’altro capo il Brescia con 22 reti. […] «Noi per primi sappiamo che dobbiamo cambiare marcia da subito, anche perché andremo a giocare in un campo difficile come quello di Benevento, contro una delle rivali più forti del torneo. Quello che abbiamo fatto fino ad adesso non basta per andare a fare risultato lì, in casa di una squadra costruita per tornare subito in Serie A», sottolinea Diaw, che ancora non si è sbloccato sotto le mura. «Personalmente mi sono trovato subito bene qui: sto cercando di imparare in fretta i movimenti che mi chiede il mister e ai tifosi assicuro che non hanno ancora visto chi sono veramente».Quale possa essere la coppia d’attacco in Campania è un rebus, con Finotto che potrebbe tornare titolare, ma che in questi giorni sta convivendo col mal di schiena. […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) Con la Cremonese sul colpo di tacco di Bonazzoli, avrebbe potuto segnare se fosse partito una frazione di secondo prima. «Esatto. Ho sbagliato a guardare la traiettoria della palla, pensavo che entrasse. Invece è stato bravo il portiere a spingerla lateralmente, e non ci sono più arrivato». Domani all’Euganeo lo scontro diretto con il Foggia sarà un crocevia importante, un successo consentirebbe alla squadra di agganciare in classifica i pugliesi abbandonando l’ultimo posto. «E’ senz’altro una partita importante, ma non decisiva visto che dopo questa mancano tante altre gare. Con una diretta concorrente vale doppio, dobbiamo fare risultato anche per dare continuità agli ultimi due pareggi. Comincerebbe a essere una bella striscia positiva». […]
Ore 10.20 – (Gazzettino) L’anno scorso è stato il bomber con tredici sigilli in campionato contribuendo alla promozione dei biancoscudati, senza dimenticare due centri anche in Coppa Italia. Tre i gol realizzati al momento, con due rigori. «Sicuramente mi manca il gol, come manca anche alla squadra. Siamo reduci da due 0-0, e chiunque segna fa il bene del Padova. E’ vero che è cambiata la categoria, qualche sigillo in più comunque me l’aspettavo. C’è anche da dire che una stagione fa giocavamo per vincere il campionato e facevamo quasi sempre la partita, per cui si creavano più occasioni. Quest’anno invece lottando per la salvezza è normale che ci siano meno possibilità. A ogni modo non ne faccio una tragedia, sono convinto che i gol arriveranno se continuiamo a lavorare restando tranquilli».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La sensazione, vista la precaria situazione di classifica del Padova, è che gli esperimenti saranno rimandati a periodi, si spera, più tranquilli. Alle porte c’è il Foggia, per uno scontro diretto da non fallire. «La partita è importante ma non decisiva. Faremo il nostro gioco, cercando una vittoria che, essendo uno scontro diretto, varrebbe doppio e darebbe maggior lustro agli ultimi due pareggi».E il gol le manca? Dopo averne segnati 15 la scorsa stagione, è fermo a tre, di cui solo uno su azione. «Si mi manca, ma manca soprattutto alla squadra dopo due 0-0 consecutivi. Chiunque riuscirà a sbloccare questa situazione darà una grande gioia a tutti».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] Capello, come le sta la “maglia numero 10”? «Mi piace», sorride il giocatore, «è una posizione nella quale mi trovo bene e sono felice che il mister mi abbia voluto dare fiducia in un ruolo che non sperimentavo da un po’. Mi piace appoggiare i due attaccanti e anche svolgere il lavoro sporco per loro».Una fiducia dovuta alla volontà di attaccare con maggior determinazione l’area avversaria, ma non solo. Bisoli intravede in Capello un grande futuro da mezz’ala. «È vero, ne abbiamo parlato assieme e ci siamo detti che potremmo lavorarci su. Il tecnico sostiene che io abbia le caratteristiche per interpretare il ruolo di centrocampista come piace a lui. Devo dire che quando ero molto giovane Zeman mi volle a Cagliari proprio per farmi fare la mezz’ala, mi provò per sei mesi, poi ce ne andammo sia io che lui». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Baraye sì, Mbakogu no. Sembra essere questo il verdetto emerso dall’allenamento a porte chiuse andato in scena ieri mattina al centro Gozzano alla Guizza. Il centravanti nigeriano non ha ancora smaltito l’affaticamento muscolare accusato al termine dell’ultima partita contro la Cremonese e anche ieri non si è allenato con il gruppo. Mbakogu sta pagando i sei mesi di inattività e a questo punto è a rischio non solo la sua presenza dal primo minuto domani contro il Foggia (pressoché impossibile), ma anche la stessa convocazione. Lo staff tecnico deciderà oggi dopo la rifinitura mattutina dell’Appiani, tenendo anche in considerazione che si sta per aprire il primo tour de force del ritorno, visto che dopo la gara contro i pugliesi il Padova giocherà tre partite in dieci giorni, compreso il turno infrasettimanale di martedì 26.A sostituire Mbakogu al fianco di Bonazzoli dovrebbe essere quindi Yves Baraye. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono 1.822 i biglietti acquistati in prevendita fino a ieri sera per Padova-Foggia in programma domani alle 15 allo stadio Euganeo. Sempre più probabile si possa superare quota 8.000 spettatori, per merito anche della straordinaria presenza ospite, visto che sono già 958 i tagliandi venduti in Curva Nord.Il Padova punta ad aumentare ancora il numero di appassionati presenti, grazie soprattutto alla promozione lanciata appositamente per questa gara. Ciascun abbonato, infatti, potrà portare un amico nel proprio stesso settore al costo di solo un euro per il biglietto. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nove anni dopo, la situazione si ripete. E stavolta la mano tesa a Pierpaolo Bisoli arriva da Carlo Sabatini, che nella stagione 2009-2010 riuscì a salvare il Padova attraverso i playout allo spareggio con la Triestina. Ma il paragone fra i due campionati, a ben guardare, va circostanziato e limitato soltanto a pochi punti di contatto: «Alcune analogie ci sono – spiega l’attuale l’allenatore della Primavera del Genoa – per esempio io, come lui, fui esonerato e poi richiamato. Noi partimmo fortissimo e salimmo addirittura al secondo posto dopo la vittoria di Torino, ma ci salvammo solo allo spareggio con la Triestina. Questo Padova è sempre stato nelle retrovie, spero per Bisoli che il risultato sia lo stesso. Ai tifosi del Padova, a cui mi lega ancora un sincero affetto, vorrei mandare questo messaggio. So che vedere la propria squadra costantemente ultima in classifica è una sofferenza, ma ci sono pareggi che adesso fanno storcere il naso che a giugno magari si riveleranno fondamentali. Magari avessimo pareggiato noi qualche partita in più… Penso ad esempio al match di Empoli, dove recuperammo da 0-2 a 2-2 e poi provammo pure a vincerla, per poi perdere al 94’. A posteriori certe scelte non le rifarei». […] Per tornare ai giorni nostri: «Il Padova lo seguo sempre con affetto anche da distante, perché vivo ancora in città – spiega ancora Sabatini – e devo ammettere che la vittoria col Verona aveva illuso anche me. Perché prima di tutto sono un tifoso e dissi ad alcuni amici che sarebbe cambiato tutto subito. Ma da allenatore non avrei dovuto, perché quando cambi tutta la squadra purtroppo spesso si vuole tempo per ingranare». La salvezza diretta? «La vedo difficile, sette punti sono tanti: ma i playout sono ancora alla portata. Ci si può salvare anche così e noi ne siamo l’esempio. Magari fra due mesi saremo qui a fare altri discorsi…».